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Questo genere di abitazione era il rifugio della parte più povera della popolazione contadina e la costruzione prevalente all’interno di

centri demici e incastellati.

Il popolamento delle campagne era organizzato intorno al villaggio, esso costituiva un’unità amministrativa e fiscale e poteva

configurarsi come un centro demico tendente all’accentramento. La sua popolazione era diseguale socialmente e ciò si rifletteva sul

livello qualitativo delle costruzioni , i materiali da costruzione erano quelli tradizionali facilmente reperibili in loco (pietra, mattoni poi

legno..)

4. Casae solariatae queste tipologie insediative erano meno diffuse a causa sia delle conoscenze architettoniche richieste sia del costo

maggiore sia in termini di materiale e manodopera (spesso necessitava nella loro costruzione l’intervento di manodopera

specializzata). L’emergere di questo tipo di abitazione era una spia dell’emergere di differenze socio­economiche tra la popolazione

delle campagne, poiché essa già dal punto di vista architettonico poteva simboleggiare lo stato sociale privilegiato di una persona.

Essa poi costituì a lungo il modello architettonico cittadino o di centri insediativi accentrati consistenti; perciò essa si diffuse nelle aree

rurali laddove il processo di rinascita della vita cittadina si sviluppò più precocemente un rapporto tra città e contado.

La casa contadina, materiali e tecniche

Per ciò che concerne materiali e tecniche l’inizio del cambiamento avvenne tra XII e XIII sec., ciò che caratterizzava le costruzioni prima di

questa data era la diffusione nel territorio europeo dell’impiego di materiali deperibili e fragili, in primo luogo l’uso del legno. Le pareti potevano

essere edificate secondo il sistema del clayonnage riempito negli interstizi con torchis (argilla amalgamata con paglia ed eventualmente con

ciottoli e detriti) oppure pisé (mattoni crudi ottenuti con terra argillosa pressata e mischiata anche a paglia e ciottoli).

Un’indagine sull’edilizia in materiali deperibili relativi all’Alto Medioevo ha individuato 12 differenti tipi di strutture portanti di edifici rurali: a due

pali contrapposti, a pali angolari, a pali perimetrali, a palo centrale, e tecnica mista, a due navate, a tre o più navate, con pavimento

sopraelevato, senza di esso, su palafitta, senza pali, fachwerk. Sono state inoltre individuate nove diverse tecniche per la costruzione degli

elevati: a struttura aperta, tavolato ligneo orizzontale, stabbau, a intreccio, materiale deperibile pressato, materiale deperibile generico, tecnica

mista, blockbau, palisandenbau. Dalla combinazione di questi elementi sono state individuate due gruppi di strutture: a livello del suolo e

semiscavate.

Primo gruppo tipologia costruttiva:

☺ ♥ ad armatura di pali (distribuiti in pianta secondo vari criteri determinanti la struttura portante)

♥ a blockbau (riscontrabile in ambiente alpino ed europeo orientale) 4

♥ a canaletta (struttura portante in armatura di pali dentro una canaletta perimetrale)

♥ a pali inclinati (con pali esterni inclinati a sostegno dei pali perimetrali)

♥ con basamento in pietra (solitamente a secco

♥ con basamento ligneo o altro ( su cui si innestano gli elevati in assi, paletti, tavolati)

♥ quella a tecnica mista

♥ quella della casa costruita con blocchi di terra pressata e messa in opera

♥ quella a fachweark (utilizzata soprattutto nel tardo Medioevo e in tutta l’età moderna)

Secondo gruppo capanne con la struttura portante all’interno di un’escavazione; strutture :

☺ ♥ ad armatura di pali

♥ a blockbau

♥ a canaletta

♥ a tecnica mista

♥ con basamento in pietra

♥ a fachweark

Il legno aveva un ruolo molto importante nelle costruzioni rurali come nell’edilizia urbana. Il legno di quercia, durevole e resistente, facilmente

accessibile trovava un largo impiego nell’edilizia come il legno di conifera, di castagno o di olmo. Proprio per le caratteristiche proprie del legno è

documentata la pratica di smontare gli edifici, dunque veniva utilizzato legno verde non stagionato; gli uomini nel Medioevo non avevano

difficoltà nell’approvvigionamento di questo materiale per le vaste aree geografiche. Per lungo tempo le case vennero costruite dai futuri abitanti,

in questo dunque giocarono un ruolo fondamentale le abitudini di vita e la tradizione costruttiva dei popoli germanici e nordici che avevano

conquistato i territori dell’impero romano; il bagaglio di queste popolazioni, abituate a spazi aperti e selvaggi, non comprendevano cognizioni

nella tecnica muraria in pietra o laterizio, ma piuttosto in legno.

I vocaboli pertinenti all’agricoltura nelle lingue germaniche erano imperniati sulla radice ”bau” suggerendo perciò le origini rurali della loro arte

del costruire, nell’ancestrale uso dei legnami legati alla grande conoscenza che essi ne avevano delle proprietà positive. Anche in età romana il

legno era un materiale costruttivo altamente impiegato soprattutto in ambito rurale, ma con l’arrivo dei popoli barbari il suo impiego si

generalizzò anche in ambito urbano sostituendosi ai materiali più solidi (solo alla fine del Medioevo essi ritornarono ad essere usati). La scarsa

incidenza di pietra e laterizio nell’edilizia residenziale indicava non solo un regresso delle capacità tecniche ma anche un modo nuovo per

l’uomo di rapportarsi al suo habitat; si assistette dunque a un cambio di mentalità poiché gli uomini cominciarono ad integrarsi nel paesaggio

naturale. Dai secoli XII e XIII i materiali da costruzione iniziarono a cambiare perfezionandosi le tecniche di carpenteria, il perfezionamento dei

sistemi di assemblaggio, l’adozione di strutture di base più robuste. Cominciò inoltre ad affermarsi la tendenza di usare materiali più resistenti

alle azioni del tempo rispetto al legno, paglia e argilla come pietra e laterizio.

