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Presto a questa struttura vennero aggiunti due avancorpi laterali per l'entrata degli
attori.
Nel teatro di Dioniso non si rappresentavano solo tragedie ma una giornata era
dal 486 a.c.
dedicata alla che investivano lo spazio scenico di altri valori,
rappresentazione di cinque commedie
simboli e significati. Inoltre il tempo elettivo delle commedie non era quello delle grandi Dionisie
ma delle feste Ienee, a gennaio.
La commedia nuova di Menandro e dei suoi contemporanei sarà il modello di tutte le
commedie moderne.
La commedia di Aristofane è rimasta invece un episodio unico e irripetuto. lenaion
Se il tempo della commedia era dato dalle feste Ienee il suo luogo elettivo era il la cui
Pnice.
locazione è stata individuata nello spiazzo antistante la collina della Secondo Carlo Anti il
Leneo era un semplice recinto rettangolare dove venivano costruite in legno le gradiate per gli
spettatori. L'orchestra sembra non esserci visto che le gradinate sono disposte in una linea retta
di fronte al muro di recinzione che costituiva anche lo sfondo dell'azione. In realtà l'orchestra è
presente ma in un rapporto di netta frontalità al pubblico
Il coro infatti fronteggiava letteralmente il pubblico nelle parabasi: quando il poeta parla di se
stesso o affronta in termini espliciti e in prima persona le questioni attuali politiche, sociali e
culturali.
Nella serie dei vasi corinzi della metà del VI secolo vengono rappresentai dei comasti. I loro
costumi , pensati per deformare il corpo con pensanti imbottiture posteriori, sono considerati il
primo esempio di modello del costume della commedia del V secolo
Il costume comico ebbe sicuro un'evoluzione: lo provano le statuette nei vari musei le cui
raccolte piu consistenti sono al Metropolitan di NW e a Budapest. Ogni personaggio viene
maschera
qualificato nella smorfia mimica della e nel gesto espressivo. La commedia ha poi
iniziato ad attenuare i tratti caricaturali ma arriva la svolta che porta ad un estrema
deformazione delle maschere dei servi come dimostrano i marmi romani.
Questa inversione di tendenza si dice sia cominciata con Menandro che temendo che i signori
macedoni potessero scorgere nelle maschere comiche un allusione alla loro persona, avrebbe
introdotto maschere con folte sopracciglia e bocche storte.
Nella commedia di Aristofane i personaggi-attori rappresentano il mondo della realtà attuale,
della vita che si vive in quel determinato momento storico. Sono quindi pieni dei sentimenti e
delle idee attualmente vissute
Il coro rappresenta il mondo della fantasia, quell'universo primordiale dove vigono l'indistinzione
e la metamorfosi
Grazie alle commedie di Aristofane, seconda metà del secolo, abbiamo le prove dell'utilizzo della
machane per le apparizioni divine e dell'enkuklema (carrello che veniva spinto fuori dalla skene)
per rendere palpabile il rapporto tra interno (luogo dei delitti e misteri) ed esterno (sede del
confronto diretto)
Le info di Aristofane sono importanti soprattutto sul piano del costume.
Fino a cent'anni greco di basava sulle
l'immagine che ci si faceva dell'aspetto dell'attore tragico
Vita di Eschilo
testimonianze della secondo le quali il costume tragico creato dallo stesso Eschilo
avrebbe comportato un aumento della statura e del volume dell'attore grazie all'uso di
imbottiture, vesti con maniche lunghe e maschere grandi. Da varie testimonianze di può dedurre
che:
- le maschere coprivano tutta la testa ma non erano particolarmente grandi ne distorte nei
trattiene
- i coturni erano stivaletti con la suola bassa e punta ricurva stile orientale
- un costume era formato da un chitone a maniche lunghe e decorato
- c'erano comunque costumi quotidiani, costumi specifici per personaggi-attori
Da Aristofane deduciamo anche l'evoluzione degli stilemi scenici della rappresentazione tragica,
evoluzione parallela a quella dell'insieme architettonico e scenografico del teatro: i personaggi di
Eschilo erano vesiti in modo più maestoso ed imponente visto che gli dei usando parole più
grandi devono esserne all'altezza.
La varietà dei costumi fa parte di un secondo stadio dell'evoluzione stilistica dello spettacolo
tragico che permetterà poi ad Euripide di vestire di stracci anche personaggi regali come Elettra
e Menelao portando ad una maggiore mobilità dei personaggi e varietà di gesti.
tragedia greca e noh giapponese
Smethrust ha istituito un interessante parallelo fra :
entrambi prevedono un piccolo cast di attori maschi, cori, maschere e danza. Lo spettacolo si
svolge in un teatro all'aperto e gli spettatori circondavano un'area piatta dove gli attori
recitavano e il coro cantava. Una differenza sostanziale la troviamo nel movimento dei
personaggi, per il noh la danza non è un elemento secondario anzi.
Tutto ciò che evidenziare il fatto che si può parlare di evoluzione dei modi rappresentativi della
tragedia in modo più concreto: con una precisa attenzione a qualificare il personaggio
relativamente alla situazione, alla condizione sociale, alla disposizione psicologica
Con Aristotele possiamo affermare che le IV secolo è cambiato lo stile ma non il contenuto del
gioco degli attori, che restava mimetico dei gesti, delle azioni, delle zone e degli atteggiamenti
ma, mentre prima era contenuta ed accennata, ora è amplificata ed eccessiva. Sono comunque
rimasti dei gesti comuni come velarsi il volto per il dolore o la vergogna: i gesti simbolici sono e
rimangono riccorrenti
La qualificazione già precisa del quindi, deriva dalla differenziazione nei costumi che
personaggio,
hanno portato ad un cambiamento anche dei movimenti puramente espressivi dell'attore.
