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BAZIN
Figura chiave protagonista delle riflessioni riguardo al cinema coma arte e padre spirituale della
Nouvelle Vague (1919 – 1959).
Dal 1945 egli si fa interprete di una concezione del cinema differente segnata dalla IIGM.
Di fatto Bazin era un intellettuale: organizzatore di eventi, critico cinematografico che ha girato
poco di suo.
Il dibattito nasce negli anni '40 come evoluzione dei cineclub francesi: Bazin sottolinea la necessità
di uno sguardo nuovo sul cinema, più maturo e capace sul messaggio che viene ricercato e sul modo
in cui esso è comunicato.
Bazin con Volcroi e Loduca sono i fondatori dei Cahiers du Cinema (1951) a cui si fa risalire la
“politica degli autori” → estremizzazione dell'atteggiamento riconducibile ai critici francesi di
promuovere alcuni nomi contro i pregiudizi della critica dominante. Bazin eredita una concezione
del cinema in cui prevale la figura del regista in quanto coordinatore e autore. In pratica si decideva
se il regista era degno di essere considerato autore o meno.
Ma Bazin di fatto criticava la politica degli autori (che era esercitata dai suoi discepoli), perché lui
aveva solo un atteggiamento autorialista.
Prima del '45 → riflessioni sul cinema come arte a partire dalle caratteristiche che allontanano il
cinema dalla rappresentazione meccanica della realtà.
Con Bazin → Bazin eredita questa visione e la ribalta: il cinema è arte proprio perché è
riproduzione meccanica della realtà.
Bazin scrive 4 volumi di cui però lui cura solo il primo.
Ontologia dell'immagine fotografica
Si occupa di una delle caratteristiche dell'immagine fotografica.
Bazin si chiede perché esiste l'arte. All'origine di pittura e scultura ci sarebbe il complesso della
mummia.
Complesso della mummia → la religione egizia imbalsamando i defunti rispondeva a un'esigenza
fondamentale della psicologia umana: sopravvivere al passare del tempo. Fissare artificialmente le
apparenze carnali dell'essere equivale a sottrarlo al flusso del tempo e quindi sottrarlo alla morte.
L'evoluzione dell'arte non poteva che sublimare questo bisogno ancestrale di esorcizzare il tempo.
L'ossessione dominante è quella dell'immagine e della sua somiglianza.
Il ritratto non ha certo entità ontologica, ma aiuta senza dubbio a salvare il defunto dalla seconda
morte, quella spirituale.
La pittura cerca di elaborare modi per diventare sempre più simile alla realtà, fino all'invenzione
della prospettiva, che permetteva all'artista di dare l'illusione di uno spazio a tre dimensioni. La
prospettiva aveva risolto il problema delle forme ma non del movimento.
Essa si trovava divisa fra due aspirazioni:
una estetica → l'espressione delle realtà spirituali in cui il modello è trasceso dal simbolismo
– delle forme
una psicologica → che è desiderio psicologico di sostituire il mondo esterno con il suo
– doppio.
Lo fotografia e il cinema spiegano la grande crisi della pittura di inizio secolo, il cinema è l'aspetto
più evoluto del realismo plastico.
Prospettiva come peccato originale → ne svela l'ambizione.
La fotografia ha liberato le arti plastiche dalla loro ossessione per la somiglianza. Per quanto un
pittore possa essere bravo, la sua opera sarà sempre inevitabilmente soggettiva.
Ciò che fa della fotografia un mezzo più affidabile della pittura nell'imitazione della realtà è il fatto
che nel processo di riproduzione meccanica l'uomo è completamente escluso → la soluzione era
nella genesi.
L'immagine ottenuta tramite il processo meccanico può essere meno somigliante ma più
soddisfacente a livello psicologico.
L'immagine fotografica è il prodotto di una genesi da cui l'uomo è escluso.
L'originalità della fotografia rispetto alla pittura sta nella sua oggettività essenziale: per la prima
volta, tra oggetto iniziale e la sua rappresentazione si frappone solo un oggetto.
L'automatismo di questa genesi ha sconvolto la psicologia dell'immagine → l'oggettività della
fotografia le conferisce un potere di credibilità assente da ogni opera pittorica.
L'immagine fotografico è qualcosa di più che un calco approssimativo: è il modello stesso sottratto
al tempo.
La fotografia non crea eternità come l'arte, ma imbalsama il tempo, sottraendolo alla propria
corruzione.
Il cinema così appare come un compimento nel tempo dell'oggettività fotografica.
La fotografia appare come l'evento più importante nella storia delle arti plastiche: a un tempo
liberazione e compimento, ha permesso alla pittura occidentale di liberarsi dall'ossessione del
realismo e di ritrovare la propria autonomia estetica.
