vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L’interesse per gli allestimenti cronologici era abbastanza comune all’epoca, benché raro nelle
collezioni pubbliche; la dimostrazione dell’esistenza coeva di scuole parallele era però un idea
nuova.
Difficilmente si potrebbe esagerare l’importanza dell’implicita elevazione degli artisti del Nord
Europa al livello degli italiani. L’intero approccio comparativo invitava a un indagine sulle cause.
La nuova sistemazione dei maestri antichi doveva costituire un grande valore educativo per il
pubblico colto, ma non si sa quanto sul resto del pubblico. Ci furono per questo molti sforzi rivolti
al superamento sociale.
L’opportunità con il contatto con la cultura più elevata sollevò alquanto il morale di quella città
manifatturiera.
Gli estesi orari di apertura, gli accordi per i trasporti a poco prezzo, e il costo ridotto dell’ingresso
rese l’esposizione un evento di grande popolarità. Inoltre si ripagò da sola, e nessun danno venne
causato.
L’impatto della mostra in Inghilterra, Europa e USA fu enorme.
L’esposizione di Manchester diede ovviamente impulso all’organizzazione di altre mostre di antichi
maestri in luoghi diversi.
Si dal 1827 l’impatto delle mostre tenute alla British Institution si era fatto sentire negli USA, il
problema è che in America all’epoca non c’era quasi nessun dipinto antico.
Un livello alquanto superiore sotto il profilo della qualità e autenticità fu raggiunto da una serie di
esposizioni di antichi maestri allestite per qualche anno da 1846 nella gallerie di un negozio
parigino, il Bazar Bonne-Nouvelle a beneficio dell’Associazione degli Artisti.
Tuttavia nessuna delle rassegne organizzate in Europa o negli USA furono minimamente
paragonabili a quelle tenute ogni anno a Londra dal 1815, per non parlare di quella di Manchester
del 1857.
Dresda
Con il suo allestimento l’epsosizione di Manchester mise in luce e al contempo suscitò alcuni dei
temi portanti della storia dell’arte: il sorgere delle scuole, il sorgere e il tramontare degli stili e la
scoperta delle tecniche.
Per Scharf il genere artistico che ebbe mino risalto a Manchester fu la scultura. Si voleva creare
copie dei dipinti, e la recente invenzione della fotografia, la praticità del catalogo di Passavant e
l’esistenza di ricchi fondi di disegni di Raffaello contribuivano a realizzare questo sogno.
Non appena si potè realizzare su carta questo tipo di assemblaggi, risultò più allettante trasporli in
realtà. E fu quanto di fatto accadde per Holbein in Germania, con quella che nel 1817 l’Art Journal
descrisse come una fra le più interessanti esposizioni mai tenute in relazione all’arte.
Tra i dipinti più celebri di Dresda, nella pinacoteca più celebre di Germania, figurava una pala di
Holbein. Negli anni si scoprì un altro dipinto di uguale se non maggiore valore di Hoeblin, ma
rimase in una collezione privata a Darmstadt.
Nel 1869 al pubblico fu offerta la possibilità di vedere dal vivo per la prima volta il dipinto a una
mostra di antichi maestri ospitata a Monaco. Gli si pose accanto la fotografia del disegno di quella
di Dresda. Questo scatenò ulteriormente gli esperti per fare una mostra che mettesse a confronto
diretto le due opere.
Alla fine la mostra fu inaugurata a Dresda il 25 agosto 1871 e i dipinti restarono esposti fino al 15
ottobre.
Va sottolineato che questa fu forse la prima mostra ispirata non da un re o da un gruppo di nobili
collezionisti, ma da studiosi di storia dell’arte.
La mostra di Dresda presentava numerose altre innovazioni: traendo vantaggio dall’euforia suscitata
dal progetto, il comitato decise di richiedere prestiti importanti da varie collezioni private, così da
poter esporre un numero significativo di opere di Holbein.
L’esposizione costituiva quindi la prima vera seria mostra monografica di un maestro antico dai
tempi di Reynolds.
Nell’anno della fondazione dell’Impero tedesco, Dresda stava realizzando la più importante mostra
di arte tedesca mai vista.
Per renderla possibile furono chiesti prestiti in diverse parti d’Europa. Questa fu anche la prima
volta in cui dipinti antichi transitarono attraverso le frontiere con lo scopo di essere esposti. Segna
per tanto un punto nodale nella storia delle mostre.
Tuttavia non era possibile ottenere così tante opere originali, per cui vennero esposti sottoforma di
fotografia, questa fu di per sé un’innovazione della massima importanza, poiché permise di vedere
comunque le opere e disporre di una visione panoramica sulla produzione di un artista.
Tuttavia alla fine di questa mostra la Madonna di Dresda venne dichiarata come falsa contro quella
di Darmstadt. Questo risultato portava tuttavia a maggiori dubbi, in quanto anche altre grandi opere
potevano essere false.
Col tempo le mostre di antichi maestri con prestiti internazionali si sono trovate a dipendere sempre
di più da finanziatori pubblici o privati, nonché a richiedere la partecipazione dei collezionisti. Il
profitto e la politica sono necessari per la promozione di questo genere di mostre.
Londra
Nessuna storia delle rassegne d’arte risulta completa senza qualche riferimento ai risultati
straordinari attinti da una società di amatori britannici.
