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L’interesse superiore: il Vaticano e l’Italia di Mussolini

avvenuta nel terzo congresso dei fasci, a Roma nel novembre del 1921.

Il programma parlava di rispetto assoluto di tutte le fedi religiose, pieno potere spirituale alla

chiesa, risoluzione di problemi con la santa sede. Cominciava quindi a sorgere l’ipotesi di una

conciliazione. Scomparve il riferimento di espropriare la chiesa dei suoi beni, ma si ribadì

comunque che a capo dello stato vi era un mondo laico, mentre il potere spirituale era in mano

alla chiesa. Fece questa distinzione per tenere insieme le spinte anticlericali ancora largamente

presenti all’interno dei Fasci e apparendo agli occhi della Santa Sede come un interlocutore

affidabile. Intanto il Pnf si era sviluppato come la più forte organizzazione del paese. Questo peso

che stava assumendo il Partito Fascista, venne sottovalutato dal partito popolare italiano, con Don

Sturzo, non vedeva pericolose le mosse di Mussolini e il potere del fascismo. Nelle elezioni del

1919, il Ppi era la seconda forza politica, alle spalle del partito socialista. Aveva trovato la sua base

grazie alla fitta rete di organismi e associazioni cattoliche. Questo tipo di struttura, gli garantiva

una base di massa, ma suscitò resistenze e timori negli ambienti curiali che avevano delle riserve

nei confronti di Sturzo e delle sue novità rispetto al cattolicesimo tradizionale. Nelle elezioni del

1921, i risultati premiarono il Partito Popolare, che pur non avendo aderito ai Blocchi Nazionali,

riuscì ad aumentare il numero dei suoi parlamentari, mentre quelli del Ps, scesero a causa della

scissione del 01/1921, che portarono alla nascita del Pci. Intanto Mussolini, sempre nel suo

discorso parlamentare d’insediamento, aveva liquidato gli episodi violenza squadrista contro i

popolari come nulla di grave (“qualche legnata”) e quindi il Ppi doveva scegliere o con loro o

contro di loro. Mussolini e Sturzo s’incontrarono riconoscendosi come partito opposti. Era chiaro

che Sturzo e il suo partito rappresentavano un reale ostacolo all’affermazione del fascismo.

Entrambi si trovavano impegnati sulle stesso territorio e nei confronti delle stesse classi sociali.

Mentre lo squadrismo dominava su gran parte dell’Italia del nord centrale, nel 01/1922, Sturzo

riconobbe la forza del fascismo, come antidemocratica e violenta, in più Sturzo voleva realizzare

attraverso una democrazia ispirata ai principi cattolici, un nuovo equilibrio negli assetti sociali ed

economici del paese e il recupero di un’Italia rurale emarginata. La promessa fascista di riportare

tranquillità nelle città e campagne, trovò l’appoggio di buona parte del mondo cattolico.

Nonostante i segnali di voler risolvere la Questione Romana e l’appoggio sempre maggiore che

andava acquistando nel mondo cattolico, Mussolini temeva un’alleanza fra socialisti e popolari,

con un governo che potesse fine alla violenza squadrista e che ripristinasse la legalità.

In questi anni Sturzo e il suo partito divennero il principale obiettivo degli attacchi di Mussolini e

del Fascismo, che lo definiva come un socialista e il fascismo come unica affidabile forza politica in

difesa della religione cattolica.

La violenza di Mussolini continuava a infastidire il mondo della chiesa, e non solo: il fascismo era

incompatibile con i cattolici e non suscitava ancora abbastanza fiducia nei Sacri palazzi. Altro fatto

importante fu la rottura che si verificò all’interno del Ppi, quando alcuni senatori cattolici di destra

si proclamarono contrari all’alleanza con i socialisti e una svolta a destra. La nascita di una destra

in alternativa alla leadership era ben vista anche dal papa, che iniziava a scansare Sturzo cercando

un vero appoggio statale e mostrare un certo possibilismo verso il fascismo.

Mussolini, salì così al governo, iniziando cosi la sua scalata al potere, dopo la minaccia di una

marcia su Roma per la conquista rivoluzionaria del potere.

Il Pontefice in carica era Pio XI, eletto il 06/02/1922, il suo fu un pontificato destinato a essere

L’interesse superiore: il Vaticano e l’Italia di Mussolini

decisivo nella storia del papato e del Novecento. Pio XI, si apprestava ad affrontare un periodo

segnato da una drammatica centralità di politica internazionale, con 4 dittatori a minare

l’equilibrio europeo, la crisi finanziaria del 1929, un conflitto coloniale, la guerra civile spagnola, le

leggi razziali in Germania e Italia e la preparazione della seconda guerra mondiale. In fatto di

politica internazionale, al principio Ratti, si dimostrò in continuità con il suo predecessore, cioè era

mosso dalla preoccupazione per la composizione della conflittualità del dopoguerra tra paesi

vincitori e vinti e da riserve verso i trattati. Su questo scrisse un’enciclica, dove prospettava scenari

apocalittici dominati dal Dio vendicatore, il questo documento chiedeva ali uomini di governo di

regolarsi secondo gli ordini di Dio e gli principi cristiani nella definizione delle leggi e

nell’amministrazione della giustizia. Per combattere la peste della nostra età, vale a dire il laicismo,

l’unico rimedio era la festa di Cristo Re, che si innestava sul culto del Cuore di Gesù. Il principale

animatore italiano della devozione del Sacro Cuore di Gesù fu padre Agostino Gemelli, che del

culto durante la grande guerra, ne aveva esaltato gli aspetti nazionalistici fino a consacrare ad esso

l’esercito del Regno. Al Sacro Cuore aveva intitolato l’Università Cattolica di Milano, da lui fondata

e diretta, dove costruire una classe dirigente cattolica, obbediente alla patria e alla chiesa. Questo

suo piano, aveva poco da spartire con Don Sturzo e il suo partito non confessionale e democratico.

