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LA SCUOLA DI BASE NELLA SOCIETA’ ITALIANA DAL DOPOGUERRA AD OGGI

Difficile formulare un giudizio di politica e gestione scolastica senza disporre di dati che

giustifichino i fenomeni interconnessi. Si intende compiere un’analisi storico-comparativa sullo

sviluppo quantitativo dell’istruzione infantile e d’obbligo dal 1945 ad oggi, considerando:

andamento ripetenze, abbandoni scolastici, regolarità frequenza, presenza scuola non statale,

rapporto alunni-insegnanti, sviluppo infrastrutture scolastiche (a liv nazionale e tra le ≠ ripartizioni

geografiche italiane, attraverso rilevazioni ISTAT).

C.1 ISTRUZIONE INFANTILE

Profilo storico – istituzionale

Istituzione educativa che accoglie bimbi di 3-5 anni, ha avuto un andamento atipico rispetto agli

altri gradi d’istruzione nella storia italiana. Nasce prima dell’unità nazionale, l’asilo infantile

8posizione ambigua tra istituzione educativa e assistenziale). Fino al 1880 lo stato non si preoccupa

di riconoscere legislativamente l’istruzione pre-elementare (libera e volontaria iniziativa di privati e

comuni). Solo nel 1914 il ministro Credaro elabora il 1° programma organico x scuole infantili.

Riforma Gentile: 1° legge organica a prevedere la presenza di un’istituzione scolastica triennale

(scuola del grado preparatorio) come momento iniziale della formazione intellettuale/culturale) =

riconoscimento legislativo della scuola materna ma sempre affidata a iniziativa di enti

pubblici/privati.

Dopoguerra: situazione scolastica arretrata, la scuola materna stentava ad adeguarsi alle nuove

esigenze sociali e culturali e ad aggiornarsi con + recenti esperienze pedagogiche internazionali.

Programmi 69: attenzione x istanze partecipative, democratiche, = di opportunità educative,

sperimentazione didattica.

Orientamenti del 91: attenzione ai problemi socioculturali della società complessa, si prefigura una

scuola organizzata professionalmente e indirizzata all’educazione globale con particolare

attenzione ai fenomeni cognitivi e processi d’apprendimento.

Scuola materna statale riconosciuta nel 1968, nel 78 alcune modifiche. La richiesta di

scolarizzazione della 1° infanzia aumenta con le trasformazioni socioeconomiche della società

italiana (industrializzazione, cambiamenti modi di vita familiari) + accresciuta consapevolezza

dell’importanza dell’educazione prescolastica x eliminare i condizionamenti che il bimbo subisce fin

dai primi anni = servizio educativo, non solo assistenziale, destinato alla formazione precoce delle

potenzialità del bambino.

Le istituzioni x la 1à infanzia hanno assunto ≠ denominazioni in base all’orientamento

pedagogico/ideologico:

Asilo infantile (Aporti: natura assistenziale/caritativa)

- Giardini d’infanzia

- (pedagogia romantica)

Case dei bambini

- (pedagogia scientifica di Montessori)

Scuola materna

- (così denominate dal mondo educativo cattolico x sottolineare l’intenzione

di prolungare il clima familiare)

Scuola d’infanzia (correnti pedagogiche laico-radicali e marxiste x rimarcare il servizio

- sociale offerto)

Evoluzione della scolarità

La frequenza della scuola materna non obbligatoria, il n. iscritti dipende dalla capacità ricettiva

delle strutture scolastiche sul territorio, volontà delle famiglie di inviare i figli.

Dal 45 al 90 popolazione scolastica notevolmente aumentata (nel 78 = 72% iscritti), poi dal 79

contrazione della leva demografica, rapporto maschi/femmine sempre equilibrato.

Notevole miglioramento del rapporto iscritti/utenza gia dal 50: in tutti i casi l’aumento del tasso di

scolarità è dato dallo sviluppo delle strutture scolastiche e ridimensionamento dell’utenza

potenziale.

Aumento iscritti – tasso di scolarizzazione non hanno andamento omogeneo sul territorio

nazionale: incremento del 50 è > al Sud/isole, poi invece nel nord.

Nel 70 soprattutto regioni settentrionali, dall’80 il fenomeno si omogenizza sul territorio nazionale,

xchè dal 60 si registra un massiccio movimento migratorio dal S al N.

Personale insegnante e infrastrutture scolastiche

Frequenza a scuola materna condizionata da disponibilità dei posti: situazione edilizia migliorata

negli ultimi decenni. Dal 45 il n. di sezioni e insegnanti si è triplicato (> possibilità di accoglienza +

< affollamento sezioni).

Anni 80 diminuzione popolazione scolastica e chiusura di molte scuole nei piccoli centri + blocco

nuove istituzioni.

Nel Sud e isole il problema dell’istruzione infantile è poco sentito sia dal mondo politico che

famiglie x esistenza di pregiudizi e mancanza di una tradizione dell’istruzione infantile + fenomeni

di clientelismo assistenziali.

Gestione delle scuole

Fino al 68 scuole materne fondate e mantenute x libera iniziativa di enti locali, privati, pubblici

+mezzi di finanziamento ricavati da vari contributi. Ad eccezione di un n. ristretto di scuole

materne annesse agli istituti magistrali x tirocinio didattico. Fino al 50 prevalgono le scuole gestite

da enti religiosi poi aumentano quelle laiche.

69/70: 1° anno in cui le sezioni di scuola materna statale funzionano regolarmente x tutto il periodo

scolastico in locali forniti dai comuni, spesso si tratta semplicemente di un passaggio di gestione

della struttura dell’ente locale allo stato.

