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Come goethe, racine era poeta di corte, lavorava per il teatro ma non aveva simpatia per la scena

(a differenza di corneille); egli, come brecht, tenta di avvicinare il pubblico al palcoscenico,

anche attraverso il coro e le unità (a differenza di corneille); berenice contiene l'essenza della

sua poetica (tensione calcolata, esplosione finale fuori scena, terrori arcaici in teatro di corte,

soggetto leggendario senza inverosomiglianze), le 4 opere maggiori sono ritratti di donna

(berenice, ifigenia e atalia) di cui fedra è la chiave di volta per la tragedia francese(una brutale

leggenda della follia dell'amore ridotta in forma teatrale, in cui oscurità di forma si incontra con

la ragione, in cui la nota dominante è la colpa senza possibilità di riscatto-prima di Cristo) la

peculiarità di quest'opera è il fatto che i significati letterali e fisici sono prevalenti e assommati

nel linguaggio, oltre al fatto che porta nel teatro neoclassico violenza e creature oscure, mai

permesse prima.

Il coro viene adoperato per la prima volta da racine in ester.

L'intraducibiltà di racine e corneille sta nel significato subliminale espresso dal linguaggio e dalla

scenografia essenziale, soprattutto in racine che diede alle sue parole un peso che le rese

insostituibili e quindi intraducibili.

Nel corso del tempo avviene che si creino circostanze in cui nascono geni e capolavori, questo

avvenne ad atene nell'epoca di pericle, in spagna e in francia nel XVII sec, in inghilterra tra fine

XVI e metà XVII sec, in germania tra fine XVIII e metà XIX sec, in russia e scandinavia agli

inizia del XX sec;

alla base del movimento romantico c'è un impulso verso il dramma, che inizialmente voleva

essere solo un modo per resuscitare la tragedia, in nome del quale i romantici attaccarono il

neoclassicismo e lo Stato (mancanza di intelligenza e influenza della situazione storica) a partire

da shelley, soprattutto a partire dalla nascita del monopolio che impediva il libero sviluppo della

vita teatrale, costringendo gli attori ad abbandonare il dramma per la spettacolarità;

nel XVIII sec la figura dell'attore acquista più importanza rispetto al dramma, infatti era l'attore

ad attirare il pubblico, soprattutto l'interpretazione tendente al melodrammatico, per questo i

drammaturghi iniziarono a scrivere opere su misura degli attori in base ai gusti del pubblico del

ceto medio, i così detti monodrammi (un po' come i drammi shakespiriani riguardo il pubblico,

che era comunitario e condivideva gusti e reazioni a cui il drammaturgo poteva puntare, ma che

causò l'abbassamento del livello); con la rivoluzione francese questo adeguamento al livello

medio si accentò e quindi anche il dramma subì ulteriori modifiche (la borghesia preferiva pathos

e lieto fine, a differenza della colta aristocrazia che preferiva la tragedia) tutto questo portò anche

alla visione del teatro, non più come evento festivo, ma semplice svago e quindi alla ricerca di

illusione, cosa che creò molti problemi ai drammaturghi nella creazione di nuove opere, in quanto

il pubblico non ignorava più le catastrofi come nel medioevo o nel periodo elisabettiano, ma ne

veniva a conoscenza attraverso la stampa;

il tramonto del dramma coincide con la nascita del romanzo a basso costo, a puntate e con la

nascita delle sale di lettura pubbliche, in quanto lo spettatore diventa lettore; vari tentativi furono

fatti dai drammaturghi per riportare il pubblico in sala, il più importante fu fatto da wagner a

Bayreuth, ma fu tutto inutile, anche se questo portò alla separazione tra letteratura e teatro,

soprattutto grazie a ibsen, strindberg, pirandello e cechov nella concezione del tragico e del

comico.

All'inizio del romanticismo tutto era visto in chiave positiva, grazie all'intervento di rousseau,

che sosteneva la possibilità del miglioramento dell'esistenza attraverso l'educazione, ma questo

ottimismo andò a scemare già dal 1820, portando al crepuscolarismo e al decadentismo, periodo

in cui la condizione umana sembrava destinata al progresso tecnologico, ma al regresso

umanistico; in questo contesto cambia la visione dell'uomo e della sua malvagità, non più innata,

ma causata dall'ambiente e dall'educazione, quindi non può esserci completa condanna per

un'incompleta colpa; questa concezione non-tragica della vita contaminò anche il teatro che non

poteva più produrre tragedie (il personaggio tragico non può sottrarsi alla sua responsabilità, il

personaggio romantico non ha tutta la responsabilità e quindi aspira alla redenzione, previo

rimorso in punto di morte, che dà la salvezza dello spirito), infatti anche i drammi wagneriani e

tutti i romantici non possono essere definiti tragedie, ma pseudo-tragedie, ovvero melodrammi

(es. il faust di marlowe/tragico e quello di goethe/melodrammatico in quanto si salva), ereditando

la concezione della bontà innata dell'uomo (rousseau) che acquista malignità dalla condizione

ambientale-sociale.

