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7.2.2 LE TRAME DELLA STORIA
Esemplare di questo processo di trasfigurazione critica del melodramma è “Il matrimonio di Maria Braun” ,
film che lo ha reso celebre a livello internazionale, senz’altro il suo maggior successo (sia di critica che di
pubblico). Il dispositivo retorico è usato sapientemente per fornire dei requisiti di immediata
contestualizzazione, per segnare un percorso di attraversamento della storia del dopoguerra tedesco che
trova in Maria Braun una vera e precisa trasfigurazione allegorica; lei è la Germania del dopoguerra segnata
dallo sforzo di ricostruire, ma di non cambiare nulla, preda del sogno di un riscatto economico che occulti i
fantasmi del passato.
Tema centrale è la realizzazione di un sogno d’amore, o meglio l continuo differimento della realizzazione del
desiderio fino alla sua tragica negazione.
Hermann è l’esatto contrario di Maria, la lucida pianificatrice dell’avvenire , del futuro della loro felicità
coniugale, è lo straniero sempre fuori luogo, che non comprende la realtà in cui si ritrova, incapace di
superare il cambiamento. La sua estraneità è determinata dall’autismo dei suoi movimenti, dall’assenza di
parola, dallo sguardo fisso.
Tutti i gesti della moglie sono sicuri e pianificati per la costruzione del suo futuro col marito, anche se
comunque evidenziano una sottomissione naturale alla figura maschile; il suo sogno, come il sogno di ri-
sollevamento e di prosperità della Germania nel post-guerra, falliscono con incarceramento del marito e la
morte di lei nell’esplosione della casa-sacrario. L’assenza di happy-ending provoca il massimo sovvertimento
dei codici di genere.
7.3 CONCLUSIONI: UN MERCANTE DI FORME
Una donna in attesa dell’amato, un sogno infranto, una storia banale raccontata con una complessità da
rompere la rigidità dello schema.
I generi si offrono al regista come un magazzino ricchissimo di forme e di materiali che alimentano
l’espressione autorale ancorandola a modelli comprensibili dal pubblico, arginando il pericolo di una deriva
nell’astrazione a cui tanto cinema tedesco si era condannato.
Fessbinder marca la sua opera mettendosi realmente in scena rappresentando un mercante di merci
invendibili; la metafora è evidente, il suo lavoro di ricomposizione della memoria di una nazione a partire dalle
sue sparse rovine è particolarmente difficile in questo momento dove gli stessi tedeschi vogliono dimenticare
il proprio passato per ricostruirsi un futuro migliore, dove diventano stranieri a loro stessi; egli mette in scena
solo i fantasmi della sua cultura e dell’epoca.
8 - LO SPETTATORE CINEMATOGRAFICO 12
8.1 L’OGGETTO DI STUDIO: LA STORIA DELLA RICEZIONE
L’oggetto preso in esame si pone al centro degli studi sul consumo , in quelli definiti come reception studies. Il
loro obiettivo è quello di descrivere e analizzare i meccanismi di fruizione, cioè i processi tramite i quali i
prodotti diffusi dagli apparati di comunicazione di massa vengono riconosciuti, interpretati e fatti propri dai
soggetti. L’intento di queste pagine è di ripensare il problema della ricezione in una prospettiva storica.
Questo approccio diacronico pone però alcuni problemi di natura metodologica, poiché mancano degli
approcci adeguati per pedinare i processi di fruizione lungo archi di tempo estesi (al contrario ve ne sono
moltissimi per quanto riguarda il breve periodo). A fronte di questa carenza vi sono 2 soluzioni: avviare un
lavoro sistematico di raccolta e di archiviazione di materiali di ricerca, da organizzare in serie cronologiche che
ne mettano in evidenza le costanti e le variazioni in modo da restituire le dimensioni processuali del consumo;
oppure muovere alla raccolta di testimonianze che abbiano in sè già uno spessore storico, memorie, memorie
che permettano di risalire alle esperienze di consumo passate. Queste due soluzioni presentano però modi e
tempi di realizzazione diverse, inoltre offrono informazioni di natura diversa; i regesti offrono indicazioni
sull’atto di consumo, mentre le memorie sull’ esperienza di consumo. In base alla scelta dell’approccio da
usare vi saranno però questioni diverse da considerare, soprattutto nel secondo caso argomentare le
possibilità di impiego di memorie e documenti biografici nella creazione appunto di una storia della ricezione
comporta un lavoro preventivo di riflessioni sul tipo di materiali da reperire e sui modi più appropriati per
raccoglierli.
8.2 IL METODO DI STUDIO: LE BIOGRAFIE MEDIALI
8.2.1 IL PROFILO ANAGRAFICO
Che tipo di documenti raccogliere?
Bisogna definire le fonti a cui attingere, dalle quali stabilire le prospettive teoriche e i quadri d’interpretazione
della realtà. Bisogna inoltre definire al soggetto il ruolo di informatore e il riconoscimento del valore
conoscitivo dell’esperienza umana.
Una volta definitivo il tipo di fonti a cui si vuole attingere bisogna stabilire che tipo documenti reperire.
Esistono diversi tipi di testimonianze personali in base alle modalità con cui vengono raccolte, alle forme in cui
si presentano, ai temi che mettono a fuoco o al tipo di rete informativa che attivano.
