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IL FRAMING COME ATTRIBUZIONE DI RESPONSABILITA’
Iyengar distingue 2 tipi di notizie in base alle modalità di presentazione, corrispondenti a due tipi di frame, quello episodico e quello tematico.
-- Le notizie Episodiche = sono storie impostate su un caso o un evento specifico senza riferimenti aggiuntivi
-- Le notizie Tematiche = sono caratterizzate dalla descrizione del contesto, dalla presentazione del background e dall’illustrazione delle prospettive.
In televisione prevalgono i frame episodici, e questo accade per tutti i temi politici.
Iyengar seleziona all’interno del frame l’attribuzione di responsabilità, cioè la capacità della storia contenuta nella notizia di indicare a chi o a che cosa si
può far risalire la responsabilità degli eventi, distinguendo tra: responsabilità casuale e responsabilità di trattamento.
Queste attribuzioni di responsabilità fornite dai media sono suggerimenti per la formazione delle opinioni.
In generale, le notizie televisive rendono gli spettatori meno propensi ad attribuire ai politici la responsabilità della soluzione dei problemi, facendo diminuire
il controllo pubblico sui rappresentanti e sull’attuazione delle politiche.
I frames episodici tipici della tv tendono a proporre letture dei problemi incentrate sulla responsabilità individuale e come conseguenza contribuiscono
all’assenza di vincoli ideologici nel pubblico.
La televisione soddisfa in pieno la naturale tendenza delle persone a semplificare, inoltre dato che in genere le persone tendono ad usare solo le
informazioni più frequentemente attivate e più di recente acquisite per prendere le loro decisioni, la televisione svolgerà un ruolo fondamentale per le scelte.
Iyengar rileva che il frame episodico della povertà basato su responsabilità individualistiche accresce il favore verso i politici che ne propugnano la
riduzione, e la prevalenza di attribuzioni di responsabilità individualistiche sui temi della criminalità e del terrorismo accrescono il sostegno verso la pena di
morte. In pratica definendo ripetutamente il problema in termini di colpevolezza dei singoli, la gente si interessa maggiormente di misure atte a catturare e a
punire i terroristi piuttosto che di misure progettate per incidere sulle questioni economiche e sociali più profonde che portano alla formazione della
organizzazioni terroristiche.
Questo approccio si riconduce al priming, nel senso che si stabilisce una relazione causale fra attribuzioni di responsabilità nel diversi campi e grado di
sostegno al presidente. I temi sociali come povertà e disoccupazione, che sono maggiormente attribuibili alle dinamiche sociali, allontanano la percezione di
responsabilità riferita al presidente.
Dall’altra parte i temi della sicurezza pubblica sia interna che esterna (criminalità e terrorismo) hanno una maggiore influenza sulle valutazioni date al
presidente.
Quindi secondo Iyengar la tv esclude alcune issues di grande importanza sociale, perché non notiziabili; non mette in discussione le informazioni
provenienti dalle istituzioni, e produce l’effetto di rafforzare la legittimità di ciò che è ufficiale. Il prevalente framing episodico della vita pubblica rende
inapplicabile la regola democratica che collega la responsabilità al controllo.
IL FRAMING COME SECONDA DIMENSIONE DELL’AGENDA SETTING (rivedi pag 78)
I ricercatori dell’agenda setting propongono una distinzione tra ‘oggetti’ e ‘attributi degli oggetti’, per distinguere tra le issue e le loro caratteristiche, cioè le
loro sfaccettature.
Si ipotizza che possa esservi un’agenda setting anche degli attributi, cioè dei sottotemi che compongono la issue.
Ma è anche vero che un insieme di attributi compone un frame, quindi selezionare e ordinare gerarchicamente gli attributi di un tema significa dargli un
frame, modellarlo e conferirgli un’immagine. L’agenda setting degli attributi corrisponde, o meglio è il framing.
Se il trasferimento di rilevanza delle issues è la prima dimensione dell’agenda setting, il trasferimento della rilevanza degli attributi delle issues è la seconda
dimensione, che esprime l’idea per cui i media indicano al pubblico ‘how to think about’, cioè come pensare ai temi.
In questa fase troviamo il compimento di un percorso teorico-concettuale inevitabile, anzi, troppo a lungo trattenuto dalla separazione artificiale tra
cognizioni ed atteggiamenti.
La seconda dimensione rappresenta un cambiamento dell’idea di cittadino. Quello della prima dimensione è un cittadino a cui si attribuisce la potenzialità di
essere un issue voter, che organizza le informazioni politiche secondo categorie razionali, che possiede la capacità di gerarchizzare le issues stesse.
Il cittadino di seconda dimensione viene proposto come più approssimativo e più sintetico e riguardo ai candidati è considerato un image voter.
Domande come ‘Come i cittadini interpretano le issues?’ oppure ‘Come le persone pensano alla politica?’ sono escluse dalla teoria dell’agenda setting,
mentre rappresentano il centro dell’attenzione negli approcci ostruzionisti al framing, rispetto ai quai l’agenda setting della seconda dimensione mostra una
sorprendete impermeabilità.
L’audience viene considerata attiva perché interpreta e costruisce attivamente il significato della comunicazione politica.
