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TEORIE NORMATIVE DELLA SOCIETÀ
Negli anni '70 del 1900 vengono riprese le teorie contrattualistiche e utilitaristiche, con la conseguente nascita di altri tipi di teorie sulla società e sulla politica. L'origine del dibattito politico della fine del 1900 in Europa è il saggio "UNA TEORIA DELLA GIUSTIZIA" (1971) di John Rawls, il quale si ispira al contrattualismo di Locke e Rousseau, allontanandosi da quello di Hobbes. Il bagaglio politico di Rawls è quindi la tradizione utilitaristica, la filosofia morale e la politica dominante. Esistono analogie tra queste forme di teoria della normatività, in quanto tutte vogliono spiegare cosa significhi vivere in società. Secondo Rawls la razionalità ha un ruolo centrale sia nei comportamenti individuali che nei processi che portano a un assetto sociale giusto.
Nei suoi trattati, John Locke propone una forma di contrattualismo diversa da Hobbes: la sua teoria propone un rapporto bilanciato tra le
Prerogative del sovrano e del parlamento, non vengono mai alienate tutte le libertà individuali. Si tratta quindi di un contrattualismo liberale, in cui non si ha un patto di subordinazione al sovrano.
Jean-Jacques Rousseau dice che la miglior soluzione è uno stato democratico in cui gli individui non devono mai alienare i propri diritti a un sovrano, poiché la sovranità appartiene al popolo e lo stato nasce per tutelare la libertà degli uomini.
Rawls riprende dunque la teoria utilitaristica, secondo la quale ciò che spinge l'uomo è la ricerca dell'utile e un'azione è moralmente giusta se massimizza un bene non morale, ad esempio il benessere sociale/l'utilità sociale. Secondo Rawls, un'azione è moralmente giusta se abbiamo un bene sociale. La sua teoria della giustizia dice che un'azione moralmente giusta è un'azione che è conforme a una norma giusta, a due principi.
di giustizia:
- primo principio di giustizia: ogni persona deve essere dotata di tutte le libertà individuali
- secondo principio di giustizia (detto anche principio di differenza): ammette la possibilità che ci possano essere delle disuguaglianze sia di carattere economico che di carattere sociale
Il primo principio ha il primato, nessun aumento di benessere economico-sociale può giustificare una diminuzione del benessere individuale, della libertà individuale. Possiamo giustificare una diminuzione della libertà solo quando questa riguarda il singolo ed è a vantaggio di un aumento della libertà per tutti. Comunque, il secondo principio è sempre prioritario rispetto al principio di efficienza e utilità.
Da questi principi, secondo Rawls, nasce una società ben ordinata, che provveda alla distribuzione dei beni sociali primari (diritti e libertà fondamentali come la libertà di scegliere la propria occupazione) in modo equo.
La teoria di Rawls è una teoria distributiva dellagiustizia: distribuisce e garantisce diritti e libertà fondamentali per tutti. Inoltre, secondo il filosofo, un'azione giusta non dipende dalla ricerca dell'utile, del benessere sociale o della felicità individuale, poiché i principi di giustizia rimandano a un'ipotesi a posizione originaria in cui i principi vengono scelti e fatti oggetto di un accordo reciproco. Gli individui scelgono questi principi per regolare su un piano di parità le relazioni che hanno tra di loro, per distribuire i costi e i benefici che vengono dal contesto di convivenza tra i vari individui. Per riuscire a trovare un accordo, gli individui devono scegliere dietro il velo d'ignoranza, cioè devono ignorare il loro status sociale, al loro posizione all'interno della società, la loro intelligenza e capacità per essere imparziali e favorire gli interessi generali del gruppo, dellasocietà a cui appartengono. Un'altra teoria che si delinea in questo periodo è il cosiddetto libertarismo, che mira a delimitare uno stato minimo, che non intralci le capacità individuali: lo stato deve essere in grado di garantire solo quelle cose che tutelano le libertà generali a scapito delle libertà individuali. Un sostenitore di questa tesi è Robert Nozick, secondo cui questi diritti sono indipendenti da ogni forma contrattuale, sono intangibili, prescindono dalle leggi, dallo stato, dal contratto. Ad esempio, un potere centrale non deve distribuire le ricchezze ai meno avvantaggiati, lo devono fare le persone per bene, senza imposizioni.