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Riassunto esame Storia e critica dell'arte contemporanea, docente Trione, libro consigliato Artmix, Germano Celant Pag. 1
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Sunto Storia e critica dell’arte contemporanea, docente Trione, libro consigliato Artmix, Germano

Celant

L’allestimento:

1. 1800, luogo di stampo borghese o museale, fatto con mezzi pittorici e

volumetrici tradizionali.

2. 1863-1902, allestimento decisamente ornamentale e illustrativo come i

Salon parigini, le Esposizioni Internazionali, fino alle Biennali. Scopo: creare un

supporto materiale e uno sfondo da vedere e vendere al committente o al mercante.

L’allestimento lavora al servizio dell’esaltazione e della cerimonia della mostra. Si

cerca di creare un unità organica ideale, il visitatore è portato a percepire il tutto più

che a interpretare il singolo, priorità al linguaggio. Concezione espositiva:

quantitativa.

3. 1867, padiglioni di Courbet e Manet all’Expo di Parigi. Metodo

rappresentativo: si affina e pone l’accento sulla singolarità tramite un esposizione

lineare. Scopo: creare un rapporto connettivo tra gli artefatti per descrivere un

periodo. Spazio tra quadro e quadro assume un significato di carattere analogico,

storico-cronologico, tematico e ambientale. Costituisce l’universo del discorso

allestitivo nel tempo. Idea di una totalità ordinata secondo un percorso fonda una

metodologia del mostrare.

4. Primi del ‘900 appare la figura dell’organizzatore, curatore, delle mostre,

nella figura del manager industriale o mercante. Le soluzioni espositive non

cambiano

5. 1905, i Fauves, al Salon d’Automne, Parigi, compiono un salto tematico. Si

presentano come gruppo e spettacolarizzano una costante operativa: il materiale

cromatico. L’allestimento è u semplice accessorio, uno sfondo, che deve sparire nel

campo di percezione del visitatore.

6. 1913, Armory Show, si applica il concetto opposto, è il dispositivo a dover

emergere. L’allestimento deve dominare. Scopo: presentazione degli artisti e

allargamento culturale ed educativo del pubblico. 1600 opere secondo un principio

di percezione dinamica. Fluttuano su grandi superfici a parete e a pavimento.

Grandi spazi aperti attorno ad esse. Appare come un mercato sofisticato. L’attore

del muro è la decorazione. Si passa da una presentazione quantitativa ad una

qualitativa. (Balla, “progetto di arredamento futurista”, 1918, la superfice muraria è

in sintesi con la superficie pittorica. Le pareti sono dipinti. L’ambiente è il riflesso

dell’arte e viceversa.)

7. 1921, Galerie Strum, Berlino, Ivan Puni accumula opere in maniera

imprevedibile, disperde le opere per tutte le superfici della galleria. Costellazione

visuale. L’impatto è polifunzionale. Diversa considerazione delle relazioni spaziali

tra oggetto e superficie muraria. Attenzione al ruolo svolto dalla Poesia

Ideogrammata di Mallarmè.

8. 1923, Grande Esposizione, Berlino, Lissitskij e Kandinskij, offrono esempi

ambientali che introducano un concreto monismo di percezione del mondo.

Mostrare oggetti realizzati in studio senza consapevolezza che il processo

allestitivo fosse significante. Lo spazio è il risultato di un assemblaggio casuale e

non determinato.

9. 1923, Ambiente dei Proun, coincidenza tra le macchine visuali dell’arte e

dell’allestimento. Spazio la cui energia deriva da un campo di segni essenziali,

correlati e coordinati tra loro, che fanno reagire lo spettatore senza offrirgli una

facoltà figurale. Estende la focalizzazione all’intero spazio. Indipendenza da ogni

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A.A. 2014-2015
2 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cristina.f di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Trione Vincenzo.