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Lo stesso vale per un’altra componente del capitale circolante: le rimanenze di magazzino.
Facciamo un esempio: nel corso dell’anno acquisti merce per 200 mila euro,le rimanenze finali di
merce ammontano sempre a 200 mila euro, cioè, in altre parole, tutto ciò che hai comprato è in
magazzino a fine anno, supponendo ovviamente che non ci siano state rimanenze iniziali. Il nostro
magazzino si è incrementato di 200 mila euro. Qual è il reddito operativo di un’azienda che ha
acquistato merci per 200 mila euro,aumentato il proprio magazzino di 200 mila euro, non avendo
venduto nulla? Zero!
Ovviamente se io quella merce l’avessi pagata avendo un esborso per il mio magazzino
( l’acquisto di merci è un costo da rinviare al futuro) , ho pagato ciò che è nel mio magazzino ,
ovviamente il flusso di cassa di questa merce che ho acquistato sarà a meno 200 mila euro.
Come ci si arriva seguendo questa logica? Parti dal risultato operativo di zero, e sottrai
l’incremento delle rimanenze di magazzino, incremento delle rimanenze di magazzino che non è
altro che un esempio di incremento del capitale circolante. Quindi, essendosi incrementato il
magazzino il risultato operativo sarà -200 mila euro, tenendo conto dell’esborso legato al
magazzino. Ragioniamo ancora un attimo sul magazzino, l’anno dopo quest’azienda vende a
prezzo di costo le sue rimanenze dell’anno precedente e incassa il corrispettivo della vendita,
se io vendo a 200 mila euro della merce che avevo acquistato l’anno precedente e che non avevo
consumato l’anno precedente, quant’è il reddito del secondo anno? Zero! Perché alla fine hai
venduto al prezzo d’acquisto, per cui il reddito sarà uguale a zero. Flusso di cassa di quell’anno? +
200 mila euro, perché hai avuto in incasso. Come si arriva secondo quest’approccio? Reddito
uguale a zero però si è decrementato il magazzino avendo venduto le merci presenti nello stesso a
prezzo di costo. Quindi, reddito =0 sommato al decremento delle rimanenze.
Quindi, la regola è: se l’incremento del capitale circolante netto si sottrae, l’incremento si somma.
Ultimo esempio, ragioniamo sui debiti vs fornitori: alla fine del primo anno abbiamo per esempio
debiti vs fornitori pari a 80 mila euro ,mettendo insieme queste 3 informazioni (acquisti merci per
200 mila, questa merce è in rimanenza a fine anno e viene valutata al costo d’acquisto, debiti vs
fornitori 80 mila euro). Il reddito sarà pari a zero. Perché il reddito ovviamente è ciò che ho
consumato meno ciò che ho venduto, in questo caso, non abbiamo consumato né venduto nulla. Il
flusso di cassa dell’anno qual è ? – 120 !
Come ci arrivo usando quest’approccio? Parto dal risultato operativo pari a zero, sottraggo
l’incremento del magazzino (- 200 mila euro) e aggiungo l’incremento del debito vs fornitori (+80
mila euro). L’incremento del debito vs fornitori ovviamente rappresenta degli acquisti che non sono
stati pagati e quindi, nella somma algebrica vanno presi come somma in quanto componenti
negative del capitale circolante netto.
Nel secondo anno, l’azienda vende al prezzo di costo le rimanenze dell’anno precedente,
supponiamo che incassi il corrispettivo della vendita e paga i fornitori dell’anno precedente.
Reddito del secondo anno = 0, in quanto abbiamo venduto a prezzo di costo le rimanenze
dell’anno precedente. Quant’è il flusso di cassa del secondo anno? +120. Perché ho avuto incassi
per 200 e ho pagato i fornitori per 80. Si parte dunque dal risultato operativo pari a zero, non
abbiamo alcuna variazione legata ai crediti (abbiamo supposto che siano pari a zero in entrambi gli
anni), abbiamo un decremento delle riserve di magazzino, quindi 0 + 200 mila = 200 mila ( il
decremento del magazzino viene sommato) , meno il decremento dei debiti vs i fornitori , perché
se i debiti vs i fornitori diminuiscono significa evidentemente che ho pagato qualche debito che
avevo e quindi ho un flusso di cassa negativo quando c’è il decremento dei debiti vs i fornitori.
Questa somma algebrica: 0 + 200 – 80 = 120 è il risultato del flusso di cassa del secondo anno.
Quindi, partendo dal risultato operativo, sottrai le imposte, somma gli ammortamenti e gli
accantonamenti perché sono componenti negative del risultato operativo a cui non si associano
però delle uscite ( quindi si possono eliminare) , sottrai la variazione del capitale circolante (dove la
regola è: sottrai gli incrementi, somma i decrementi del capitale circolante), arrivi così al flusso di
cassa della gestione corrente, poi c’è un’altra variazione legata alla variazione degli investimenti
operativi (investimenti in immobilizzazioni legati all’attività operativa dell’impresa) (ovviamente il
segno è sempre lo stesso, sottrai gli incrementi, e somma i decrementi, perché ovviamente se ho
acquistato un’immobilizzazione, quell’operazione può aver comportato un esborso di cassa legato
al pagamento che dovrò sostenere per l’acquisto dell’immobilizzazione, quindi, nuovi acquisti
saranno presi col segno negativo, vendite di immobilizzazioni saranno prese con segno positivo
perché incrementano la cassa ).
