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1.4.2 IL PASSAGGIO IN TELEVISIONE

PARTE SECONDA: LA LUNGA SERIALITÀ TELEVISIVA

2. QUESTIONI DI DEFINIZIONE: Soap opera= il senso comune definisce come tale un racconto televisivo

tendenzialmente infinito, che tratta tematiche amorose/sentimentali e presenta personaggi e situazioni spesso poco

credibili nella loro ostinazione a perseguire la felicità di coppia. Riferito a situazioni quotidiane, il termine acquisisce una

sfumatura ironica e sarcastica, indicando una situazione di coppia eccessiva, irreale, piena di colpi di scena, ma che non

sembra prevedere alcuno scioglimento finale.

2.1 AMBIGUITÀ SEMANTICHE: assieme al quiz, la soap opera è considerata come un prodotto televisivo “americano”

nel senso deteriore del termine, forse il progamma-simbolo della cultura televisiva d’oltreoceano, disimpegnata, facile,

improntata alla spettacolarità a scapito dei contenuti. In Italia, parlare di soap opera significa riferirsi a Beautiful: sia

nell’opinione comune che nel discorso mediale, Beautiful e soap opera sono considerati praticamente sinonimi e

indicano un racconto lentissimo e infinito, basato su intrecci sentimentali inverosimili e spesso incestuosi, senza

adesione al mondo reale. Entrambi i termini rinviano automaticamente a universi semantici negativi. Ciononostante,

Beautiful è seguito quotidianamente da circa 5milioni di spettatori. All’evidente gradimento degli spettatori corrisponde

un giudizio molto negativo della critica, rinforzato dall’eredità delle telenovelas sudamericane. Quindi il pregiudizio

culturale si è andato rafforzando su un doppio versante: quello della condanna delle logiche commerciali e incuranti

della “qualità” che sembrano caratterizzare tutti i prodotti di provenienza statunitense, e quello dell’ostracismo nei

confronti della lunga serialità sudamericana.

È necessario in primo luogo liberare il termine dalle incrostazioni negative che si sono sedimentate nel corso degli anni;

allo stesso tempo però se ne deve riconoscere la sostanziale ambiguità, che emerge dal confronto fra prodotti diversi,

ma raggruppati sotto la medesima etichetta. La perplessità di significato si ritrova anche sul termine fiction: nel nostro

contesto culturale, fiction sta a indicare i prodotti televisivi caratterizzati dalla predominanza del codice narrativo e di

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contenuti funzionali, mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna per indicare la medesima area semantica si utilizza il

termine drama in tutte le sue possibili declinazioni. Il termine fiction, per gli anglosassoni, definisce pp i prodotti

letterari.

2.2 LA LUNGA SERIALITÀ COME ESPERSSIONE DEL NATIONAL DRAMA: la lunga serialità televisiva permette di articolare

i contenuti narrativi con modalità che non appartengono a nessun altro formato della fiction. La ritualità

dell’appuntamento quotidiano o plurisettimanale crea un rapporto di fiducia con il pubblico; la collocazione di

palinsesto costruisce un’audience specifica; i contenuti vicini a un privato rilassante e distensivo favoriscono il

coinvolgimento. Secondo diversi autori anglosassoni, la lunga serialità è lo spazio narrativo televisivo che meglio riesce a

esprimere e a sviluppare le caratteristiche del National drama, costruendo un mondo parallelo, dove le relazioni sono

riconoscibili e i luoghi familiari. Ma la rilevanza della lunga serialità come luogo privilegiato in cui una cultura racconta se

stressa e la propria quotidianità non è tipica solo del mondo anglosassone. In India, nel 1987 debutto Ramayan, un

programma che segnò il primo tentativo da parte della rete televisiva governativa di affrontare l’adattamento in forma

seriale di una delle grandi narrazioni epiche e religiose nazionali. In Cina, nel 1991, un melodramma televisivo in 50

puntate ottenne uno strepitoso successo: Ke Wang, la storia delle lotte e degli amori di due famiglie nell’arco di un

ventennio. Dunque culture diverse manifestano un identico bisogno di costruire un “racconto elettronico

quotidiano”,articolato in forme e contenuti tipici ed esclusici.

2.3 ALCUNE DEFINIZIONI: il termine “soap opera” è nato negli Stati Uniti negli anni 30, per descrivere un prodotto

mediale creato allo scopo di pubblicizzare prodotti per la pulizia della casa. Oltre alla sua chiara derivazione

commerciale, la particolare modalità di narrazione continua, giorno dopo giorno, è la caratteristica più immediatamente

evidente del genere. Tuttavia, proprio questa peculiarità è stata una delle principali cause che hanno a lungo allontanato

dalla soap lo sguardo critico degli studiosi, i quali hanno spesso identificato la lenta progressione della narrazione con

l’inconcludenza e la superficialità. Riproponendo la questione della qualità televisiva, il serial continuo è stato spesso

definito una “narrazione illimitata e in quanto tale inverosimile, inutile, dannosa”. Secondo Allen, la ragione

dell’atteggiamento snobistico riservato alla soap si spiega con l’incapacità di leggere la soap sul doppio livello

sintagmatico e paradigmatico. È su quest’ultimo che si trova la sua ricchezza. Allen distingue tra due tipologie di

spettatore: quello occasionale e quello assiduo (in grado di riconoscere le particolari inquadrature adottate nella soap

opera, come l’uso del primo piano, il campo-controcampo,ecc, in grado di creare tensione drammatica e di sottolineare i

momenti salienti della narrazione). All’inizio degli anni 90, la definizione di soap opera incrocia il dibattito sul concetto di

genere applicato ai prodotti mediali. Feuer distingue fra l’idea di genere applicata alla letteratura e l’idea di genere

applicata al film e alla televisione: il genere letterario è una categoria teoretica, mentre il genere televisivo è un

concetto storico, la cui identità è legata a particolari condizioni culturali e sociali. Feuer conclude che il formato attuale

della lunga serialità televisiva non è necessariamente assimilabile al termine “soap opera”.