Nel basso medioevo soprattutto nelle zone in cui erano presenti i patti mezzadrili si verificò un progressivo consolidamento delle abitazioni

contadine con l’introduzione di materiali più resistenti nel tempo, a differenza dei territori più conservativi a livello gestionale in cui perdurò

un’edilizia più fragile.

L’utilizzo della pietra portava con sé diversi problemi: l’approvvigionamento non sempre facile, il trasporto di esso, l’utilizzo di particolari

attrezzature per la sua lavorazione, il ricorso a manodopera specializzata per la messa in opera, lievitavano perciò o costi e si allungavano i

tempi di edificazione. 5

Un altro materiale durevole che iniziò a diffondersi per la muratura delle pareti soprattutto dal XIII sec. fu il mattone cotto. I luoghi destinati alla

produzione laterizia erano pochi e legati a particolari realtà locali, perciò spesso si ricorreva a materiali di reimpiego, provenienti dallo spoglio di

edifici antichi, riutilizzati anche sottoforma di frammenti mischiati a malta. La manifattura laterizia più durevole fu quella della produzione di tetti

(questo sistema era caduto in disuso nei primi secoli del medioevo parallelamente alla crisi generale dell’industria laterizia, sopravvivendo più a

lungo nei territori legati alla tradizione romana attraverso la mediazione bizantina). Si diffuse di nuovo nel mondo rurale tra XII e XV sec.

inizialmente come costruzione di qualità di importazione cittadina e poi anche per la casa contadina. Il sistema antico venne sostituto dalla

messa all’opera di sistemi più leggeri o di sole tegole piatte (su tetti pendenti o inclinati) o di sole tegole incurvate (su tetti non troppo spioventi).

La tegola piatta caratterizzava l’edilizia dell’Europa centro­nord, mentre il coppo quella dell’Europa del sud e mediterranea.

Altri sistemi di copertura dei tetti erano quelli vegetali come paglia, canniccio, legno; essi erano materiali che garantivano un buon riparo dal

freddo, non troppo pensanti e di semplice disposizione, però essi non duravano a lungo e avevano bisogno di continua manutenzione ed erano

facilmente aggredibili dal fuoco (ulteriore fattore di precarietà degli insediamenti). La copertura vegetale si diffuse in aree rurali ed urbane e

venen sostituita lentamente solo nel tardo medioevo.

La casa contadina: arredi e suppellettili

La casa elementare e la dimora vera e propria all’interno di un nucleo abitativo a corte potevano essere costituite da no o più locali. Essi erano

polifunzionali poiché all’interno dei singoli ambienti si mescolavano promiscuamente attività e oggetti diversi. L’unica vera separazione era lo

spazio degli uomini da quello degli animali (che pero potevano convivere nelle longhouses.

Il perfezionamento delle tecniche costruttive del pieno Medioevo permise l‘edificazione di case di maggiori dimensioni e complessità a volte

sopraelevate. Nella parte più modesta della società continuarono a prevalere le strutture a non più di due vani. L’unica stanza era dunque quella

del focolare, del riposo, della conservazione di alcune scorte,degli attrezzi; talvolta nell’edificio solariato a piano terra potevano trovarsi i servizi

mentre nel solaio la parte abitativa della famiglia oppure la stanza con il focolare al piano terra mentre il ricovero notturno a quello superiore (che

eventualmente poteva essere usato anche come granaio).

Un carattere comune a tutte le costruzioni era l’oscurità: le aperture erano molto poche, la porta d’ingresso era la principale se non l’unica fonte

di luce; questo perché si voleva preservare la temperatura interna e perché la vita contadina si svolgeva prevalentemente all’esterno. Di notte la

luce del fuoco rischiarava l’ambiente fornendo allo stesso tempo calore e cuocendo i cibi, ci si serviva anche di candele di sego e in casi rari

anche di lucerne ad olio.

Il rischio di incendi provocati dal focolare era costante poiché i materiali costruttivi erano facilmente infiammabili e la fuoriuscita di fumo era

difficile, la soluzione più semplice per le dimore a corte era quello di porlo fuori dall’abitazione in un annesso che fungesse da cucina utilizzando

per il riscaldamento scaldini o bracieri. Il forno rimase quasi sempre distinto dalla dimora. Un’altra possibile soluzione fu quella di porre il

focolare al centro dell’abitazione o lungo le pareti o in un angolo cercando di isolarlo il più possibile con pietra, argilla o infossandolo nel

pavimento; ma l’ambiente risultava pieno di fumo. Le condizioni di vita contadine migliorarono con l’introduzione di stufe da riscaldamento

abbinate a stanza riscaldate e libere dal fumo e con la costruzione di camini. Con il termine “stube” si designava un locale riscaldato ma libero

dal fumo perché il calore proveniva da una stufa murata, murata con argilla e pi

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
15 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fudor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Galetti Paola.