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Senso e Testo
Il meccanismo fondamentale della comunicazione è dato dall'integrazione tra un mittente e un destinatario.
Mittente + semantica (ciò che vuole dire) + pragmatica (perché lo vuole dire) = Testo = decodifica codice + destinatario
Il mittente può però esprimere uno stesso concetto in X modi diversi, e il destinatario a dover interpretare il messaggio tenendo conto di diversi fattori.
- Lo stesso senso può mediarsi in sensi diversi.
- Lo stesso testo può avere sensi diversi.
Il testo non è lo specchio del senso, ma uno dei tanti possibili.
Da Senso a Testo
Il punto di partenza è il senso che si vuole comunicare; nella trasformazione dobbiamo tenere conto di:
- Capacità espressiva del locutore
- Condizionamento del codice
- Condizioni di emersa oggettive/soggettive
Traduzione
Trasportare un contenuto da una lingua all'altra. 3 principali tipologie:
- Intralinguistica: passaggio dello stesso senso da un codice linguistico all'altro. La traduzione letterale è spesso ritenuta scorretta a causa delle strutture intermedie diverse di ogni lingua.
- Semiotica: passaggio tra codici di linguaggio. E.g. linguaggio cinematografico = film a linguaggio verbale: "Quando mi descrive le parole, ma quando mi parla di un assurdo in piedi 'ha fatto segno che non vi importa'" = "ha alzato le spalle".
- Endolinguistica: passaggio di senso nello stesso codice e lingua. E.g. perifrasi, sintesi, riformulazione.
LANGUE E PAROLE
- LANGUE: patrimonio numerico virtuale di una lingua, struttura fissa, insieme di tutti i funtesemi che fanno funzione una lingua. (CHOMSKY: COMPETENCE)
- PAROLE: attualizzazione della lingua, atto concreto della comunicazione, soggetta ad oscillazioni e diverso fruttato. momento storicissimo. (CHOMSKY: PERFORMANCE)
JAKOBSON
CONTESTO MITTENTE MESSAGGIO DESTINATARIO CANALE CODICE
Le 6 funzioni:
- REFERENZIALE ➔ CONTESSO
- EMOTIVA ➔ MITTENTE
- POETICA ➔ MESSAGGIO
- CONATIVO - SENSORIA ➔ DESTINATARIO
- METALINGUISICA ➔ CODICE
- Fàtica ➔ canale
SUR CHI SÓ CONCENTRA IL MESSAGGIO?
IN OGNI MESSAGIO TUTTE LE FUNZIONE SONO PRESENTI MA UNA É SEMPRE DOMINANTE E DETERMINO LA STRUTTURA PROFONDA DEL MESSAGGIO.
OGNI MESSAGGIO É ILUCIARIO POCHÉ QUANDO PARLIAMO VOLIAMO SEMPRE SUSCITARE QUALCOSA DEL NOSTRO INTERLOCUTORE.
Italiano Standard e Varietà
Varietà: diversi modi in cui la lingua si realizza nei suoi usi parlati e scritti. L’insieme delle varietà forma il repertorio.
- Varietà diamesica: relativa al mezzo, scritto o orale.
- Varietà diastrica: → situazionale, registri → funzionale, sotto-codici
- Varietà diatopica: relativa alla differenziazione geografica.
- Varietà diastratica: relativa alla differenziazione sociale.
Le varietà si definiscono confrontandole con l'italiano standard.
→ varietà di lingua che viene assunta come modello da tutti i parlanti i cui caratteri sono codificati e fissati in norme.
- Impiega soprattutto dalle persone con alto grado di istruzione
- Riservata agli scritti più alti e formali
- Dotata di stabilità (grazie alle grammatiche, dizionari, scritti)
- Dotata di prestigio
- Capacità di intellettualizzazione: esprimere contenuti alti e impegnativi, di astrazione
Oggi però la gente impiega una varietà più semplice e agevole incline ad accogliere forme regionali, tratti linguistici e registri diversi → si crea l'italiano neo-standard o dell’uso medio, più semplice e vicino al parlato.
Cambiamenti:
- Lessico: apertura ai regionalismi, forestierismi, termini ottenuti da (sostituzione) da verbi, da sostantivi
- Morfologia e sintassi: sostituzione di forme colte con forme più semplici e vicine al parlato (ex: lui/lei al posto di: egli, esso, ella)
- Ampliamento delle funzioni del pronome “che”: che polivalente
- Così detti nessi:
- Uso di introduttori generici: allora, dunque, comunque
TIPOLOGIE DI SINONIMI
IPERONIMI = nomi che hanno sopra di significato più generale
IPONIMI = nomi che hanno sotto di significato più particolare
EX: FIORE e ROSA
↓ ↓
IPERONIMO IPONIMO
categoria sottospecie
che comprende più fiore
nomi
SINONIMI CONTESTUALI
ALL'INTERNO DI UN TESTO SONO SINONIMI ANCHE I TERMINI DI SIGNIFICATO GENERICO.
EX: Le ho raccontato dei fatti, ma lei cosa non le interessa. È valida solo nello specifico contesto discorsivo.
SINONIMIA APPROSSIMATIVA
I TERMINI SONO INTERCAMBIABILI SOLO IN CERTI CONTESTI.
