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L'invecchiamento della popolazione e le sue conseguenze
Come viene da sempre evidenziato, l'invecchiamento della popolazione comporta fondamentali conseguenze, collettive e individuali, arrivando a coinvolgere praticamente ogni settore della vita quotidiana, soprattutto se visto in chiave prospettica. L'impatto che ne deriva è in primo luogo particolarmente rilevante sul piano economico in quanto può modificare il potenziale di crescita economica di un Paese, può costringerlo a rivedere l'organizzazione dei processi produttivi anche in relazione al mutamento prospettico della domanda di beni e servizi, può alterare quantità e struttura del capitale umano a disposizione comportando un marcato effetto nel mercato del lavoro.
Considerando, poi, la necessità di dover sostenere un numero crescente di prestazioni previdenziali, assistenziali e sanitarie, l'invecchiamento della popolazione si porta appresso anche un importante fabbisogno di welfare, nonché l'esigenza, come
È stato fatto in Italia, di introdurre ingenti riforme statali. All'orizzonte di una prospettiva che vedrà crescere il numero dei potenziali anziani nel volgere di qualche decennio, ci si chiede se, e fino a quando, il sistema di welfare dei paesi possa continuare a reggerne l'urto. La domanda, infatti, cui maggiormente si cerca di dare risposta è comprendere se l'aumento della sopravvivenza possa essere sostenibile o, se al contrario, possa definitivamente mettere in crisi la stabilità socio-economica di ogni Paese. Raramente, in realtà, si prende in considerazione il fatto che gli anziani di oggi, e quelli di domani, risultano in migliori condizioni di salute, riconoscendone autonomia fisica ed efficienza psichica. Poiché le persone vivono più a lungo e quindi hanno maggiori probabilità di sperimentare più malattie croniche, si prevede che un numero crescente di adulti dovrà affrontare la necessità.di prendersi cura di parenti molto anziani e talvolta fragili. Questo aspetto si comprende bene guardando a un altro indicatore strutturale, il Parent support ratio (Psr), un rapporto numerico che non avendo una corrispondente traduzione in italiano possiamo qui identificare come "indice di sostegno ai genitori anziani". Il Psr è infatti definito come il numero di persone di età pari o superiore a 85 anni per 100 persone di età compresa tra 50 e 64 anni. In quanto tale fornisce un'indicazione della domanda complessiva cui le famiglie devono rispondere per fornire supporto ai loro membri più anziani. La questione demografica sta cambiando progressivamente tutti gli assetti della società. L'invecchiamento della forza lavoro, la sanità e l'assistenza, il sistema previdenziale, i consumi, gli investimenti, la produzione di beni e servizi costituiscono alcuni dei principali ambiti che necessariamente andranno ripensati e.Riorganizzati per adattarli alla nuova struttura della popolazione che si sta conformando. A questo proposito in Europa, per far fronte ai cambiamenti demografici in atto ed evitare il collasso dei sistemi di welfare, uno dei risultati più rilevanti cui si è pervenuti, a partire dal 2012, è stato lo sviluppo di una misura dell'invecchiamento attivo 32 (Aai) quale strumento di valutazione comune e condiviso. Forte a livello sovranazionale è infatti la consapevolezza che non bastasse soltanto dotarsi di politiche unitarie ma, in presenza di forti disomogeneità fra gli Stati membri, occorresse anche riuscire a evidenziare, grazie a una solida base di dati, le differenze all'interno dell'Unione europea. L'obiettivo prefissato è di ridurle gradualmente attraverso l'individuazione di obiettivi e azioni a misura di paese in grado di comprimere il gap tra l'offerta di welfare e la soddisfazione dei bisogni nell'ambito.
Dei vincoli delle risorse pubbliche disponibili. Con l'invecchiamento della popolazione in tutta Europa, che abbiamo visto in modo dettagliato nel paragrafo 2, i sistemi pensionistici, sanitari e di assistenza a lungo termine rischiano di diventare finanziariamente insostenibili, poiché una forza lavoro in calo potrebbe non essere più in grado di provvedere ad un numero crescente di persone anziane. L'invecchiamento attivo è la politica della Commissione Europea volta ad "aiutare le persone a mantenere la responsabilità della propria vita il più a lungo possibile con l'avanzare dell'età e, ove possibile, a contribuire all'economia e alla società". L'invecchiamento attivo è definito dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come quel processo volto a garantire opportunità di salute, partecipazione e sicurezza sociale, man mano che le persone invecchiano, al fine
dimigliorarne la qualità della vita. In tale definizione è incluso quindi il principio di estendere l’attività delle persone anzianesia riguardo all’inclusione nel mercato del lavoro, sia alla partecipazione ad attività di natura sociale, civica o culturale.
I responsabili politici sperano di affrontare queste sfide trasformandole in opportunità, concentrandosisull'estensione della vita lavorativa e sulla fornitura alle persone anziane di una protezione socialeadeguata e, se necessario, a pensioni integrative.
Vivere più a lungo non significa necessariamentevivere una vita più sana, più attiva e indipendente, questo è tanto più importante dato il numerocrescente di persone anziane e molto anziane nell'UE.
