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AST ADIO ALLERGO SORBENT TEST
È un test in cui si ricercano IgE specifiche. Il siero del paziente è cimentato in una serie di dischetti di un polimero insolubile, a ciascuno dei quali è fissato, con legame covalente, un determinato antigene. Nel dischetto con le IgE legate si inseriscono le IgE marcate e si studia con un contatore. È un metodo molto costoso.
Test cutanei
Scratch test - scarificazione
Si effettuano scarificazioni lineari di 1 cm, distanziate 2 cm l'una dall'altra. Su ciascuna di queste si applica una goccia dell'estratto antigenico. La prova è positiva quando, entro 10-30 minuti, si sviluppa una reazione pomfoide od orticarioide.
Prick test - puntura
Vengono effettuate punture anziché scarificazioni.
Patch test - epicutaneo
È utile nella diagnosi di dermatiti da contatto. Si applica una pomata allergenica e si ricopre l'area con una sottile lamina d'alluminio, che porta al centro un
sottile discodi cellulosa. La reazione è positiva se dopo 48 ora appare un eczema pruriginoso.
Altre prove
Conteggio degli eosinofili
È effettuato al microscopio con la colorazione di May-Grunvald-Giemsa; gli eosinofili sono riconoscibili, infatti, per la colorabilità in arancio-rosa della PBM.
Gli eosinofili possono essere ricercati anche nelle secrezioni.
Test di degranulazione dei basofili e dosaggio dell'istamina
I leucociti del paziente sono rimossi dal prelievo ematico e sono fatti interagire con un antigene, misurando la quantità d'antigene rilasciata.
LA COSTELLAZIONE ANTIGENICA DEI TUMORI
La caratteristica principale delle cellule tumorali è l'alta variabilità fenotipica, cui è legata un'altrettanto pari eterogeneità di sitanzae che possono costituire elementi di valutazione clinica; possono fornire, infatti, info sulla presenza di un tumore o info prognostiche.
Per avere il 100% di sensibilità e specificità,
un biomarcatore dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:- Assenza nella popolazione sana.
- Produzione solitaria nel tumore.
- Possibilità di rilevazione in fase preclinica.
- Concentrazione proporzionale alla massa tumorale.
- Concentrazione proporzionale ai risultati terapeutici.
I markers tumorali non hanno quasi mai queste caratteristiche insieme.
I markers tumorali sono, normalmente, acidi nucleici, protidi ed altri composti a basso peso molecolare quali metaboliti, poliammine e steroidi.
Gli antigeni neoplastici possono essere divisi in due grandi gruppi: antigeni tumore specifici TSA (tumor specific antigens) e antigeni tumore associati TAA (tumor associated antigens).
Antigeni oncofetali tumorali
Molti antigeni sono non espressi nel tessuto normale, ma solo durante l'ontogenesi.
Ciò significa, quindi, che antigeni presenti in vita fetale, normalmente assenti, poi, nella vita extrauterina, possono essere presentati dalle cellule neoplastiche, detti antigeni oncofetali.
Antigeni
non neoplastici: HbF, HbE e EPA (pre-albumina embrionale).
AFP: alfafetoproteina. È legata alla non repressione del genoma. È unaglicoproteina con peso molecolare di 70.000. Nel feto è sintetizzata dagliepatociti, testicoli ed ovaio. È legata allo sviluppo degli organi, lega gli estrogenied è immunosoppressore di gravidanza. Il suo valore soglia è di 20 ng/ml. Nelleforme non neoplastiche come le cirrosi aumenta di poco. La determinazioneavviene mediante: tecniche immunoenzimatiche, RIA ed ELISA. È legata ai CAepatocellulari, con una specificità del 90%, ed ai teratocarcinomi; se aumentanel liquor si è di fronte ad un tumore a cellule germinative intracranico. Aumenta,spesso, in caso di gravidanza con S. di Down.
CEA: antigene carcino-embrionale. È un precursore degli antigeni ABh presentisu tutte le cellule epiteliali e sui GR. Il suo livello normale è 2-10 ng/ml. Si ritrovain CA mammario e dell’apparato respiratorio.
Può essere presente in alte concentrazioni ematiche in svariati processi flogistici come bronchiti, gastriti, pancreatici.
2-H-globulina: è una proteina contenente ferro sintetizzata dagli epatociti fetali. È importante indice prognostico. È rilevabile nei bambini con neuroblastomi e nefroblastomi.
Gli antigeni oncofetali sono indice di anaplasia cellulare. Le cellule neoplastiche ontogeneticamente seguono un percorso inverso di differenziazione.
BFP: betafetoproteina. È anch'essa una proteina sintetizzata dagli epatociti del feto fino al settimo mese di gravidanza; è indice di epatomi, colangiomi, CA gastrici.
ASF: è un altro antigene oncofetale sintetizzato dalle cellule dei tumori gastrici ed esofagei.
POA: antigene oncofetale pancreatico. È presente al 60% nelle neoplasie pancreatiche.
Antigeni associati a tumori e markers di turn-over cellulare. Sono, in genere, sostanze prodotte da una neoplasia riscontrabili nel siero o in
altri fluidi biologici.
TPA: antigene polipeptidico tissutale. È presente sulle cellule normali di tutti gli epiteli e sulle cellule neoplastiche dell'epiteli del tratto gastroenterico, genito-urinario, della mammella, del polmone e della tiroide.
PAP: Fosfatasi Acida Prostatica; utile come aggiunta all'analisi di PSA, ma non specifico per identificare ipertrofia o CA. È sintetizzata dalle cellule epiteliali della prostata e secreta nel liquido seminale. Deve superare i 1,2 U/ml per poter essere indicativa.
PSA: è una glicoproteina che esfolia dalle cellule neoplastiche e diffonde nel sangue dove è ricercato con metodiche immunometriche. È anche un importante marcatore di controllo. Nei soggetti sani si trova a livelli inferiori ai 4 ng/ml. Un'ipertrofia benigna può registrare livelli di PSA intorno ai 10 ng/ml. Concentrazioni superiori a 20 ng/ml devono indurre il medico a svolgere ulteriori esami.
CA 125: è il marker principale per il
CA ovario, spt i cistoadenocarcinomi. L'epitopo è veicolato da una mucina associata all'epitelio celomatico. È fondamentale come indicatore di avanzamento della malattia in donne trattate. Ha una emivita di 4-8 gg, ed ha livelli sierici bassi. In casi di endometriosi, ciclomestruale e gravidanza può raggiungere anche le 35 U/l, non superando mai, però, questo valore.
CA 19.9: questo è definito come gastro-intestinal cancer antigen. Livelli di CA 19.9 superiori a 37 U/ml si ritrovano in pazienti con tumori pancreatici, gastrici, del colon e delle vie biliari.
CA 15.3: è un antigene glicoproteico conosciuto come episialina, presente in grandi quantità nel CA mammario. Livelli di CA 15.3, oltre i 31 U/ml sono descritti soprattutto in pazienti con CA mammario. L'interessamento linfonodale è correlato con un aumento della [CA 15.3]. Ha una bassa specificità perché è poco utile negli stadi precoci.
