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Quindi mentre ‘Ntoni non riesce a sottrarsi al peso della miseria, Gesualdo
raggiunge il suo obiettivo sacrificando i sentimenti e gli affetti familiari. La roba
infatti appaga solo l’avidità. Anche Gesualdo quindi è un vinto. Questo romanzo
però sicuramente esprime una visione molto piu negativa della vita.
Verga descrive una società digradata animata dalle leggi dell’economia che non
lascia spazio ai valori ideali che non riescono a concretizzarsi in un ambito sociale
del genere.
Per quanto riguarda lo stile, il narratore è esterno impersonale, anonimo, ma lascia
trapelare il giudizio dell’autore. Utilizza molti dialoghi e monologhi interiori, si
avvale del discorso indiretto libero. Alterna un linguaggio popolare, borghese,
aristocratico, adeguandolo ai diversi ambiti di cui parla. Si presenta quindi come un
romanzo realista che ottiene maggior successo dei romanzi precedenti, ma
comunque non quello sperato da Verga perché nel frattempo si diffondono anche le
tendenze irrazionalistiche dal punto di vista letterario (viene infatti pubblicato “il
piacere” di Dannunzio e i romanzi di Focazzaro)
Quando Verga torna in Sicilia vive un periodo di isolamento durante il quale si
concentra sulla realizzazione di un dramma e di una raccolta di novelle ambientate
nel mondo degli attori, ballerine in cui presenta il mondo come una triste realtà.
La sua opera però non incontra grande successo di pubblico ma ottiene successo in
trasposizioni teatrali. Contribuisce alla nascita di un teatro verista drammatico
basato su uno stile parlato e sull’azione scenica (esempi sono Cavalleria rusticana
e la lupa).
Vita dei campi- Rosso Malpelo
Esistono due versioni di quest’opera: la prima del 1878 inclusa in Vita dei campi del
1880 e una seconda inserita nell’edizione illustrata del 1897; tra le due la seconda
è la più importante perché Verga apporta modifiche e applica l’impersonalità in
maniera vigorosa: vengono meno tutte le note riformistiche e materialistiche. Trae
sputo dal dibattito popolare tenuto in corso di parlamento sul lavoro minorile e
sulla possibilità di riduzione dell’orario di lavoro. È ispirato anche da un libro
pubblicato da Franchetti e Sonnnino dal titolo : “Inchieste in Sicilia” in cui dedica
ampio spazio al lavoro delle miniere siciliane. Diventa una vera e propria fonte per
Verga che cerca argomenti per le sue novelle.
È la storia di un ragazzo che lavora in una cava di rena(sabbia) e che viene
emarginato e accusato da tutti per il colore dei suoi capelli. L’unica protezione gli è
offerta dal padre che poi muore lasciandolo solo ad affrontare le discriminazioni.
Rosso malpelo così subisce la violenza degli adulti e finisce per assimilarla. Cerca di
trasmettere la sua visione della vita a ranocchio un ragazzo sciancato, suo unico
amico; alla sua morte Malpelo non avendo più alcun motivo per vivere accetta di
esplorare una galleria sconosciuta per seguire le orme del padre e qui muore.
Verga fa un uso attento e ampio di un discorso libero (senza uso di virgolette, verbi
introduttivi, puro rifacimento di parole e pensieri dei personaggi dal loro punto di
vista).
Rosso malpelo è diverso perché è vittima dei pregiudizi, è un violento , un
ragazzino solo abbandonato da tutti. La sua morale è riassunta
nell’espressione in cui parla della necessità di picchiare l’asino ( l’asino va
picchiato perché se potesse sarebbe lui a picchiare) è quindi anche
intelligente, rifiuta ogni ipocrisia. Può apparire come un eroe dell’intelligenza
critica capace di descrivere senza abbellimenti e consolazione la bellezza
della vita.
Verga si identifica con Rosso Malpelo perché anche lui è un diverso (come
tutti gli artisti) e ha in comune con gli altri uomini solo il privilegio della
conoscenza. È un
personaggio orgoglioso, ma al suo orgoglio unisce una disperata
rassegnazione. Il suo pensiero ha una vena leopardiana: egli infatti afferma che
forse era meglio non nascere. Malpelo è anche un capro espiatorio della società,
contro di lui la società si può accanire con violenza.