EX: PORZIONE/SEZIONE/FRAZIONE : una parte di qualcosa.
SI DICE -> Una porzione di torta = no frazione/sezione
Una sezione d'ufficio = no frazione/porzione
Una frazione di secondo = no porzione/sezione
LE PERIFRASI
forme sinonimiche di riproduzione
uso di parole che serve per spiegare una parola più breve
La capitale d'Italia > Roma
ANTONIMIA
Opposizione del significato
OMONIMIA
= significante + significato
I 3 GENERI DELLA RETORICA
- QUELLO GIUDIZIALE: è uno dei 3 generi in cui la tradizione classica divide il discorso oratorio: comprende i discorsi di accusa e difesa pronunciati nelle aule dei tribunali con funzione di persuadere il giudice dell'innocenza o della colpevolezza di qualcuno.
- Il SECONDO GENERE è quello DELIBERATIVO: comprende i discorsi pronunciati nelle assemblee politiche o nei luoghi dove si esercita la politica, come funzione di consigliare o dissuadere rispetto ad un determinato stato politico.
- Il TERZO GENERE è quello EPIDITTICO/DIMOSTRATIVO: intento a persuadere i cittadini che qualcosa/qualcuno è degno di lode o di riprovazione.
Tra questi, l'oratoria politica fu quella di più successo e a partire dal II sec. la retorica, a Roma, divenne "l'arte delle arti".
L'oratore secondo Cicerone doveva essere un uomo colto, e dotato di alto spessore morale, preparato tecnicamente.
I MODI DELLA PERSUASIONE E LE PARTI DEL DISCORSO
3 MODI:
- DOCERE: insegnare, istruire
- DELECTARE: dilettare, procurare piacere nell'ascoltare
- MOVERE: commuovere, suscitare emozioni
5 PARTI DEL DISCORSO RETORICO - QUANTITATIVE/DIACRONICHE
- INTRODUZIONE: vi espone il tema o l'oggetto centrale dell'orazione. Ne fa parte anche il CAPTATIO BENEVOLENTIAE, che è modo dell'oratore di accattivarsi il pubblico.
- ESPOSIZIONE: racconto dei fatti, sviluppo dell'argomento.
- ARGOMENTAZIONE: ni comprende di confutazione (esposizione delle proprie tesi) e confutazione (rigetto delle tesi opportune)
VARIE CONCEZIONI DI METAFORA
Aristotele
TRASFERIMENTO DI UN CONCETTO DA UN SEGNO AD UN ALTRO SEGNO CON IL PRIMO AVENTE UN TRATTO SEMANTICO IN COMUNE DETTO: TERTIUM COMPARATIONIS.
- TRASFERIRE AD UN OGGETTO IL NOME CHE È PROPRIO DI UN ALTRO
- BISOGNA TRARRE LA METAFORA DA COSE VICINE PER GENERE MA DI SOMIGLIANZA NON OVVIA.
- NOI APPRENDIAMO SOPRATTUTTO DALLE METAFORE
- DI PREGIO È IL RETA ABILE A TROVARE METAFORA
L’IDEA DI ESSA COME STRUTTURA LOGICA → SILLOGISMO O ENTIMEMA
→ SILLOGISMO = PROCEDIMENTO ARGOMENTATIVO DI TIPO LOGICO-DEDUTTIVO (DAL GENERALE AL PARTICOLARE)
EX: L’UOMO È MORTALE / SOCRATE È UOMO → SOCRATE È MORTALE
→ ENTIMEMA = SILLOGISMO ABBREVIATO, QUANDO UNA O ENTRAMBE LE PREMESSE SONO IMPLICITE, UNA O ENTRAMBE LE PREMESSE SONO VERITIERA E, ANCH’ESSO, DEVE ESSERE UNIVERSALMENTE VERO.
EX: ANCHE TU PUOI SBAGLIARE PERCHÉ SEI UN ESSERE UMANO
TUTTI GLI ESSERI UMANI → PREMESSA MAGGIORE VERITIERA
TU SEI UN ESSERE UMANO → PREMESSA MINORE VERA
TU PUOI SBAGLIARE → CONCLUSIONE.
- LA METAFORA SI BASA SUL CONCETTO DI TERTIUM COMPARATIONIS OVVERO IL TERRENO COMUNE / CONCETTO SU CUI SI BASA LA COMPARAZIONE / METAFORA.
EX: LA VECCHIAIA ≠ LA SERA DELLA VITA
- LA SERA È LA FINE DEL GIORNO
- LA VECCHIAIA È LA FINE DELLA VITA
TERTIUM: IL CONCETTO DI FINE, MOMENTO FINALE DI QUALCOSA
- STABILISCE CHE LA RELAZIONE TIPICA DELLA METAFORA È QUELLA DELLA SOMIGLIANZA, DA QUI NASCE IL CONFRONTO CON LA SIMILITUDINE: ANCHE LA SIM. È UNA METAFORA, LO DIVENTA NEL MOMENTO IN CUI SI OMETTE LA SPIEGAZIONE.
EX: BALZÒ COME UN LEONE (S) → BALZÒ UN LEONE (M)