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definizione; la telecamera offre un range espositivo molto largo, un equilibrio di gamma e di croma ed una

qualità di dettaglio e nitidezza che cattura e ripropone ombre dense e marcate.

-La luce non arriva sullo schermo così com’è stata realizzata, ma subisce alcune mediazioni come il tipo di

obiettivo impiegato, la sensibilità della pellicola, lo sviluppo, la stampa, la qualità della proiezione.

-Il dettaglio serve a dare personalità all'oggetto o al personaggio che lo sguardo incontra; mentre alla

materia si deve prestare attenzione, altrimenti può far morire anche la migliore forma.

-La funzione della luce nell'inquadratura è di progettare, modificare, ricercare il giusto equilibrio tra

illuminazione ambientale e funzionale, rispondendo a sollecitazioni di nuove esigenze che si vengono a

formare all'interno di uno spazio. L'inquadratura è attenzione visiva, un percorso di conoscenza che

contiene ed esprime un forte impatto emotivo e cognitivo.

-Bisogna rispettare una certa continuità della luce.

3) L’inquadratura cinematografica: alcuni criteri tecnico-estetici

-L'inquadratura è un'interpretazione personale ed il risultato dello spazio che intercorre tra il soggetto

fotografato e l'obiettivo della macchina da presa. Si tratta soprattutto della scelta di un punto di vista e di

una composizione originale; è l'anima del film e la sua funzione è quella di offrire uno sguardo. Non deve

solamente stupire, ma trasmettere senso, sorpresa, ricchezza, seduzione narrativa ed estetica. Serve a

legare gli accadimenti di una trama ed è fatta di osservazioni e riflessioni. È la capacità di vedere e

sottolineare le differenze, di intuire i limiti e le potenzialità della luce, di catturare un'immagine, una

sensazione e di operare una scelta.

-L'inquadratura consiste nel rendere visibile e credibile allo spettatore lo sguardo del regista attraverso un

gioco di punti di vista mobili, sottolineando o svelando la visibilità delle cose.

-Nella composizione del inquadratura gli attori si contrappongono generalmente ad elementi scenografici o

naturali, in una sorta di confronto che dà significato all'immagine.

-L'equilibrio figurativo si ottiene dal punto di vista della mdp e dalla disposizione dei personaggi e del loro

movimento sulla scena, influenzati dalla rappresentazione prospettica e dall'illuminazione. La prospettiva è

quel tipo di organizzazione dello spazio in base alla quale una superficie dà la sensazione della profondità e

dipende soprattutto dalla posizione della mdp in rapporto al soggetto inquadrato. Ma gli effetti prospettici

si ottengono anche con l'uso di obiettivi a diversa lunghezza focale. Gli obiettivi normali, ma soprattutto i

grandangolari, accentuano e danno profondità spaziale e plasticità alle figure e i luoghi che fotografano.

-Mettere in scena ed in seguito mettere in quadro vuol dire inquadrare ed inserire densità costituite dalla

forma dell'ambiente che si va a ritrarre. 2

-Gli obiettivi sono sguardi per la descrizione ed esplorazione, la loro prossimità o lontananza sono modi di

pensare la scena. La capacità degli obiettivi e di saper scrutare e di interpretare insieme con il movimento

della macchina da presa.

-L'inquadratura in un film può non essere costruita soltanto sul suo valore puramente estetico; questo è più

consono ad un'immagine dal taglio pubblicitario. L'immagine di un film può non essere intrigante, ma ha il

dovere di rimarcare molto più il significato che il senso estetico, perché deve essere aderente al clima della

trama e alla costruzione narrativa.

-Adottare quella cultura dell'angolo estremo, ovvero posizioni e punti di vista forti, senza una vera

suggestione narrativa, non riproducono elementi in grado di ottenere significati consoni che siano in

sintonia con il racconto, ma generano solo un ipotetico valore aggiunto di stile dell'immagine. Il nome

dutch angle indica la posizione inconsueta della mdp.

4) Il cinematographer

-Il Digital Intemediate consiste nel trasferire in negativo in alta definizione, attuare tutte le lavorazioni

tecnico/creative e manipolazioni digitali (su PC) e ritrasferire il master ottenuto in alta definizione sul

negativo.

-I flares sono riflessi di luce sull'obiettivo.

-Il processo chimico della Technicolor chiamato OZ è una lavorazione speciale che fornisce un'immagine

con bianchi puri, decisi dettagli nei toni medi e nelle ombre ed un'incredibile nitidezza dei neri.

-L’ENR è un processo di sviluppo applicato ad un positivo colore, in cui si utilizza un ulteriore bagno di

sviluppo in B/N per trattenere una percentuale predeterminata d'argento, con il risultato di un incremento

del contrasto che aggiunge densità ai neri.

-I tubi fluorescenti sono facili da impiegare e gestire, apprezzati per la loro leggerezza e duttilità di impiego,

sono facilmente spostabili e direzionabili.

-Le tecniche di illuminazione nella fotografia cinematografica prevedono principalmente due tipi di

composizione illuministica:

1. L'illuminazione tonale crea una rappresentazione della scena con toni morbidi ed immagini senza

forti contrasti luminosi, attraverso un'atmosfera fatta di luce diffusa, riflessa, riflessa direzionata,

che illumina evidenziando in modo discreto personaggi e spazi inquadrati.