Il caso presentato si colloca nell’ambito delle life stories, cioè degli approcci che usano esclusivamente le
testimonianze personali e che optano per modi di raccolta diretti e per i contenuti a cavallo tra rècits de vie e
rècits de pratique, cioè ta racconti complessivi della vita dei soggetti e racconti di specifici aspetti. Questo tipo
biografie
di ricerca è definita biografia mediale: perché tengono in considerazione la storia complessiva del
mediali
soggetto; perché focalizzano l’attenzione sui nodi che legano il percorso di vita personale ai processi
sociali di comunicazione di massa.
8.2.2 ANAMNESI
Che valore hanno le biografie mediali?
Chi decide di operare con materiali biografici deve accettare di muoversi entro un orizzonte epistemologico il
cui limite ultimo non è il fatto, l‘evento sociale, ma l’esperienza che ne fanno i soggetti.
L’ esperienza è il mezzo attraverso cui è possibile fare delle conoscenze, essa sottrae gli eventi all’opacità del
senso comune e li rende conoscibili, comprensibili a se stessi e agli altri.
8.2.3 PERCORSI INVESTIGATIVI
Quale metodo di analisi adottare?
La complessità dei racconti di vita moltiplica le possibilità di approccio ai materiali biografici. Questa pluralità
di metodi offre al ricercatore un ampio margine di discrezionalità che gli permette di immaginare approcci
analitici diversi e strettamente funzionali agli obiettivi della sua ricerca.
L’approccio che varrà applicato cercherà di disarticolare la biografia mediale in una serie di fasi, raccolte
attorno a punti di crisi che possano mediare il passaggio da un ciclo di vita ad uno successivo. Per ogni fase si
isolano i principali referenti contestuali e tutto ciò che definisce il contenuto di ciascun ciclo di vita. La
biografie viene così ricomposta in una tabella, dove le righe corrispondono alle fasi di vita con la storia del
soggetto e le colonne ai principali referenti contestuali convocati.
8.3 ANALISI DEL CASO: LA BIOGRAFIA DI MARIELLA
È una signora di 53 anni, di Lecce, sposata e madre di due figli. Insegna in un liceo. La sua storia gira attorno al
progressivo affrancamento dalla famiglia d’origine e dai suoi valori e alla costruzione di un itinerario di
maturazione etica, politica e razionale. 13
Il primo punto di svolta è la conoscenza del marito che la introduce in un nuovo gruppo di persone, che però
mettono in crisi i valori introiettati dalla famiglia. Questo distacco diviene sempre più ampio con l’intensificarsi
della sua vita sociale e dell’attività politica.
il secondo evento critico è segnato dalla nascita dei figli. Diventare madre allenta infatti le relazioni, sospende
le attività politiche e pone anche le basi per l’acquisizione di una forte consapevolezza riguardo gli obbiettivi
da perseguire.
Con l’alleggerimento delle responsabilità familiari può finalmente concretare il suo progetto; recupera così
l’attività politica e le relazioni sociali.
Andando avanti però l’allentamento delle motivazioni politiche hanno portato a un nuovo allontanamento
dalla vita politica.
Di contro nel presente si nota un investimento maggiore su se stessa e sui propri interessi.
L’esperienza mediale di Mariella si focalizza su alcuni mezzi (il cinema) e marginalizza altri ( i giornali e la
radio). Nel passaggio però da una fase all’altra il consumo dei mezzi sono soggetti ad un progressivo
rilassamento. Da ragazza poteva vedere al cineforum solo i film approvati dalla famiglia e dalla chiesa (società)
e fino a 16 anni era sempre accompagnata; con la nascita dell’interesse politico, il cinema diviene un mezzo di
aggregazione e quasi un obbligo per essere accettati. Con la nascita dei figli il cinema non è più un mezzo di
aggregazione sociale e riacquista il valore di aggregazione familiare. Con la ripresa politica acquista una
valenza propedeutica, di crescita politica e personale. Infine nell’ultima fase si trasforma in un momento di
crescita personale, di gratifica per i suoi gusti e interessi.
Diverso è il rapporto con la televisione: essa vive una parabola discendente. Nell’infanzia è un mezzo
essenziale, di aggregazione familiare e ne marca la posizione all’interno della compagine sociale. Nella fase
politica diviene un mezzo d’informazione, che compensava l’impossibilità di vivere certe esperienze. Con la
nascita dei figli diviene invece un mezzo essenziale nelle diete di consumo di Mariella e ritorna ad essere un
mezzo di aggregazione familiare (questa volto solo domestica), ed infine occupa solo spazi residuali nella sua
vita.
8.4 CONCLUSIONI: CONSUMO DEI MEDIA, PERCORSI DI VITA, E CONTESTI SOCIALI
La biografia di Mariella è per molti versi canonica: essa infatti è tipica anche di molte altre sue coetanee. Con
naturalmente delle varianti, per molte infatti la televisione diviene un mezzo di puro intrattenimento e non
d’informazione.
Le biografie con generazioni più giovani evidenziano un rapporto molto più stretto e funzionale con i media.
Tutte queste analisi presentano solo l’inizio del progetto (sempre meno utopico) di una storia totale dei
processi comunicativi e culturali.
PARTE TERZA
IL PRODOTTO CULTURALE RADIOFONICO, TELEVISIVO E DEI NEW MEDIA
9 – LA RADIO E IL CINEMA
9.1 L’OGGETTO DI STUDIO: RADIOFONIA E CINEMA, UN INTRECCIO DI STORIE
In realtà più che le coincidenze nella loro storia ufficiale si è soprattutto attratti dalle affinit&a