Nel processo di interpretazione le persone usano le conoscenze precedenti, la loro propria percezione di rilevanza e i contenuti del discorso pubblico sulle
issues.
Nelle conversazioni abbiamo un mescolamento dei contenuti mediali, della conoscenza esperienziale e della saggezza popolare; tale mix costruisce il
significato delle issues.
Non c’è nessun indottrinamento da parte dei media perché il lettore o il telespettatore combatte per incorporare il significato di questa nuova informazione in
quello che sa già.
Per questo viene proposta un’opposizione concettuale tra ‘conoscenza ordinaria’ ed ‘opinione pubblica’, nel senso che la seconda è implicita una pretesa di
razionalità che non viene riconosciuta nel modo in cui i cittadini elaborano le informazioni e le opinioni politiche.
In sostanza l’ipotesi che il framing possa essere proficuamente trattato come una seconda dimensione dell’agenda setting appare troppo riduttiva, perché
prosciuga la sua capacità di produrre approfondimento.
4 - L’AGENDA SETTING COME PROCESSO: L’AGENDA BUILDING
Finora abbiamo discusso degli effetti dell'agenda setting sui cittadini (framing, priming), vedremo ora l'effetto dell'agenda setting sul sistema politico:
l'agenda building.
L’agenda Building è sempre l’agenda setting, ma vista come processo decisionale.
Non è altro che l'agenda setting intesa come processo di azione,di influenza sull'istituzione politica;è il processo decisionale tramite cui in un sistema
democratico si arriva a produrre leggi e riforme, e ad attuare interventi in campo sociale.
È il modo in cui la società seleziona alcuni temi di interesse generale e li consegna alle istituzioni, affinchè poi queste prendano decisioni in merito.
In questo processo fondamentale è il concetto di sfera pubblica, in quanto è in questo luogo astratto di discussione che i problemi/temi assumono carattere
pubblico e quindi rilevanza generale e dove l'opinione pubblica viene utilizzata come risorsa di legittimazione al di là e al di sopra della rappresentanza per
delega.
L’agenda Building è un processo conflittuale, perché sullo sfondo dei suoi studi vi è un pluralismo sociale e politico, un insieme di gruppi di interesse e di
movimenti (es. ecologisti) diversi tra loro, con poteri diseguali, che sono in conflitto per l’affermazione di certe issues.
L’importanza dei partiti e la loro capacità di rappresentare le istanze del cambiamento è infatti diminuita, quindi oggi i gruppi di interesse hanno assunto una
maggiore importanza nella discussione pubblica.
Essi fanno delle azioni collettive che si riferiscono ad interessi diversi da quelli che hanno una mediazione stabile nel sistema; sono interessi che vengono
presentati come pubblici o generali, che tuttavia devono essere legittimati come tali.
L’agenda setting deve per forza essere selettiva, e fra i temi di cui trattare sceglierà quelli dei gruppi che hanno più potere, da qui l’idea di un processo
conflittuale.
L’agenda Building è un gioco collettivo di influenza con un intreccio molto complesso in cui non vi è un’influenza prevalente. Esso è basato su una rete di
interdipendenze in cui le azioni di una parte influiscono su tutte le altre.
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L’AGENDA BUILDING COME PROCESSO POLITICO COMPETITIVO
L’agenda setting (o agenda building con formula intercambiabile) viene considerata parte essenziale del processo decisionale (policy decision making).
A questo campo appartengono studi che ricostruiscono la storia di vita di una issue, dalla sua nascita alla sua morte oppure al suo inserimento fra i
programmi di governo. Sono studi di tipo longitudinali, dedicati ad una singola issue, quindi il contrario dell’approccio cross-sectional e gerarchico.
Il motore del cambiamento politico nei sistemi democratici e proprio il conflitto tra più gruppi che intendono portare all’attenzione dello Stato determinati
temi.
In democrazia, i conflitti sono conflitti d’agenda, e in un sistema fatto in questo modo c’è il rischio che alcuni settori della società vengano isolati, come le
minoranze etniche e le issues che le riguardano.
Fatto sta che l’agenda politica non può includere un numero infinito di issues ed accogliere tutte le richieste provenienti dalla società, pertanto è necessario
che vi sia una selezione e la dinamica che ne deriva è necessariamente un conflitto tra più attori sociali che ingaggiano uno scontro per elevare la questione
e farla entrare nel processo decisionale (policy issue).
Di fatto esistono 2 tipi di agenda:
• Agenda Pubblica (o agenda della società) comprende l’insieme delle questioni percepite diffusamente come degne della pubblica attenzione,
ovvero l’insieme delle questioni che la società definisce come quelle di cui le istituzioni si dovrebbero occupare.
• Agenda Formale (o di governo) è l’insieme delle opzioni politiche prese attivamente in considerazione dalle istituzioni.
Il fatto che vi siano 3 diverse agende comporta il susseguirsi di due fasi dell’agenda setting.
1. Si compete per catturare l’attenzione, e per rendere consapevoli le varie parti della società del fatto che esiste un certo problema
2. Si cercano le risorse da destinare alla soluzione del problema, e quindi si discute pubblicamen