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Proprietà della similitudine tra matrici
Date due matrici A e B di dimensione n × n e di tipo K, diremo che A è simile a B se esiste una matrice C di dimensione n × n e di tipo K invertibile tale che C-1AC = B (*).
La similitudine è una relazione di equivalenza.
Dimostrazione:
Proprietà riflessiva: Sia A una matrice di dimensione n × n e di tipo K. Osserviamo che I = I-1. Allora IAI = A implica A ~ A.
Proprietà simmetrica: Supponiamo A ~ B. Moltiplicando ambo i membri della (*) a sinistra per C-1 e a destra per C-1, otteniamo A = C-1BC-1. Poniamo D = C-1, quindi C = D-1. Vale allora DBD = A e questo prova che B ~ A.
Proprietà transitiva: Supponiamo che A ~ B e B ~ D. Dobbiamo dimostrare che A ~ D. Quindi, oltre alla (*), vale una relazione del tipo EBE = D, dove E è una matrice invertibile. Sostituendo l'espressione di B data dalla (*) nell'ultima equazione otteniamo ECACE = D. Poniamo F = CE. Per la proprietà "(AB)-1 = B-1A-1", F è invertibile e vale F = EC, e quindi sostituendo in ECACE = D si ottiene A ~ D.
F AF = D, da cui A ~ D.
Dimostrare che se A e B sono due matrici quadrate d'ordine n, invertibili, ad elementi in un campo K, allora anche AB è invertibile e (AB)^-1 = B^-1 A^-1.
Dim.: poniamo X = AB e Y = B^-1 A^-1. Usando più volte la proprietà associativa del prodotto tra matrici, si ottiene:
XY = A(BB^-1)A = (AI)A = AA = I
YX = B(AA^-1)B = (BI)B = BB = I
Quindi X è invertibile e Y è la sua inversa.
Enunciare e dimostrare la formula per il calcolo delle radici n-esime di un numero complesso.
Dim.: Esprimiamo α e l'incognita z in forma esponenziale ∈ ℝ,iθ iϕ
α = ρe^(iθ), z = σe^(iϕ), ρ, θ, σ, ϕ ρ, σ > 0.
Vale: ↔ ↔ n iϕ n iθ n iϕ iθ
z^n = α(σe^(iϕ))^n = ρe^(σn e^(iϕ)) = ρe^(iθn) ↔ { {nϕ = θncoefficienti reali, allora anche il suo coniugato complesso α* è una radice dello stesso polinomio. Quindi, P(α) = (α - α*)Q(α). Ma poiché i coefficienti di P(z) sono reali, allora P(α) = 0. Quindi, (α - α*)Q(α) = 0. Ora, se α ≠ α*, allora Q(α) = 0, il che significa che α è una radice di Q(z). Quindi, il polinomio P(z) è divisibile per il polinomio di grado due (z - α)(z - α*), a coefficienti reali.
coefficienti reali, allora anche è una radice del polinomio”, vale P(α) = 0; inoltre dall’ipotesi αα α)Q α)Qsegue - α ≠ 0. Quindi Q(α) = 0 ed esiste un polinomio Q (z) tale che Q(z) = (z - (z). Ciò implica P(z) = (z - α)(z - (z).1 1 1α 2Per la proprietà enunciata prima e per “α + = 2a = 2ℜ(α); αα = |α| ”, il polinomio a coefficienti realiα) α)z2R(z) = (z - α)(z - = z - (α + + ααè un divisore di P(z).5. Enunciare il Teorema Fondamentale dell'Algebra e dimostrare come sua conseguenza che ogni polinomio di grado n>0 acoefficienti complessi si scompone nel prodotto di n polinomi di primo grado a coefficienti complessi.Teorema fondamentale dell’Algebra: Data l’equazione di grado n nell’incognita complessa zn n-1a z + a z + … + a z + a = 0 (#)n n-1 1 0∈ ℂ,dove a , a , …,
a , a a ≠ 0 e n > 0, essa ha almeno una soluzione nel campo complesso.n n-1 1 0 n
Ogni polinomio di grado n>0 a coefficienti complessi si scompone nel prodotto di n polinomi di primo grado a coefficienticomplessi.
Dim.: il teorema fondamentale dell’Algebra afferma l’esistenza di una soluzione dell’equazione (#) che chiameremo α .1
In virtù del teorema di Ruffini, il polinomio P(z) = (#) è divisibile per z - α , dove P(z) = (z - α )P (z) e P (z) è un polinomio di1 1 1 1grado n - 1. Se n > 1, si può applicare nuovamente il t.f.A. a P (z) = 0 e nuovamente il t.d.R., ottenendo P = (z – α )P (z).1 1 2 2
Applicando iterativamente i 2 teoremi è possibile ottenere P (z) = (z - α )P (z), dove P (z) è un polinomio di grado 0;n-1 n n nne segue P (z) = a . Vale quindi: P(z) = a (z - α )(z - α ) … (z - α ).n n n 1 2 n
6. Definire la nozione di somma e di somma diretta di
- La somma di 2 sottospazi W e W di uno s.v. V è definita come: W + W = {w + w |w ∈ W , w ∈ W }
- La somma di 2 sottospazi W e W di uno s.v. V è diretta se ogni vettore in W + W si esprime in un unico modo come somma di un elemento di W e uno di W (si denota talvolta con W ∩ W ).
Se W e W sono sottospazi di uno s.v. V, allora la somma W + W è diretta se e solo se W ∩ W = {0}.