Il cinema è un linguaggio → il cinema migliore è quello che raggiunge le vette artistiche quando
elabora forme di linguaggio in sintonia con la sua vocazione, ovvero quella di realizzare il
complesso della mummia.
Bazin è stato il teorico del piano-sequenza, della profondità di campo, del montaggio proibito →
figure che incarnano meglio la vocazione della fotografia.
Montaggio proibito
Montaggio invisibile → montaggio realizzato per non essere percepito dallo spettatore (vedi Ombre
rosse).
Montaggio proibito → lo teorizza occupandosi di film per bambini e documentari sceintifici e
individua due diverse concezioni:
1. racconto di storie in cui gli animali sono antropomorfizzati come nei cartoni della Disney
ma con animali veri in “Una fata diversa dalle altre”. Gli animali sono addomesticati e non
fanno altro che stare fermi durante la durata della ripresa: il commento e l'ambiente
circostante e soprattutto il montaggio bastano per conferire all'animale un atteggiamento
umano. È il montaggio che mantiene lo spettacolo nella sua irrealtà necessaria.
2. In “Ballon rouge” ci troviamo davanti alla zoomorfizzazione di un oggetto, che compie
davvero quei movimenti davanti alla macchina da presa. I movimenti appaiono reali perché
appunto perché il movimento non è suggerito dal montaggio. Il trucco del palloncino che
segue il bambino dipende dalla realtà filmica, non dal cinema.
Definizione → quando l'essenziale di un avvenimento dipende dalla presenza simultanea di due o
più fattori dell'azione, il montaggio è proibito.
Il montaggio in generale non è proibito (anche perché non se ne può fare a meno), ma è proibito ai
fini della credibilità. Evoluzione del linguaggio cinematografico
Nel 1928 l'arte del cinema muto era arrivata al suo apogeo, ma è vero che gli anni fra il 1928 e il
1930 costituiscono davvero la nascita di un nuovo cinema?
Le storie del cinema di solito segnano una cesura netta fra muto e sonoro, ma l'idea di Bazin è
quella di non considerare l'avvento del sonoro come una cesura dal punto di vista del decoupage.
Dal cinema del 1920 a quello del 1940 ci sono due grandi tendenze opposte:
registi che credono all'immagine → (registi che si basano sul filmico) dove per immagine si
• intende tutto ciò che la rappresentazione può aggiungere all'immagine rappresentata,
attraverso la plasticità dell'immagine (stile della scenografia e del trucco, della recitazione,
illuminazione e angolazione) e al montaggio (che è l'organizzazione delle immagini nel
tempo e la creazione di un senso che le immagini da sole non possiedono e che rappresenta
la nascita del cinema come arte: il che lo differenzia davvero dalla semplice fotografia
animata facendone un linguaggio). Il montaggio può essere:
invisibile → lo scopo è quello di non essere percepito
• montaggio alternato → alterna spazi diversi in un regime di contemporaneità
• montaggio accelerato → dare l'illusione dell'accelerazione senza ricorrere a vere
• immagini di velocità mediante la moltiplicazione di inquadrature sempre più
brevi
montaggio delle attrazioni → rafforzamento di senso di un'immagine mediante
• l'accostamento a un'altra immagine che non appartiene necessariamente allo
stesso avvenimento. Il procedimento è molto vicino al principio la pratica
dell'ellissi, del paragone o della metafora
Quindi attraverso le immagini plastiche e il montaggio il cinema dispone di modi per
imporre la propria visione del mondo allo spettatore. Possiamo ritenere che, alla fine del
cinema muto, questo arsenale fosse completo. Il suono ha un ruolo subordinato e
complementare.
registi che credono alla realtà → registi che incarnano l'idea di cinema di Bazin, che
• non ricorrono al montaggio per la credibilità
◦ hanno un'idea di realtà che corrisponde all'idea di realtà dello spettatore. La realtà esiste
◦ in continuità spaziotemporale
i procedimenti usati da loro sono:
il montaggio proibito
• campo totale
• profondità di campo
• piano-sequenza
• piano di insieme
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Tra il 1930 e il 1940 si sono affermati soprattutto a Hollywood dei generi:
la commedia americana
• il burlesque
• i film di danza e il musical
• i film polizieschi e di gangster
• il dramma psicologico e di costume
• il film fantastico e dell'orrore
• il western
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Nello stesso periodo, il secondo film del mondo è quello francese. La sua superiorità si afferma
nella tendenza chiamata realismo nero o poetico.
In questi due produzione si può definire il cinema parlato dell'anteguerra come un film maturo e
completo:
nel contenuto → grandi generi dalle regole ben elaborate
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