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CONTATTO

CODICE

Il linguaggio è studiato nella totale varietà delle sue funzioni. Per avere un quadro di tali funzioni serve una

rassegna dei fattori costituenti di ogni processo linguistico, quindi di ogni atto di comunicazione verbale.

Per capire l’atto comunicativo, bisogna capire i fattori, quindi come si costituisce l’atto. Il MITTENTE invia il

MESSAGGIO al DESTINATARIO. Per essere operante il messaggio richiede:

 Un riferimento al CONTESTO ( = referente, secondo una terminologia ambigua) che ossa essere

afferrato dal destinatario e che sia verbale o suscettibile di verbalizzazione

 L’essere un CODICE.

 La presenza di un CONTATTO che può essere sia un canale fisico, sia una connessione psicologica

tra mittente e destinatario che consenta di stabilire e mantenere la comunicazione.

Il CONTESTO (detto REFERENTE) è la situazione comunicativa concreta/pragmatica.

ES. Leopardi è l’autore di “A Silvia”.

Leopardi è un grande poeta di Recanati.

Le frasi hanno lo stesso referente, ma non hanno lo stesso senso.

 DEITTICO: qualcosa che indica, ma non significa. Ha un senso in base a ciò che indica. (Es. I nomi

propri che indicano una persona, oggi).

Il REFERENTE è la REALTA’ ALLA QUALE CI SI RIFERISCE e non ha a che fare con il senso della frase; tuttavia

se non esiste ciò a cui ci si riferisce, il referente non ha senso. Il CONTESTO al quale mi riferisco deve essere

verbale: un testo linguistico, o suscettibile di verbalizzazione; deve essere, cioè, qualcosa che si può dire

con parole e qualcosa di traducibile.

Oggi si parla i SIGNIFICATO e SENSO come di sinonimi e diverso da questi è il REFERENTE. L’idea di SENSO

VERBALE ( autore di “A Silvia”; grande poeta di Recanati) è diversa da quella di SENSO REFERENZIALE

(Leopardi).

Jakobson, però preferisce usare il termine CONTESTO e non referente per indicare qualcosa di afferrabile

dal destinatario e che sia verbale o suscettibile di verbalizzazione (proposizione o testo), ovvero qualcosa

che sia TRADUCIBILE.

Per avere un messaggio ci deve essere il riferimento ad un contesto e la disponibilità di un CODICE (lingua

se parliamo di comunicazione).

Jakobson fa un discorso riguardo al contesto e al significato: per comprendere quest’ultimo bisogna tener

conto del primo e spiega il MECCANISMO DELLA TRADUZIONE, nel saggio “Aspetti linguistici della

traduzione”. Egli parte da una polemica avuta con Russel (neopositivista): secondo Russel nessuno può

comprendere la parola “formaggio” se prima non ha una esperienza non linguistica del formaggio; secondo

lui il SIGNIFICATO di una parola è legato all’ESPERIENZA EMPIRICA IMMEDIATA della REALTA’ SIGNIFICATA (

alla quale fa riferimento la parola). Solo se si mangia il formaggio, si sa cosa è il formaggio.

Chiedersi che cosa significa “mela” è uguale a chiedersi che cosa è una mela e fa riferimento all’esperienza;

richiede dunque una TRADUZIONE.

Se fosse vera l’idea di Russel e dei Neopositivisti tutti i termini che si riferiscono ad enti astratti non

esisterebbero.

Per Jakobson, quando chiedo il SIGNIFICATO chiedo una TRADUZIONE, anche se l’esperienza è

fondamentale per conoscere. Il riferimento all’esperienza, infatti, è fondamentale per conoscere qualcosa,

ma noi in mente abbiamo dei CONCETTI, delle ENTITA’ EMPIRICHE.

Per Russel l’ESPERIENZA è IMMEDIATA.

Per Jakobson l’ESPERIENZA è FONDAMENTALE, ma non serve che sia esperienza significata (non serve che

qualcosa sia legato ad un’esperienza immediata, ma serve che sia TRADUCIBILE).