I tre attori della compagnia erano chiamati a interpretare parti diverse durante la
rappresentazione di uno stesso dramma e succedeva che un personaggio venisse diviso in due
attori. Solo al protagonista toccava interpretare normalmente solo due personaggi mentre il
tritagonista ne aveva una piccola folla. viene indirizzata dalla dialettica personaggio-attore al
L'emozione e la riflessione dello spettatore
quale dovrebbe corrispondere un atteggiamento straniato e non d'immedesimazione. Ma
essendo il ritmo metrico a generare la musica e questa a generare la danza si arriva alla
conclusione che l'immedesimazione corrisponde ad un processo psico-fisico.
teoria dell'immedesimazione
Anche Aristofane parla di a partire dal poeta:
l'immedesimazione non si risolve nell'adesione sentimentale ma nasce ed è determinata dal
ritmo della dizione e del movimento.
La danza viene percepita come mimetica e il coro viene percepito con un insieme di personaggi.
coro
Tutti gli studi più recenti hanno escluso che il si disponesse in formazione per file e ranghi.
Nel V secolo le testimonianze di Aristofane sulla commedia ci permettono di immaginare una
varietà ed un estensione coreografica che occupavano tutta l'area dell'orchestra.
Non sappiamo se l'azione coreografica del coro fosse limitata alla danza che accompagnava il
canto degli stasimi o se era un continuo contrappunto dell'azione drammatica. Bisognerebbe
capire cosa faceva il coro durante i dialoghi tra attore e corifeo. La citazione di Platone, però,
secondo cui la danza nasce dalla parola e dal canto e che dichiara assurdo l'uso della musica
fuori dalla danza e dal canto, porterebbero alla prima ipotesi
Questa questione porta a due visioni del teatro greco:
1. nella prima ipotesi il coro sarebbe un personaggio che interviene occasionalmente e i suoi
dividere gli
canti degli intermezzi la cui funzione primaria è di ordine strutturale:
episodi/atti con una variazione di ordine metrico più che contenutistico
2. se l'azione del coro avesse una continuità essa apparirebbe come un riflesso dell'azione
drammatica che diventa autonomo al momento dei canti e assumerebbero anche un
valore di climax dal punto di vista emotivo
Ora passiamo alla Sappiamo che ogni coro era composto da almeno 12/15
questione canto.
membri che cantavano all'unisono. Il suono era emanato da un solo flauto quindi era abbastanza
complicato cogliere con precisione le singole parole o il significato complessivo quindi il pubblico
ateniese coglieva in modo frammentario ed occasionale i valori poetici e verbali dei cori tragici e
non comprendeva il contenuto di pensiero dei brani. Molti registi moderni hanno preferito evitare
il canto unisono affidando al corifeo il compito di declamare il testo dei cori o distribuendo le
parti a singoli.
Hegel, che vedeva nel coro il momento di sintesi della tragedia, immagina che proprio il canto
poteva rendere più comprensibile il significato delle parole delle strofe. Questo per indicare che il
ritmo sopperiva all'assenza o all'oscurità dei passaggi logici costituendo il vero filo che teneva uniti il
ragionamento e le immagini poetiche dando all'insieme un significato comprensibile.
Questo porta a pensare se il significato delle parole e del discorso non avesse nei cori solo un
importanza secondaria rispetto al valore sonoro e musicle.
La danza e il canto del coro hanno un valore espressivo ma in alcuni casi anche rituale
vaso di Promos
Torniamo al fatto che il , vaso da cui siamo partiti per capire come fossero i
costumi dei personaggi tragici, mostra un dietro le quinte non di una tragedia ma di un dramma
satiresco: in esso personaggi di tragica dignità sono circondati da un coro di satiri.
Da quqato vaso possiamo dedurre che il dramma satiresco si svolgesse su due piano: quello dei
personaggi mitici (eroi o divinità) e quello dei personaggi grotteschi o felini, i satiri che sembrano
avere le caratteristiche di un basso comico, di uno Zanni della commedia dell'arte.
Nasce però una questione di ordine formale che tratta di classificare in distinti generi la tragedia
e la commedia del V secolo perche diverse le strutture in cui vengono composte.
definire i concetti di tragico e di comico.
Bisogna ora
Albin Lesky, in un saggio del 1957, afferma che la tragedia non è tale in quanto tragica, ma ciò
che viene definito tragico lo è in quanto riferibile alle opere dei drammaturghi del V secolo. Nella
tragedia le parole più usate sono inerenti al contesto di uomo infelice, di necessità e di saggezza.
L'interesse per gli attori è diventato centrale solo dopo la scomparse dei grandi autori dell'età di
Pericle. Molti poeti erano anche attori. Sofocle fu attore solo occasionalmente. Tespi ed Eschilo
sono stati i primi ad interpretare le proprie tragedie.
La professione dell'attore viene stabilizzandosi nella sua autonomia con l'introduzione del
secondo e del terzo attore e poi con il ritirarsi del poeta
Nel V secolo abbiamo un cambiamento significativo nella storia dell'attore: