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GIOVANNI MUZIO

Giovanni Muzio, nato a Milano il 12 febbraio 1893, è stato un architetto e accademico italiano. È considerato, nel campo dell'architettura, l'iniziatore e l'esponente più rappresentativo del movimento artistico Novecento e della corrente tradizionalista che caratterizzò l'architettura italiana degli anni venti e trenta.

Figlio di un affermato architetto bergamasco, Virginio Muzio, studiò presso l'Università degli Studi di Pavia ed al Politecnico di Milano e dopo avere combattuto nella Prima Guerra Mondiale e aver compiuto un viaggio in Europa, nel 1920 aprì a Milano uno studio con De Finetti, Ponti, Lancia e Fiocchi, iniziando così a fare attivamente parte della vita milanese.

Tra il '19 e il '22 realizzò quella che lui stesso considerò un'opera manifesto: la cosiddetta "Ca' Brutta", considerata da tutti oggetto di scandalo e scalpore.

architettura si avvicina alla "metafisica" di Giorgio De Chirico ed al "Realismo magico"[31]di Mario Bardi producendo un monumentalismo severo a cui si riconosce oggi un grande valore urbano. [32]Portò avanti le proprie idee progettuali fino al 21 maggio 1982, quando morì a Milano.[28]

K. F., Storia dell'architettura moderna, Bologna, 1993, p. 237[30]

La permanenza in Veneto e la possibilità di studiare le ville palladiane fu visto da Muzio come uno degli elementi originari del proprio linguaggio architettonico che fu infatti definito all'epoca come "neopalladianesimo".[31]

C. D. S., La cultura architettonica in Italia fra le due guerre, Laterza, Bari, 1972[32]

Nelle due strutture di cui parleremo a seguire si sente forte e decisa la collaborazione col di cui possiamo riconoscere l'idea.[12]

compositiva e progettista, Paolo Rizzato, di Antonio Monestiroli, gli elementi significativi e ricorrenti della sua arte.

CASA PER ANZIANI

Il terreno è stato diviso nella sua lunghezza in tre parti, collocate sul medesimo asse: la prima destinata ai servizi collettivi, la seconda riservata alle abitazioni degli anziani, la terza adibita a giardino.

Le prime due sono formate da quattro edifici paralleli che determinano due corti, di dimensioni diverse, rettangolari aperte lungo i lati brevi.

Entrambe le corti si affacciano lungo la strada principale d'accesso e sul giardino di fondo:

  • la prima è caratterizzata da un alto e arioso portico;
  • la seconda da due edifici finestrati in linea alti due piani.

TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE

Tale progetto riporta in sé la forma evocativa del teatro come "luogo della rappresentazione" e contemporaneamente un luogo aperto a tutti gli usi e trasformazioni possibili.

Questo luogo è per questo definito dalla

contrapposizione di due scene fisse costruite come paretefinestrata e come sistema trilitico.Il sistema distributivo dei due corpi a C contrapposti, il loro collegamento aereo, gli ingressi al teatro, i meccanismi del pavimento, tutto per allestire e usare nel migliore dei modi la grande sala coperta .La struttura presenta:

  • nella I° galleria 154 posti;
  • nella II° galleria 154 posti;
  • nella III° galleria 286 posti;
  • nelle Barcacce 56 posti .

Progettato nel 1972, per la presentazione ad un concorso, aprirà al pubblico, alla fine dei lavori dicantiere, nel 1978.

PAOLO RIZZATO

Paolo Rizzato è un architetto italiano, noto per le produzioni di vario genere a cui ha dato vita dal 1973 ad oggi .

Nato il 25 dicembre 1941 a Milano, fin da giovane entra in relazione con la sua grande passione per le arti e, ancora oggi, nel suo studio si occupa di architettura, interni, design e illuminazione.

Nel 1978 ha fondato con Riccardo Sarfatti la società Luceplan.

svolto corsi e conferenze in vari importanti istituti universitari di tutto il mondo. I suoi lavori sono inclusi nelle collezioni permanenti di numerosi musei e fondazioni: Triennale Milano, Museum of Modern Art New York, Victoria and Albert Museum Londra, Museo della Scienza e della Tecnica Milano, Musée des Arts Decoratifs Parigi. Puoi trovare ulteriori informazioni su di me visitando i seguenti link: - Architettura: Casa per anziani, Teatro - Teatro Udine: Il Teatro - Wikipedia: Paolo Rizzatto APPENDICE DOCUMENTARIA L'arte di Grassi e Monestiroli può essere riassunta totalmente nel termine Tendenza, termine che corrisponde al gruppo di cui gli stessi facevano parte. La parola "Tendenza" trova origine in un articolo di Rossi del 1966 in cui si affermava che l'architettura della ragione si presenta come... [38]

architettura di tendenza. La Tendenza ha fatto parlare in modo ampio di sé, per i suoi caratteri, quasi quanto la triste storia della Casa dello studente di Chieti.

Il 18 febbraio 2014 si è inaugurata nello spazio di Pescara USOMAGAZZINO, una piccola mostra in cui, tra una grafica della "Casa dello studente a Chieti" luogo, denominato "luogo dell'assenza" [39].