Rifacendoci all’ esempio del formaggio, non serve che si presenti il formaggio (come per Russel), ma si

spiega cosa significa usando termini ed esperienze già fatte (Jakobson).

TRADUZIONE

Una traduzione consiste nell’’esprimere un senso con un altro testo e si definisce come il passaggio tramite

il quale si mantiene costante il senso.

Il meccanismo traduttivo non consiste nel passare da una lingua ad un’altra, ma è il DIRE LA STESSA COSA

USANDO UN ALTRO TESTO.

Se il testo di partenza è in italiano, il testo di arrivo può essere realizzato in 3 MODI diversi ( 3 tipi di

traduzione):

1. TRADUZIONE ENDOLINGUISTICA: si può dire la stessa cosa usando la stessa lingua.

Es. la Parafrasi è una traduzione che usa lo STESSO CODICE linguistico.

2. TRADUZIONE INTERLINGUISTICA: si può rendere il testo in un’altra lingua. Questa traduzione

prevede due CODICI linguistici DIVERSI.

3. TRADUZIONE INTERSEMIOTICA: si può rendere il testo con un gesto.

Es. Libro tradotto in film.

Es. Semaforo rosso = stop

Questa traduzione prevede COSICI SEMIOTICI DIVERSI.

La traduzione fa parte di un discorso fatto attorno al contesto.

Schema di Buhler

Jakobson ha già presente questo schema prima di costruire il suo. Egli aggiungerà poi il codice ed il

contatto.

Il SEGNO esiste in un DUPLICE RAPPORTO con:

 EMITTENTE (LOCUTORE)

 DESTINATARIO (RICEVENTE)

 OGGETTI.

A seconda del punto di vista da cui viene considerato, in relazione ai 3 elementi sopra citati, ha natura e

funzione diversa.

Es. Se dal medico tossisco, la tosse ha natura diversa per me e per il medico.

Dal punto di vista del mittente è ESPRESSIONE ( il mittente si esprime) : per me che tossisco è sintomo.

Dal punto di vista del destinatario è un APPELLO (il destinatario ne è coinvolto) : per il medico è segnale.

Dal punto di vista degli oggetti è RAPPRESENTAZIONE : la tosse è simbolo.

Schema di Shannon e Weaver

Messaggio segnale segnale ricevuto messaggio riceuto

diventa

CODIFICATORE CANALE DECODIFICATORE DESTINAZIONE

SORGENTE

(io che parlo, (impiegato che (contatto)

telegramma) codifica) RUMORE

Shannon e Weaver con questo schema studiavano le comunicazioni telefoniche. Il problema del codice sta

nel CODIFICATORE e nel DECODIFICATORE.

LE FUNZIONI DEL LINGUAGGIO

Jakobson comincia ora il discorso sulle funzioni. Chiedersi quale funzione ha una determinata cosa è uguale

a chiedersi a cosa serve.

Es. Gli orologi Casio, Swatch.. sono diversi tra loro, ma dal punto di vista funzionale sono la stessa cosa.

Per porsi dal punto di vista della funzione bisogna considerare il messaggio indirizzato verso uno dei fattori

della comunicazione. Ad esempio, se io parlo invio un messaggio che coinvolge tutti e 6 i fattori della

comunicazione e se la funzione messaggio è indirizzata ad essere pertinente a tutti i fattori, allora le

funzioni sono 6. (Se il messaggio è rivolto al mittente allora ha una funzione, se è rivolto al destinatario,

allora ne ha un’altra etc..)

N.B. Non sono né il mittente né il destinatario etc. ad avere una funzione, ma si parla delle FUNZIONI DEL

LINGUAGGIO che stanno nel messaggio. Ciò è uguale a chiedersi: a che cosa serve il messaggio?

Le FUNZIONI DEL LINGUAGGIO si caratterizzano per l’orientamento verso uno dei fattori e sono disposte

gerarchicamente. La funzione più importante è la FUNZIONE DOMINANTE. Le funzioni secondarie sono:

1. FUNZIONE REFERENZIALE, incentrata sul CONTESTO. Il messaggio può essere vero o falso; è

informativo in quanto parla della realtà ed è basato sul contesto (un giudizio sulla realtà).

