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La decolonizzazione

Il processo di decolonizzazione si avvia negli anni '50 e la Seconda guerra mondiale accelera tale processo. I MOVIMENTI DI LIBERAZIONE IN ASIA (la prima ondata di decolonizzazione parte da qui): nel 1945 la maggior parte dei territori era ancora sottomessa agli imperi coloniali europei. Quindi la situazione era poco mutata rispetto al 1914 e solo in minima parte era stato riconosciuto il Quattordici Punti diritto all'autodeterminazione dei popoli affermato dai di Wilson. Invece il principio del "mandato" coloniale, istituito dalla Società delle Nazioni come strumento transitorio finalizzato al raggiungimento delle capacità di autogoverno, era rimasto inapplicato. Poi l'idea di una "decolonizzazione" come base di un mondo futuro retto da rapporti pacifici e paritari tra gli stati era stata riaffermata da Churchill e Roosevelt nella Carta Atlantica. A guerra conclusa, la Carta delle Nazioni Unite (approvata nel
  • 1945) riconobbel’esistenza di territori non autonomi e riprese l’idea del mandato, attribuendo ai governicoloniali il carattere di amministrazioni fiduciarie temporanee, con l’introduzione di controlliperiodici da parte di commissioni d’inchiesta dell’ONU per accertare i progressi compiuti versol’indipendenza.
  • Uscite duramente provate dal conflitto, le grandi potenze coloniali – Gran Bretagna e Francia –dovettero allentare il proprio controllo politico e militare sulle colonie, ma le politiche da loroseguite furono diverse: la Gran Bretagna dichiarò l’intenzione di estendere lo status didominion Commonwealthdel a tutti i suoi possedimenti coloniali, quindi non ostacolò ladecolonizzazione in cambio di rapporti economici, commerciali e politici privilegiati; alcontrario, la Francia ostacolò tale processo, rendendolo più aspro: in Indocina e in Algeria ladecolonizzazione fu infatti raggiunta attraverso

Lunghe guerre. Più efficace si dimostrò invece la nuova strategia di "imperialismo informale" sperimentata dagli Stati Uniti sul continente americano negli anni 30 e utilizzata dopo la guerra per consolidare la propria area di influenza mondiale in funzione antisovietica. Ciò fu applicato subito in Giappone e poi in Europa occidentale e puntava alla concessione di aiuti in denaro per favorire la ripresa economica e controllare in modo indiretto la vita politica e la gestione delle risorse condotte dalle élite locali. Ma Francia e Gran Bretagna non avevano i mezzi per sostenere operazioni simili.

La fine del conflitto portò alla ribalta nuovi soggetti politici indipendentisti rafforzati dalla sconfitta del Giappone e difficilmente riconducibili sotto il controllo delle potenze coloniali. Inoltre, nel 1947, la conquista dell'indipendenza da parte dell'India, mostrò a tutta l'Asia che l'obiettivo era concretamente raggiungibile.

Di lì a poco ciò fu confermato dalla vittoria di Mao Zedong in Cina. In India l'indipendenza proclamata il 15 agosto 1947 aprì un grave problema tra la maggioranza hindu e la minoranza musulmana. La soluzione che fu adottata - quella di costituire due diversi stati: l'Unione indiana a maggioranza hindu e il Pakistan a maggioranza musulmana - spinse milioni di persone a migrare e questo esodo diede luogo a violenze tra hindu e musulmani: le vittime furono più di un milione. Lo stesso Gandhi fu assassinato nel 1948 da un fanatico hindu che lo accusava di eccessiva tolleranza verso gli islamici. Si trattò inoltre di una soluzione precaria perché il Pakistan era diviso in due parti separate da più di 1000 chilometri di territorio indiano. I rapporti fra i due stati furono costellati da ripetuti conflitti, alcuni dei quali riguardanti la religione a prevalenza musulmana del Kashmir, assegnato all'India. La fase piùalla decolonizzazione in Malesia. Nonostante le pressioni internazionali, la Gran Bretagna riuscì a mantenere il controllo sul paese fino al 1957, quando la Malesia ottenne l'indipendenza. Tuttavia, il governo malese rimase legato agli interessi britannici, soprattutto nel settore economico. In Indonesia, la lotta per l'indipendenza fu molto più violenta. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i nazionalisti indonesiani guidati da Sukarno dichiararono l'indipendenza nel 1945. La guerra d'indipendenza che ne seguì durò fino al 1949, quando i Paesi Bassi riconobbero l'indipendenza dell'Indonesia. Tuttavia, i rapporti tra i due paesi rimasero tesi per molti anni a causa di questioni territoriali e di interessi economici. In generale, la decolonizzazione dell'Asia fu un processo complesso e spesso conflittuale. Molti paesi dovettero lottare duramente per ottenere l'indipendenza e, una volta ottenuta, dovettero affrontare sfide politiche ed economiche per costruire uno sviluppo autonomo.all'indipendenza della Malesia, concessa solo nel 1957 per riuscire a debellare la guerriglia comunista. Nell'Indonesia truppe anglo-australiane cercarono di restaurare il dominio coloniale dell'Olanda, ma i settori più radicali del movimento indipendentista, e in particolare i comunisti, continuarono a premere per una piena sovranità. Alla fine, l'Olanda riconobbe l'indipendenza all'Indonesia, ma ciò non arrestò i movimenti di guerriglia né risolse l'instabilità del paese. Le attività di guerriglia proseguite dopo il conseguimento dell'indipendenza in diversi paesi asiatici rispondevano a una doppia logica: la prima era la protesta contro le disuguaglianze della società rurale, che il colonialismo aveva aggravato; la seconda era legata alla guerra fredda e all'appoggio dell'Unione Sovietica, che puntava a mutare i rapporti di forza globali attraverso il sostegno politico.

finanziario ai movimenti di guerriglia. In alcuni casi, infine, alle ragioni sociali si aggiunsero divisioni etniche e la guerriglia fu alimentata anche da minoranze come i cinesi in Malesia e Thailandia.

