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-GLI ANNI 80: ROTTURA DEL MONOPOLIO E DOMINIO DELLA FICTION DI IMPORTAZIONE: NEL 1976 UNA SENTENZA

DELLA Corte Costituzionale sancisce la rottura del monopolio Rai e la liberalizzazione dell’etere. I privati potranno

trasmettere via etere, ma solo a livello locale. Passando da un regime di monopolio a uno di concorrenza, il mutamento

non coinvolge solo la dimensione politica ed economica, ma agisce sui contenuti dei programmi. La competizione

avviene sul piano degli ascolti. Bisogna creare programmi che attirino ampie audience. Per non correre rischi, si evita di

sperimentare nuovi programmi, preferendo “copiare” importando dall’estero programmi già collaudati. Nella lotta per

attirare il pubblico, tutte le fasce orarie diventano importanti.

Con gli anni 80 scompare lo sceneggiato 800esco, sostituito da una maggiore attenzione ai temi di attualità politica e

sociale e a storie di vita contemporanee. Il formato della fiction Rai resta distante dal modello del telefilm americano: la

produzione rimane orientata sul modello della miniserie, prevalentemente incentrata sui temi di rilevanza sociale e

politica, con una precisa identità nazionale. Nelle storie italiane l’intreccio ruota attorno alle vicende di una famiglia e

alle persone collegate alla famiglia stessa da rapporti di amore e di amicizia. Le figure italiane sono uomini in crisi, a cui

si contrappone la figura della donna forte, emancipata e sicura di sé.

LA PIOVRA: Prodotta dalla Rai nel 1984 è seguita da La Piovra 2, 3, 4 che si chiude con la morte del protagonista, il

commissario Cattani interpretato da Michele Placido. Tutte le edizioni sono strutturate sul formato della miniserie. La

Piovra nasce come prodotto la cui storia doveva originariamente concludersi nell’arco di una sola serie, ma visto il

successo di pubblico si è scelto di prolungarla. È una miniserie articolata in una struttura aperta. Anche a livello di

contenuto mescola elementi diversi, come l’aderenza alla verità, il genere poliziesco e d’azione, ed elementi tipici del

feuilleton. Oltre alla mafia, a garantire la continuità del filo narrativo della miniserie è la presenza del medesimo

protagonista, il commissario Cattaniuomo onesto, solitario, in lotta contro le forze del male. È un eroe tormentato, un

“eroe imperfetto” che vince qualche battaglia, ma perde la guerra. Alla fine della IV serie verrà infatti ucciso dalla mafia;

ma non si interromperanno i sequel della Piovra. Negli anni 90 ne vengono prodotti tre: La Piovra 5, 6, 7. Il successo di

ascolti non è dato dalla italianità delle vicende, ma dal ritorno di Cattani, personaggio cui il pubblico si era affezionato.

L’OFFERTA FININVEST: fino agli ultimi anni del decennio, le televisioni commerciali producono internamente solo

programmi di intrattenimento, musicali e sportivi, meno costosi della fiction. Quest’ultima però è sempre presente nei

palinsesti in misura consistente con le produzioni acquistate negli Stati Uniti; sono proprio questi programmi che hanno

contribuito all’affermazione delle televisioni private, consentendo loro di crescere e arrivare a competere con la Rai. Nel

1981 Canale5 trasmette Dallas. Verso la fine del decennio, dopo anni di massicci acquisti, il prodotto di importazione

non sembra più in grado di soddisfare il mercato italiano sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo; per questa

ragione anche le reti private imboccano la strada delle produzioni in proprio. Nel corso del biennio 1988-90 si assiste a

una maggiore offerta di fiction rispetto agli anni precedenti; in particolare compaiono per la prima volta programmi a

forte serialità come sit com e serial.

DALLAS: i telefilm americani giocano un ruolo importante nella programmazione della Rai, ma continuano ad essere

collocati nel pomeriggio o nella fascia preserale. Non vengono mai trasmessi in prime time. L’approdo di Dallas a Canale

5 sconvolge gli equilibri consueti e comporta forti elementi di innovazione, sia dal punto di vista strutturale sia dal punto

di vista dei contenuti. È stato progettato inizialmente come una serie, cioè a episodi chiusi, ma viene trasformato in un

serial a puntate aperte, lasciate in sospeso su un momento di suspense. Successo in tutto il mondo.

IL DIBATTITO SULLA SERIALITÀ: Il paesaggio dagli anni 70 agli anni 80 segna un momento cruciale per le trasmissioni di

fiction sulle reti italiane, in particolare per la Rai. In questo periodo si avvia un dibattito, che ha per tema il confronto tra

la serialità americana e la fiction prodotta in Italia. Secondo il “Rapporto Fichera” il concetto di serialità è inteso come

industrializzazione della produzione in base a processi standardizzati. Tale passaggio a una produzione industriale era

auspicato anche per l’Italia. Le proposte avanzate da Fichera risultarono poco gradite ad alcune componenti rai, che

avrebbero visto ridimensionato il loro ruolo nella realizzazione di programmi seriali. Era opinione di alcuni addetti del

settore che non esistessero ragioni tecniche precise per cui la serie italiana non potesse superare le quattro o sei

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puntate; non si riusciva a individuare temi “italiani” tanto convincenti da poter superare negli ascolti i prodotti

americani. Ma soprattutto non si disponeva di denaro sufficiente. Inoltre mancava la “mentalità seriale”. In Italia vi è

stata scarsa collaborazione tra mezzo televisivo e industria cinematografica, che non ha mai saputo/voluto intravedere

nella televisione un potenziale mercato di sviluppo. Ciò ha condotto a un’ulteriore differenza tra realtà americana e

italiana. In Italia la scarsa produzione di fiction ha portato alla messa in onda di un’incredibile quantità di film per

riempire i palinsesti, e alla conseguente contrazione di pubblico nelle sale cinematografiche. Tale flessione di pubblico

non è stata avvertita negli Stati Uniti.