2. L'illuminazione chiaroscurale rappresenta un modello di illuminazione cinematografica più

elaborato ed è ottenuto attraverso l'impiego di diversi tipi di sorgenti luminose artificiali, con il

continuo alternarsi di chiari e di scuri, modellando spazi di luci e di ombre.

-Il peso delle luci e delle ombre, dei chiari e degli scuri diverrà un vero bilanciamento ritmico, e starà poi

all'autore della fotografia scegliere il mix fotografico più consono allo svolgersi narrativo ed emotivo del

film, interpretandone il tema, il tono e lo stile. Il cinematographer sa suggerire il clima e sa interpretare la

trama. Il suo intervento si dirige nella direzione dello sguardo. Direzionare ed illuminare può essere in

relazione ad un viso oppure ad un'intera scena.

-Il bleach-bypass (ritenzione dell'argento) è un processo chimico di laboratorio dove un passaggio dello

sviluppo del negativo viene saltato parzialmente o interamente, conferendo all'immagine un sapore sporco

sabbioso e significative presenze di neri molto densi ed una desaturazione dei colori. 3

-In Match Point il cinematographer Remy Adefarasin tessere visivamente la trama del film con toni di luce

pacati, privilegiando i colori ambrati presenti per gran parte del film, per sottolineare molti esclusivi luoghi

abitativi, dove trasuda ricchezza.

-Le abat-jour sono dette practical light o luce d'appoggio.

-Molte volte è il film stesso ad esigere la luce che viene realizzata, a prescindere dall'impostazione del

regista.

-Tra gli elementi narrativi più importanti all'interno di un film svettano la luce ed i colori.

-Uno studiato gioco di luci conferisce ad ogni persona, volto, oggetto o situazione il volume necessario per

aumentarne la profondità e rendere l'immagine tridimensionale, rimarcandone i tratti principali e

connotativi.

5) Ci vuole una cornice narrativa. Il formato

-Il formato cinematografico rappresenta la scelta dentro la quale l'autore della fotografia deciderà di

scrivere la sua storia di luce.

-Il formato del fotogramma, detto aspect ratio, e il rapporto che intercorre tra la base e l'altezza del

fotogramma stesso. L'industria cinematografica adottò da subito per il formato della pellicola 35mm (film

system), il rapporto 1.33:1 (full aperture). Successivamente con l'avvento del sonoro venne introdotto il

formato 1.37:1 (Academy) per lasciare spazio alla colonna ottica. L'impiego di questo formato rimase

costante sino al 1953 quando venne introdotto il Cinemascope (2.35:1). Il nuovo formato panoramico si

avvaleva dell'impiego di lenti anamorfiche, lenti da applicare ad un obiettivo sferico che schiacciano

orizzontalmente l'immagine durante la ripresa pari al 50%, successivamente decompressa in fase di

proiezione attraverso l'impiego di una equivalente lente anamorfica. Il risultato mostrava un evidente

allargamento e compressione del viso. Ma il sistema Panavision eliminava molti di questi problemi.

Attualmente i formati più impiegati per il cinema sono 1.85:1 e Super 35 (full aperture) da cui si estrae

un'immagine widescreen.

-Il non colore, la desaturazione, l'imperfezione fotografica e i formati widescreen sono il tratto comune che

ritroviamo in molti combat film come Salvate il soldato Ryan e Flags of our fathers.

6) Posizionamento delle luci per la scena: aspetti tecnici e successive inquadrature

-È buona norma iniziare la realizzazione del disegno luminoso disponendo sul set i corpi illuminanti per

l'inquadratura più larga prevista nella scena, con la mdp all'altezza voluta e con l'ottica e la lunghezza focale

scelta. Il disegno luminoso dipende dal posizionamento delle luci chiave, di riempimento e di contorno che

compongono il progetto narrativo. Gli elementi che compongono la continuità fotografica sono un corretto

rapporto di luce, atmosfera, contrasto ed esposizione.

-Per illuminare un ambiente dando il senso di tridimensionalità nella riproduzione su un supporto

bidimensionale occorrono almeno cinque luci diverse tra loro:

1. Luce fondamentale (o chiave o principale) – determina il disegno luminoso e si ottiene

posizionando la fonte luminosa in un arco di 50°-100° rispetto all'asse di ripresa. Generalmente

mantiene sempre la stessa intensità espositiva. Nei primi piani è costituita da un'unica sorgente,

accettata dallo spettatore come luce naturale motivata dalle luci contenute nella scena. 4

2. Luce riempiente (o secondaria) – è la luce utilizzata per illuminare la parte del soggetto non

raggiunto dalla luce fondamentale. Dal valore di luce riempiente si determina il rapporto di

contrasto e, in somma con la luce fondamentale, il valore espositivo.

3. Luce di contorno (o controluce) – la sua funzione principale è quella di staccare le diverse parti che

compongono l'inquadratura quando il tono luminoso tra scena e soggetto è all'incirca pari. Assieme

alla luce fondamentale e alla luce riempiente sono le più importanti per la costruzione del disegno

luminoso.

4. Luce modellante – serve a completare l'immagine del soggetto, diminuisce l'intensità delle ombre

senza portare modificazioni espositive. Si ottiene normalmente con una luce molto morbida

ponendola sull'asse del soggetto e sull'asse della scenografia.

5. Luce degli effetti - è a volte il punto più luminoso all'interno della scena come un raggio di sole c

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gianbiker di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di illuminotecnica e fotografia cine - televisiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Schiavon Massimo.