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E' presente un cofattore formato da due anelli, un anello pirimidinico e un anello tiazolico, detto
anche tiazolidina: è un eterociclo con un atomo di azoto e uno di zolfo. Quando l'azoto diventa
quaternario: la carica positiva posta sull'azoto quaternario causa un passaggio netto di elettroni dal
carbonio all'azoto e una donazione di elettroni dallo zolfo al carbonio. Questo carbonio, con
protone, tenderà a cedere il protone e trasformarsi in un carbanione. la tiamina quindi è un
cofattore enzimatico che si è evoluto per formare dei carbanioni sull'anello tiazolidinico. Quali sono
le caratteristiche del carbanione? E' un fortissimo nucleofilo [fra
azoto e zolfo il carbanione, diapositiva sbagliata], dando
origine alle reazioni nucleofile, in particolare la tiamina è
specializzata nel realizzare reazioni nucleofile con
alfachetoacidi. la reazione nucleofila avviene non attaccando
il carbonile del gruppo carbossilico, ma attaccando il carbonile
(chetonico) dell'alfa chetoacido. Quindi nel riarrangiamento della
molecola, l'alfachetoacido si decarbossila, rimane quindi la
tiamina con un sostituente acetile, una tiamina acetilata e si libera CO . La vitamina B1 è
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specializzata quindi nella decarbossilazione degli alfachetoacidi (un alfachetoacido messo in
acqua si dimezza). Gli enzimi che utilizzano la tiamina saranno delle decarbossilasi, catalizzano
quindi la decarbossilazione degli alfa chetoacidi, una reazione centrale a tutto il metabolismo, sulla
degradazione di zuccheri e acidi grassi per produrre CO e ATP, a partire dalla tiamina. La CO poi
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verrà trasportata nel sangue dall'emoglobina, mentre legato alla tiamina rimane un gruppo acetile,
si può dire che la tiamina sia un trasportatore di acetili (o di frammenti carboniosi). E' un cofattore
altamente specializzato e si differenzia dal piridossal fosfato (il piridossal fosfato catalizza
decarbossilazione degli amminoacidi), la tiamina, specializzata, catalizza la decarbossilazione
degli alfa-chetoacidi. Stati carenziali molto rari, è contenuta in maniera abbondante in cereali e
legumi, è fondamentale nel metabolismo, la CO2 prodotta ed espirata viene in parte da reazioni
catalizzate dalla vitamina B1. Nella forma attiva legata all'enzima è sotto forma di difosfato, perché
un gruppo fosforico gli conferisce la carica negativa per legare l'enzima.
Le decarbossilazioni hanno una caratteristica fondamentale: liberano CO e sono tutte reazioni
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irreversibili. Reazioni che liberano un composto in fase gassosa, come la CO , sono irreversibili.
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Altre reazioni irreversibili sono quelle delle proteasi (rottura del legame peptidico), le chinasi e le
fosfatasi. Fosfatasi e chinasi, legano fosfato ad un substrato con consumo di ATP, per revertirla è
necessaria una fosfatasi, che taglia il gruppo fosfato, reazione quindi irreversibile. Altrettanto
succede per una carbossilazione: la tiamina catalizza una reazione irreversibile; ma sarà presente
anche un processo anabolico per la costruzione di alfa chetoacidi per tornare indietro nel
metabolismo quando c'è bisogno di fabbricare un prodotto in fase sintetica.
Ci sono quindi degli enzimi chiamati carbossilasi, prelevano la CO e la agganciano ad un acido
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carbossilico di ordine inferiore per allungare la catena carboniosa. L'enzima più abbondante sulla
Terra è l'enzima che serve alle piante per fissare la CO , al ribulosio aggiunge un atomo di
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carbonio e dà origine al glucosio, la ribulosio 1,5-difosfato carbossilasi. Nell'essere umano le
carbossilasi utilizzano un cofattore unico, contenete zolfo, la biotina.
E' un ciclo a otto atomi, in genere schematizzato come due ciclopentani sovrapposti, una catena
laterale con un gruppo carbossilico [entrambi gli idrogeni hanno una conformazione cis]. La prima
parte della molecola ha un'urea, il ciclo a cinque termini con lo zolfo, un eterociclo con lo zolfo, il
tiofene. Ricordarsi quindi la combinazione tra tiofene e urea, si ottiene il nucleo della biotina.
La biotina è un cofattore particolare, perché la catena laterale può formare un legame ammide con
la lisina dell'enzima (è legato covalentemente all'enzima, in genere i cofattori sono legati in
maniera non covalente; per il FAD ci sono degli enzimi a cui il FAD è legato covalentemente, rari,
altrimenti anche il FAD non è legato covalentemente).
