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Cinema tedesco e scandinavo d'avanguardia
Storia
Negli anni Venti la Germania era devastata dalla sconfitta della prima guerra mondiale, in piena crisi post-bellica causata dagli enormi debiti di guerra vantati da Francia e Gran Bretagna. Ciò causò una delle più gravi crisi di inflazione della storia, che ebbe il culmine nel settembre 1923 quando il valore di un dollaro era scambiato per seimiliardi di marchi. Le continue speculazioni, i fallimenti e la disoccupazione portarono smarrimento e caos in tutto il paese, con le famiglie borghesi e operai ormai ridotte alla fame e senza casa. Nella confusione generale tutto si scambiava a mercato nero, proliferavano la prostituzione e le case da gioco. I generi di prima necessità aumentavano di prezzo anche più volte nella stessa giornata, mentre i salari perdevano di valore prima ancora di essere spesi. A questa situazione si cercò di far fronte creando grandi sale riscaldate, a cura delle
amministrazioni locali, dove le persone indisgrazia potessero passare la giornata, mangiare un piatto di minestra e poi tornare nelle proprie case, chi ne aveva. Questo desolante quadro sociale non poteva non riflettersi nella cultura e nell'arte dell'epoca, ma già prima della guerra erano esistiti alcuni fermenti rinnovatori, con movimenti pittorici quali l'astrattismo e l'espressionismo, interessati alla distruzione o alla deformazione dello spazio e della figura umana. Cinema astratto Il cinema astratto fu un movimento trasversale in più paesi europei, ma ebbe il nucleo più consistente tra i cineasti tedeschi. Le idee dell'Astrattismo applicate al cinema crearono un ritmo visivo senza immagini, alla ricerca di un cinema puro composto solo da linee e figure geometriche. Tra i principali esponenti vi furono il pittore Viking Eggeling, Hans Richter, Marcel Duchamp e, come ponte di mezzo tra astrattismo e figurativo, Walter.Ruttmann. Espressionismo
Nel cinema i confini dell'espressionismo sono molto controversi: alcuni indicano come espressionista tutta la cinematografia tedesca non tradizionale fino al 1933 (escluso il cinema astratto). Altri, come la storica Lotte Eisner, hanno scavato più in profondità schematizzando con più accuratezza le numerose tendenze cinematografiche di quel periodo, arrivando a individuare almeno tre tipologie principali: l'espressionismo vero e proprio, il Kammerspiel e la Nuova oggettività.
Secondo questa impostazione arriva a esistere un solo film espressionista puro, vero e proprio manifesto paradigmatico, ed è Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (1919). Tratti espressionisti si ritroverebbero poi, più o meno evidenti, in una serie di altri film. Secondo altri invece l'espressionismo è uno stile più diffuso, che caratterizza film molto diversi tra loro, come anche le opere di Murnau, Lang, Pabst.
Ecc. Il Kammerspiel
Il cinema Kammerspiel pone un forte accento sul primo piano e sulla percezione delle sfumature nelle emozioni dei protagonisti. Molto diversa dall'espressionismo è anche la tecnica cinematografica: la cinepresa è straordinariamente mobile, arriva fino a pedinare i personaggi come se li perseguitasse per mostrarli sempre da vicino. Ma l'osservazione del cinema Kammerspiel non è mai emotiva, anzi è come distaccata, rigorosa, scientifica, e assomiglia a una lente d'ingrandimento di un entomologo che studia gli insetti. In questo senso il Kammespiel fu il primo modo di fare cinema che impostava tutto sul rapporto fra attore e cinepresa.
Tra i maggiori autori del cinema Kammerspiel ci furono il rumeno emigrato in Germania Lupu Pick e il grande maestro Friedrich Wilhelm Murnau, che fu una figura di unione tra espressionismo e Kammerspiel.
La Nuova oggettività
La Nuova oggettività, detta anche nuovo realismo, fu la corrente
che più si focalizzò sulla descrizione e la documentazione di quel difficile periodo della storia tedesca, narrando le storie disperate degli individui. Piel Jutzi ad esempio mescolò scene vere di documentario con scene di finzione (Il viaggio di mamma Krausens verso la felicità,1929, o Nostro pane quotidiano, 1929), con comparse non professioniste assieme ad attori, luoghi originali e scene di vera vita quotidiana. La mescolanza di scene prese dal vero e di finzione serviva a qualificare la storia come reale.