La lupa
E' la storia di una donna animata da una profonda bramosia per gli uomini, i quali
non riuscivano a resisterle. Nel villaggio dove viveva la chiamavano la Lupa perché
ella non era mai sazia delle relazioni che aveva con tutti i suoi ammiratori e
sembrava volerli divorare ogni volta; le altre donne avevano paura di lei perché
attirava con la sua bellezza i loro mariti e i loro figli, anche solo con uno sguardo. Di
ciò soffriva la figlia, Maricchia, poichè sapeva che a causa di ciò non avrebbe
trovato un marito.Una volta la Lupa si era innamorata di un giovane, Nanni, che da
quando era tornato dalla leva militare non era più un giovincello timido e gracile,
ma sie era trasformato in un uomo affascinante. Egli mieteva il grano con la Lupa,
e lei lo guardava avidamente e lo seguiva; una sera gli dichiarò il suo amore ma lui
rispose che voleva in sposa Maricchia perchè era intenzionato ad avere una
relazione stabile e a costruirsi una famiglia. Così la Lupa se ne andò via per
ripresentarsi poi ad ottobre in occasione della spremitura delle olive, offrendogli in
sposa Maricchia e Nanni accettò, ma sua figlia non ne voleva sapere. Alla fine la
madre la costrinse con le minacce.Maricchia aveva già dato dei figli a Nanni, e la
Lupa aveva deciso di non farsi più vedere, anche perché lavorava molto durante la
giornata. Ella era però era costretta a vivere con la figlia e suo marito perchè non
aveva altro posto in cui andare e proprio durante la convivenza fra i 3 scoppia la
passione tra Nanni e la Lupa.Un pomeriggio caldo la donna svegliò Nanni che
dormiva in un fosso: gli offrì del vino ed egli la pregò di andarsene via, ma lei tornò
altre volte incurante della richiesta di Nanni.Maricchia era disperata e accusava la
madre di volerle rubare il marito, così andò dal brigadiere e Nanni lo supplicò di
metterlo in prigione pur di stare lontano dalla donna verso cui nutriva una passione
irrefrenabile e incondizionata (non voleva distruggere la sua famiglia), ma ella non
lo lasciava in pace.Una volta Nanni prese un calcio al petto da un asino e stava sul
punto di morire, il prete si rifiutò di confessarlo se la Lupa fosse stata là, ella se ne
andò ma, visto che Nanni sopravvisse ella continuò a tormentarlo e lui alla fine la
minacciò di ucciderla. La Lupa gli si presentò ancora davanti e Nanni la uccise,
senza che lei opponesse resistenza.
La novella si può suddividere in 4 momenti:
1. Nella prima parte ci viene presentato il ritratto del personaggio della lupa,
una donna che vive inseguendo i suoi appetiti sessuali chiamata lupa perché
in siciliano lupa significa amante.
2. Nella seconda parte è evidente l’amore non corrisposto della lupa per Nanni
il quale badando agli interessi economici anziché accettare le avances della
lupa pensa di sposare la figlia Maricchia.
3. Nella terza parte si ha l’esplosione della passione tra la lupa e Nanni dopo
che questi ha sposato la figlia. Questa relazione tra genero e suocera genera
grande scandalo in paese pertanto Nanni cerca di sottrarsi al fascino della
donna, ma invano.
4. Nella quarta e ultima parte, Nanni incapace di sottrarsi alla passione è
deciso con qualunque mezzo a porre fine alla relazione e infine uccide la
lupa
Un elemento caratteristico è lo stile parlato. La novella si apre con un ritratto della
protagonista condotto dal punto di vista della comunità contadina
Fantasticheria
È un racconto che rappresenta un introduzione ai Malavoglia di cui anticipa la vicenda
e i temi. Il racconto si sviluppa su due punti di vista, quello di una dama che visita la
città di Aci Trezza come turista e ne coglie gli aspetti più belli e quello degli abitanti del
paese, un borgo di marinai, che stentano ad andare avanti.
Solo assumendo il loro punto di vista è possibile comprendere la loro vita.
L’opera è caratterizzata da una contraddizione: da una parte vi è la visione
darwiniana, l’autore
…………………………………………………………………………………………………………………
………………… dall’altra l’autore idealizza la vita di questi uomini e osservando la loro
vita ritrova la religione della famiglia. Nella novella convivono sia il modello veristico
che quello romantico.
RIASSUNTO: La novella rievoca un dialogo ideale tra il narratore ed una sua amica
francese che, insieme a lui, osserva la vita di paese di Aci Trezza. Egli cerca di guidare
la giovane donna nella comprensione di una realtà ormai per entrambi lontana. Il
primo momento di romantica illusione della donna la porta a soffermarsi sulle bellezze
del paesaggio, come i faraglioni, ed ella è decisa a trascorrere molto tempo ad Aci
Trezza per poter godere delle sue bellezze naturali. E' una realtà popolata da umili
pescatori e fondamentale è il fatto che è praticamente impossibile sopravvivere senza
l'appoggio dei compaesani.Dopo due giorni, però, la donna si rende conto della
monotonia della vita di paese e della sua società. Riparte quindi da Aci Trezza, dove (a
giudicare dai suoi bagagli) sembrava dovesse fermarsi per un intero mese.
ANALISI: Fantasticheria funge da introduzione ai Malavoglia poiché ne presenta alcuni
personaggi (per esempio Mena è colei che si perderà nella vita cittadina,
abbandonando la famiglia; nei Malavoglia questa figura sarà Lia)Da una parte vi è il
punto di vista ottico della dama (turista), che trova inconcepibile questa vita rustica.
Dall'altra troviamo il punto di vista ottico degli abitanti, unico punto di vista da
assumere per poter conoscere la vita degli abitanti di Aci Trezza, i loro sentimenti e i
meccanismi che regolano questa realtà (come dice Verga stesso, per comprendere
questi pescatori "bisogna farci piccini anche noi").Vi è però una contraddizione:
l'autore si promette di studiare scientificamente la vita degli abitanti (descritte come
piccole formiche), poi però idealizza la vita di questi uomini e osservandola vi ritrova la
religiosità della famiglia (rappresentata da Verga attraverso l'ideale dell'ostrica), una
rassegnazione coraggiosa e una testardaggine eroica.Verga des