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13. DALL'EUROPA FEDERALISTA ALL'EUROPA DELLE PATRIE

Gli anni Sessanta

La fine del guerra fredda e l'inizio della distensione produssero effetti solo nel decennio

successivo: da bipolare il mondo diventa policentrico, i blocchi costruiti sull'URSS e su gli

USA sono indeboliti dalla proliferazione dei soggetti internazionali, dovuta alla

decolonizzazione e dalle tendenze centrifughe che si sviluppano all'interno dei blocchi stessi.

In Europa si conferma una situazione di stabilità politica, che nella seconda metà degli

anni anni Sessanta cambia per una serie di tensioni sia interne che internazionali: l'episodio

più importante è il colpo di Stato in Grecia con cui si instaura il regime militare dei

"colonnelli" che forniva un punto di riferimento per la destra europea e si dichiarava

anticomunista. All'episodio greco si aggiunge la guerra dei sei giorni tra arabi e israeliani,

vinta da Israele, che portò anche a conseguenze europee come la divisione dei partiti politici

tra favorevoli e contrari al mondo arabo. Altri episodi furono gli scontri tra francofoni e

valloni, la contesa di Gibilterra tra Spagna e Gran Bretagna e quella greco-turca per Cipro.

Sul piano interno le vecchie alleanze politiche sono in difficoltà e c'è l'esigenza di nuovi

equilibri. Sul piano sociale si verifica un fenomeno di attenuazione delle differenze di classe e

l'allargamento e il consolidamento del ceto medio: la presenza di una classe media costringe i

partiti a modificare i propri programmi e le politiche di governo tendono ad uniformarsi ad

un modello comune, in particolare ciò riguarda i servizi sociali che accrescono. Dal processo

di omogenizzazione politica che porta alla formazione di alleanze di centro sinistra, nasce la

nuova sinistra che si pone su posizioni più politicizzate e nega la collaborazione con partiti

moderati e sinistra storica.

Dal capitalismo al consumismo

Lo sviluppo dell'economia europea continuerà nel decennio successivo, ma a tassi più

contenuti con periodi di stagnazione produttiva. In Italia si manteneva una differenza

produttiva e tecnologica tra nord e sud del paese, ma la produttività aumentava e i prodotti

STORIA D'EUROPA ! 55

italiani erano competitivi nel settore automobilistici, elettrodomestico e meccanico. Inoltre si

verifica un trasferimento di manodopera dalle campagna. In Germania si arriva ad un

surplus monetario,che porterà ad una serie di rivalutazione del marco, ma lo sviluppo del

mercato comune assicura a tutti la stabilità monetaria. Nel complesso il MEC aveva portato

grossi benefici, mentre la Gran Bretagna era costretta a mettere una sovrattassa sulle

importazioni e svalutare la sterlina. Il rallentamento dei tassi di sviluppo è da considerare in

rapporto all'aumento del costo del lavoro e a quello dei consumi. Considerando l'aumento dei

prezzi, crescono anche i salari e la condizione dei lavoratori europei si trasforma e la lotta di

classe si attenua in favore di quella corporativa in cui ciascuna categoria cerca di strappare le

condizioni salariali più vantaggiose. In Italia e in Francia, dove l'attività sindacale è più

politicizzata i sindacati assumono una posizione più autonoma.

RFT: da Bad Godesberg alla grande coalizione

L'atlantismo e l'economia sociale di mercato erano le scelte che avevano permesso il

successo di CDU-CSU negli anni cinquanta. Mentre Adenauer abbandonava l'atlantismo a

favore di una concezione gollista dell'Europa come terza forza, l'opposizione social-

democratica abbandonava il neutralismo e si convertiva alla politica kennediana. La SPD

mirava a trasformarsi in partito di tutto il popolo, abbandonando ogni influenza marxista; dal

punto di vista economico venivano sottolineati come essenziali la libera concorrenza e la

libera iniziativa. Dal documento approvata al congresso di Bad Godesberg usciva il modello

di una società democratica fondata su una filosofia solidarietà, pragmatica e riformatrice.

L'ispirazione neutralista in politica estera veniva abbandonata in favore di una scelta

europeistica che si allineava alle posizioni della CDU. L'ascesa della SPD era favorita anche

dagli scandali che colpirono la CDU in quegli anni: il più clamoroso fu quello che vede

coinvolto il ministro della difesa Strauss che, in seguito ad alcune dichiarazioni di una rivista

di Amburgo, fa perquisire il giornale e arrestare il direttore. Lo scandalo provocò il rimpasto

del governo. Ad Adenauer succederà Erhard, teorico di un nuovo modello sociale che

prevedeva una società unitaria in cui i vari gruppi sociali si integravano in vista di un obiettivo

comune. Nel 1965 termina la cancelleria di Erhard e inizia la grande coalizione tra SPD e

CDU: l'alleanza comporta la rinascita del NPD neonazista che. Importa un rafforzamento

dell'alleanza tra socialdemocratici e cattolici. Per contenere la recessione viene attuato un

programma di spese pubbliche per incoraggiare la ripresa e una politica creditizia più liberale

STORIA D'EUROPA ! 56

che puntava a mantenere la stabilità dei prezzi: la crescita riprendeva nel 1968. Per SPD la

grande coalizione era la prima esperienza governativa e dovette approvare le leggi speciali che

davano potere eccezionale al governo in caso di emergenza e che aveva sempre respinto

all'opposizione. L'alleanza SPD e CDU provocò il timore di una svolta autoritaria e

incoraggiò la nascita dell'opposizione parlamentare e del movimento di contestazione. Alle

elezioni del 1969 i socialdemocratici si allearono con i liberali e costrinsero la parte cristiano

democratica a passare all'opposizione. Durante la grande coalizione il maggior merito della

SPD fu quello di creare nuove aperture per la politica estera tedesca e grazie all'attivismo di

Willy Brandt venivano gettate le basi dell'Ostpolitik che riattivava le relazioni con la

Germania dell'Est e creava le condizioni per un riavvicinamento tra le due Germanie.