A riguardo, Federico Bilò, architetto e professore presso il dipartimento di Architettura a Pescara, diede vita a "Letture incrociate" in cui riporta il suo sapere in relazione alla vita e all'operato degli appartenenti alla Tendenza, la loro visione dell'architettura, la propria testimonianza d'insieme e riguardo le strutture specifiche ed alcune delle idee altrui riguardo la Tendenza in generale e del nostro progetto in esame nello specifico.

Domenico Potenza, espresse la sua idea riguardo il

medesimo incontro a Bilò, affermando che: Personalmente mi sono fatto un’idea dei modi in cui i tre architetti invitati, Luigi Coccia, Carlo Moccia e Lucio Rosato, hanno interpretato quella che fu la casa dello studente a Chieti.

I tre autori scelti sono abbastanza diversi tra loro sia per le forme con le quali si esprimono nella professione, nella ricerca e nella scuola, sia per le modalità di appartenenza a quei maestri con i quali si sono formati.

Carlo Moccia è senz’altro l’espressione più aderente e fedele all’insegnamento dei suoi maestri che si esplicita soprattutto nella ricerca progettuale e nella sua attività professionale. Lui stesso rinuncia ad esprimere alcuna forma di interpretazione rendendo noto l’imbarazzo e l’impossibilità del progetto a porsi come espressione di qualcosa che non è.

Moccia riporta tutto il suo rammarico al pensiero di non aver mai visto davvero quel luogo che immaginava.

Di una gran bellezza, in quanto così "urbano" ma, allo stesso tempo, quanto aperto verso la naturalità della collina.

Luigi Coccia hai invece metabolizzato quell'insegnamento della tendenza, mettendo a reddito il pensiero formativo di quella scuola nei confronti della quale avanza qualche dubbio sugli esiti prodotti e questo traspare dalle sue architetture che non rappresentano alcuna forma di ortodossia irriverente.

Lucio Rosato infine sembra essere quello più immune, agli occhi di Potenza, da condizionamenti di appartenenza alla scuola ma contemporaneamente mantiene un legame con quel pensiero di cui si fa interprete nel suo lavoro con grande leggerezza ma grande profondità.

Paradossalmente, l'esito che ciascuno degli autori invitati ha prodotto ribalta quasi del tutto quello che avrebbe dovuto essere l'espressione di appartenenza a quel pensiero, a quella Scuola.

38 http://www.opcit.it/cms/?p=112 Letture incrociate.

C'è qualcosa di nuovamente attuale nel progetto culturale della Tendenza?, Domenico Otenza, Roma, Gangemi Editore, 2015, p.106 Letture incrociate. C'è qualcosa di nuovamente attuale nel progetto culturale della Tendenza?, Domenico Otenza, Roma, Gangemi Editore, 2015, p.106 Letture incrociate. C'è qualcosa di nuovamente attuale nel progetto culturale della Tendenza?, Domenico Otenza, Roma, Gangemi Editore, 2015, p.107 Letture incrociate. C'è qualcosa di nuovamente attuale nel progetto culturale della Tendenza?, Domenico Otenza, Roma, Gangemi Editore, 2015, p.107 Lui asserisce che per quanto onorato di essere coinvolto, anche se amaramente coinvolto, a riflettere su un'assenza, non posso nascondere la mia perplessità sul fatto che sia proprio la scuola di architettura di Pescara a interrogarsi sull'eventuale nuova attualità del progetto culturale della tendenza se questa scuola di architettura è in.

qualche modo corresponsabile della sospensione e/o conclusione di questo progetto culturalee forse anche di questa stessa assenza: forse lo è ciascuno di noi in qualche misura. Devo però constatare che qualcosa è cambiato se oggi comunque questa scuola si pone un interrogativo fino a qualche anno fa improponibile. Sono contento di questo incontro volto al ragionamento riguardo le sorti di questa struttura.

A questo incontro mancano i protagonisti di questa vicenda, Grassi e Monestiroli, ma sono giustificati: non riesco ad immaginare Giorgio grassi viene in questa città a seguire una discussione sulle sorti della sua teoria dell'architettura, tantomeno arrenderò maggio alla demolizione di una delle sue architetture. Gli studenti oggi sembrano rassegnati a vivere la loro esperienza accademica in una città che manca di ogni adeguata struttura di ospitalità pubblica o convenzionata.

Ad un mio giovane amico fotografo

senegalese che mi ha chiesto cosa volesse significare il luogo dell'assenza non ho potuto che raccontare semplicemente che nel 1980 hanno iniziato a costruire chiedi la casa dello studente seguendo il progetto del mio professore Giorgio Grassi e di Antonio Monestiroli; non hanno mai portato a termine la costruzione fino a quando hanno demolito quasi tutto quello che avevano costruito. [43] Questa è evidentemente una sconfitta sociale, culturale, etica. Letture incrociate. C'è qualcosa di nuovamente attuale nel progetto culturale della 43 L R, articolo riportato in ÙCIO OSATO Tendenza?, Roma, Gangemi Editore, 2015, p. 86. ANTOLOGIA DELLA CRITICA CON BRANI DI SIGNIFICATIVI TESTI CRITICI SULL'OPERA TRATTI DA MANUALI GIORGIO MURATORE[44] Giorgio Muratore, architetto romano, collaboratore di Bruno Zevi, Paolo Marconi, Ludovico Quaroni, Paolo Portog

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Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiaraleee di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Marchegiani Cristiano.
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