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L’INIZIATIVA FONDATRICE: DISSOCIARE CONFESSIONE E CITTADINANZA
L’articolo 10 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino approvata dall’Assemblea
costituente il 26 agosto 1789: <<Nessuno può essere molestato per le sue opinioni, anche
religiose>>.
a quel momento non sarebbe più stato necessario appartenere al cattolicesimo per
Non solo d
godere di tutti i diritti legati alla cittadinanza, la Chiesa cattolica non avrebbe più potuto pretendere
di impersonare la Francia tutta intera e nemmeno la sola vera Francia.
La portata storica dell’articolo 10 è notevole: tutto il futuro dei rapporti fra religione e
società è in germe in questo articolo.
NON SIAMO ANCORA ALLA LAICITÀ
Certo, l’iniziativa del 1789 produsse effetti incisivi nel futuro, ma i costituenti erano ben lontani dal
prevederli, e anzi, la loro concezione dei rapporti tra Stato e religione è lontanissima dalla nostra
(se essi avessero avuto anche il minimo d’idea della laicità, un pensiero del genere non sarebbe venuto loro
in mente e si sarebbero astenuti dall’intervenire, poiché nulla era stato dettato da da un disegno
.
antireligioso)
- La convinzione che una nazione non possa fare a meno di una religione comune a
cemento della sua unità era ancora viva.
Es. l’anniversario della presa della Bastiglia del 14 luglio 1790, simbolo della sconfitta
dell’assolutismo monarchico, non si concepì se non partendo dal fatto che la cerimonia
iniziasse con una messa celebrata da un vescovo deputato dall’Assemblea Costituente.
- I costituenti non hanno né voluto né previsto le conseguenze della Costituzione del Clero
Civile, la quale porterà alla secolarizzazione delle attività di beneficenza e di educazione
della Chiesa, nonché a un clero che passa a dipendere per la sua sussistenza dallo Stato.
UNA PRIMA SECOLARIZZAZIONE
Le prime conseguenze che fecero fare un grande passo in avanti alla secolarizzazione della
società furono:
- Instaurazione di uno stato civile
- Nascita dei registri dello stato civile (sostituiscono legalmente quelli della Chiesa);
- Costituzione del matrimonio civile;
- Misure contro gli ordini religiosi (il loro stile di vita);
- Facoltà di rompere il vincolo matrimoniale, interpretato ora come contratto giuridico.
Comunque la politica religiosa delle assemblee rivoluzionarie è un tratto tipico dell’eccezione
francese: la secolarizzazione si effettuerà negli altri paesi in maniera più pacifica.
IL RISTABILIMENTO DELLE RELAZIONI NON VUOL DIRE RESTAURAZIONE
La volontà del Primo Console di ristabilire la pace religiosa mette la parola fine a un decennio che
è stato come un’ultima guerra di religione.
Certo però è che Il cattolicesimo ritrova, si, una posizione sociale, ma non si tratta comunque di un
ritorno allo statuto di ancien régime.
Es. il clero non recupera i beni confiscati, anzi è il papa Pio VII in persona a rinunciarvi ufficialmente
La Chiesa cattolica non verrà riconosciuta come una società perfetta che possiede la verità
religiosa, ma ma semplicemente la religione maggioritaria in Francia. Così, ecco che:
Ciò non vuole comunque dire che siamo giunti nella laicità: la società non è ancora
secolarizzata.
E la portata di questa storia non si ferma alle frontiere della Francia. La Rivoluzione francese ha
infatti esportato la sua politica e la sua legislazione religiose:
- Con le conquiste territoriali operate dal suo esercito
- Per la potenza culturale dei principi rivoluzionari
(l’atto che mette fine al Sacro Romano Impero nel 1803 per volontà di Bonaparte segna una data capitale
nella storia politica e religiosa dell’Europa: è la fine del medioevo).
I DATI PERMANENTI
LA “QUESTIONE RELIGIOSA”: LE POSTE IN GIOCO
Le controversie sulla questione religiosa hanno occupato un posto centrale nella storia politica
dell’Europa per tutto il XIX secolo; e anche se hanno forse oggi perso la loro asprezza, sarebbe
prematuro considerarle risolte in maniera definitiva.
(La questione politica, tra l’altro, non è che un aspetto di un problema più vasto, che è appunto ciò che costituisce
l’oggetto di questo libro, quello delle relazioni tra il fatto religioso, in tutte le sue forme, e la società presa nel suo insieme
e non soltanto nella sua espressione politica)
LO STATO DEVE AVERE UNA RELIGIONE? I POPOLI POSSONO NON AVERNE?
- Lo stato può non avere religione?
Il principio generale sotto l’ancien régime non ammetteva eccezioni: anche se il potere
tollerava sul suo territorio l’espressione di altre credenze, c’era una religione ufficiale.
Una gesto simbolico, che segna una tappa di secolarizzazione della società politica
francese è, nel 1830, la sostituzione dell’atto religioso con una cerimonia civile in occasione
del giuramento di fedeltà alla Carta pronunciata davanti alle Camere dal di Orléans.
- Possono i popoli non avere religione?
La cosa non appare ammissibile, visto che l’idea è che le nazioni abbiano una vocazione
religiosa.
Es. l’ispanità si identifica con il cattolicesimo, la Polonia è il baluardo della cattolicità contro
l’ortodossia, l’impero degli zar si definisce come la Santa Russia.