Italia: gli anni del centro-sinistra

Gli anni cinquanta erano stati di transizione tra il quadripartito DC-PSDI-PRI-PLI e il

centro sinistra. Le elezioni del 1953 toglievano la maggioranza alla DC e aprivano un periodo

di instabilità. Le correnti più conservatrici della DC volevano spostarla a destra sfruttando

l'appoggio dei monarchici, dei liberali e dei neofascisti; mentre le forze più riformiste, guidate

da Fanfani, puntavano ad un accordo con il PSI. Anche il partito socialista era diviso tra

coloro che volevano collaborare con il PCI e i seguaci di Nenni che erano aperti ad un contro

con la DC C. Il PCI rimaneva politicamente isolato e doveva fare i conti con la crisi interna

provocata dal processo di destalinizzazione. Momenti di rottura per l'accordo tra PSI e Dc

furono il governo Tambroni vicino ai neofascisti e la rottura tra PSI e PCI dovuta ai fatti

d'Ungheria. A far cadere le ultime titubanze fu nel 1963 la posizione della Chiesa che con

Giovanni XXIII adottò una politica più liberale e ecumenica. La nuova coalizione si

presentava con molte riforme: la nazionalizzazione dell'industria elettrica, la pianificazione

economica, la scuola media obbligatoria e la riforma per l'agricoltura. Nonostante alle

elezioni del 1963 i comunisti aumentarono i voti, dovevano fronteggiare una crisi interna

dovuta ai nuovi giovani: da una parte Ingrao voleva adottare una strategia di lotta che

sfruttasse le masse e permettesse una dialogo più ampio tra le varie componenti; dall'altra

Amendola puntava su una coalizione che avesse obiettivi comuni e che permettesse di

migliorare la condizione operaia. Nel 1964 muore Togliatti e il PCI decideva di pubblicare il

memoriale di Yalta in cui il leader criticava le dure posizioni dell'URSS e la scarsa tolleranza

che si era avuta verso la Cina: i comunisti italiani avevano appoggiato la politica di Chruscev

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ma erano in disaccordo con la condanna ai cinesi. Fino alla metà degli anni Sessanta il PCI

aveva assunto posizioni di attesa e la coalizione di centro sinistra si dichiarava anti comunista,

con la mira di ridimensionare il PCI. La recessione del 1963 costrinse il governo ad adottare

misure limitative e aumentò la disoccupazione: i socialisti non seppero opporsi alle decisioni

della DC e ciò provocò una scissione all'interno del partito, da cui si staccò l'ala più sinistra

che diede origine al PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria). Alle elezioni del

1966 il PSI si unisce al PSDI, ma l'unione falliva nel giro di tre anni. Il generale fallimento del

centro sinistra apriva un'altra fase di instabilità, che privilegiò il PCI.

Francia: il gollismo al potere

Nel 1962 i francesi votavano sia per l'elezione del Presidente della Repubblica che per la

nuova Camera. Le due votazioni erano collegate, in quanto De Gaulle fece cadere il governo

perché questo non accettava la sua scelta di far votare il popolo il Presidente, perché ciò non

era previsto dalla costituzione.

Alle elezioni il PCF veniva ridimensionato al 20% e alla morte di Thorez nel 1964

succedeva Rochet. Fino al 1963 il PCF rimaneva isolato e solo la successiva collaborazione

con i socialisti di PSU e SFIO gli permetterà di uscire dall'isolamento. Anche nella SFIO c'era

aria di crisi, così che il partito più vivace si dimostra essere il PSU. Gollisti e comunisti

occupavano la scena completamente. Il partito gollista si propone come un partito diverso

dagli altri, non ha un'ideologia e possiede un ottimo uso dei messi di comunicazione; copre un

vasto arco politico perché raccoglie gli elettori del centro destra ma apre anche alla sinistra; si

identifica in De Gaulle, che però non gli da un investitura particolare e pertanto è destinato a

sopravvivere alla sua scomparsa. Gli anni del gollismo sono caratterizzati da una grande

vivacità di dibattiti con le forze vive, che sono i sindacati, le organizzazioni professionali e i

club. Il primo segno di ripresa della sinistra democratica avveniva nel 1965 con la creazione

della Federation de la gauche democrate et socialiste tra la SFIO e i radicali di sinistra, sotto

la leadership di Mitterrand. Candidati alla presidenza della Repubblica nel 1965 erano

Mitterrand, De Gaulle e il cattolico Lecanuet, ma vinse De Gaulle al ballottaggio con

Mitterand. Alle elezioni del 1967 aveva inizio la terza legislatura della Quinta Repubblica che

venne interroga dal Maggio Francese.

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De Gaulle voleva dare nuovi orientamenti alla politica estera degli anni Cinquanta; i tre

temi fondamentali erano: la questione algerina, i rapporti con gli USA e la politica

comunitaria. Con il rifiuto all'annessione della Gran Bretagna alla CEE, De Gaulle aveva già

concluso la sua battagl

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Publisher
A.A. 2013-2014
157 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bischerella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Europa contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Vecchio Giorgio.