LA LUNGA GUERRA DEL VIETNAM (più contrastata fu l'emancipazione dell'Indocina): a differenza della Gran Bretagna, la Franca cercò fino all'ultimo di conservare il proprio impero.

Il problema si pose con particolare acutezza in Indocina. Qui i nuclei di resistenza giapponese, ancora attivi nel Vietnam del Nord ma presto disarmati, erano una garanzia per i francesi contro il predominio del Vietminh, il Fronte per l'indipendenza del Vietnam creato dai comunisti (i vietnamiti pensavano l'unico modo per liberarsi era una rivoluzione e si avvicinarono quindi al comunismo). Intanto, con l'appoggio delle truppe britanniche, i francesi avevano riconquistato il Sud del paese, reprimendo duramente i Vietminh e creando le condizioni per restaurare il

proprio potere su tutta la regione. Come risposta il leader comunista proclamò l'indipendenza del Vietnam. A ciò seguì una trattativa che registrò notevoli divergenze e si concluse con una semplice tregua militare. Nello stesso anno (1946) i francesi presenti nel Vietnam passarono all'azione. Allora i reparti nordvietnamiti attaccarono le forze francesi, ritirandosi poi nella giungla: era l'inizio della guerra d'Indocina. Mentre nel Nord proseguiva la guerriglia, nel Sud del paese la Francia nel 1949 costituì uno Stato vietnamita, che fu riconosciuto da Stati Uniti e Gran Bretagna (esso era l'ultima testa di ponte occidentale in un'Asia quasi completamente sfuggita al controllo coloniale e in buona parte attratta nell'orbita comunista). La Francia tentò nel 1953 un'estrema soluzione militare, lanciando un'offensiva in tutta l'Indocina, però nel 1953 le truppe vietnamite circondarono

soldati francesi.La conferenza internazionale di Ginevra cercò di trovare una soluzione negoziata alle guerre di Corea e Vietnam e alla fine il paese venne diviso in due stati separati e indipendenti nella prospettiva di una pacifica riunificazione, ma nessuno rispettò queste condizioni. Allora nel Nord si avviò una involuzione autoritaria, mentre nel Sud si aprì una fase di instabilità politica. Venne creato un Fronte di liberazione nazionale del Vietnam del Sud (fnl), dove troviamo i Vietcong (comunisti vietnamiti) ed esso lanciò un'offensiva che provocò l'immediata reazione degli Stati Uniti: Kennedy inviò a Saigon (la capitale del Sud) tanti quantitativi di armi e denaro, oltre che molti consiglieri militari. Il risultato fu un'energica attività antiguerriglia contro i Vietcong. Niente comunque riuscì a frenare l'offensiva di questi ultimi e l'ipotesi di una riunifica del Vietnam per via.diventava reale. A quel punto agli Stati Uniti non rimaneva che l'intervento diretto. Nel 1964 uno scontro navale nel golfo del Tonchino provocato dalla marina militare degli Stati Uniti segnò l'inizio della guerra del Vietnam. Il nord del paese venne sottoposto a pesanti bombardamenti aerei e il numero dei soldati americani aumentò. Allora l'esercito nordvietnamita lanciò una controffensiva che risultò inutile sul piano militare e costosissima in termini di perdite umane, ma fu decisiva per convincere gli Stati Uniti che una vittoria sarebbe stata pagata ad un prezzo troppo alto. Quindi essi annunciarono la fine dei bombardamenti e la volontà di arrivare al più presto a negoziati di pace. Nixon portò avanti il ritiro delle truppe, che fu completato nel 1973. La guerra civile vietnamita proseguì invece fino al 1975, quando le forze del Nord conquistarono Saigon e unificarono il paese. Con la guerra del Vietnam.

fece il suo esordio internet che all'inizio venne usato dai militari per comunicare (guerra elettronica -> supremazia dei soldati americani). Questa guerra cambiò il modo dell'occidente di vedere l'America. Infatti, prima essa era caratterizzata da un'immagine di prosperità, poi nel '68 cambiò tutto e cambiò soprattutto il modo dei giovani di guardare l'America, cosa che determinò molte rivolte studentesche nelle università per esempio.

I PAESI ARABI E ISRAELE: nel Medio Oriente né la guerriglia comunista né i contadini senzaterra (i due principali soggetti della rivolta anticoloniale in Asia) sembravano in grado di svolgere un ruolo di rilievo. La guerra aveva invece accresciuto la forza del movimento panarabo, cui Francia e Gran Bretagna avevano rinnovato promesse di indipendenza in cambio dell'appoggio bellico contro la Germania. Nel 1944 venne svolta una conferenza che portò alla formazione

di una Lega araba e in seguito venne approvata una carta che tra i propri obiettivi poneva l'indipendenza dei popoli arabi e una soluzione equa dei rapporti tra
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara_101 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Pivato Stefano.