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Quinta parte
Questa parte dà il via alla catastrofe perché viene scoperto il colera che dilaga nella città, ma si tace sull'argomento per paura che diminuiscano i turisti. Infatti, Aschenbach sospetta che a Venezia ci sia qualcosa che non va: i turisti cominciano a diminuire. C'è odore di disinfettante in città, ma nessuno gli vuole dire la verità perché sono interessati a ingannare i turisti per avidità di denaro.
Giungono anche dei cantanti napoletani: i loro canti alludono all'erotismo. Il capo di questo gruppo (uomo con la chitarra e cantante) è simile allo straniero che incontrò vicino al cimitero nella prima parte. Aschenbach cerca di scoprire da questo cantante, che ha i capelli rossi (interpretati sin dal medioevo come libidine particolare), ma neanche lui gli dice come stanno le cose. Motivo del falso: il cantante napoletano mente ad Aschenbach dicendo che a Venezia non c'è un'epidemia.
di colera, ma è colpa dello scirocco se molti turisti stanno andando via. Il cantante napoletano indica anche lo straniero venuto da lontano, appunto da Napoli. È solo attraverso un impiegato di un'agenzia di viaggio britannica viene a sapere che si sta sviluppando a Venezia il colera - volontarismo prussiano: Aschenbach deve insistere per farsi dire la verità. Aschenbach adesso è completamente rapito dal suo sentimento per Tadzio, inizia a seguirlo continuamente per la città; quindi la famiglia se ne accorge e cerca di tenerlo sempre con sé. Aschenbach è senza ritegno: perde sempre di più la dignità, va anche a farsi più bello dal barbiere. Comincia a prendere le sembianze esterne che aveva visto sul falso giovane in precedenza sulla nave. Questo elemento è importante perché tramite questo possiamo misurare il cambiamento dello stesso Aschenbach: ciò che prima gli provocava ribrezzo, adesso solo fa
anche lui. Emerge questa spinta omosessuale e la decadenza morale perché Aschenbach ora sa che in città si sta diffondendo il colera e il suo sentimento si trasforma in egoismo: se veramente fosse innamorato, sarebbe preoccupato per il destino della persona di cui è innamorato, tenterebbe di farlo portare al sicuro, quindi dovrebbe avvisare la famiglia di Tadzio del colera, ma non lo fa per poter continuare a godere del suo amore verso Tadzio. Il suo è un amore narcisistico, rivolto a sé stesso e alla bellezza dell'immagine che lui si è creato di Tadzio: è più innamorato dell'essere innamorato che dell'altra persona (amore egoistico). Poi emergono alcuni ricordi della scena al cimitero. A Venezia lo stesso protagonista si ammala: vive la sua malattia (febbre) ma ciò si unisce a sensazioni di lussuria: si potrebbe definire un'ebbrezza dell'affondamento, ("ma lui come se il mondo stesse affondando. Fapoi un sogno: un’orgia dionisiaca conosceva una parola… «il dio estraneo» “il simbolo osceno…smarrimento”).
Nell’antichità, durante le feste dionisiache, veniva portato un pene gigantesco; quindi, sognando quest’orgia è chiaro il riferimento a Dioniso. Inoltre, questo sogno indica una dimensione in cui si realizza la spinta che porta avanti il comportamento di Aschenbach, quindi ora è senza ritegno.
Alla fine arriva la parte di Tadzio e della sua famiglia perché Aschenbach ha sentito che stanno per partire. Quindi si reca in spiaggia, dove erano andati per l’ultima volta anche Tadzio e la sua famiglia (c’è anche Jaschu). Tadzio e Jaschu lottano scherzando, ma quest’ultimo esagera e Tadzio che è più debole perde questa lotta. Jaschu lascia il viso di Tadzio un po’ troppo a lungo sotto la sabbia (ci mette un po’ troppa aggressività) e Tadzio inizia
A non respirare più bene. Poi lo lascia, ma Tadziosi sente offeso perché non era una lotta scherzosa, quindi va verso il mare e lascia Jaschu da solo. Aschenbach, che era preoccupato per Tadzio, lo vede adesso in mare e muore mentre quest'ultimo gli mostra l'orizzonte, ovvero l'infinità. Aschenbach muore e perché ha mangiato delle fragole che non erano state lavate bene. Le fragole sono da sempre il simbolo dell'amore e probabilmente queste lo hanno infettato di colera, di cui poi morirà.
Figura di Gustav von Aschenbach: è l'unica vera figura della novella. A parte Tadzio non ci sono altre figure che influenzano Aschenbach, non vi è un rapporto con altri personaggi, neanche con Tadzio perché quest'ultimo lo influenza solo in modo passivo. Le altre figure (lo straniero, il falso giovane, il marinaio, il gondoliere) sono inserite solo per provocare dei riflessi/reazioni in Aschenbach, ovvero per chiarire.