Ma le discussioni strettamente statali si estenderanno anche alla società civile, in
particolare per quanto riguarda gli emblemi religiosi (es. i crocefissi nei luoghi pubblici),
percepiti come pretenziosi.
Ora,
la Francia fu la prima nazione di cui una parte dei cittadini ha voluto dissociare formalmente il
proprio destino da ogni riferimento religioso.
Da quel momento in poi la questione di un riconoscimento formale di Dio sarà motivo di discordia
delle lotte politiche.
Es. nel 1870-1871, dopo la sconfitta della Francia e la guerra civile, si sviluppa un movimento per la
costruzione sulla collina di Montmatre di una basilica, segno del pentimento della patria per gli errori
che avevano attirato la punizione divina.
A parte questi atti di consacrazione, la vita politica ha altri momenti e forme di omaggio alla
religione
Es. le preghiere pubbliche in apertura delle sedute parlamentari
Es. gli onori militari resi nel corso delle cerimonie religiose
Es. legislazioni che prevedono sanzioni specifiche per reati o crimini che abbiano un qualche rapporti con la
fede di una Chiesa.
E i laici nel momento che giungeranno al potere non avranno nulla di più urgente che abrogare
questi onori.
UNA O PIÙ RELIGIONI?
Già molto tempo prima che la Francia legalizzasse il pluralismo delle credenze, in molti paesi si ammetteva
che alcuni abitanti aderissero ad altre confessioni. Certo questo non significava però libertà di culto, ovvero il
riconoscimento del diritto di celebrare comunitariamente la fede non ufficiale.
E le controversie su questo argomento giunsero quasi fino ai giorni nostri.
Es. fino agli ultimi anni del franchismo la Spagna ha rifiutato alle Chiese protestanti l’uguaglianza in
materia di libertà di culto.
I DIRITTI E LE LIBERTÀ DELLE ISTITUZIONI ECCLESIASTICHE
- La confessionalità dello Stato comporta degli effetti per lo statuto della Chiesa di Stato, in
primis la conformazione della legge civile all’organizzazione dell’istituzione ecclesiale.
Ciò ha come conseguenza l’istituzione di uno statuto particolare che sottrae i chierici a una
parte degli obblighi imposti agli altri.
Es. i chierici dipendono solo dalle giurisdizioni ecclesiastiche.
Es. esenzione del servizio militare.
Es. immunità fiscale.
Es. sussistenza del clero e mantenimento degli edifici ( la Decima era il prezzo pagato per il
sostenimento da parte della società).
E queste rivendicazioni dopo la scomparsa dell’ancien régime vengono percepite come
inaccettabili.
- Le chiese disponevano inoltre delle rendite dei loro beni, essenzialmente immobiliari. Si
trattava di una fortuna considerevole che garantiva la loro indipendenza.
o Poi prìncipi messi alle strette dalle ristrettezze economiche, cominciarono a confiscarne una
parte.
Pratica questa che si ripeté su scala molto più grande (tanto per territori coinvolti che per
quantità di espropriazione) in occasione della Rivoluzione francese.
o Nell’Europa orientale sarà il comunismo del dopo grande guerra ad operare l’ultima grande
pratica di confisca, oggi ancora al centro di attriti soprattutto in Rep.Ceca e Ungheria.
Comunque sia, la soppressione delle risorse ordinarie lasciò dovunque aperta la questione del
finanziamento delle istituzioni religiose.
- Per 104 anni in Francia a partire dal 1789, la finanza pubblica ne ha assicurato il sostentamento.
Poi dopo la legge di Separazione i culti presero a vivere solo della generosità dei fedeli (sarà la
Chiesa tedesca a divenire preminente in Europa).
- In molti altri paesi la formula è tutt’ora quella della cosiddetta tassa ecclesiastica, la quale, pur senza
essere affatto una donazione spontanea, può essere dal contribuente destinata liberamente alla
Chiesa che preferisce o addirittura non devolverla a nessuna istituzione ecclesiastica (l’istituto della
tassa ecclesiastica viene oggi fortemente contestato, soprattutto in Germania).
L’INDIPENDENZA DELLE CHIESE. AMMINISTRARSI LIBERAMENTE.
- Sotto l’ancien régime la Santa Sede generalmente concedeva ai sovrani la nomina dei
vescovi .
(nei paesi protestanti il principe è generalmente il capo della Chiesa nazionale)
Ma dopo la rivoluzione francese, la Chiesa cattolica ha cercato di recuperare questo, come
contropartita dell’allentamento dei rapporti fra società e religione.
- Il tentativo di espellere gli stati dalle relazione tra il vertice della Chiesa cattolica e le
Chiese nazionali.
Es. il vaticano all’interno dei Patti lateranensi otterrà l’impegno dello Stato di non frapporre
ostacolo alla venuta dei vescovi a Roma presso il Sovrano Pontefice.
- La Chiesa si muoverà verso l’abolizione di tutte quelle usanze che limitavano la sua
libertà.
ES. quando nel 1868 Pio IX convocò il concilio Vaticano I, si astenne dall’invitare, come
consuetudine, i rappresentanti degli Stati.
- Per l’elezione del papa, Austria, Spagna e Francia avevano storicamente il diritto di
pronunciare un veto, ma Il cardinal Sarto, subito dopo la sua elezione al soglio pontificio nel
1903 si affrettò ad abrogare questo diritto.
- L’urto fra Stato e Chiesa viene vissuto anche nella quotidianità dei villaggi. Due
argomenti in particolare dominano: il suono delle campane e le processioni su