Secondo Allen la relazione tra genere e soap opera deve tenere conto della presenza di diversi soggetti interpretanti.

In conclusione: la definizione non è data una volta per tutte, ma deve essere contestualizzata sia all’interno della cultura

di provenienza, sia il relazione a modelli diversi che ne condividono alcuni aspetti fondativi.

Sonia Livingston afferma: “la soap opera è una narrazione televisiva o radiofonica in forma seriale, che possiede un set

fisso di personaggio e di location. Viene trasmessa almeno tre volte la settimana, per 52 settimane l’anno. La narrazione

crea l’illusione che la vita continui nel mondo funzionale anche a televisore spento e procede in forma lineare. Funziona

perché il pubblico ha una familiarità molto intima con i personaggi e le loro esistenze”. Per lei, le caratteristiche pp della

soap opera sono:

1.trasmissioni regolari e frequenti

2.indirizzati a un pubblico femminile

3.orari pomeridiani o preserali

4.cast ampio e costante

5.costi di produzione bassi

6 considerati una forma di intrattenimento a basso prestigio

7.si concentrano sulla vita quotidiana dei personaggi

8. tentano di simulare lo scorrere del tempo reale

9. ricorrono al cliffhanger per assicurare la continuità della visione

10. focalizzate su personaggi femminili.

2.4 LA TELENOVELA: la telenovela sudamericana costituisce l’esempio evidente di indigenizzazione del formato della

lunga serialità televisiva secondo le coordinate rese possibili da una determinata cultura, il cui risultato è la produzione

di un prodotto autonomo, fortemente connotato in termini culturali, rispondenti alla necessità del paese di provenienza

di raccontare se stesso e di esprimere contenuti socialmente condivisi. Rispetto alla soap opera statunitense, la

telenovela è interna al genere. Sotto l’aspetto estetico e strutturale, sono chiare le sue differenze rispetto alla soap

statunitense: 1. La telenovela ha una durata predeterminata (ca 200 puntate), 2. la coralità dei personaggi è sostituita

dalla centralità di un unico personaggio femminile, 3. le vicende tormentate si concludono con un lieto fine. 4

3. GLI ELEMENTI COMUNI DELLA LUNGA SERIALITÀ:nel caso italiano, il percorso verso la produzione indigena di lunga

serialità è stato molto lungo e ha scontato un ritardo temporale notevole rispetto alla soap opera statunitense e al serial

drama britannico. Di quest’ultimo le influenze si rintracciano soprattutto sul versante produttivo e tematico: Un posto al

sole, il primo prodotto italiano di lunga serialità, nasce da un format anglosassone e non statunitense. La genesi della

lunga serialità televisiva italiana è un chiaro esempio del processo di glocalizzazione che pone a contatto modelli e

contenuti diversi. Gli aspetti comuni alla lunga serialità in tutti i contesti locali in cui essa si presenta sono individuabili

su almeno tre livelli: il formato, i codici visivi, l’articolazione narrativa.

3.1 IL FORMATO: il tentativo di descrivere la lunga serialità limitandosi alle sue caratteristiche di formato è stata una

prassi piuttosto diffusa nella critica accademica anglosassone e italiana, soprattutto quando il pregiudizio culturale su

questa forma televisiva era particolarmente marcato e, di conseguenze, il tentativo più comune era di semplificarne e

banalizzarne la portata all’interno del panorama televisivo. L’oggetto di studio è però più complesso, e si risolve in una

classificazione confusa, che spesso non riesce a evidenziare le peculiarità che contraddistinguono la lunga serialità da

altri prodotti di fiction.

SERIE O SERIAL? Possono essere considerati come le principali declinazioni dei due cardini su cui si regge il meccanismo

della serialità televisiva, vale a dire l’alternanza di variazione e ripetizione. In entrambi i casi, la scansione del ritmo

narrativo è costruita mediante la riproposizione di elementi fissi che appaiono di volta in volta diversi grazie

all’inserimento di modifiche e varianti. Per quanto riguarda la fiction televisiva, la distinzione esistente tra serie e serial è

determinata da una diversa articolazione temporale e formale degli elementi costitutiva della narrazione.

-il serial è caratterizzato dalla scansione narrativa in puntate aperte, cioè prive di una conclusione definitiva, che

terminano suk cliffhanger. Questo formato presenta solitamente una molteplicità di personaggi le cui vicende si

intrecciano a diversi libelli di complessità a seconda della durata complessiva del programma. Lo sceneggiato italiano

degli anni 60 è un esempio della pezzatura minima del serial

- nella seria la struttura narrativa è articolata in episodi conclusi e autonomi l’uno dall’altro, aventi in

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Enze di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e tecnica del linguaggio audiovisivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Bellavita Andrea.