Quindi Pio XI, nella sua enciclica intendeva sottolineare la sua volontà di restaurare ogni cosa con

Cristo e di assicurare la vittoria della pace (elementi nati dalla volontà dei suoi predecessori). Per

intraprendere questa battaglia per realizzare il Regno di Cristo, lo strumento principe della “santa

battaglia” per restaurare il regno della chiesa nella vita pubblica sarebbe stato l’Azione Cattolica,

questo impianto abbracciava il fascismo per una comune radice autoritaria, antidemocratica,

gerarchica e antiliberale.

Mussolini e lui s’incontrarono per la prima volta a Milano nel novembre del 1921, durante la

cerimonia al milite ignoto e Mussolini stesso era stato visto in modo molto positivo.

Con la minaccia della marcia su Roma la santa sede non si espresse, tenendosi al di fuori delle

questioni politiche, sapendo bene che il fascismo avrebbe garantito un sostegno alla religione

cattolica e alla Chiesa.

Il 4/11/1922, festa della Vittoria, deliberata da Mussolini durante la sua prima riunione. Per la

celebrazione, venne effettuato un vero e proprio rito religioso in Santa Maria degli Angeli, con il re

presente, ufficiali dello stato e del governo, per giungere a Piazza Venezia, ad omaggiare il milite

ignoto. Era questa una delle rappresentazioni spirituali e mistiche del fascismo in pieno potere.

Nel giro di due anni Mussolini prese provvedimenti che appagavano le richieste della chiesa,

disattese e contrastate dai governi liberali, come l’impegno dell’indissolubilità del matrimonio e

contro il divorzio, l'obbligo di presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche e in tutti i locali pubblici,

la disposizione di fondi per le chiese danneggiate dalla guerra , inserimento di feste religiose nel

calendario civile e l’esonero agli ecclesiastici dal servizio militare e il salvataggio del Banco di

Roma, che aveva un ruolo centrale nel controllo e nella direzione delle maggiori banche cattoliche.

Il colpo più importante, che Mussolini e il suo governo vollero dare al laicismo, fu però

rappresentato dalla riforma Gentile della scuola (nella primavere del 1923) che prevedeva

l'obbligo dell’insegnamento della religione cattolica in tutte le scuole elementari e l'esame di stato

veniva fissato a tutti gli studenti e agli istituti privati era concessa piena libertà d’insegnamento.

L'obiettivo era ora evidente: dimostrare alla chiesa che il fascismo era in grado, più del Ppi, di

L’interesse superiore: il Vaticano e l’Italia di Mussolini

migliorare gli interessi della chiesa. In più nel frattempo si avviavano i primi contatti segreti tra

Stato/Chiesa sulla Questione Romana.

Attraverso il conte Santucci (presidente del Banco di Roma), cercò di avere degli incontri con il

cardinale Gasparri, che rafforzarono ancora Mussolini che iniziava cosi anche a studiare il suo

"amico- nemico". Uscito dai loro incontri, il Segretario, dichiarò che nonostante il suo governo

fosse ancora giovane, ebbe da quel colloquio un’opinione assolutamente positiva di Mussolini.

Nei loro incontri si discusse anche della presidenza del Banco di Roma e individuarono la persona

attraverso cui mantenere i contatti, cioè il gesuita, Tacchi Venturi. Nel primo incontro tra Mussolini

e il gesuita, questo chiese della questione della vendita della Biblioteca Chigiana, che stava molto a

cuore al papa, ma Mussolini addirittura la regalò al pontefice superando ogni aspettativa della

Santa Sede e del Santo Padre.

Nel luglio del 1923, il Card. Gasparri, affidò al gesuita una missiva da consegnare a Sturzo, in cui la

chiesa, chiese le sue dimissioni da segretario del PPI, cosi che Mussolini raggiunse il suo obiettivo

di essere considerato l’unico in grado si occuparsi degli interessi della chiesa. Qualche mese prima

la parte dx del partito chiedeva di votare piena adesione al governo Mussolini, Sturzo non accettò

dichiarando apertamente "guerra" al fascismo, marcando le distanze. Le reazioni fasciste furono

immediate, intervennero subito con i squadroni bloccando addirittura eventi cattolici come

comunioni e battesimi a Ravenna.

Dopo ciò, i Popolari, si divisero sul fatto se dovevano approvare la legge Acerbo (= Che attribuita

2/3 dei seggi alla lista che avesse raggiunto la maggioranza del 25% dei voti). A questo punto

s’intensificò la stretta contro il Partito Popolare da parte di alcuni componenti Vaticani, che

ammonirono Sturzo di non creare imbarazzi alla Santa Sede, in più apparve per le vie della capitale

un manifesto dei “cattolici nazionali”, che dichiaravano il loro pieno consenso al governo fascista.

Contro il sacerdote e il suo partito , i fascisti scatenarono una violenta campagna, per indurre la

Santa Sede a inclinare la loro resistenza, contro il loro governo e la legge Acerbo o gli squadristi

avrebbero marciato sulle parrocchie romane. La Santa Sede si piegò a questo ricatto, ritenendo

che le dimissioni del sacerdote e la presa di distanza dal PPI, fossero un adeguato risarcimento in

cambio della vita stessa di Don Sturzo e per garantire l’opera della Chiesa. Tramite Tacchi Venturi,

Mussolini fece

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A.A. 2014-2015
25 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher claudiocst di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Ceci Lucia.