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LOGICA DI RETE CHE SOTTENDE LA TELEMATICA E CHE NE FA IL LUOGO,PER ECCELLENZA, DELL'INTERRELAZIONE FRA I DIVERSI MEDIA E DELL'INTERSOGGETTIVITA'.
Nell'ottica metamediale dei computer e delle reti telematiche, si possono ridefinire alcuni termini chiave:
- digitale
- multimedialità
- interattività
- ipertestualità
Digitale
ANALOGICO/DIGITALE: la parola digitale significa dito e rinvia all'utilizzo delle dita per contare, il termine viene usato per indicare le grandezze espresse numericamente. Nei sistemi di numerazione digitale le grandezze sono rappresentate in forma codificata e nei sistemi di elaborazione dei dati il codice utilizzato è binario (composto da 2 simboli 0,1; si, no; +, -), le cifre binarie che compongono tale codice sono denominate bit. La differenza tra digitale e analogico consiste nel fatto che mentre la rappresentazione digitale è discreta (0 o 1) quella analogica è continua e varia.
variare del fenomeno rappresentato. Es. in un orologio analogico la lancetta si muove costantemente sul quadrante ed è potenzialmente capace di indicare qualsiasi momento della giornata; un orologio digitale può rappresentare solo un numero finito di orari passando da un valore all'altro senza poter rappresentare i valori intermedi. La gran parte delle rappresentazioni analogiche può essere tradotta digitalmente (digitalizzazione) ed eventualmente essere rinconvertita in analogico: es. la musica è analogica ma può essere digitalizzata attraverso un processo di campionamento e immagazzinata su un supporto digitale, grazie a dei lettori è possibile trasformare in onde sonore analogiche il suo immagazzinamento in sequenze di 0 e 1. Infine è possibile generare interamente al computer segnali che possiedono le caratteristiche dei segnali analogici ma che pure non hanno un referente esterno, basandosi invece su modelli matematici elaborati dal computer.computer:SINTETIZZAZIONE(può avvenire nel computer graphics o nella realtà virtuale). Il linguaggio digitale è quello utilizzato dal computer per elaborare informazioni (numeriche, testuali, sonore, visive, ecc.), dove il termine informazione è quello definito dal modello matematico-informazionale di Shannon e Weaver (una grandezza quantitativa e non qualitativa). L'unità minima di informazione è il bit, che può avere solo due valori: 0 e 1. Ne consegue che l'informazione digitale è costituita da sequenze più o meno lunghe di 0 e 1, e il passaggio da analogico a digitale si ottiene con un'operazione detta di "campionamento". Più i campioni sono ravvicinati, più la copia digitale sarà simile all'originale analogico, riproducendone quella caratteristica di "continuità" che noi sperimentiamo nella realtà fenomenica. La nostra percezione è infatti analogica.ma il segnale digitale non è continuo, a causa della natura duale del bit. L'opposizione continuità/discrezione è proprio quella dove si gioca la relazione analogico/digitale. Per riprodurre un fenomeno analogico con sufficiente qualità in termini percettivi, occorrono grandi quantità di informazione digitale. Gli elementi che consentono di digitalizzare, con crescente qualità, le informazioni analogiche sono 2: l'aumento continuo delle capacità di memoria e la disponibilità di tecniche di compressione dei dati, le quali permettono di ridurre la memoria necessaria a gestire l'informazione. La sintetizzazione è invece un processo che non comporta la traduzione di informazioni analogiche ma la creazione di immagini, suoni, ecc. direttamente in forma digitale, senza un punto di partenza esterno, attraverso la costruzione di modelli matematici. L'informazione digitale ha due fondamentali caratteristiche che ladistinguonodall'analogica: - manipolabilità: può essere modificata in maniera rapida, economica e priva di perdite, praticamente durante tutto l'arco della sua esistenza: dalla produzione alla distribuzione alla fruizione; - omogeneità: una volta digitalizzata (tradotta in 0 e 1), l'informazione diventa omogenea, indipendentemente dalla natura del dato di partenza. L'informazione digitale è inoltre facilmente archiviabile e trasportabile tramite reti che utilizzano canali diversi (cavi, fibre ottiche, satelliti, ecc.) che consentono di trasportare a grande velocità notevoli quantità di informazioni. Multimedialità È un termine che nasce negli anni ottanta, legato alla commercializzazione del Macintosh, e negli anni novanta si estende alla nuova generazione di PC dotati di interfacce grafiche e in grado di gestire immagini e suoni. I tentativi di definire in maniera più precisa il termine si sono in granparte arenati, e ad oggi la definizione più diffusa è: "perfetta integrazione di dati, testi, suoni, immagini all'interno di un unico ambiente informativo digitale".
Di per sé il termine "multimediale" non implica la presenza del digitale, ma semplicemente la compresenza di diversi codici in uno stesso testo, e in questo senso si inserisce all'interno della storia delle forme espressive, che da sempre integrano testi scritti e iconici.
