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DOMANDE SECONDA PARTE
Elettricità
1. Cosa si intende per potenza nominale?
La potenza nominale di una macchina è la potenza che essa è capace di sviluppare (o
assorbire) in modo continuativo senza superare determinate sovratemperature, definite dalle
norme in base alle caratteristiche dei materiali isolanti, in condizioni di lavoro pur esse stabilite
dalle norme o da capitolati e contratti.
Generalmente è riportata sulla scheda tecnica oppure sulla targa specifica dell’attrezzo.
2. Che cosa si intende per corrente monofase e corrente trifase?
La corrente monofase (220 V) è una tipologia di corrente utilizzata solitamente per utenze
domestiche. Questo sistema richiede 2 conduttori (ossia due fili, un fase e un neutro). Tra di
loro c’è una differenza di potenziale di 220 V.
La corrente trifase (380 V) è invece una tipologia di corrente
utilizzata solitamente per utenze industriali. Questo sistema
richiede tre fasi collegate ad un neutro comune.
Le tre spire che compongono i sistemi trifase hanno
la stessa frequenza ma sono disposte a 120° l’una dall’altra.
Rispetto alla monofase, in questo sistema, alla tensione tra la
singola fase e il neutro, si va anche a sommare la tensione che
si instaura tra le tre fasi e pertanto a parità di intensità di
corrente assorbita, tra monofase e trifase cambia la tensione
(nella trifase si sviluppano potenze elettriche decisamente
superiori).
3. Definire e caratterizzare la potenza attiva, reattiva ed apparente.
Potenza attiva (P): potenza che produce lavoro utile e sfruttabile.
P = V * Ia (oppure P = V * I * cos φ)
Potenza reattiva (Q): potenza che viene impegnata nella costruzione dei campi magnetici
essenziali per il funzionamento dei motori elettrici (non produce lavoro sfruttabile).
Q = V * Ir (oppure Q = V * I * sen φ)
Potenza apparente (A): è la potenza che l’azienda erogatrice di corrente fa pagare agli utenti
ed è legata alla somma vettoriale di Ia e Ir.
A = V * I
4. Cosa si intende per rifasamento? Cos’è il fattore di potenza?
φ)
Il fattore di potenza (cos è il rapporto tra la potenza attiva e quella apparente ed è un
indicatore dell’efficienza dell’impianto. Rappresenta infatti la quota che riusciamo a sfruttare,
rispetto a quella pagata (apparente) e pertanto, deve avere un valore quanto più alto possibile
che sia però compreso tra 0,9 e 1 (per legge).
L’utilizzatore finale è responsabile del proprio impianto e deve applicare opportuni sistemi per
tenere sotto controllo e mantenere tra 0,9 ed 1 il valore del fattore di potenza.
Quando si verifica il caso in cui il suo valore non è compreso in questo range stabilito per
legge, si deve attuare il cosiddetto rifasamento dell’impianto, un’operazione che permette di
riportarlo a valori corretti e imposti dall’ente erogatore dell’energia elettrica.
Lo scopo del rifasamento è soprattutto quello di diminuire le perdite di energia e di ridurre
l’assorbimento di potenza apparente (A).
L’operazione di rifasamento viene effettuata inserendo nell’impianto dei condensatori che
forniscono corrente capacitiva che è in anticipo di 90° rispetto alla tensione. 9
5. Come può essere regolata la velocità di un motore elettrico?
Per modificare il regime di rotazione dei motori elettrici, oltre a scegliere il numero adeguato di
poli, si possono utilizzare altre due operazioni:
- gli inverter —> meccanismo complesso in grado di trasformare la corrente alternata in
corrente continua e successivamente ancora in alternata. In questo modo si va a modificare la
frequenza e di conseguenza il regime di rotazione del motore.
- gli ingranaggi —> interponendo cioè tra motore e trasmissione dei riduttori o moltiplicatori
che sono in grado di variare il regime di rotazione dei motori elettrici. Il vantaggio degli
ingranaggi rispetto all’inverter è che sono macchinari molto più semplici, mentre lo svantaggio
è che il rapporto di trasmissione è fisso.
6. Cosa caratterizza un motore asincrono? disegnare la curva caratteristica.
Il motore elettrico sfrutta il fenomeno del magnetismo associato alla corrente alternata.
È composto da statore esterno (fisso, rigido) e rotore interno
(libero di ruotare).
Con c or rente alter nata lo sta t ore ca mb ia c a m b i a
continuamente la polarità.
In questo modo il rotore si muove e gira con velocità costante
per adeguarsi alle variazioni del campo magnetico indotte dalla
corrente alternata.
Si ha così la trasformazione di energia elettrica in energia
meccanica.
Un motore si definisce sincrono quando è caratterizzato da un
architettura del rotore che permette perfetta sincronia tra il
numero di giri teorico e reale.
Un motore si definisce asincrono quando invece non presenta
perfetta sincronia tra numero di giri teorico e reale: esiste cioè
una differenza di velocità fra il rotore e il campo magnetico.
C = coppia di avviamento. (coppia sviluppata dal motore quando è
A
fermo).
C = coppia massima
M
C = coppia resistente. (è la resistenza che deve essere superata dal
r
motore.
