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C.6: LA RICERCA QUANTITATIVA: L'INCHIESA E L'ESPERIMENTO
1. L'inchiesta
Tra i tipi di indagine della ricerca quantitativa, l'inchiesta è il più diffuso con una tradizione
consolidata ed un profilo metodologico e tecnico approvato dalla comunità scientifica. Gran
parte delle ricerche sui media lo usano.
L'inchiesta è una ricerca che si avvale di tecniche standardizzate per la raccolta delle
informazioni e per registrare gli stati con cui si presentano determinate proprietà in un insieme
di casi che rappresentano la popolazione oggetto di studio. Generalmente sono interviste con
questionario con domande aperte e chiuse.
Le informazioni rilevate consentono di ottenere dati con cui costruire matrici su cui applicare
procedure statistico-matematiche.
Fasi di un'inchiesta
1. definizione del problema indagato e costruzione del disegno di ricerca
2. definizione del campo di osservazione
3. costruzione degli strumenti di rilevazione e raccolta informazioni
4. controllo e codifica delle informazioni raccolte e costruzione delle matrici dei dati
5. analisi dei dati e intepretazione dei risultati
1. definizione del problema indagato
Definizione del problema indagato
La definizione del problema è necassaria per esigenze di chiarezza teorica e metodologica e per
esplicitare le ragioni per cui il ricercatore ha effettuato la sua scelta.
Viene poi costruio un disegno di ricerca, tenendo conto degli obiettivi da seguire, del contesto
empirico e dei paradigmi teorici di riferimento.
Il disegno di ricerca include l'insieme delle proprietà da prendere in consideraizone, eventuali
ipotesi in merito alle relazioni tra le proprietà, un piano per la costruzione delle variabili ed un
altro per l'analisi dei dati.
Le proprietà del disegno di ricerca devono soddisfare 2 consizioni:
le proprietà devono variariare in almeno due stati nell'insieme dei casi considerati
• si deve poter dare ad ognuna di queste proprietà una definizione operativa
•
Per rendere possibile la definizione operativa è necessario associare a ogni proprietà selezionata
un concetto e di dare di esso una definizione lessicale.
Sulla base dei concetti associati alle proprietà ed il loro livello di astrazione, si stabilisce per quali
di essi è necessario ricorrere a indicatori empirici, scegliendo certe proprietà più semplici che si
ritiene possano svolegre questa funzione.
Da quali e quante proprietà sono incluse, dipendono il numero e la complessità delle opotesi
sottoposte al controllo empirico, costruzine degli strumenti per la raccolta delle informazione e
la scelta delle procedure di analisi dei dati e la richezza e la qualità dei risultati che sarà possibile
produrre.
1. costruzione del disegno di ricerca e ipotesi
Ipotesi
Le ipotesi sono affermazioni sulla relazione tra due o più proprietà che suggeriscono una risposta
ipotetica al problema oggetto di indagine.
disegno di ricerca descrittivo: se non ha ipotesi
• disegno di ricerca esplicativo:se ha ipotesi
•
In realtà la differenza tra questi due tipi di rierca non va tanto riferita alla presenza/assenza di
ipotesi ma piuttosto alla generalità/specificità delle stesse.
Piuttosto che contrapporre descrizione a spiegazione è opportuno distinguere tra
disegno di ricerca prevalentemente descrittivo: con finalità esplorativa
• disegno di ricerca prevalentemente esplicativo: con finalità descrittiva (es. usi e
• gratificatzioni di Katz e Lazarsfeld
Requisiti delle ipotesi: Nell'ambito dell'inchiesta e nel caso di disegni di ricerca prevalentemente
esplicativi, un'ipotesi deve avere 2 requisiti:
basarsi su riferimente teorici esplicitati: lo spessore conoscitivo dell'ipotesi dipende dalla
• base teorica su cui poggia, sia essa già definita o provvisoria
poter essere sottoposta a controllo empirico: perchè ciò avvenga ci devono essere 2
• condizioni:
che a ogni proprietà coinvolta sia associato un concetto a un livello di generalità tale
◦ da consentire la traduzione di essa in una variabile mediante una definizione
operativa
che la relazione ipotizzata possa essere studiata con procedure di analisi dei dati
◦ adeguate.
Le ipotesi sono frequentemente formulate a posteriori (es. relazione tra variabili) piuttosto che a
priori (es. relazione tra proprietà).
Ipotesi formulata a priori: l'ipotesi orienta le ricerca e influenza la scelta delle proprietà
• da prendere in considerazione, la scelta dei concetti da associare alle proprietà e le
definizioni operative
Ipotesi formulata a posteriori
•
Costruzione del disegno di ricerca
La ricerca di sfondo:
La costruzione del disegno di ricerca richiede una fase preliminare di ricerca di sfondo per
raccogliere le informazioni necessarie per la scelta delle proprietà da considerare per l'eventuale
formulazione delle ipotesi.
La ricerca di sfondo è tanto più necessaria quanto meno il problema oggetto di indagine è
conosciuto al ricercatore.