Il Burlington Fine Arts fu costituito a Londra nel 1866. Il suo obiettivo originario era
l’organizzazione di incontri informali in cui i collezionisti, riunendosi nelle loro dimore, potessero
osservare e discutere le opere di loro proprietà. Ben prestò però affittò una sede ufficiale a Savile
Row, allo scopo di realizzarvi mostre aperte al pubblico, regolari, ma relativamente piccole.
Si stabilì che le opere dovevano essere accuratamente selezionate e catalogate da esperti qualificati
e che ogni mostra dovesse essere dedicata a un tema particolare.
Anche il Club beneficiava dell’aristocrazia, ma la stragrande maggioranza dei membri era scelta
all’interno di una nuova generazione di ricchi collezionisti borghesi e anche artisti.
L’intonazione prevalente era quella della connoisseurship erudita.
Il Burlington Fine Arts Club sopravvisse fino al 1951, ma sono le esposizioni che organizzò nel
tardo ‘800 a meritare attenzione in questo contesto.
La mostra del 1894 fu specialmente ragguardevole. Era dedicata ad un ambito dell’arte
rinascimentale italiana che aveva sollevato soltanto di recente un interesse da parte degli studiosi.
Fu organizzata da un eminente storico dell’arte italiana Adolfo Venturi e venne descritta dal giovane
Bernard Berenson come una delle migliori mostre retrospettive che si siano mai viste a Londra.
Le mostre del Club furono caratterizzate da un rigore senza precedenti con cui affrontarono la
questione delle attribuzioni.
L’innovazione più significativa dell’esposizione risiede nell’attenzione tributata alla
documentazione erudita. Nella mostra di Hoeblin del 1871 e ancora in quella di Rubens del 1877 le
fotografie dovevano fungere da succedanei delle opere d’arte che non erano state concesse.
Va ricordato che in quell’anno Berenson pubblicò il primo dei suoi famosi Elenchi di dipinti italiani
del Rinascimento, dedicato alla scuola veneziana e corredato da una sola illustrazione.
La mostra ferrarese aperta nel luglio 1894 non ebbe grande successo. Restò un’istituzione privata e i
suoi prestiti furono limitati alle collezioni inglesi.
I movimenti del Club non erano quasi per niente contaminati da sentimenti politi e nazionalistici
che si possono rintracciare nell’ancor più notevole esposizione di Dresda. Le mostre di Manchester
e Dresda furono eventi popolari animati dall’erudizione, quelle del Club furono imprese erudite, la
cui eredità è stata accolta dalle piccole mostre dossier.
Va ricordato che l’esposizione di Manchester non fu solo un mero spettacolo popolare, ma
raggruppava al suo interno mostre specialistiche.
6. Nazionalismo ed esposizioni
La grande mostra di Holblein a Dresda fu realizzata nell’ano di fondazione dell’Impero
germanico:la celebrazione di un artista tedesco non era certamente scevra da una componente
nazionalistica. Il fatto che sul finire dell’800 il nazionalismo sia diventato una componente sempre
più palese delle mostre allestite in Europa non dovrebbe sorprendere.
Le imponenti celebrazioni tenute il 6 aprile 1828 per dare risalto al terzo centenario della morte di
Durer non implicarono l’esposizione di alcuna sua opera. Dodici anni dopo furono ancora più
spettacolari le cerimonie tenute nella città di Anversa, che sin dalla sua morte nel 1640 onorava
Rubens ogni 50 anni, anche qui le opere non appartenevano al pittore.
Con l’avanzare del secolo questo genere di celebrazioni dedicate ai centenari di nascita e morte di
grandi artisti e scrittori del passato divennero sempre più frequenti; parallelamente dalla metà degli
anni ’50 dell’800 si era ormai diffusa l’abitudine di dare risalto alla scomparsa dei pittori
contemporanei tramite mostre retrospettive.
Queste due attività non furono però associate fino al settembre 1875 con l’inaugurazione a Firenze
di tre importanti esposizioni volte a commemorare la nascita di Michelangelo. Nel 1873 era stato
costituito un comitato per i preparativi. L’inaugurazione di tre mostre in successione fu un evento
spettacolare. Tutta la città era coinvolta, ma la mostra principale si tenne in Accademia. Anche se
con lacune l’esposizione dovette offrire una delle migliori opportunità di ottenere un panorama
convincente e ampio dell’opera di Michelangelo. Le celebrazioni in onore di Michelangelo
segnarono l’apice di una serie di eventi simili organizzati in diverse parti d’Italia.
Nel 1877 fu il turno del Belgio, che restò per molti anni il solo paese a seguire l’esempio dell’Italia
nell’onorare il suo artista più celebre, attraverso una rassegna delle sue opere maggiori. Anversa
scelse di commemorare il terzo centenario dalla nascita di Rubens. La decisione di realizzare
un’ampia mostra dei suoi dipinti fu nuova ed estremamente ambiziosa, anche troppo. Fu escogitata
una brillante soluzione, i raggiungimenti del maestro sarebbero stati mostrati attraverso
riproduzioni, per ogni quadro fu quindi scelta un incisione.
Soltanto 20 anni dopo furono superati i problemi dei prestiti e così la mostra di Rembrandt allestita
nel 1898 ad Amsterdam era qualcosa senza precedenti nel suo genere.
La moderna mostra campione di incassi è nata proprio ad Amsterdam 100 anni fa. L’esposizione
che si tenne nel museo cittadino di recente costruzione celebrava l’incoronazione della regina dei
Paesi Bassi Wilhelmina, e questo facilitò i prestiti de