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Le sigle anglofone (CAE - Computer Assisted Education e CAI - Computer Aided Instruction) e

francofone (EAO - Einsegnement Assiste par Ordinateur ) con le quali si denominarono le

́

esperienze di uso del computer nei sistemi scolastici e formativi, non rendono ragione della

innovazione prodotta in tutto il mondo dagli studi, dalle ricerche empiriche e dalle proposte di

Gagne, Mager, Briggs, Gilbert, Glaser, Detedine, Stolurow, Pask, Landa, Tyler, Frank, ecc. sulle

̀

teorie dell'apprendimento, sull'individualizzazione dell'insegnamento, sulla formazione delle abilità

e delle competenze, sulla programmazione per obiettivi, sull'organizzazione del curricolo, sulla

valutazione dei risultati.

Gli anni "60 e "70 videro la riflessione matura sul sistema complessivo dei media nell'educazione,

in particolare di quelli audiovisivi, a partire dalle provocazioni di Mc Luhan, che tagliava

nettamente con l'interpretazione sociologica delle comunicazioni di massa.

Le rivoluzionarie tesi di Mc Luhan, ispirate a H. Innis, esaltarono i media come "protesi"

fisiopsicologiche dell'uomo, determinanti nell'influenzare non solo le modalità percettive ma anche

i modi di conoscere. I media “caldi” e “freddi” dominano cosi le differenti civiltà, per cui W. Ong

̀

può parlare di “ere” orale-aurale, alfabetico-guthemberghiana, elettrico-elettronica e R. Cloutier

parla delle quattro "stagioni" della comunicazione (interpersonale, d'élite, di massa, dei self-media).

Nel 1974 gli psicologi americani dell'educazione Olson e Bruner, sviluppando la linea mcluhaniana,

affermano nel noto saggio Learning through Experience and Learning through Media che i vari

sistemi simbolici collegati ai diversi media producono "specifici modelli di abilita mentali"

̀

determinando cosi i processi dell'apprendimento e della conoscenza e quindi ciò che chiamiamo

̀

intelligenza. Gavriel Salomon, studiando nello stesso periodo la specificità dell'immagine fissa e

cinetica nello sviluppare attitudini particolari nell'apprendimento, offre supporti sperimentali di

qualità a queste posizioni, con alcune indicazioni operative circa i diversi sistemi simbolici da

scegliere in situazione formativa. Queste ricerche incrociarono per tutti gli anni '70, una precedente,

più completa e raffinata prospettiva di studi sul cinema e sugli audiovisivi.

Lo "stile" di complessità della cultura francofona ebbe negli anni "70 anche un'influenza

riequilibmtrice rispetto ad una miglior definizione delle "tecnologie educative". Cosi ai tre Rapporti

̀

americani di chiara finalizzazione "amministrativa" e pragmatica per cambiare i sistemi scolastici e

formativi, si oppongono quattro Rapporti europei nei quali la tecnologia non e solo applicazione dei

̀

media al miglioramento dell'istruzione, ma riflessione della pedagogia e delle scienze

sull'educazione sulla natura, le funzioni e l'uso delle macchine nei processi di insegnamento e

apprendimento.

Nel saggio Il processo e il messaggio del 1979, potevamo affermare che la pedagogia e la didattica

̀

avevano finalmente portato a compimento un faticoso cammino critico nei confronti dei media

nell'educazione e che si stava aprendo una nuova epoca in cui centrale sarebbe diventata la

"comunicazione educativa integrata" con un "sistema multimediale" guidato dalla "tecnologia

didattica" e qualificato dai "processi" linguistici e logici di strutturazione del sapere.

2.1.c L’ultima fase dello sviluppo: multimedialità e interattività

In campi da sempre separati non solo sul piano industriale ma anche su quelli professionale,

scientifico, culturale e perfino dell'immaginario collettivo, si e avviata una fase di "ibridazione

̀

tecnologica" che sta sconvolgendo il panorama dei media dell'informazione e della comunicazione.

Nell'era elettronica, come spiega bene Ithiel de Sola Pool, tutti i media nati analogici sono sottoposti

a processi di digitalizzazione e di computerizzazione, per cui qualunque testo scritto, sonoro,

iconico (statico e cinetico) può essere conservato su supporti fisici e/o trasmesso in tempo reale

attraverso cavi e satelliti. Analogico e digitale unendosi l'uno all'altro stanno "procreando"

newmedia.

Se facciamo riferimento al 1986 - anno in cui usci la prima pubblicazione in CD-ROM destinata al

̀

grande pubblico, l'Academic American Encyclopedia della Grolier venivano elencati già 26

newmedia, a partire dal CD che aveva portato ad decesso la musica analogica nel 1985, fino al DAT

(Digital Audio Tape) la cui diffusione fu bloccata in quell'anno dall'industria musicale ancora oggi

in lotta fra gli standard Sony e Philips. Cosi avvenne per i VCR (Video Cassette Recorder) che con

̀

lo standard VHS hanno vinto la battaglia del consumer nei confronti dei VD-I ( Video Disk-

Interactive) oggi usati principalmente in ambito formativo connessi quasi sempre al Personal

Computer.