della patologia, ma è utile nel monitoraggio del decorso clinico. MCA: mucinous-like cancer antigen; è una glicoproteina acido-solubile. Presenta elevate concentrazioni in pazienti con CA mammario. Il livello soglia è 12 U/ml. È importante nella stadiazione. TAG-72: è legato alle metastasi di CA mammario, ma presenta elevata affinità anche con il CA gastrico. È conosciuto anche come CA 72-4 o GTA (Glicoproteina Tumore Associata). CA 50: è una glicoproteina presente in molti gangliosidi della superficie cellulare. Risulta elevato nei tumori del tratto gastrointestinale; può aumentare in corso di pancreatiti e colangiti. Citocheratina 19: è tipica dei CA a cellule squamose, soprattutto nel polmone. Non è, però, molto specifica. Mage-1, S-100 e LASA: LASA: Acido Sialico Legato di Lipidi. Sono tipici marcatori di melanoma. SSC: squamous cell carcinoma antigen; è una proteina di 500 kDa evidenziata nei citoplasmi dellecellule dei carcinomi squamo-cellulari. Alti livelli di SSC si ritrova nei tumori avanzati ed in maniera molto minore in malattie della pelle non neoplastiche come la psoriasi, il pemfigo e l'eczema. Ormoni e recettori La situazione ormonale di un paziente con tumori influenza la crescita della neoplasia. Il caso del CA mammario è tipico, specialmente se si pensa che la terapia può basarsi sull'uso di estrogeni o anti-estrogeni. HCG e SP1: marcatori trofoblastici; se presenti sono indice prognostico molto negativo. Sono espressi dalla mola vescicolare e dal coriocarcinoma e da CA polmonari. hCG ha un'emivita di 24 ore. Calcitonina: è tipico del CA midollare tiroideo. Può essere prodotta in maniera ectopica da diversi tumori quali mammella, bronchi e pancreas, così come prostata. ACTH: è tipico dei microcitomi, ma anche degli apudomi e del CA midollare tiroideo. Gh: raramente nei CA polmonari e gastrici. ADH: raramente nel microcitoma e nei CAproteina che catalizza la reazione di idrolisi dei fosfati acidi. È presente in vari tessuti e organi, come il fegato, le ossa e la prostata. Nella diagnosi dei tumori prostatici, l'enzima fosfatasi acida può essere utilizzato come marker tumorale. Amilasi: è un enzima che catalizza la reazione di idrolisi degli amidi. È presente principalmente nel pancreas e nelle ghiandole salivari. L'amilasi può essere utilizzata come marker per la diagnosi di patologie pancreatiche, come la pancreatite. Lipasi: è un enzima che catalizza la reazione di idrolisi dei lipidi. È presente principalmente nel pancreas. L'attività della lipasi può essere utilizzata come marker per la diagnosi di patologie pancreatiche, come la pancreatite. Transaminasi: sono enzimi che catalizzano la reazione di trasferimento di un gruppo amminico da un amminoacido a un chetone. Le transaminasi più comunemente misurate sono l'alanina transaminasi (ALT) e l'aspartato transaminasi (AST). L'attività delle transaminasi può essere utilizzata come marker per la diagnosi di patologie epatiche, come l'epatite. Creatinchinasi: è un enzima che catalizza la reazione di trasferimento di un gruppo fosfato dalla creatina al ADP, formando ATP. È presente principalmente nei muscoli scheletrici, nel cuore e nel cervello. L'attività della creatinchinasi può essere utilizzata come marker per la diagnosi di patologie muscolari, come la distrofia muscolare. Questi sono solo alcuni esempi di markers tumorali e enzimi utilizzati nella diagnosi di patologie. È importante sottolineare che l'utilizzo di questi markers e enzimi deve essere sempre valutato in combinazione con altri esami diagnostici e sotto la supervisione di un medico.popolazione eterogenea di isoenzimi con attività fosfatasica a pH < 7. Sono localizzate in fegato, milza, gr, piastrine, midollo osseo e prostata, così come nel latte materno.FA eritrocitaria: è importante nel controllo della glicolisi.
FA lisosomiale: appartiene ad un gruppo di proteine di membrana lisosomiale.
FA osteoclastica: macrofagica; livelli alti di questo enzima sono correlati con riassorbimento osseo fisiologico o patologico. È importante per la scoperta di metastasi ossee osteolitiche, come il CA prostatico nell'uomo ed CA mammario nella donna, così come nella malattia di Paget, nell'osteoporosi e nell'Iperparatiroidismo. Aumenta nei fumatori.
FA prostatica: Fosfatasi Acida Prostatica; utile come aggiunta all'analisi di PSA, ma non specifico per identificare ipertrofia o C