Dim.: "⇒" Se 0 ∈ W ∩ W, perché W ∩ W è un sottospazio. Supponiamo v ∈ W ∩ W e poniamo w = w' = v, w = w' = 0. Si ha:
w + w' = w' + w'; w, w' ∈ W, w, w' ∈ W
Per definizione di somma diretta, tali relazioni implicano w = w', cioè in W ∩ W = {0}.
W non può essere altro che v = 0.⋂1 1 1 2“⇐” Supponiamo che valgano le relazioni ∈ ∈u + u = u’ + u’ ; u , u’ W , u , u’ W1 2 1 2 1 1 1 2 2 2Allora, il vettore y = u - u’ = u’ - u appartiene sia a W che a W , quindi appartiene a W W , e quindi y = 0.⋂1 1 2 2 1 2 1 2Ciò implica u = u’ e u = u’ .1 1 2 2 F7. Dimostrare che se la famiglia di vettori = v , ..., v è linearmente dipendente, allora uno di tali vettori si puo esprimere1 rcome combinazione lineare dei rimanenti, e viceversa.Dim.: “⇒” Per ipotesi esistono degli scalari x , x , …, x , non tutti nulli, tali che1 2 rx v + x v + … + x v = 01 1 2 2 r rUno dei coefficienti, chiamiamolo x , è dunque diverso da zero. Si può ricavare quindi vj jx v = -x v - x v - … - x v - x v - … - x vj j 1 1 2 2 j-1 j-1 j+1 j+1 r rv = -(x /x )v - (x /x )v - … - (x /x )v - (x /x )v -... - (x1/x1)v1 + j1 + 2j2 + j-1 + jj-1 + jj+1 + jj + rj + rv è ora combinazione lineare dei rimanenti.
"⇔" Supponiamo che v sia combinazione lineare dei rimanenti, quindi v = a1v1 + ... + arvr. Ciò implica 1v - a1v1 - ... - arvr = 0;
1 1 2 2 r r
1 2 2 r rF Fa v vi è una combinazione lineare di a coefficiente 1 (non nullo), quindi è linearmente dipendente.
18. Enunciare e dimostrare il teorema di Rouche-Capelli (condizione di compatibilità di un sistema lineare).
t.R.C: Un sistema lineare è compatibile se e solo se il rango della sua matrice incompleta è uguale al rango della sua matrice completa.
1 2 n
Dim.: un sistema lineare di m equazioni a n incognite nel campo K può essere riscritto come x1A1 + x2A2 + ... + xnAn = B.
1 2 n
Questo sistema è compatibile se e solo se esistono a1, a2, ..., an ∈ K tali che a1A1 + a2A2 + ... + anAn = B, cioè se e solo se
1 2 n
∈ ⟨A⟩.
nB , A , …, A ∈ ∈ ⟨v ⟩ ⟩
Dalla proposizione “dati v , v , …, v , u V , vale u , v , …, v sse dim⟨v , v , …, v = dim⟨v , v , …, v , u⟩”, ciò equivale a1 2 n K 1 2 n 1 2 n 1 2 n⟩1 2 n 1 2 ndim⟨A , A , …, A = dim⟨A , A , …, A , B⟩; viste le definizioni di rango, matrice completa C e matrice incopleta A, ciò equivale arkA = rkC. →9.
Siano V e W due spazi vettoriali e L : V W un'applicazione lineare. Dimostrare che l'applicazione L è iniettiva se e solo seK Kker L = {0 }.V ∈Dim.: “⇒” L'ipotesi è che L sia iniettiva e la tesi è ker L = {0 }. Vale 0 ker L perchè L è un sottospazio.V V∈Consideriamo v ker L; quindi, L(v) = 0 = L(0 ). Siccome per ipotesi L è iniettiva, ne segue v = 0 .W V V∈“⇐” Consideriamo v , v V tali che L(v ) = L(v ). Ciò implica:1 2 1 2 ⇒L(v ) - L(v
<p>) = 0 L(v ) + (-1)L(v ) = 01 2 W 1 2 W</p>
<p>Per la prima condizione di applicazione lineare ciò implica:L(v ) + L((-1)v ) = 01 2 W</p>
<p>Per la seconda condizione di applicazione lineare ciò implica:⇒ ⇒ ∈L(v + (-1)v ) = 0 L(v – v ) = 0 v – v ker L.1 2 W 1 2 W 1 2</p>
<p>Siccome per ipotesi ker L = {0 }, l'ultima condizione implica v – v = 0 , da cui v = v . Quindi L è iniettiva.V 1 2 V 1 2 ⇒M10.</p>
<p>Descrivere una corrispondenza biunivoca tra (m × n, K) e l'insieme di tutte le applicazioni K K lineari. Dimostrarne lan mbiiettività.La legge che associa ad una matrice un'applicazione lineare costituisce una corrispondenza biunivoca≅ ⇒M(m × n, K) Lin (K K )n m ⇒M(mfra l'insieme delle matrici del tipo × n, K) e l'insieme delle applicazioni lineari K K .n mIn simboli: f = L M(f)A = M(L )A⇒ M(mper ogni applicazione lineare K K ed ogni matrice del tipo × n, K).n m ↦ ↦Dim.:</p>
occorre dimostrare che le corrispondenze A L e f M(f) sono inverse tra loro.
Si consideri il doppio passaggio f M(f) L. Si ha:
M(f) ni=1 ni=1∑ x xL (x) = M(f)x = [f(e )|f(e )|…|f(e )]x = f(e ) = f(∑ e ) = f(x)i iM(f) 1 2 n i idove x = (x , x , …, x ) è il vettore colonna.1 2 n
Si consideri il doppio passaggio A L M(L). Si ha:
A AM(L ) = [L (e )|L (e )|…|L (e )] = [Ae )|Ae )|…|Ae )] = [a |a |…|a )] = AA