Questa serie di rettifiche ci porta ad aver stimato il flusso di cassa della gestione operativa, che
avendo a riferimento esclusivamente la gestione operativa non considera entrate ed uscite legate
alla gestione finanziaria , per questo viene detto Flusso di cassa Unlevered. Quindi nella
versione unlevered si tratterà di stimare anno dopo anno i flussi di cassa attesi per l’impresa
almeno per un certo numero di anni e poi fare la stima del valore terminale.
Cosa cambia invece col flusso di cassa Levered? Il flusso di cassa Levered, che tiene conto anche
dei flussi di cassa legati all’indebitamento, aggiunge ulteriori variazioni (legate alle entrate e alla
uscite della gestione finanziaria dell’impresa) a quelle precedentemente viste.
Col segno meno considereremo gli interessi passivi al netto di quelli attivi,
per esempio l’indebitamento,paradossalmente, nuovi debiti significa che la cassa disponibile per gli
azionisti aumenta . Ragionate in questi termini:dobbiamo calcolare non il flusso di cassa della
gestione operativa ma il flusso di cassa disponibile per gli azionisti, quindi, l’accensione di nuovi
debiti per l’impresa implica un aumento della liquidità e quindi, a questo punto, l’accensione di
nuovi debiti va a questa somma algebrica rappresentata con il segno positivo perché è un flusso di
cassa positivo associato alla gestione finanziaria, poi , ovviamente bisogna tenere conto anche dei
flussi monetari legati alla dinamica del capitale proprio. Questi sono i flussi di cassa totali
dell’azienda, in quanto tengono conto sia dei flussi di cassa della gestione operativa sia di altri
flussi di cassa che derivano dalla gestione dei finanziamenti compreso la gestione del capitale di
proprietà, in quanto posso far aumentare la liquidità aziendale accendendo nuovi debiti o mediante
azioni legate al capitale proprio, pagando interessi passavi alla banche e via dicendo…
Quello che si ottiene è un flusso di cassa netto per gli azionisti, si chiama “netto per gli azionisti”
perché ha già scontato la remunerazione dei finanziatori dell’impresa perché gli interessi passivi
sono stati già considerati, gli interessi passivi che si vanno a pagare in un anno sono stati già
considerati col segno meno, quindi questo flusso di cassa residuo è un flusso di cassa che serve a
remunerare soltanto gli azionisti in quanto la remunerazione dei finanziatori esterni è stata già
considerata a monte nel calcolo della grandezza in questione. Infatti si chiamano flussi Levered
perché tengono conto dell’indebitamento dell’impresa,attraverso tutte queste rettifiche abbiamo
preso in riferimento i flussi di cassa legati alla gestione finanziaria dell’impresa.
Il discorso dei tassi di attualizzazione -> I flussi levered , poiché sono flussi di cassa netti
disponibili per gli azionisti , e quindi hanno tenuto conto dell’indebitamento dell’impresa in relazione
ai flussi di cassa legati alla gestione finanziaria, attraverso tutte queste rettifiche, i flussi di cassa
vengono attualizzati al costo opportunità del capitale proprio, quindi, a quel tasso che noi avevamo
calcolato anche con riferimento al metodo reddituale, perché lì era reddito netto , qui è flusso di
cassa netto disponibile per gli azionisti, che, ha già scontato nella grandezza da attualizzare i flussi
di cassa legati alla gestione finanziaria dell’impresa, e quindi, quelli che restano da remunerare
con questo flusso di cassa sono solo gli azionisti .
Quest’altro flusso di cassa essendo un flusso di cassa della gestione operativa che non ha tenuto
conto dei flussi di cassa legati alla gestione finanziaria andrà attualizzato ad un tasso diverso che è
detto costo medio ponderato del capitale investito, che non è nient’altro che la media ponderata
del costo del capitale proprio e del costo del capitale preso a prestito. Finora non abbiamo
considerato gli effetti della gestione finanziaria,la situazione finanziaria dell’impresa l’andiamo a
recuperare nel tasso di attualizzazione che è la media ponderata del costo del capitale proprio e
del costo del capitale preso a prestito.
Mentre il costo del capitale proprio è dato dalla solita formula:
K β
=rf + (rm−rf )
e
Quindi è il solito costo opportunità del capitale proprio calcolato , il costo medio ponderato del
capitale investito che, in lingua inglese viene chiamato “WACC” è la media del costo del capitale
proprio e del costo del capitale preso a prestito, adesso lo vediamo attraverso un esempio
numerico e poi ragioniamo un po’ meglio su questa grandezza. Immaginate un’impresa in cui il
costo del capitale proprio sia pari a 9%, in questo caso dato che dobbiamo calcolare il costo medio
ponderato del capitale investito, non ci interessa solo il capitale proprio ma, dobbiamo vedere
anche qual è il costo del capitale preso a prestito . Costo del capitale preso a prestito che è
sostanzialmente l’interesse che tu paghi ai tuoi finanziatori.
Secondo voi, nella logica della finanza, il costo del capitale preso a prestito rispetto al costo del
capitale proprio dovrebbe essere più alto o più basso? Più basso! Almeno nella maggioranza dei
casi. Chi presta il denaro supporta meno rischi di chi quel denaro lo va a portare come capitale di
proprietà, quindi, è ovvio che la remunerazione che dovrebbe avere