Inoltre, poiché un numero crescente di personeanziane raggiunge un'età in cui il declino della salute fisica e mentale li rende dipendente dall'aiutodegli altri, ci sono
Notevoli implicazioni per la spesa per l'assistenza a lungo termine. Il pilastro europeo dei diritti sociali sottolinea il diritto a servizi di assistenza a lungo termine a prezzi accessibili, qualità, in particolare assistenza domiciliare e servizi basati sulla comunità. Sottolinea inoltre che tutti gli anziani dovrebbero avere una pensione commisurata ai loro contributi e al diritto a risorse che garantiscano una vita dignitosa. Il comitato per la protezione sociale ha esaminato i modi per fornire un'assistenza a lungo termine adeguata e sostenibile nelle società che invecchiano, investendo in cure preventive, riabilitazione, ambienti favorevoli all'età e più modi per fornire cure che siano meglio adattate ai bisogni delle persone e alle capacità esistenti. Questi sviluppi potrebbero potenzialmente creare molti più posti di lavoro nel settore dell'assistenza a lungo termine e una domanda molto maggiore per un'ampia.
gamma di beni e servizi legati all'età, compresa la tecnologia assistiva. Ogni tre anni, la Commissione europea analizza l'invecchiamento da una prospettiva monetaria attraverso una relazione sulle proiezioni economiche e di bilancio, l'ultima di queste è stata pubblicata nel 2018. La pubblicazione fornisce informazioni sulle proiezioni di spesa legate all'età, sulla base delle proiezioni demografiche di Eurostat. Essa evidenzia l'impatto del bilancio dell'invecchiamento sulla sostenibilità delle finanze pubbliche dell'UE. Il rapporto sull'invecchiamento del 2018 mostra che i costi fiscali legati alle pensioni, all'assistenza sanitaria e all'assistenza a lungo termine dovrebbero aumentare nei prossimi decenni, poiché la popolazione europea continua a invecchiare in modo significativo. L'impatto fiscale dell'invecchiamento dovrebbe rappresentare una sfida significativa in quasi tutti gli Stati membri,
con effetti che diventeranno già evidenti nel corso dei prossimi due decenni. Secondo il rapporto, nel complesso nell'UE, il costo totale dell'invecchiamento (spesa pubblica per pensioni, assistenza sanitaria, assistenza a lungo termine, istruzione e indennità di disoccupazione) dovrebbe aumentare di 1,7 punti percentuali al 26,7% del PIL tra il 2016 e il 2070. L'evoluzione dei costi legati all'invecchiamento, tuttavia, varierà ampiamente tra gli Stati membri, con costi in calo in otto Stati membri (Grecia, Croazia, Francia, Lettonia, Estonia, Italia, Lituania e Spagna). Un aumento fino a 3 punti percentuali del PIL in dieci Stati membri (Portogallo, Danimarca, Cipro, Polonia, Svezia, Romania, Bulgaria, Finlandia, Ungheria e Slovacchia) e in aumento di oltre 3 punti percentuali nei restanti dieci Stati membri (Paesi Bassi, Austria, Irlanda, Germania, Regno Unito, Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Malta e Lussemburgo). Si prevede che i costidell'assistenza sanitaria e dell'assistenza a lungo termine contribuiranno maggiormente all'aumento della spesa legata all'età, aumentando di 2,1 punti percentuali. La spesa pubblica per le pensioni dovrebbe aumentare fino al 2040 prima di tornare vicino ai livelli attuali entro il 2070. La spesa per l'istruzione dovrebbe rimanere invariata entro il 2070. La spesa per i sussidi disoccupazione dovrebbe diminuire di 0,2 punti percentuali. Per quanto riguarda le riforme pensionistiche, esse hanno permesso di stabilizzare la spesa pensionistica pubblica in percentuale del PIL nel lungo periodo, attraverso l'aumento dell'età pensionabile e modifiche ai parametri dei sistemi pensionistici, compresa l'indicizzazione delle pensioni. Di conseguenza, l'indice delle prestazioni.La pensione pubblica media in relazione al salario medio dovrebbe diminuire in media di 10,6 punti percentuali nell'UE. Negli Stati membri con regimi pensionistici privati integrativi, si prevede che il valore totale delle pensioni rispetto al salario medio sarà di 10,5 punti percentuali superiore a quello degli Stati membri senza. Inoltre, l'età pensionabile sarà generalmente più alta in futuro. Alcuni percorsi sono già avviati per prepararsi al futuro: la duplice transizione - verde e digitale - che potrà giocare un ruolo significativo nel fronteggiare le trasformazioni imposte dai cambiamenti demografici; il Next Generation EU, con la Commissione Europea al fianco dei Paesi, per investimenti secondo le priorità specifiche dei singoli Stati membri; la necessità di "integrare le considerazioni demografiche nelle decisioni politiche" per la Commissione è.
chiara anche la politiche UE". Va ricordato, infine, che gli effetti delle politiche demografiche hanno tempi molto lunghi e che il dibattito non si dovrebbe limitare ai rimedi per contrastare il calo della natalità e l'invecch