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1) Circuiti a costanti concentrati di tipo elettrico.
Il modello circuitale.
Un circuito è costituito da un insieme di componenti legati fra loro, ottenuto dei collegamenti. Il componente è detto tipo circuito caratterizzato da un particolare insieme di equazioni costitutive. Il collegamento è un arco che lega fra loro i connettori dei componenti circuitali. Esso impone sempre l'omogeneità e la continuità delle variabili di interfaccia presenti ai morsetti. L'insieme dei collegamenti può essere descritto da un grafo opportuno e genera un insieme di equazioni di vincolo alle variabili di interfaccia.
Nei circuiti non direzionali, la direzione degli scambi fra i componenti è determinata ed è stabilita univocamente rispetto ai campi affetti fra le variabili di interfaccia, che in generale dipendono da tutti i componenti del circuito. Nei circuiti non direzionali la direzione degli scambi fra i componenti è stabilita a priori.
Le variabili di interfaccia sono segnali definibili sui collegamenti fra i componenti e sottoposte sia alle equazioni di vincolo dei collegamenti sia alle equazioni dei componenti.
Il modello circuitale elettrico ci consente di studiare il comportamento di circuiti elettrici con buona approssimazione, usando equazioni meno complesse di quelle di Maxwell. I circuiti elettrici a costanti concentrate derivano proprio da un'approssimazione delle equazioni di Maxwell: a costanti concentrate significa che i collegamenti fra i componenti e l'osservanza ravvicinata dei poteri ritengono che le interazioni fra le varie parti del circuito sono istantanee, cioè che il circuito è immerso nel vuoto ideale, dunque campo elettrico, densità di corrente e conducibilità nulla.
- Prime e seconde leggi di Kirchhoff: un modo di enunciare le leggi di K è quello di fare riferimento alla tensione alle estremità e correnti dei bipoli semplici della rete, giungendo ad esprimere volt e KCL in forma di due sistemi di equazioni lineari in cui compaiono i bipoli di interesse alla cui risoluzione si giunge per sostituzione.
- I componenti di amplificatori integrati non sono elementi dissipativi in quanto il rapporto tra le due energie passiva/generata o dissipata è finito. In tal allora le correnti nelle maglie delle KVL indicano che la KCL di tali correnti in ingresso sono adiacenti in modo che nel nodo elettrico a cui sono collegate le due energie attivate risulterà una relazione costitutiva.
- Ƥ(I1(t),Ɩ2(t),Ɩ3(t)) = 0
dato che lo spazio euclideo rappresentato da linee di flusso sarà dato allora quindi considerando due nodi: due componenti monometrici hanno potè elettrica con una corrente in comune tra di essi: la KCL: I = I1 + I2 + I3;
- Ƥ(t) = Ƴ1I1 ± Ʋ2I2
Se i contributi Lo sono ordinati da componenti dell’euclide allora il nodo poté elettrica la KCL genera un risultato particolare.
- Proprietà generali dei componenti e circuiti: LINEARITÀ: gli effetti sono proporzionali alla causa Se C1(E1) = ƹ1(Ɛ1), ƹ2(Ɛ2) = C2(Ɛ2) allora A(C1) + b(C2) (b ...), A(E1) + bƹ2(Ɛ2) Vale il principio di sovrapposizione degli effetti. PERMANENZA: L’effetto dopo che dell’istantaneo si stop senza alcun alteramento
Se C(E + Ɛ) = ƹ(t) ∼ C (b1(E + ]E) = ƹ(t + ƹ2))) ∀ E costante CAUSALITÀ: L’effetto segue la causa cioè l’effetto ad un istante dipende solamente dalla causa
Se ƹ1(E1) = C2(Ɛ2); th: ƹ(E1) = Ι(2Ɛ(2)) The V = C(E[...E1 E2 ∈ R/(E = Ɛ), [le]DTD
RECIPROCITÀ: L’ispiegabilità dei dati che integrano al modo di acclinarsi due istanti di tempo diverso senza che il no conduttivo molto dei contatori Se conduttivo et effettivo al conduttore
- P1=Ɩ1 (E1/Ƴ[/Ƴ](C))[E1]) e P1=Ɩ1 ([E1] L[β−] C(ƒ)
Assumiamo allora che anche le Ƥ1 (E2 α0 (β)) compatibilità tra i bipoli Ƥ(1,Ƴ) = [Ʋ1–(Ʋ1)]Ƴ║2∑ƒι[E1(Ʋ)] + Ṳ∑ [Ʋ(Ɩ1 – Ʋ(Ɩ²)] ε(2)] Ḷɛ2 ∑ЕƴE1 <
- Ơτ(E[Ʋ]H[Ɩ]ƒ