7. GLI ANNI 90: L’ARRIVO DELLA LUNGA SERIALITÀ:

-DALLA CRISI AL BOOM: Negli anni 90 la lunga serialità è ostacolata, fino alla metà del decennio, dalle conseguenze

della legge Mammì sulla produzione e sull’intero assetto del mercato televisivo. Costringendo le reti commerciali a

dotarsi di costose redazioni giornalistiche per produrre quotidianamente informazione, la nuova normativa influisce

pesantemente sull’economia dell’industria televisiva, che preferisce puntare su prodotti di flusso, che garantiscono una

maggior copertura di spazi e un miglior rapporto qualità-prezzo. La nascita della lunga serialità italiana nasce con la

produzione Rai di UN POSTO AL SOLE, e due anni dopo di UN MEDICO IN FAMIGLIA. Nella stagione 1995-6 esce la

fortunatissima serie IL MARESCIALLO ROCCA di 8 puntate. Ciononostante le ore di programmazione di fiction in Italia

sono molto scarse. Viene creata per incrementare la produzione la RaiFiction, diretta sa Sergio Silva. La Mediaset

intraprende con maggior convinzione la strada della lunga serialità e si orienta verso la sit familiare 1999 viene creata

la Mediatrade, destinata alla produzione di fiction e a partire da questa data il numero di titoli seriali aumenta molto.

- GENERI E CONTENUTI DELLA FICTION NEGLI ANNI NOVANTA: il tratto distintivo della fiction negli anni 90

sembrerebbe un progressivo alleggerimento dei toni e dei temi. Le atmosfere diventano meno impegnate e più

divertenti. Dal dramma alla commedia, con una sensibile diminuzione dell’impegno sociale a favore di storie vicine,

centrate su personaggi e contesti riconoscibili. Il poliziesco rimane uno dei generi di maggior successo, ma anche

l’ambientazione negli hospital si fa sempre pi presente (ma in una chiave molto più ottimistica e ben lontana dalla reale

situazione della sanità italiana). I veri personaggi sono i sentimenti e le vicende private dei personaggi. La grande novità

è costituita dalla netta “virata” verso la lunga serialità che si precisa alla metà del decennio con due programmi,

entrambi sono il risultato dell’adattamento di un format straniero: Un posto al sole,e Un medico in famiglia.

UN MEDICO IN FAMIGLIA: 52 episodi di 50 min ciascuno, accorpati in 26 serate da cento minuti, viene trasmesso da

RaiUno la domenica sera in prime time. Un medico in famiglia non è una sit com, ma una serie che alterna momenti di

comicità ad altri più sentimentali o anche drammatici, e che produttivamente è stato girato sia in studio che in esterni.

Ottiene notevolissimi risultati di ascolto.

-LA SIT COM “ALL’ITALIANA”: l’esperimento di Un medico in famiglia si iscrive in un filone già molto fecondo

sviluppatosi nel corso degli anni 90, che vede il consolidamento di un modello peculiare di sit com all’italiana costruito

prevalentemente da Mediaset. Tutte le sit com da questa prodotte, sono costruite intorno a interpreti famosi, come la

coppia Vianello-Mondaini, Zuzzurro e Gaspare, Gerry Scotti, Enzo Iacchetti,…. La scelta di ricorrere a star televisive

estranee al mondo della fiction è funzionale agli obiettivi di massimizzazione dell’audience. Questa è una caratteristica

tutta italiana. Negli Stati Uniti infatti si ricorre a personaggi sconosciuti, che diventano famosi in seguito ai ruoli che

ricoprono in programmi seriali di successo. In Italia i programmi che non ottengono immediato successo vengono

interrotti. Ecco perché negli anni 90 si preferisce utilizzare il sequel: anziché produrre serie di lunga durata, queste

vengono suddivise in miniserie o serie non superiori a 6 o 8 episodi.

LA FICTION DI IMPORTAZIONE: la progressiva apertura verso la lunga serialità si scontra con la storica resistenza del

sistema televisivo italiano ad accettare i meccanismi della produzione industriale. Questa contraddizione italiana si

manifesta nelle politiche di importazione di fiction nel corso dell’intero decennio. Ad es E.R. negli Stati Uniti viene

trasmessa settimanalmente e garantisce la copertura di diversi mesi, riducendo il tempo che intercorre tra un’edizione

della serie e quella successiva. In Italia invece la Rai ha trasmesso la serie con cadenza settimanale e l’accorpamento di

due episodi a serata. Ciò ha dimezzato la copertura offerta dalla serie ed ha comportato un intervallo maggiore tra

un’edizione e l’altra, con il rischio della disaffezione da parte del pubblico. La Rai ha cercato di risolvere il problema con

le repliche, ma queste avvengono in tempi troppo ravvicinati, e per questo risultano poco interessanti allo spettatore

che si ricorda perfettamente la trama. Una delle “leggi” della lunga serialità prevede la continuità costante nel tempo

per poter costruire un pubblico fedele.

L’AFFERMAZIONE DELLA LUNGA SERIALITÀ E DELLE LOGICHE INDUSTRIALI: la stagione 1999—2000 è l’anno d’oro per

la fiction italiana, che registra un incremento di ore di programmazione mai ragg

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Publisher
A.A. 2012-2013
18 pagine
13 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Enze di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e tecnica del linguaggio audiovisivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Bellavita Andrea.