7. Che cos’è un interruttore differenziale ? Quando interviene?
L’interruttore differenziale (o salvavita) è un dispositivo di sicurezza in grado di interrompere il
flusso elettrico di energia all’interno di un circuito in un impianto elettrico.
Basa il suo funzionamento sulla rilevazione dell'eventuale differenza di corrente elettrica in
entrata e in uscita nel circuito che si ha ad esempio in caso di dispersione e per questo è
detto differenziale. [in sostanza se rileva una differenza di corrente tra quella in entrata e quella
in uscita, scatta andando a interrompere il flusso di corrente].
Interrompendo il flusso, permette di proteggere l’utente utilizzatore da macroshock elettrico.
[Non offre invece alcuna protezione contro sovraccarico o cortocircuito tra fase e fase o tra
fase e neutro].
8. Quali sono le soluzioni che si possono adottare per rendere sicuro un impianto elettrico
Sono due: la messa a terra e il dimensionamento dei cavi.
I principali rischi dell’utilizzatore di dispositivi elettrici sono:
- folgorazione —> la corrente elettrica nel copro umano porta ad alterazioni del controllo
elettrico naturale del battito cardiaco e questo può portare alla morte.
Il corpo umano è in grado di sopportare basse intensità di corrente per un tempo
relativamente alto oppure alte intensità di corrente per un tempo molto ridotto.
La resistenza del corpo umano dipende dalle suo condizioni (terreno bagnato, vestiti, scarpe/
piedi nudi etc). Nell’uomo è accettabile una corrente di 20 mA.
Per ridurre il rischio di folgorazione c’è il collegamento di messa a terra, ossia un
collegamento tra macchina e terreno parallelo all’ipotetico collegamento che potrebbe crearsi
tra macchina-uomo-terreno. Questo deve avere resistenza molto bassa in modo che la
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maggior parte dell’intensità di corrente venga scaricata da lì e che quella che eventualmente
passi attraverso il corpo umano sia < 20 mA.
- incendio —> causato dal eccessivo surriscaldamento e dispersione di calore del cavo. Se la
sezione del cavo è adeguata alla corrente che lo percorre non avviene, altrimenti si rischia
l’incendio. Il cavo deve essere quindi dimensionato in modo corretto.
9. Che cosa si intende con filiera elettrica?
Per filiera elettrica si intendono le attività connesse a produzione e commercio dell’energia
elettrica. Filiera dell’energia elettrica:
- produzione —> La produzione di energia elettrica è un’attività libera, in regime di concorrenza
tra i diversi operatori. È soggetta a degli obblighi per evitare che si instauri un regime di
monopolio: nessun operatore può produrre o importare più del 50% del totale di energia
elettrica prodotta o importata. La produzione avviene trasformando fonti di energia primaria o
rinnovabili in elettricità.
- trasmissione —> Si può parlare di concorrenza solamente per quanto riguarda le operazioni di
produzione, distribuzione e vendita mentre la trasmissione è gestita completamente dal GRTN
(gestore della rete di trasmissione nazionale) che è un organo statale. La trasmissione viene
effettuata ad alta o ad altissima tensione (220 o 380 kW).
- distribuzione —> permette la consegna di elettricità in media e bassa tensione. La
responsabilità del servizio di distribuzione è delle aziende distributrici di energia elettrica.
- vendita —> basata su regime di concorrenza. Consiste nella vendita di energia elettrica al
cliente finale.
10. Quali sono gli elementi che caratterizzano la tariffazione dell’energia elettrica?
Il costo dell’energia elettrica è dato da due componenti, una fissa e una variabile:
C = F + ν * E
F è appunto la componente fissa ed è relativa alla potenza richiesta dall’utente e che il
fornitore si impegna a fornire in ogni momento al cliente. Comprende costi svincolati dal
quantitativo di energia prelevata dalla rete.
ν * E è la parte variabile della bolletta ed è l’energia effettivamente consumata, relativa alla
potenza utilizzata (quanti kW vengono utilizzati e per quanto tempo)
11. Che cosa esprimono il fattore di utilizzazione e di contemporaneità? Quando vengono
utilizzati?
Il fattore di utilizzazione e il fattore di contemporaneità sono due fattori che permettono di
calcolare la potenza necessaria e vengono quindi utilizzati durante la fase di dimensionamento
di un impianto in quanto permettono di stimarlo nella maniera più reale possibile.
Il coefficiente di contemporaneità indica quante utenze assorbono contemporaneamente.
Il coefficiente di utilizzazione invece tiene conto della singola attrezzatura nel tempo. 11
Impianti frigoriferi
12. Impianti frigoriferi: Diagramma entalpico
I cicli frigoriferi vengono descritti riportando le trasformazioni che avvengono nel ciclo, su
opportuni diagrammi bidimensionali dove ascissa e ordinata corrispondono al valore di due
coordinate termodinamiche. Dalle curve è immediato percepire la variazione delle due
grandezze a cui il diagramma si riferisce, mentre le altre grandezze possono essere in genere
dedotte da queste due. Uno dei diagrammi più utilizzati per descrivere il comportamento di un
fluido frigorigeno è il diagramma entalpico ossia un diagramma che mette in relazione
pressione (in ordinata) e l’entalpia (in ascissa) in quanto da questo diagrammi è immediato
ricavare le variazioni di pressione che intervengono per l’azion