Una rezione di carbossilazione è una reazione difficile, fissare la CO a un substrato. Acido
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piruvico + CO dà un alfa di-chetoacido, detto ossalacetato. La reazione catalizzata dalla biotina
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consuma ATP, richiede energia e consuma una molecola di bicarbonato, la forma idratata della
CO2. E' una reazione energeticamente sfavorita, gli acidi carbossilici tendono spontaneamente a
decarbossilare, sono reazioni anaboliche, si consuma energia per ottenere dei prodotti. La biotina
è centrale nell'attivazione della CO e utilizza uno degli azoti dell'urea. La reazione avviene in
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questo modo: l'azoto ha un doppietto elettronico che compie
attacco nucleofilo sul carbonio del bicarbonato; il carbonio del bicarbonato
non è un grande elettrofilo, ha già tre atomi di ossigeno che attraggono gli
elettroni, alla fine non è un grande elettrofilo; l'enzima utilizza allora l'ATP,
un fosfato terminale, catalizzando l'idrolisi dell'ATP, l'OH si lega al fosfato,
si rompe il legame fosfodiestere, se ne va il legame con il carbonio e si
forma la biotina attivata, una biotina con legato un CO . Nella
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reazione rimane ADP e fosfato. L'azoto della biotina col suo doppietto
elettronico potrebbe fare un attacco nucleofilo sul carbonio del bicarbonato,
che è però un debolissimo elettrofilo. Interviene allora una
molecola di ATP e tramite l'idrolisi dell'ultimo legame fosfodiestere, prende
un OH dallo ione bicarbonato, trasformandosi in fosfato più ATP, mentre si può formare un legame
tra azoto e bicarbonato, una CO . La biotina di fatto è un trasportatore di CO a scopi catalitici (al
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contrario dell'emoglobina, nel sangue e per l'espulsione, la biotina, solo nelle cellule, per reazioni
di carbossilazione).
Tiamina e biotina catalizzano due reazioni irreversibili una l'opposto dell'altra. Con questi due
cofattori enzimatici si costruiscono le catene carboniose, sono però limitati gli utilizzi, enzimi
specializzati in poche reazioni.
L'ultima vitamina del gruppo B, la B9, è l'acido folico. Può essere trovato esclusivamente in carne e
verdura fresca (folico da folia, foglie). E' più facile incontrare delle carenze di acido folico in
alimentazioni particolari.
L'acido folico è uno di quei cofattori impegnati nella biosintesi dei nucleotidi, basi puriniche e
pirimidiniche. Il consumo di acido folico viene alterato da particolari patologie tumorali, alcune
cellule leucemiche sono avide di acido folico che utilizzano per crescere e produrre sempre più
nucleotidi per replicarsi (inibitori dell'acido folico come il metotrexate sono farmaci, derivano
direttamente dalla formula dell'acido folico, analoghi dell'acido folico, cofattore inibitore, l'enzima
viene bloccato e automaticamente si blocca la sintesi dei nucleotidi).
L'acido folico è composto da tre pezzi: l'acido glutammico, si disegna il carbonio alfa; accanto, vi è
l'acido paramminobenzoico, non viene prodotto dal corpo umano; il terzo nucleo è molto
particolare, la cosiddetta pteridina, una variante della purina (le purine hanno 4 azoti, come le
pteridine), posseggono due anelli da sei (a differenza delle purine, un anello da sei e uno da
cinque); la pteridina è anche sostituita, possiede un NH2, un carbonio col doppio legame che fa
scambiare la disposizione dei doppi legami e un altro sostituente che andrà a formare il legame
con la parte amminica dell'acido paramminobenzoico.
Come funziona la pteridina? Ha un gruppo di atomi che
costituiscono un nucleo attivo che sono 5-6-7-8-9-10,
terzetto di azoti, due della pteridina e uno del
paramminobenzoico, che sono azoti attivi. Questo terzetto, in
particolare l'azoto 5, è un azoto molto reattivo grazie alla
configurazione particolare, che può legare dei metili,
metileni, carbonili o formili nella sua forma ossidata; la
pteridina con l'aiuto del NAD lega frammenti monocarboniosi,
trasporto del frammento monocarbonioso, dal metile che si
lega all'azoto 5, il metilene e il formile a ponte tra 5 e 10, l'idrossimetile, carbonile, ecc... con tutti i
possibili stati di ossidazione. In realtà non tutti i frammenti hanno lo stesso stato di ossidazione, in
diversi casi la pteridina necessita di riduzione da parte del NADH per poter trasportare il
frammento (va anche incontro a una reazione redox). L'acido folico è quindi un cofattore di enzimi
che portano alla metilazione, alla metilenazione o alla formilazione di substrati. In questo anche
l'acido folico ha un importante ruolo anabolico, allunga le catene carbonioso, la biotina è in grado
di trasportare solo una CO , l'acido folico può trasportare CO, COH, CH , CH3. [Non è necessario
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conoscere il meccanismo di azione dell'acido folico, c'è di mezzo oltre che a un attacco nucleofilo,
vi è una reazione redox, in alcuni casi formazione di specie radicaliche].
Ciclo dell'acido folico: interviene nella biosintesi delle pirimidine, attraverso la timidilato sintasi,
funziona con acido folico; per altre reazioni, l'acido folico incarica dei secondi cofattori e li incarica
di trasportare ad esempio il metile, non lo cede quindi direttamente; i trasportatori sono la vitamina
B12, riceve il metile dal folato e lo porta a destinazione finale, la s-adenosil-metionina, una
metionina modificata (SAM). Vitamina B12 e SAM, parenti poveri dell'acido folico, sono considerati
molto più importanti (scoperti prima dell'acido folico); la SAM, cofattore non vitaminico, è in Italia il
quarto farmaco più usato in neuropsichiatria. La vitamina B12 è una delle vitamine più utilizzate
nelle cosiddette cure ricostituenti, quello che conta è però l'acido folico.
Ripasso breve delle proteine di membrana
Le membrane sono molto diverse, esistono membrane diverse tra tessuti diversi, anche
principalmente tra procarioti ed eucarioti. Ci sono batteri che non hanno lipidi di membrana, hanno
eteri di membrana o composizioni lipidiche non comuni con alcun
meccanismo biologico, basti pensare all'agente eziologico della tubercolosi, i
cui fattori di virulenza sono i cosiddetti acidi micolici, neanche normali acidi
grassi, sono acidi grassi complessi, ciclopropanati anche responsabili della
patogenicità.
La membrana cellulare deg