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2. D EPORTAZIONI INVENTATE E NAVI FANTASMA
«senza Dio», così vengono chiamati i bambini deportati in Russia da piccoli e ritornati poi alla vita
di tutti i giorni.
bambini italiani dai quattro ai quindici anni, prelevati nelle terre invase e destinati ai cosiddetti
istituti di educazione della Russia senza Dio» «per quei fanciulli non c’è speranza di salvezza. Molti
5 L'Internazionale Comunista (in tedesco Kommunistische Internationale, abbreviato in Komintern o in italiano
Comintern) fu l'organizzazione internazionale dei partiti comunisti attiva dal 1919 al 1943, nota anche come Terza
Internazionale.Il Comintern nasce a Mosca nel marzo 1919, con lo scopo di sostenere il governo sovietico, favorire la
formazione di partiti comunisti in tutto il mondo e diffondere la rivoluzione a livello internazionale.
soggiaceranno stremati nelle loro fisiche forze dall’incuria e dagli stenti, altri, i più grandi, che
tenteranno pur minime ribellioni, saranno puniti con la morte, altri, di ancor tenera età, saranno
educati al disprezzo per l’Italia» Una volta giunti in Russia, infatti, i fanciulli italiani sarebbero stati
ospitati nei «collegi bolscevizzatori»[21] e costretti «a popolare le fredde aule degli istituti […] per
diventare domani gli assertori dell’utopia leninista».
«la polizia sovietica arresta spesso ragazze di otto anni già dedite alla prostituzione» Scene di
disperazione e di dolore di genitori affranti che vedono i loro figli partire riempiono le cronache dei
giornali. In certi casi, i genitori si oppongono al sequestro dei figli fino all’estremo sacrificio della
vita. Circolano ritratti sulle abitudini di Stalin che ne accentuano la ferocia; come quello che lo
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dipinge in certe serate a discutere con i suoi amici all’interno delle mura del Cremlino ; per il
dittatore «il meglio della vita» consiste «nel scegliersi una vittima, abbattersi su di essa senza
misericordia e poi andare a letto a dormire»[37]. Gli ingredienti del terrore sovietico confluiscono
quindi nella confezione della falsa notizia. La deportazione dei fanciulli siciliani, così come costruita
dalla stampa, rientrerebbe in quegli accordi di reciproci scambi stipulati dai sovietici l’opera di
sradicamento dei sentimenti della cattolicissima Italia, in un crescendo di allarmismo, le poche
centinaia partite da Siracusa diventano «migliaia di fanciulli […] imbarcati su navi e spediti
nell’Unione Sovietica». I piroscafi diventano «sempre più numerosi» e «molti altri ne seguiranno»
panico presso l’opinione pubblica; La deportazione dei ragazzi (4-15 anni), il loro viaggio verso una
morte sicura, la dissoluzione della famiglia e della religione sono gli ingredienti principali attorno ai
quali viene costruita la falsa notizia. Lo scopo, palese, è quello di suscitare avversione contro gli
alleati e i «traditori»;
Tuttavia se gli alleati e il governo Badoglio costituiscono il bersaglio della stampa fascista e
vengono indicati come «complici», il vero protagonista della deportazione è Stalin.1944, a quasi
tre mesi dalla liberazione di Roma, i giornali riferiscono ancora che «il Partito comunista preleverà
anche a Roma un forte nucleo di ragazzi da inviare in Russia […] per ricevere una completa
educazione bolscevica».
Strappare i bambini alle proprie famiglie per portarli in Russia è un atto illegittimo, antisociale,
antiumano e contrario alla religione. 3. M AMME
Nella costruzione delle notizie sulla deportazione la figura della mamma ricopre un ruolo centrale.
Timore di non rivedere più i propri figli: ritorneranno? E se ritorneranno ritroveremo in essi il
nostro spirito, la nostra vita? In una parola li riconosceremo? Oppure dovremo dire: voi non siete i
nostri figli – non siete la nostra carne – non possiamo guardarvi perché abbiamo paura di voi?
Appello della stampa alle madri/mogli/sorelle italiane: Ogni uomo della vostra casa che non sente
in quest’ora il dovere del lavoro e del combattimento si rende complice del nemico e avvicina a voi
i feroci rapitori dei vostri figli.
«siano maledetti in eterno Vittorio Emanuele, Pietro Badoglio e la cricca dei traditori» La figura
della madre e della donna, nelle varie funzioni che essa ricopre nell’universo familiare, diviene
centrale nella campagna stampa sulla deportazione dei bambini. Sulle donne ricade in definitiva la
responsabilità principale della preservazione della società italiana dal caos e dal disonore «si tratta
in verità di voler far morire […] la nostra prole, staccarla a viva forza dalla terra che già hanno
imparato ad amare perché dopo la sua scomparsa non potrà più nuocere al loro pensiero e non
potrà più opporsi al dilagare di quelle loro sozze ideologie» Neri e russi, raffigurati dalla
6 termine russo corrispondente all'italiano fortezza, cittadella o castello e fa riferimento al complesso di edifici
presente all'interno di quelle città russe che risalgono all'epoca medievale.
propaganda e dall’iconografia come rappresentanti di due razze inferiori sceneggiatura volta a
rafforzare nell’opinione pubblica quel disprezzo sul quale, dalla fondazione della Repubblica
sociale in poi, si fondano gli appelli per il richiamo alle armi della gioventù italiana sotto le insegne
del fascismo. Le notizie sulle deportazioni sono dirette a rinforzare i richiami ai sentimenti familiari
e all’onore della patria a fianco dell’alleato tedesco: L’immagine del mostro distruttore bolscevico
serve anche a indurre nell’opinione pubblica una raffigurazione spettrale delle formazioni
partigiane che sono in larga parte formate da militanti comunisti.