La sua percezione e il suo modo di sentire le cose. Tuttavia, Tadzio è la figura più forte, l'unica che provoca una reazione forte in Aschenbach. I due personaggi si scambiano qualche sguardo fugace, che però scatena un forza interiore già esistente in Aschenbach, ma che era solo nascosta. Questa spinta omosessuale lui stessa l'aveva soppressa/soffocata perché non voleva vedere dentro di sé (rifiuto dello psicologismo). Quindi, una volta liberato questo istinto (il dionisiaco) non riesce più a fermarlo, anche se ci prova ad inibirlo: inizialmente vede Tadzio solo come un'opera d'arte, quando si accorge che è innamorato si giustifica con letture classiche, ovvero Platone e Senofonte (le fonti non sono chiaramente espresse, ma i critici sono risalite a queste). Aschenbach cerca di frenarsi con la dimensione del classicismo su cui lavora (lui scrive in modo neoclassico), ma non ci riesce: liberazione e distruzione del
sé si saldano in modo tragico. Lo sviluppo di Aschenbach è un puro sviluppo e conflitto interiore. La lenta deformazione del mondo che lui come in un sogno sperimenta, evidenzia come Aschenbach è del tutto occupato nel suo mondo interiore, questa deformazione del mondo inizia già con lo straniero vicino al cimitero (lo sperimenta come un sogno). Quindi non c'è uno scambio/dialogo/inserimento sociale, bensì Aschenbach è concentrato tutto sul suo mondo interiore.
La voce narrante a volte si esprime in modo critico ed evidenzia la lontananza di Aschenbach dalla realtà, si avvolge sempre di più in questa sua rete di immaginazione. La voce narrante narra la stessa cosa che percepisce Aschenbach ma dall'esterno, non va mai oltre il personaggio e non prende mai una posizione che un'altra persona potrebbe avere, se mai lo ironizza. Il procedimento di ironia emerge sia nella costruzione del testo, sia nella descrizione dello
stesso Aschenbach(“l’entusiasmato”), ma anche indirettamente perché, se si cercano le fonti, adesempio, della citazione di Platone/Senofonte si vede che Aschenbach inganna séstesso dimensione dell’ironia, ovvero viene “ridicolizzata/annullata” laconvinzione dello stesso Aschenbach.
Quindi Aschenbach è uno scrittore di successo, rappresentativo per lo Stato e ilcomepopolo, visto che è rappresentato nei libri scolastici. Ma sorge una domanda:può un personaggio così importante cadere così in basso ? Inizialmente vediamo comela morale ufficiale che persegue gli omosessuali sia ben radicata nello stessoAschenbach, ad esempio quando vede il falso giovane e prova ribrezzo. Ma, ad uncerto punto questa morale si perde, soprattutto quando scopre che il colera stavadilagando nella città di Venezia e non avvisa la famiglia di Tadzio per metterlo insalvo. Si comporta come i veneziani con i turisti non
dicendogli che c'è il colera (per avidità di denaro), ingannandoli e negando che ci fosse qualcosa che non andava, mentre la città si sta gradualmente ammalando. Anche questa è una malattia morale a cui Aschenbach partecipa: si identifica in questo degrado morale. Il nucleo del problema quindi sta nell'impostazione interiore di Aschenbach. Ha finalizzato tutte le sue attività sulla produzione letteraria, si è concentrato del tutto sul suo lavoro e ha sacrificato ogni momento della sua vita a questo scopo. Perfino ogni riposo, ad esempio la passeggiata, si svolge in funzione del lavoro (per riprendere le forze). Ha quindi disciplinato sensi e sentimenti e, attraverso la forza di volontà, ha cercato di nascondere la sua interiorità e di conseguenza non conosce pienamente sé stesso (invece Thomas Mann nei Buddenbrook indaga il mondo interiore), non sa che ha tendenze omosessuali. Tuttavia da giovane era un libertino epsicologista, poi ha rifiutato lo psicologismo perché conoscere tutto significa giustificare tutto. Quindi si potrebbe dire che effettivamente il protagonista non conosca sé stesso perché ha trascorso gli anni a reprimere i suoi sentimenti ed impulsi. - Motivi del falso: 1. La falsa estate a Monaco; 2. Il falso autunno a Venezia; 3. Il falso capitano; 4. Il falso gondoliere; 5. Il falso giovane; 6. In un certo senso anche il tentativo di Aschenbach di adattare il pensiero di Platone al suo pensiero. - Figure guida: Lo sviluppo di Aschenbach è accompagnato da una serie di figure guida (come se fossero delle figure mistiche) che si inseriscono anche nella tecnica del Leitmotiv. Vi sono 3 messaggeri della morte che si assomigliano fisicamente (stranieri, denti forti, capelli/sopracciglia rosse, aspetto selvaggio); 1. Straniero al cimitero; 2. Gondoliere; 3. Chitarrista (è straniero perché è napoletano); 4. Si aggiunge anche lo stesso Tadzio, quando, almomento della morte di Aschenbach, gli indica l'infinito del mare (Aschenbach è attratto dall'informe perché la dissoluzione della forma è l'opposto di quello che fa: creare forme in quanto scrittore. Alla fine la morte è la stessa cosa: è la dissoluzione della forma del corpo dell'uomo. Per questo abbiamo questa indicazione del mare).
Quindi abbiamo un altro elemento del dionisiaco: in esso la gioia più alta si mischia con l'orrore, ovvero la morte. Lo stesso Dioniso viene fatto a pezzi dalle Menadi: sfrenatezza sessuale e narcotica, da un lato, si lega all'idea della morte. Questa opposizione nello stesso dionisiaco viene in questo caso ripresa: la gioia più grande, ovvero l'estasi dell'immaginazione di Aschenbach, questo suo amore/attrazione fisica verso Tadzio, si mischia alla perdita di contegno morale, una decadenza che poi lo porta alla morte (causata da alcune fragole che mangia, simbolo dell'eros).
Quindi sieros th