2. FUNZIONE EMOTIVA, incentrata sul MITTENTE. Esprime gli stati d’animo del mittente riguardo a ciò

che dice. Si manifesta a livello grammaticale con l’uso frequente dei possessivi, di esclamazioni e

dei vocativi.

Es. Oggi piove! Uffa! (si capisce che chi parla non è felice che piova)

3. FUNZIONE CONATIVA, incentrata sul DESTINATARIO. Si manifesta a livello grammaticale con l’uso di

imperativi ed esortativi. Questa è la funzione utilizzata dalle pubblicità.

4. FUNZIONE FATICA, incentrata sul CONTATTO. Tipica dei messaggi che servono ad instaurare,

mantenere o interrompere un contatto.

Es. Pronto? Instaura un contatto.

Es. Emmm ..sì… mantiene un contatto.

Es. Sono stufo, me ne vado! Interrompe un contatto.

5. FUNZIONE METALINGUISTICA, incentrata sul CODICE. Funzione del messaggio che parla del

linguaggio e quindi richiede una traduzione.

6. FUNZIONE POETICA, incentrata sul MESSAGGIO. Questa funzione fa del testo un’opera d’arte.

La spiegazione della poeticità del linguaggio sta nell’ EQUIVALENZA che è un’uguaglianza funzionale

e non identicità.

Nel nostro parlare, dove funziona il principio di equivalenza?

Quando si parla, si sceglie tra elementi che sono equivalenti (formazione del paradigma) per poi

combinare elementi che non sono equivalenti. La SELEZIONE e la COMBINAZIONE costituiscono il

PARLARE.

L’equivalenza è diversa dalla traduzione; in quest’ultima infatti costruisco un messaggio

equivalente per il senso, senza applicare il PRINCIPIO DI EQUIVALENZA, che è il principio da

rispettare per la costruzione del sintagma.

Quando costruisco un discorso, posso creare un SERMO RORSUS (prosa) o un SERMO VERSUS

(tornare indietro = verso). Con quest’ultimo costruisco sintagmi tra loro equivalenti dal punto di

vista degli accenti tonici e delle rime, quindi da un punto di vista fonetico. Tuttavia tra 2 frasi

diverse costruite con il principio di equivalenza, una può essere poetica e una no.

Es. Mi illumino d’immenso.

Es. Chi beve vino campa 100 anni.

La prima ha funzione poetica, la seconda ha funzione conativa.

Un messaggio è poetico quando applico il principio di equivalenza e quando la funzione dominante

è poetica. Inoltre un messaggio poetico, così come un messaggio conativo ed emotivo è bello e fa

figura.

Ci sono 3 tipi diversi di poesia:

1. EPICA : REFERENZIALE.

2. LIRICA : EMOTIVA.

3. DRAMMATICA : CONATIVA

In tutte la funzione dominante è quella POETICA.

PRIMA TECNICA ESPRESSIVA: LA FLESSIBILITA’ TESTUALE.

Uno stesso senso può essere espresso in testi diversi che possono essere più o meno estesi. Il TESTO infatti

è un SINTAGMA ed è il risultato della COMBINAZIONE. La traduzione endolinguistica ad esempio è un testo

diverso da quello di partenza che esprime però lo stesso senso.

SELETTIVA

RIDUZIONE MECCANICA GENERICA

RIDUZIONE SINTESI PROPORZIONALE

SINTESI O RIASSUNTO

FLESSIBILITA’ SINTESI A FISARMONICA

TESTUALE RETORICA

AMPLIFICAZIONE DIDASCALICA

Se il testo iniziale risulta accorciato allora si parla di RIDUZIONE che può essere:

 MECCANICA: non ci sono interventi di modifica del testo, se non interventi di eliminazione. Con

questa riduzione deve rimanere non oltre 1/3 del testo i partenza. La riduzione meccanica può

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Publisher
A.A. 2015-2016
11 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cristianella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecniche espressive e tipologie dei testi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Baggio Mario.