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TRADUZIONE INTERLINGUISTCA

consiste nell'interpretazione dei segni linguistici per mezzo di un'altra linguaggio

TRADUZIONE INTERSEMIOTICA

consiste nell'interpretazione dei segni linguistici per mezzo di sistemi di segni non linguistici

Nella traduzione endolinguistica un termine si serve di un altro, più o meno sinonimo, si ricorre a

una circonlocuzione. Tuttavia nella lingua non esistono equivalenti perfetti, come nella differenza

fra celibe e scapolo.

Lo stesso accade nella traduzione interlinguistica, poiché la parola russa syr è ben diversa da

tvoroga: il primo è un tipo di formaggio ottenuto da una speciale fermentazione, mentre il secondo è

il formaggio bianco. Quindi syr è eterogeneo rispetto a formaggio, si ha una ricodifica per la quale

vengono dati due messaggi equivalenti con codici diversi.

L'equivalenza nella differenza è il problema centrale nella linguistica: nessun campione linguistico

può essere interpretato dalla scienza del linguaggio senza la traduzione dei segni che lo

compongono in segni appartenenti allo stesso sistema o a un altro. Diversi sono i problemi della

traduzione, che per certi versi viene elevata a dogma impossibile.

Nei primi anni della rivoluzione russa alcuni fanatici visionari affermavano la necessità di eliminare

le parole, risalenti all'epoca tolemaica, sorgere e tramontare del sole, perché rievocano una realtà

inesistente e ingannevole → tuttavia oggi tutti utilizziamo questi termini indistintamente,

nonostante non venga rifiutata la dottrina copernicana, semplicemente perché talvolta un segno può

essere più preciso e pieno di un altro.

Per poter dire di conoscere una lingua però bisogna saperne anche parlare e capire che ogni

esperienza conoscitiva può essere espressa e qualificata in qualsiasi lingua esistente – dove vi sono

lacune, verranno colmate da prestiti, calchi, neologismi, trasposizioni semantiche, i termini stessi

verranno modificati.

Se poi alcuni processi o categorie grammaticali non sono presenti, non viene meno l'impossibilità di

tradurre letteralmente (caso del samoiedo → esiste solo e/o non E o O, ma questo non implica

alcuna difficoltà di traduzione o di comprensione → in italiano viene tradotto con verranno

entrambi o uno dei due) o di trovare mezzi lessicali, come nel caso di brata, tradotti con l'ausilio

dell'aggettivo numerale – due fratelli.

È più difficile essere aderenti all'originale quando per esempio bisogna tradurre la frase italiana “lei

ha dei fratelli” in una lingua che non riconosce la categoria grammaticale, verrà reso quindi con un

duale o con un plurale, ma nel caso in cui invece una lingua non riconosca il duale, dovrà essere

fatta una scelta dal traduttore, se lasciare il singolare o il plurale o addirittura proporre al lettore una

scelta binaria “lei ha uno o più fratelli”. Lo stesso accade con la resa dall'inglese al russo della frase

“he hired a worker” - l'azione è stata compiuta o no?, l'operaio era uomo o donna? - dovendo

scegliere quindi l'aspetto del verbo e il genere del nome.

Per questo quindi una sola frase influenza le scelte successive e potrebbe privare del tutto tale

messaggio del suo contenuto iniziale.

Più però il contesto di un messaggio è ricco, più è limitata la perdita di informazioni.

Le lingue differiscono soprattutto per ciò che devono e per ciò che possono esprimere – nella sua

funziona conoscitiva il linguaggio dipende pochissimo dal sistema grammatica, infatti la definizione

della nostra esperienza di trova in relazione complementare con le operazioni metalinguistiche.

L'aspetto conoscitivo del linguaggio prevede l'interpretazione attraverso altri codici per la

ricodificazione. Le categorie grammaticali diventano importanti di fronte agli atteggiamenti

mitologici di una comunità linguistica, per cui se in russo un nome è femminile, sarà

automaticamente pensato come tale (come ha dimostrato uno studio sulla rappresentazione dei

giorni della settimana). L'attribuzione femminile o maschile è legata principalmente alla

superstizione dei popoli – peccato in tedesco Suende → femminile, rappresentato come una donna

dagli artisti tedeschi.

In poesia le equazioni verbali sono sentite come principio costruttivo del testo → tutti gli elementi

del codice linguistico sono posti a confronto, messi in relazione di contiguità, secondo il principio

di similarità e contrasto e diventano così veicolo di significato proprio. La somiglianza fonologica è

sentita come affinità semantica.

Levy Jeri – LA TRADUZIONE COME PROCESSO DECISIONALE 1967

Punto 1 → dal punto di vista teleologico la traduzione è un processo di comunicazione, il cui

obiettivo è comunicare la conoscenza dell'originale al lettore.

Dal punto di vista pratico però l'attività del traduttore è un PROCESSO DECISIONALE, cioè una

seria di situazioni consecutive che impongono al traduttore la necessità di scegliere tra un certo

numero di alternative (molto spesso esattamente definibile).