Oltre a questo i romantici come rousseau mettono l'ego al centro del mondo intellegibile, in cui il

mondo è specchio della sua presenza; nella letteratura romantica predomina il tono lirico

dell'autocoscienza, scandito in prima persona, in quanto il drammaturgo dà vita ai personaggi,

che acquistano un a propria esistenza superando i limiti mortali dell'autore (l'arte classica

cercava l'oggetivazione e il distacco dell'autore; il romanticismo all'opposto cerca

l'inseparabilità opera/autore tendendo all'autobiografia di cui è simbolo Byron, anche se

cercò di scrivere opere in cui la voce del poeta tacesse)

in questo contesto Keats nel 1818 formulò la concezione del vero poeta: il poeta è egli stesso

creazione, in quanto rinasce e fiorisce in ogni opera; inoltre keats condivideva l'opinione secondo

cui il futuro della tragedia fosse legato al modello shakespiriano, come dryden (nel romanticismo

i poeti cercarono di configurare la propria personalità ad immagine dei grandi personaggi

shakespiriani, come romeo, lear o macbeth, e amleto divenne il loro simbolo), in quanto in

shakespeare erano riconsciuti tutti gli stili, le arti e le passioni poetiche (anche i contemporanei di

shakespeare divvennero oggetto di imitazione come marlowe, chapmann, webster ecc) in breve il

dramma romantico è una antologia mascherata dei drammaturghi elisabettiani e giacobiti, con

fedele riproduzione linguistica, con la speranza di riportare al teatro inglese la gloria perduta,

anche attraverso parole prese a prestito dai grandi autori elisabettiani.

La contaminazione shakespiriana oltrepassò i limiti inglesi, infatti in francia parte dall'otello di

vigny, per proseguire con victor hugo, il quale lo considerava sommo poeta, capace di

racchiudere nelle sue opere il mistero della creazione, dell'eroico, dell'appassionato e del sublime,

attaccando persino voltaire e diderot che lo ritenevano grossolano, affermando che chi era contro

shakespeare era contro i romantici.

L'influenza shakespiriana sul dramma romantico francese inizia per giustificare audacie prima

non permesse, come la mescolanza tra tragico e comico, il ripudio delle unità, l'introduzione di

personaggi di basso rango, la rappresentazione scenica della violenza, della follia, dei fantasmi,

anche se questa contaminazione fu frutto di malintesi soprattutto relativi a un riconoscimento in

shakespeare di completa libertà formale, senza dar conto alle convenzioni in esso racchiuse.

Questa errata visione di shakespeare era per lo più frutto di una mediocre conoscenza delle sue

opere, attarverso mediocri traduzioni, a partire da quelle di le tourneur, e fu solo alla fine del

XIX sec che giunse lo shakespeare autentico attraverso le traduzioni di taine (queste diverse

interpretazioni sono rintracciabili anche nelle opere di verdi: macbeth/romantico, otello e

falstaff/lo trasfigurano)

anche in germania shakespeare ebbe un ruolo determinante, più che in francia, soprattutto ad

opera di shlegel e tieck (XVIII sec) soprattutto perché la maniera shakespiriana contaminò

addirittura la cadenza e la tonailità della lingua tedesca classica, tanto che nel XIX sec la

germania divenne fonte di studio shakepiriano, anche grazie al fatto che il pubblico tedesco

assisteva alle sue opere autentiche (cosa che persino in inghilterra non avveniva dove erano

rappresentate versioni romantiche) anche ad opera di adattamenti di goethe e schiller (le loro

opere mostrano elementi shakespiriani, soprattutto wallenstein);

schiller è debitore a shakespeare soprattutto per le scene di massa (demetrio)

anche puskin nel suo boris godunov rappresenta un tipico tiranno shakespiriano.

Nel dramma romantico francese la teatralità domina sul drammma, anche attraverso il

linguaggio che è più teatrale che drammatico, ciò porta al melodramma e non più alla

tragedia, di cui l'antonio di dumas è il ponte verso il melodramma familiare francese 1831.

mentre nel dramma tedesco, a partire da goethe, troviamo come temi portanti la crescita e

l'educazione (goethe aborriva il disordine e quindi obbligatoriamente la tragedia in quanto

disordine scaturisce da questa): la letteratura deve educare indirettamente portando alla vera

realizzazione dell'io (altra implicito rifiuto della tragedia, in quanto ad es. lear e edipo mostrano il

progresso dell'autocoscienza, ma a prezzo della catastrofe che educa il personaggio solo in punto

di morte).

Goethe si avvicinò alla maniera tragica in la figlia naturale, in cui ritroviamo il suo tema

predominante(la tragedia sarebbe servita a introdurre l'elemento positivo).

Schiller ebbe sempre chiara la differenza tra lo spirito che aveva dato origine al dramma

moderno e quello classico/shakespiriano, e il suo primo dramma (i masnadieri) con il werther

di goethe divenne parola d'ordine del romanticismo, in quanto proclamavano i diritti della

passione contro quelli della convenzione morale e di casta; schiller conservò l'ottimismo

rousseauiano (virtù naturale dell'uomo e giustizia sociale), e la tipica passione romantica per

shakespeare; tradusse racine e comprese il teatro neoclassico francese; tutto ciò confluì nei suoi

drammi (ricerca di una nuova forma tragica adatta al razionale, ottimista e sentimentale

dell'uomo); suoi drammi maggiori sono il don carlos (vi troviamo sangue, ambiente spagnolo,

pompa, scene rivelatrici, amore disperato, in cui introdusse una nota moderna, la cattiveria in

quanto morte dell'anima causata dalla lotta politica tra assolutismo e libertà- don carlos- e inserì

l'uomo ideale, nobile, vivo, liberale, pronto a sacrificare la vita per la libertà-marchese di posa-

anche se in questo dramma la re

Dettagli
A.A. 2013-2014
8 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fortunaeleonardo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Drammaturgia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Innamorati Isabella.