MULTIMEDIALE: termine usato per descrivere la compresenza su un medesimo supporto o in uno stesso canale di testi che uniscono immagini, suoni, grafica,... la multimedialità è resa possibile dal fatto che è possibile rendere digitali, trascrivendoli in sequenze di 1 e di 0 (in bit), diversi tipi di informazione.
La caratteristica della multimedialità nella sua accezione attuale è però proprio quella della "perfetta integrazione", ovvero di
un'interconnessione così stretta da far perdere, in un unico ambiente, le caratteristiche individuali dei singoli media. E questa integrazione è permessa proprio dalla digitalizzazione, che rende possibile gestire qualsiasi tipo di informazione sugli stessi supporti e canali. Bisogna comunque puntualizzare che la teoria è ancora lontana dalla pratica, e la "perfetta integrazione" nella realtà è spesso ancora da venire, potendo parlare al massimo di semplice accostamento di immagini, suoni, grafica, ecc. Oltre all'integrazione, che da sola non basterebbe a definire i nuovi media, si possono individuare altre strategie di classificazione: - tipologizzazione delle forme di multimedialità sulla base dei supporti e dei canali, per cui si distingue tra offline (prodotti fissati su supporti come CD-ROM, DVD, ecc.) e online (prodotti fruibili solo attraverso un collegamento in rete) - integrazione del concetto di multimedia conaltri quali l'interattività e l'ipertestualità. Si parla quindi di multimedialità interattiva quando l'integrazione consente una manipolazione da parte dell'utente, e di organizzazione associativa delle informazioni di diversa origine mediale.
Interattività
Il termine indica nella sua accezione comune la possibilità di interagire in maniera diretta e veloce con i testi digitali, fruendoli in maniera dialogica.
INTERATTIVO: il termine indica una relazione uomo-macchina di tipo conversazionale. L'interattività presuppone il funzionamento della macchina in real time ed è stata agevolata dallo sviluppo di interfacce software e hardware sempre più user-friendly. L'interattività può essere pensata come un continuum che va da un minimo ad un massimo e presenta caratteristiche differenti a seconda del tipo di azione che consente all'utente.
L'interattività si riferiva però in precedenza ad
Una diversa modalità di relazione uomo-macchina, non più basata sulle fasi di programmazione/elaborazione/restituzione dei dati che contraddistingueva il funzionamento dei primi computer. E in questo senso si fa risalire il concetto alle ricerche precedentemente citate degli anni sessanta in USA e alla conseguente ridefinizione degli usi del computer in senso personale e domestico avvenuta in seguito.
Il termine interattività non è però univoco, in quanto derivante dal concetto di "interazione", che riguarda diversi ambiti disciplinari, in particolare:
- la sociologia, per cui interazione sono i processi di negoziazione e relazione tra gli attori sociali in un ambiente condiviso
- gli studi sui media, dove si parla di interazione per descrivere i processi di interpretazione e i rapporti pragmatici tra testo e lettore, per le relazioni tra attori sociali e media, e infine per gli studi sull'audience
- l'informatica, dove
L'interazione descrive i processi e relazioni tra un utente e la macchina. L'interattività in questo caso non è che una variante dell'interazione. In tal senso non c'è opposizione (se non nell'immaginario collettivo) tra "automazione" e "interattività", in quanto la seconda è nata come prodotto culturale della prima estendendone le potenzialità comunicativa. Esiste un'ampia letteratura in cui l'interattività non è considerata propria dei media digitali, ma di qualunque relazione con i media. In quest'ottica sono state stabilite classificazioni dei vari media in base al grado di interattività. Una possibile alternativa è quella di delimitare il campo dell'interazione a cui l'interattività si riferisce. Bettetini ad esempio definisce l'ambito dell'interazione comunicativa, e differenzia quelle interattive in termini di
all'interno di un flusso informativo bidirezionale - ad es. un sito web con possibilità di commentare o inviare feedback); – adattiva: personalizzazione del contenuto in base alle preferenze dell'utente (ad es. raccomandazioni di prodotti basate sugli acquisti precedenti); – generativa: possibilità per l'utente di creare e condividere contenuti (ad es. social media, blog). L'interattività è quindi un elemento fondamentale nella comunicazione mediata, in quanto permette all'utente di essere attivo e partecipe nel processo di scambio di informazioni. Questo concetto è diventato sempre più rilevante con l'avvento delle nuove tecnologie e della comunicazione digitale, che hanno reso possibile una maggiore interazione tra utenti e media. In conclusione, la pluridirezionalità dell'informazione e l'interattività sono elementi chiave nella comunicazione mediata, che permettono all'utente di avere un ruolo attivo nella selezione e manipolazione delle informazioni, nonché di influenzare il contenuto e la forma della comunicazione stessa.all'interno di una selezione precedentemente prodotta in un sistema di comunicazione bidirezionale – ad es. serviz