Le componenti del problema decisionale sono la SITUAZIONE (astrazione della realtà che in una

teoria formalizzata sarebbe espressa attraverso un modello) – istruzione 1: classe delle possibili

alternative; e il PARADIGMA, cioè la classe delle soluzioni possibili (nel caso di Mensch →

uomo/donna) – istruzione 2: regola la scelta fra le due alternative, dipende anche dal contesto e non

sono equivalenti. La scelta è più limitata se il numero delle alternative possibili è più piccolo o se è

ridotto dal contesto.

Una volta deciso il traduttore influenzerà anche le scelte successive, concernenti sia questioni

tecniche e problemi “filosofici” (scegliere se è un eroe donna o uomo) – egli ha quindi costruito il

contesto per un certo numero di decisioni successive.

Il risultato delle due scelte sono VARIANTI DI TRADUZIONE e la loro distanza può essere

misurata sulla base del numero di differenti decisioni incorporate nel testo.

Punto 2 → un paradigma è la classe di elementi che soddisfano una certa istruzione – è circoscritto

da questa istruzione, indicata come istruzione di definizione; è un insieme di elementi ordinato

secondo criteri differenti, altrimenti non sarebbe possibile alcuna scelta.

Le istruzioni poi possono essere definite selettive e presentare caratteri differenti: semantici, ritmici,

stilistici.

Le istruzioni selettive sono in relazione di inclusione rispetto alle loro istruzioni di definizione,

relazione fra insieme e sottoinsieme. Da istruzione di definizione si passa al sottoinsieme con

istruzioni selettive, che è definito poi nel sottoinsieme di istruzioni di definizione e così via fino ad

arrivare a uno. La scelta di un'unità lessicale è regolata da un sistema di istruzioni, conscio o

inconscio, sono oggettive, dipendenti dal materiale linguistico, sia soggettive, dipendenti dalla

struttura della memoria del traduttore, dai suoi criteri estetici.

Il traduttore nel suo sistema di decisioni può fare un passo in più o in meno rispetto a quanto

l'autore abbia fatto nell'originale.

Nel caso del verbo di significato generale “to go” è necessario decidere fra camminare, guidare,

cavalcare e volare.

Le decisioni possono essere necessarie/non necessarie – motivate/non motivate. La decisione è

motivata se prescritta dal contesto linguistico/extralinguistico.

Punto 3 → Le lingue si differenziano nella segmentazione lessicale di un dato campo semantico, per

cui lo spazio di tempo designato dal russo vecer' in tedesco viene reso con due segmenti Nachmittag

e Abend.

Più ampia è la segmentazione semantica della lingua di partenza in relazione a quella di arrivo,

maggiore è la dispersione delle varianti di traduzione (per cui make = produce/manufacture); al

contrario invece più è ristretto la segmentazione lessicale della lingua di partenza in relazione a

quella di arrivo, più limitata è la dispersione delle varianti di traduzione (per cui

produce/manufacture → make).

Come modello funzionale di comunicazione pragmatica intendiamo lo spostamento semantico

graduale dovuto al fatto che un segmenti dell'estensione di significato del termine A è espresso nella

lingua di arrivo col termine B, che ha un campo semantico diverso da A; un segmento di esso è

quindi espresso dal termine C, con un campo di significato ancora differente.

Il tipo di segmentazione semantica dipende dal codice linguistico e anche dal tipo di letteratura, per

in prosa goosberry deve essere tradotto col suo equivalente preciso, quindi uva spina, mentre in

poesia possono essere utilizzate anche altre espressioni, come lampone.

In prosa la relazione fra i membri è di uno a uno, mentre in poesia si fondono in due paradigmi

equivalenti con diversi membri ciascuno.

Considerando però costrutti semantici di una certa complessità, abbiamo a che fare con la cosiddetta

SINTASSI DELLE ISTRUZIONI, nella quale si combinano un diverso numero di istruzioni.

Essendo la traduzione concepita sia come interpretazione che come creazione, possiamo definire

due processi decisionali:

1. la scelta di paradigmi il più possibile vicino al significato del testo

2. la scelta del paradigma dei termini del linguaggio di arrivo che corrisponde più o meno al

significato scelto in 1., cioè l'espressione di significato

Punto 4 → dimensione pragmatica della lingua. Il traduttore deve decidere fra le diverse soluzioni

possibili quella che promette il massimo effetto con il minimo sforzo. Egli sceglie per la

STRATEGIA MIMAX.

Per esempio in una poesia è importante mantenere nelle rime le vocali dell'originale, per dare

quell'effetto emozionale, però lo sforzo è tale che i traduttori vi rinunciano – lo stesso accade per

quelli di prosa, i quali sono contenti di trovare una forma che esprima più o meno tutti i significati

necessari, ma potrebbero, dopo ore di ricerche, trovarne una migliore.

Normalmente il traduttore lavora secondo il criterio per il quale non va al di sotto di un certo limite

ammissibile nei suoi criteri linguistici ed estetici nel scegliere una variante.

L'aspetto pragmatico del lavoro di traduzione è espresso dalla strategia minimax, per cui può essere

espresso attraverso formule matematiche, dove di fronte a due scelte di traduzione dall'inglese not

little embarassed abbiamo in francese:

a. pas peu embarassé

b. très embarassé

per quanto riguarda la prima il tratto stilistico è mantenuto, ma potrebbe esser

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A.A. 2013-2014
12 pagine
6 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliac91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e tecnica della traduzione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Salmon Laura.