Milioni di PC collegati al telefono attraverso i modere hanno aperto la strada alla comunicazione

telematica tramite reti, di cui Internet e la regina. Computer-conferenze e videoconferenze

̀

permettono una comunicazione asincrona e sincrona. Laser e cavi a fibre ottiche stanno

rivoluzionando il sistema delle comunicazioni mondiali. L'industria telefonica si allea con quella

informatica e questa con quella televisiva (già 80 satelliti costruiscono l'iconosfera del mondo)

perché I'ISDN (Integrated Services Digital Network) ha bisogno del MPC (Multimedia Personal

Computer) e questo deII'HDTV (High Definition Television) e di tutte le periferiche, per

trasformare ogni utente in un manipolatore di informazione in grado di "personalizzare i media".

Alla radice del proliferare dei newmedia vi e una ricerca "interdisciplinare" in cui si investono

̀

milioni di dollari e che riguarda l'editoria elettronica, la televisione interattiva, l'applicazione

dell'informatica alla cinematografia, le interfaccia uomo-macchina, l'animazione e la

computergrafica, l'olografia, il linguaggio visivo, l'intelligenza artificiale, la realtà virtuale.

Quest'ultimo termine, coniato solo nel 1989, sta aprendo esperienze finora dominio della

fantascienza.

Non sempre alla base dei newmedia vi sono costose ibridazioni tecnologiche. Quando nel 1988

Theodor Holm della Autodesk trasferì su CD-ROM il “sistema di letteratura globale”, i prezzi dei

lettori di CD-ROM crollarono. Si e aperta una stagione di grande creatività nella produzione

̀

ipertestuale i cui esiti sono imprevedibili, se solo pensiamo che dopo il primo romanzo elettronico

Afternoon scritto nel 1987 da Michel Joyce, al Salone del Libro di Torino nel 1993 e stato

̀

presentato RaDio di Lorenzo Miglioli, primo "elettrolibro" italiano su IBM e Mac. Michel Benedikt

in Cyberspace ci presenta appunto questo mondo di reti, di siti e di link,

di interlocutori infiniti dove "l'uomo comune e l'esperto possono cercare, manipolare o controllare

direttamente l'informazione, essere intrattenuti o istruiti, cercare la solitudine o la compagnia,

acquisire o perdere il potere... vivere o morire quando vogliono".

Sicuramente negli anni "80 tutti i Paesi industrializzati, adottando "piani nazionali" specifici per

introdurre il computer in modo sistematico nei sistemi formativi, pensavano sostanzialmente di

aggiungere agli altri un medium didattico importante e soprattutto richiesto dalle organizzazioni del

lavoro e dal sistema sociale.

E’ partito un programma nazionale di sviluppo per dotare entro il 2000 tutte le scuole di stazioni

multimediali e formare negli insegnanti le competenze per usare sistematicamente le tecnologie

didattiche. Per la prima volta, infatti, gli studi e le ricerche generali sui newmedia sono

sorprendentemente analoghi a quelli specifici su- gli “ambienti d'apprendimento multimediali e

a a

interattivi”. In ambedue i casi alle comunicazioni di massa (I fase dei media) e di gruppo (II fase

dei media) in cui comunque si era "lettori, ascoltatori o spettatori" stanno

a

subentrando le tecnologie della comunicazione (III fase dei media) in cui finalmente si può dar vita

ad una comunità di "selezionatori, manipolatori, creatori".

2.2 Cultura dei media e cultura della scuola

L'esperienza quotidiana dell'insegnare e dell'apprendere conferma, infatti, l'uso sistematico di

tecniche e di mezzi per condurre e sostenere sia processi di comunicazione sia attività operative

(mentali e/o sensoriali) nei processi di conoscenza della realtà. La stessa storia del- le innovazioni

didattiche nell'insegnamento in generale e nelle specifiche aree scientifico-disciplinari è

strettamente connessa all'invenzione, alla sperimentazione e all'adozione di nuovi materiali, di

nuovi media, di nuove tecniche.

Dalla fine degli anni '70 l'introduzione e l'uso sistematico dei media nella scuola, infatti, avviene

secondo due linee didattico-operative ben definite: la prima previlegia le componenti tecnico-

funzionali a supporto dei processi comunicativi che determinano le attività formative; la seconda

considera le componenti linguistico-strutturali dei nuovi testi simbolico-espressivi a supporto di

innovazioni qualitative nei processi di apprendimento dei saperi.

2.2.a La linea didattico-operativa tecnologica

All'interno della prima linea didattico-operativa e tenendo conto dell’evoluzione delle tecnologie

dei materiali, dell'energia e delle astrazioni i media si sono imposti attraverso le loro caratteristiche

di:

a. registrazione su materiali diversi, resistenti nel tempo, di messaggi che rappresentano e

codificano la realtà, utilizzando segni analogici e digitali;

b. moltiplicazione dei messaggi e quindi diffusione presso una utenza di massa, in grado di

confrontarsi direttamente con l'opera, riproducibile tecnicamente fino ad annullare la differenza tra

originale e copia;

c. trasmissione a distanza dei messaggi a diversa base segnica (analogica e digitale) con la

progressiva riduzione degli spazi fino alla contemporaneità fra emissione e ricezione di testi, suoni,

immagini. Queste tre componenti tecnico-funzionali hanno innescato innovazioni comunicative sia

nelle attività di insegnamento e di apprendimento interne alla scuola sia nel trasferimento della

scuola o meglio dell'istruzione nei media attraverso la formazione a distanza. I mezzi visivi, sonori,

audiovisivi, informatici, telematici hanno cosi contribuito a migliorare, da un lato, le modalità della

̀

comunicazione didattica tra insegnanti e allievi e dall'altro lato la didattica delle discipline

(scientif

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Publisher
A.A. 2014-2015
7 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher criant71 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Luciani Luca.