Dall’80 le scuole gestite da enti religiosi si riducono progressivamente, nel Nord è sempre stata

preponderante la presenza di scuole gestite da privati ed enti locali (< presenza di intervento

statale) = scuola materna risente della tradizione liberale del sec scorso.

C.2 ISTRUZIONE ELEMENTARE

Profilo storico-culturale

Istruzione primaria è il settore di scuola italiana che negli ultimi decenni ha subito < trasformazioni

strutturali e di finalità: restano = a quelle delineate da leggi Boncompagni e Casati.

Scuola elementare fin dall’unità concepita come 1° grado di istruzione obbligatoria x bimbi di ogni

ceto sociale e momento formativo propedeutico all’istruzione secondaria. Finchè la scuola

elementare resta a dipendenza dei comuni non assolve il compito di sconfiggere l’analfabetismo.

Molti comuni, x condizioni finanziarie o xchè indifferenti all’istruzione popolare, omettono la

costruzione o le lasciano in abbandono.

1911 legge Daneo – Credaro: gestione statale della scuola (opera completata nel 33 dal governo

fascista: tot statalizzazione della scuola elementare).

Con la riforma Gentile assume l’ordinamento didattico/amministrativo che è ancora in vigore.

Nel 57 suddivisione del corso elementare in 1° ciclo (1° e 2° classe) e 2° ciclo (3°, 4°, 5°).

Nel 71 importanti innovazioni, nuovo modello didattico e organizzativo come risposta alle

emergenze sociali e culturali: sperimentazione scuole a t pieno. Dal 78 aboliti i voti numerici e

pagelle (giudizi e schede valutazione), aboliti esami di riparazione e esame di passaggio tra 1°/2°

ciclo.

81 commissione ministeriale con incarico di delineare i punti fondamentali dei nuovi programmi

(superamento maestro unico, introduzione nuove discipline, prolungamento h). Dal 90 si fissa a 25

il n. max di alunni x classe, 27 h settimanali e attività organizzata in moduli costituiti da 3 insegnanti

su 2 classi.

Evoluzione scolarità

Tra fine guerra/71: evoluzione iscritti a scuola elementare ha andamento discontinuo

(contenimento natalità, decrescita demografica). Il quoziente di natalità annua incide sul n. iscritti

alla 1° classe.

Dal 50 diminuisce il tasso di ripetenza. Dal 70 costante abbassamento natalità, la scuola elementare

può dedicarsi a curare l’espansione qualitativa delle infrastrutture.

Ripetenze, abbandoni e regolarità degli studi

n. ripetenti altissimo nel dopoguerra (2/10) poi costante flessione fino al 59, nuovo aumento tra il

60/66, infine la % si è ridotto fino all’1% dell’86. Le femmine registrano sempre valori lievemente <.

Dal 60 diminuisce anche il tasso di abbandono grazie al miglioramento del tenore di vita delle

famiglie, lotte contro lavoro minorile. Il dato costante è la > presenza di ripetenza nella 1° classe

(processo di selezione nelle difficoltà iniziali).

Nel 1° decennio del dopoguerra fenomeno preoccupante: mancanza di corsi elementari completi

in molte località rurali x precarie condizioni economiche dimolte famiglie (occupate in agricoltura, i

figli interrompono studi x lavoro nei campi).

Con la fine del 50, miglioramento socioeconomico, industrializzazione, potenziamento strutture

scolastiche = calo abbandoni.

Metà 60: impennata del tasso di evasione scolastica, da collegare ai fenomeni didattici che

determinano l’aumento delle ripetenze.

Ultimi decenni deciso calo del n. di abbandoni grazie all’impegno dello stato ed enti locali nel

settore dell’assistenza scolastica.

La regolarità della frequenza scolastica ha sempre registrato un andamento diversificato sul

territorio nazionale, la > % di ritardo in Calabria, Sardegna, Trentino, Valle d’Aosta (territorio

montuoso rende difficile la frequenza regolare).

Scuole speciali e classi differenziali

Presenza di alunni con problemi fisici-psichici: decenni fa privi di assistenza specializzata e

interventi pedagogici individualizzati, rientrano nel n. di ripetenti prima di abbandonare la scuola e

diventare casi sociali x la comunità. Nascono scuole speciali e classi differenziali ( x fanciulli

anormali, minorati fisici, psichici, sensoriali) = istituzioni affidate x lo + ad enti pubblici e privati

convenzionati con il ministero della pubblica istruzione; dal 60 registrano un notevole incremento,

dal 70 decisiva flessione determinata dall’inserimento di molti sogg minorati in scuole normali.

= istituite all’int di normali scuole elementari, accolgono sog con anomalie e

Classi differenziali

quozienti inf. alla norma, handicap suscettibili di correzione (programmi che tendono al recupero

della normalità scolastica). Dal 70 emerge gradualmente la tendenza ad abolire queste classi x

inserire i sog handicappati nelle classi normali.

Gestione delle scuole

Scuole elementari classificate secondo la gestione in:

statali

- private

- (istituite da enti pubblici o privati in possesso dei requisiti richiesti da legge ma non

possono rilasciare titoli di studio, si sostiene l’esame in una scuola statale o parificata)

sussidiate

- : mantenute parzialmente col sussidio statale

parificate

- : aperte solo da associazioni o enti morali, rilasciano titoli di studio con validità

legale ma devono adottare i programmi delle scuole statali, affidare l’insegnamento a

personale con abilitazione magistrale con = stipendio degli statali

le parificate e private aumentano tra 50/60, si verifica

Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
12 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ankh79 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della scuola e delle istituzioni educative e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Di Pol Redi Santi.