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Estratto del documento

La funzione valore assoluto mi dà il vantaggio che elimina eventuali segni (-); anzi, caso problemi se scambio x₁ e x₂ (in questo caso), perché se li scambio, il loro valore assoluto non cambia.

Per parlare di distanza/vicinanza, si utilizza quindi questa funzione.

Nozione di intervallo:

Di intervalli ce ne sono tanti. Per intervallo, s'intendono tutti i punti che stanno tra un punto e un altro.

Sia a < b:

  1. (a,b) → a < x < b → aperto
  2. [a,b] → a ≤ x ≤ b → chiuso
  3. (a,b] → a < x ≤ b
  4. [a,b) → a ≤ x < b

Limitati:

  1. (a,+∞) → x > a → aperto
  2. [a,+∞) → x ≥ a → chiuso
  3. (-∞,b) → x < b → aperto
  4. (-∞,b] → x ≤ b → chiuso

Nozione fondamentale per il concetto di vicinanza:

x₀ sia un numero reale; x₀ ∈ R si definisce intorno di x₀ un qualsiasi intervallo aperto contenente il punto x₀.

Esempio:

x₀ = 1:

  1. (0,2) "è un intorno del punto 1." Sicuramente sì, perché 1 è contenuto in quell'intervallo che va da 0 a 2.
  2. (1,2) "è un intorno del punto 1." In questo caso: no. Perché x₀ ∉ (1,2), in quanto 1 deve stare dentro e anche se (1,2) è un intervallo aperto.
  3. (0,+∞) "è un intorno di 1", perché questo intervallo, parte da 0 ed è ∞, quindi contiene al suo interno 1.
  4. (-∞,0) "non è un intorno di 1", perché questo intervallo parte da 0, ma "è negativo".

Si definisce intorno di +∞ ogni intervallo aperto, del tipo (a,+∞).

Si definisce intorno di -∞ ogni intervallo aperto, del tipo (-∞,b).

L'intorno permatte quindi di quantificare l'avvicinarsi al punto x₀ e ciò è chiaro esxo.

Per quantificare la distanza di questi intorni, dal punto x₀, si fa:

a < x < b ⇒ (x - q₁) < x < (x + q₂)

Pongo q₁ = q₂ = ε e quindi ottengo x₀ - ε < x < x₀ + ε = L'intorno simmetrico di x₀, con semicirconferenza uguale a ε

-ε < x - x0 < ε → |x - x0| < ε

Supponiamo di avere la seguente funzione.

Cosa succede ai valori della funzione, quando la variabile si avvicina a un certo punto?

Considero x0 e, quando mi ci avvicino, i valori gli si avvicinano.

Considero x1, in questo caso sembra che i valori tendano a diventare sempre più grandi. Posso determinare che ciò accade anche se mi avvicino da una parte sola.

Considero x2, in questo caso non ha alcun senso interessarmi di cosa accade, perché l' è la funzione non è definita.

DEFINIZIONE:

Sia A un sottoinsieme di R, cioè un insieme non vuoto di numeri reali.

(x0 ∈ R, x0 ≠ ...)

Si dice PUNTO DI ACCUMULAZIONE per A, se ogni intorno di x0 contiene almeno un punto dell'insieme A, diverso da x0.

Es:

Considero l'intervallo

A = (2, 5) quali sono i punti di accumulazione?

- -> (2, 5)

A ciò che è stato detto per il punto ( è da considerarsi vero per ogni punto dell'intervallo A, quindi sono i PUNTI DI ACCUMULAZIONE TUTTI I PUNTI DELL'INTERVALLO APERTO ]2, 5[

Considero l'intervallo APERTO perché anche il est un punto di accumula fce in ogni intorno un punto la fa si capisce che ci sono dei valori contenuti nell'intervallo. Oltre all' pufunti una se consideriamo

Sia f: I → R

I intervallo costituito da più intervalli.

x ∈ I In questo caso I può essere x0 = +∞ e x1 = -∞ perché la funzione è definita in un altro intervallo

f continua nel punto c se lim f(x) = f(c) Proprietà delle funzioni continue

  1. Il limite può non esistere

    funzione sinx x2-insenx

    Se x → +∞ il limite in questo caso NON ESISTE. Il valore oscilla sempre tra -1 e +1. Questo vale per tutte le funzioni periodiche.

  2. Il limite, se esiste, è unico

    Supponiamo che al tendere di c qualsiasi ci siano due limiti:

3 valori della funzione non possono stare contemporaneamente sia in V1 che in V2. Se ϵ avvicina a l2 non si avvicina a l2 e viceversa.

III PASSAGGIO

Sono partito da un intervallo in cui gli estremi avevano segno opposto: a₀ e b₀.

Nel secondo intervallo io prendo un numero tale che l'intervallo mantenga questo cambiamento, perché se c'è un punto in cui la funzione si annulla potrebbe rischiare di non passarci e quindi non vederlo.

Quindi:

  • (a₀+b₀)/2 se f((a₀+b₀)/2) < 0 e allora b₁ = b₀.

Oppure

  • (a₀+b₀)/2 se f((a₀+b₀)/2) > 0 e allora a₁ = a₀.

Continuo poi a realizzare intervalli interni al primo (a₁, b₁), trovando il punto medio e determinando il segno.

Vado avanti all'infinito.

Supponendo che x non sia MAI uguale a 0, ho costruito una successione di intervalli in cui gli estremi di sinistra sono minori o uguali dei loro successivi e gli estremi di destra sono maggiori o uguali dei loro predecessori.

Inoltre, l'ampiezza dell'intervallo è ogni volta la metà del precedente.

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Publisher
A.A. 2014-2015
12 pagine
SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/05 Analisi matematica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Peeaar di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Matematica per il design e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Giulini Saverio.