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IL TRATTATO DI AMSTERDAM
il 2 ottobre 1997 viene firmato il trattato di Amsterdam, che entra in vigore il 1º maggio 1999. Esso
mira a rispondere alla necessità di adeguare le istituzioni e il processo di decisione. Segna inoltre la
volontà degli Stati membri di avvicinare l’Unione ai cittadini e prevede a tal fine disposizioni in
materia di trasparenza.
Inoltre, sono evidenziati i concetti di sviluppo sostenibile e di parità tra uomini e donne, mentre i
principi del rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto divengono condizioni
preliminari per qualsiasi adesione all’UE.
I poteri del Parlamento europeo vengono ulteriormente ampliati con l’estensione della procedura di
codecisione a nuovi settori e la possibilità di approvare o di respingere la nomina del presidente
designato dalla Commissione. Inoltre, la PESC è rafforzata con la creazione di un alto
rappresentante e l’instaurazione di vincoli più stretti con l’Unione dell’Europa occidentale (UEO).
L’acquis di Schengen (che riunisce l’accordo Schengen firmato il 14 giugno 1985, la convenzione
di Schengen adottata il 19 giugno 1990 e una serie di misure di esecuzione) viene integrato all’UE
mediante un protocollo allegato al trattato di Amsterdam. Tale acquis si articola attorno a due assi di
cooperazione: l’armonizzazione dei controlli alle frontiere esterne e il rafforzamento della
cooperazione di polizia e giudiziaria. Viene prevista la creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e
giustizia. Le disposizioni in materia di visti, asilo, immigrazione e cooperazione giudiziaria in
materia civile sono trasferite dal terzo al primo pilastro e sono di conseguenza disciplinate dal
metodo comunitario.
Infine, il trattato definisce le condizioni secondo le quali gli Stati membri che lo desiderano possono
essere autorizzati ad instaurare tra di essi una cooperazione rafforzata.
IL TRATTATO DI NIZZA E LA COSTITUZIONE EUROPEA
Il 26 febbraio 2001 viene quindi firmato il trattato di Nizza, che entra in vigore il 1º febbraio 2003.
Esso apporta nuove modifiche delle disposizioni istituzionali in vista dell’Unione allargata a
venticinque membri. Il trattato di adesione della Repubblica ceca, dell’Estonia, di Cipro, della
Lettonia, della Lituania, dell’Ungheria, di Malta, della Polonia, della Slovenia e della Slovacchia
viene firmato ad Atene il 16 aprile 2003. Esso entra in vigore il 1º maggio 2004.
Una «dichiarazione relativa al futuro dell’Unione», allegata al trattato di Nizza, prevede lo
svolgimento di una CIG nel 2004. In occasione del Consiglio europeo di Laeken del dicembre 2001,
viene convocata una convenzione sul futuro dell’Europa, al fine di preparare un documento che
«costituirà il punto di partenza per i lavori della conferenza intergovernativa che prenderà le
decisioni finali». Tale convenzione, presieduta da Valéry Giscard d’Estaing, elabora e propone un
progetto di trattato che adotta una Costituzione per l’Europa. Questo trattato, negoziato da una
nuova CIG tra il 2003 e il 2004, viene firmato a Roma il 29 ottobre 2004. Mira ad abrogare i trattati
precedenti, ad eccezione del trattato Euratom, e a sostituirli con un testo unico a vocazione
costituzionale. Tuttavia, a seguito dei referendum negativi del 29 maggio 2005 in Francia e del 1º
giugno 2005 nei Paesi Bassi, il processo di ratifica viene interrotto.
Nel frattempo, il 25 aprile 2005, viene firmato a Lussemburgo il trattato di adesione della Bulgaria e
della Romania. Esso entra in vigore il 1º gennaio 2007.
Non essendo potuto entrare in vigore il trattato costituzionale, nel 2007 vengono avviati nuovi
negoziati che condurranno alla firma, il 13 dicembre 2007, e all’entrata in vigore, il 1º dicembre
2009, del trattato di Lisbona.
IL TRATTATO DI LISBONA
Il trattato di Lisbona mira a migliorare l’efficienza istituzionale e a rafforzare il carattere
democratico dell’Unione. L’Unione si fonda ormai su due trattati: il trattato sull’Unione europea
(TUE) e il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che sostituisce il trattato che