Febbraio 1944 serie di decreti che stabiliscono la pena di morte per coloro che si rifiutano di
combattere sotto le insegne di Mussolini.
4. C
OSTRUIRE LA FALSA NOTIZIA
1943 la propaganda nazifascista allestisce una campagna di informazione che per mesi tiene
sospeso il fiato degli italiani costruendo una serie di false notizie sulle deportazioni di bambini in
Unione Sovietica. La leggenda del russo rapitore di bambini si sostanzia e viene a convivere
accanto a quella di un altro «mostro» che, da tempo immemore, rappresenta, nell’immaginario, il
bandito dell’infanzia per eccellenza: lo zingaro. Comunisti, ebrei e zingari diventano sinonimi di
rapitori dell’infanzia nella costruzione di racconti nei quali i fanciulli giocano il ruolo degli esseri
indifesi perennemente minacciati da razze che la vulgata ritiene inferiori. Nel corso della guerra gli
apparati propagandistici del regime ricorrono frequentemente a notizie infondate per
condizionare la psicologia collettiva. Se su un piano generale l’inventata deportazione è diretta ad
aumentare l’avversione nei confronti degli alleati, su quello particolare alimenta la leggenda sui
comunisti che mangiano i bambini: gli esecutori degli ordini di Stalin sono i divoratori dell’infanzia,
secondo la diceria nata al tempo delle carestie. La capillarità con la quale la falsa notizia viene
diffusa è testimoniata, oltre che dalle numerose cronache dei quotidiani nazionali, dalla stampa
popolare illustrata, dai fogli delle federazioni locali della Repubblica sociale e da una congerie di
materiali di propaganda.
Degno di nota in questa varietà di materiali un cartoncino natalizio, pubblicato alla fine del 1943,
che raffigura Stalin alla guida di una slitta diretta nella Siberia innevata e trainata da sei bambini
italiani ansimanti che vengono incitati con la frusta dal dittatore staliniano. Il carico della slitta è
rappresentato dai nemici del nazi-fascismo: dagli intellettuali a Badoglio, dagli ebrei ai capitalisti,
dagli anglofili ai figli di papà. Esempi didascalia: Il mostro rosso vuole il vostro sangue: ricordatelo!
Anche la poesia si trasforma in uno strumento di comunicazione per quella capillare campagna di
informazione: Nel periodo delle false deportazioni il tema della patria tradita si mescola all’appello
per il richiamo alle armi; Esagerazioni sul numero dei deportati, minacce per l’educazione religiosa
in pericolo e la certezza della loro soppressione.
Angloamericani: In questa evoluzione l’immagine dei soldati alleati che rapiscono ragazzi viene via
via affiancata, quando non completamente sostituita, dall’immagine del «mostro bolscevico».
Stalin viene disegnato mentre soffoca fra le sue mani un bambino, e in volantini e manifesti
compaiono soldati sovietici che, con ghigno feroce, strappano i figli alle loro madri. La non
verosimiglianza della presenza di navi sovietiche in porti siciliani fa ovviamente parte della
costruzione della falsa notizia.
America o Inghilterra, percepite come patrie della democrazia e del benessere (Non potevano
essere oggetto della falsa notizia a differenza dell'Unione Sovietica).
Russia, ancorché non presente sul territorio italiano con le sue armate di soldati, rappresenta,
nell’immaginario degli italiani, il «mostro» per antonomasia. nell’immaginario popolare, l’America
è, per quanto presentata dal fascismo come il paese dell’«odiata democrazia», la terra
dell’abbondanza e della prosperità. E anche della speranza, secondo quella tradizione
dell’emigrazione italiana iniziata già alla fine dell’Ottocento. Coinvolgere l’infanzia innocente e
inventare una deportazione verso un paese in cui regnano fame, povertà e terrore, avrebbe
potuto invece rivelarsi una mossa di indubbio impatto emotivo. Gli allarmismi sulle deportazioni
sono infatti diretti a richiamare ai sentimenti familiari e all’onore della patria per mobilitare i
giovani sotto le insegne della Repubblica sociale a fianco dell’alleato tedesco un’opinione pubblica
estremamente ricettiva agli allarmismi in quel periodo bellico.
Di fronte al fatto che gli organi cattolici continuano a non aderire alla campagna di stampa sulla
deportazione, i giornali fascisti confezionano un’ulteriore falsa notizia e trasmettono ai lettori
l’indignazione che il mondo cattolico avrebbe provato di fronte al conferimento di un’onorificenza
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non priva di significato anche religioso come il Collare dell’Annunziata .
l’informazione cattolica non si allinea alle allarmistiche notizie sulla vicenda. Tuttavia,
evidentemente per non irritare il regime, non fornisce alcuna smentita sulla falsa deportazione.
Nessuna deportazione di bambini era mai avvenuta. Nessun bastimento era affondato. E neppure
il Collare dell’Annunziata era stato conferito a Stalin. Tutte le notizie a corollario di quelle vicende,
dall’uccisione dei genitori che si oppongono alla consegna dei figli al suicidio di madri e padri che si
danno la morte ass