La documentazione sul problema oggetto di indagine deve essere svolta su fonti di diverso tipo
valutandone il grado di affidabilità e ponendole a confronto.
Nel caso di ricerche empiriche condotte da altri ricercatori sullo stesso problema, il lavoro di
documentazione non si limita ai risultati ma anche ad un esame criico della metodologia
utilizzata sia per la valutazione sia per trarre spunti e indicazioni per la decisione delle
procedure.
L'osservazione sul campo è il momento in cui il ricercatore entra in contatto con la realtà
empirica. Ci si avvale spesso di procedure informali (es. interviste libere, osservazione
partecipante). Questa categoria di osservazione ha maturato ua tradizione consolidata nella
ricerca qualitativa.
2. Definizione del campo di osservazione e campionamento
Il campo di osservazione di un'inchiesta è molto ampio e prevede grandi investimenti economici,
dunque è necessario delimitarlo in base a criteri esplicitati
Es. Katz e Lazarsfeld scelgono Decatour nell'Illinois per studiare gli effetti delle comunicazioni di
massa.
Dopo aver delimitato è necessario definire
universo statico di riferimento: popolazione oggetto di indagine
• e un suo campione: sottoinsieme limitato di questo universo utilizzato quando è
• impossibile rilevare su un'intera popolazione. Requisito fondamentale è la sua
rappresentatività, cioè la capacità di riprodurre le caratteristiche salienti dell'universo
statistico da cui è tratto.
I tipi di campioni sono 2:
campioni probabilistici: è possibile determinare la probabilità che ogni elemento
◦ costruttivo dell'universo di entrare a far parte del campioni. Essi sono gli unici a
essere considerati statisticamente rappresentativi, le differenze tra un campione e
l'altro sono determinate dal caso, lo scostamento dell'uno dall'altro può essere
stimato sulla base dell'errore di campionamento che il ricercatore decide di tollerare
campioni non probabilistici: non è possibile determinare la probabilità che ogni
◦ elemento costruttivo dell'universo di entrare a far parte del campioni
La numerosità dell'universo di riferimento ha un'influenza poco consistente sulla
determinazione dell'ampiezza del campione: all'aumentare della numerosità corrisponde
un incremento dell'ampiezza del campione, con margini di errore più elevati.
Campioni proabilistici
I campioni probabilistici più frequentemente usati nella ricerca sociale sono quelli
casuali semplici: selezionati dal corrispondente universo statistico ricorrendo a estrazione
• casuale in modo da garantire a tutti i membri dell'universo la stessa probabilità di nota.
Criteri che offrono questa garanzia sono:
sorteggio
◦ estrazione mediante tavole dei numeri aleatori: colonne e righe paralelle di numeri
◦ composti ed elencati casualmente dal computer
casuali stratificati: identico al campione casuale semplice quanto alla modalità di
• estrazione.
Viene selezionato dopo una fase preliminare di suddivisione dell'universo statistico in più
strati sulla base di una o più variabili note e considerate rilevanti in relazione agli obiettivi
di ricerca.
Es. avendo 2 variabili “maschile” e “femminile” e il comune di residenza “capoluogo” e
“non capoluogo” l'universo può essere suddiviso in 4 strati “maschile”+”capoluogo”,
“maschile”+”non capoluogo”, “femminile”+”capoluogo” e “femminile”+”non capoluogo”.
Da ognuno di questi strati si estrae casualmente il numero stabiliti di casi.
Campione stratificato non proporzionale: casi in cui uno o più strati rappresentano
◦ nel campione una proporzione diversa da quella che rappresentano nell'universo, in
questo caso è necessario attuare una strategia a più strati
Campione stratificato proporzionale
◦
a scelta sistematica: campione propabilistico si seleziona con il criterio più semlice,
• applicabile solo se si è certi che la successione dei casi nella lista sia casuale. Anche il
campione sistematico si provvede all'estrazione di una o ipù riserve per ogni caso
selezionato.
Campioni non probabilistici
I campioni non probabilistici più frequentemente usati nell'inchiesta sono quelli per quote e a
valanga, a cui si ricorre quando non è disponibile una lista di campionamento.
Campione per quote: campione non probabilistico equivalente al campione stratificato
• dal quale si differenzia per la modalità non casuale, ma accidentale, di selezione dei casi
di ciascuna quota.
Una volta definite le quote con riferimento a variabili di base (es. genere sessuale, età,
lavoro ecc...) le persone intervistate vengono individuate direttamente dagli intervistatori
con modalità arbitrarie, può essere proporzionale o non proporzionale
Campione a valanga: selezionato con un procedimento a più fasi:
• 1. raggiungimento un certo numero di persone con certe caratteristiche stabilite dal
ricercatore a gli viene chiesto di indicare altre persone con le stesse
caratteristiche
2. raggiunto il secondo gruppo di persone, gli viene chiesto di individuare un gruppo
di persone uguali a loro
3. così via...
4. fino a raggiungere il numero complessivo di soggetti con le stesse caratteristiche
stabilite inizialmente
2. La raccolta delle informazioni e le operazioni di codifica
Le interviste
L'intervista è la modalità