vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DEFINIZIONE
Il termine plan-séquence nasce il Francia intorno al 1950, a opera di Bazin che aveva riscontrato la
necessità di un nuovo termine quando studiò i film di Welles.
In italiano lo possiamo intendere come “inquadratura-sequenza” e possiamo definirlo come
un'inquadratura che coincide con la durata di una sequenza, ovvero di una sequenza composta da
una sola inquadratura, cioè da un solo piano.
Bazin lo introdusse per mettere a fuoco un'idea di regia (quella di Welles in particolare) volta a
privilegiare la ripresa di un'azione in un'unica inquadratura, anziché la sua segmentazione
attraverso il montaggio, come avveniva nel decoupage classico.
Più importante l'inquadratura unica e la sua composizione che la sequenza.
Bazin fa due esempi:
1. L'orgoglio di Amberson → conversazione in cucina tra zia Fanny e George: una lunga
seuqnza composta da una sola inquadratura fissa. Secondo Bazin si snoda un'azione reale
(quella di zia Fanny che vuole segretamente scoprire informazioni sull'uomo che ama) e
un'azione pretesto (George che si ingozza di torta e la zia che gli suggerisce di mettere altro
zucchero). Il contrasto fra la due azioni diventa via via più stridente, fino a risolversi in una
crisi di nervi della zia.
2. Citizen Kane → il tentato avvelenamento di Susan: in un'unica inquadratura, grazie alla
profondità di campo, si riesce a condensare tutti gli elementi significativi dell'evento
rappresentato. In primo piano infatti c'è il bicchiere, un cucchiaino e una boccetta di
farmaci; dietro il bicchiere il letto di Susan da cui giungono rantoli indistinti; sul fondo la
porta della camera da cui provengono colpi insistenti.
Oggi questa non sarebbe un piano sequenza perché non è una sequenza, dato che l'episodio
appartiene all'insieme narrativo più ampio. Ma a Bazin non importa: per lui è importante
porre l'accento sulla scelta di regia di rinunciare al decoupage classico e di condensare tutta
l'azione all'interno di un'inquadratura.
Per Metz invece
1. la sequenza è un sintagma filmico strettamente connesso alla dimensione narrativa del film;
2. il piano-sequenza è un sintagma autonomo, un'unità narrativa compiuta composta da
una sola inquadratura, che può non essere concepita in profondità di campo ma deve
essere a tutti gli effetti una sequenza.
Oggi per piano sequenza si intende un'intera sequenza composta da una sola inquadratura, più
o meno lunga, elaborata oppure strutturata in profondità.
LA FORMA
È sbagliato parlare di piano-sequenza per il cinema delle origini, perché all'epoca non c'era
alternativa all'inquadratura fissa, mentre invece il piano-sequenza presuppone una scelta
consapevole della regia, che non rinuncia al montaggio ma lo integra nella complessità
dell'inquadratura.
Il piano-sequenza si impose con l'avvento della modernità, a partire dagli anni'40, anche se in modo
non sistematico (Welles, Visconti, Antonioni).
Negli anni '60 viene usato nella sua carica trasgressiva dai registi della Nouvelle Vague, divenendo
così la figura della modernità per eccellenza (soprattutto Godard, ma anche Hitchcock in Nodo alla
gola o Il peccato di Lady Consadine); negli anni '70 esso viene ripreso in Manhattan di Allen; negli