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1.7 IL BINOMIO FIDUCIA-SFIDUCIA, L'APATIA E L'ALIENAZIONE
La partecipazione politica è in funzione di caratteristiche soggettive e di gruppi ed è condizionata da
motivazioni psicologiche e sociali. Le esigenze gratificanti di partecipazione ed il senso di efficacia politica
sono alla base della fiducia che il cittadino ripone nella politica e sono generalmente considerate come
componenti rilevanti della partecipazione elettorale. La mancanza di fiducia è considerata tra le cause
principali dell'alienazione.
Il senso di inefficacia può articolarsi in una sfiducia che deriva prevalentemente:
- dal non possesso di risorse da parte del soggetto; il soggetto tende a scaricare la responsabilità
dell'insuccesso su se stesso autoemarginandosi.
- dalla mancanza di ricettività da parte delle istituzioni. L'incapacità di incidere sulla vita politica viene
imputata all'assetto politico-economico che lo limita e lo esclude dalla partecipazione alle risorse della
collettività (dimostrandosi disponibile a forme di protesta di diversa intensità). Il soggetto scarica
l'insuccesso personale sulle deficienze del sistema, ma dal punto di vista della partecipazione mette in atto
modalità di comportamento non dissimili che oscillano tra exit e voice.
La cultura civica cui facevano riferimento Almond e Verba, individuava nel senso di efficacia politica uno
dei pilastri della partecipazione democratica, in quanto non solo favoriva il processo di identificazione con le
istituzioni, ma potenziava anche la disponibilità a cooperare per il loro buon funzionamento.
Infatti, nel concetto di efficacia politica s'individua un tratto peculiare delle istituzioni democratiche, che
consiste nella convinzione dei cittadini di poter influire sul processo politico, sia attraverso l'azione singola
che di gruppo. Essa presuppone non solo l'esistenza di canali di comunicazione tra cittadini e classe politica,
ma esige anche un qualche riscontro nei comportamenti degli uomini politici, così da alimentare la
convinzione che le azioni del cittadino siano dotate d'efficacia.
Possiamo distinguere la fiducia nella politica, intesa come la percezione da parte del cittadino che la politica
sia rilevante per la sua vita pubblica e privata, dalla fiducia che il cittadini ripone in se stesso e sulle sue
capacità di incidere sul processo politico.
Il primo aspetto viene ricondotto al concetto di efficacia esterna e riguarda la convinzione da parte di un
individuo che il governo risponda o meno alle domande dei cittadini.
Quando gli elettori considerano il governo controllato da interessi particolari ed indifferente agli interessi del
cittadino medio, l'efficacia esterna diminuisce mentre cresce il livello d'alienazione.
Il secondo aspetto è considerato come espressione del concetto di efficacia interna, la quale esprime, in
positivo, il grado in cui le persone credono di potere influenzare le azioni dei politici e l'operato del governo
e, al negativo, un senso d'incapacità soggettiva nei confronti dell'operato del governo e dei politici, poca
conoscenza di come vanno le cose e bassa fiducia in se stessi. La politica viene considerata troppo
complicata e sfugge al controllo del cittadino comune. Tale senso d'inefficacia politica è, di solito, correlato
con i livelli d'istruzione più bassa e lo status socio-economico inferiore ed è facile che sfoci nel ritiro dalla
politica.
Coloro che possiedono un basso senso d'efficacia interna tendono ad imputare buona parte dell'incapacità a
se stessi, mentre coloro che hanno un alto senso d'efficacia interna tendono a scaricare la responsabilità sul
governo, condannandoli per il disinteresse mostrato.
I cittadini con un forte senso di efficacia interna ed un basso senso di efficacia esterna sono tra i più cinici, in
quanto ritengono di avere la capacità di influenzare il sistema politico, ma questo non risponde alle loro
richieste ed aspettative. Costoro tendono a percepire il loro voto inutile e quindi sono propensi ad astenersi o
rendersi disponibili alla protesta.
Il cittadino può riporre fiducia nelle istituzioni o nelle persone che rivestono ruoli politici. La fiducia nelle
istituzioni è espressione di un sentimento d'appartenenza al sistema politico. Il corrispettivo, in negativo, è la
sfiducia che coinvolge la legittimità delle istituzioni e può articolarsi nel rifiuto di riconoscere il principio di
legittimazione o nella condivisione del detto principio, ma con significative riserve sulla sua attuazione.
Per quanto riguarda la fiducia nei soggetti che ricoprono ruoli istituzionali, possiamo distinguere due forme:
La fiducia nelle persone fisiche. Ricondotto ad una fase d'immaturità politica del cittadini dal momento
1. che il soggetto filtra ed interpreta la dimensione della politica attraverso i rapporti interpersonali. Quando
la fiducia nelle istituzioni è alta, la sfiducia che può investire le persone che ricoprono ruoli politici tende
a non intaccare la validità delle istituzioni ed a limitarsi a soggetti specifici non ritenuti all'altezza del
compito (per competenza o moralità). Scaricare la responsabilità del cattivo funzionamento sulle singole
persone serve a salvare la validità delle istituzioni ed il grado di fiducia che viene riposto in esse.
La personalizzazione del potere, tipica della leadership carismatica. Oggi la personalizzazione della
2. politica viene messa in relazione con la pervasività dei nuovi mezzi di comunicazione o viene
considerata come espressione di una nuova dislocazione di interesse.
Spesso si tende a considerare l'alienazione un concetto che comprende il cinismo e la fiducia, l'efficacia
interna ed esterna, ed anche l'apatia.
L'apatia, invece, è un concetto diverso da alienazione ed esprime il rifiuto di partecipare al processo politico.
Coinvolge coloro che ritengono il governo semplicemente irrilevante sulla loro vita quotidiana e pensano che
non valga la pena di partecipare alle elezioni. Apatici sono sia coloro che considerano il governo distante ed
estraneo o percepiscono poca differenza tra i candidati, sia coloro che, per sfiducia nelle proprie capacità,
sono disponibili a delegare la partecipazione politica ai più colti ed informati. Entrambi i casi sono
espressioni di un basso interesse verso la politica. Owen sostiene che questi atteggiamenti siano
particolarmente diffusi tra i giovani.
Il cinismo politico configura una categoria opposta alla fiducia, ma non corrisponde totalmente alla sfiducia,
in quanto aggiunge una sfumatura in più, l'atteggiamento sprezzante nei confronti della classe politica,
considerata inaffidabile, estranea ai cittadini ed orientata al perseguimento di interessi. Alla valutazione
negativa nei confronti del mondo della politica, si associa il risentimento ed il disincanto. Il cinismo è tipico
dei soggetti che ritengono di essere più informati o che hanno vissuto esperienze personali negative
nell'impatto con il mondo politico.
1.8 VOTO OBBLIGATORIO E DOVERE CIVICO
Il senso d'obbligazione civica stimola all'azione anche in presenza di un basso grado d'efficacia politica e di
livelli modesti d'interesse. Ciò potrebbe spiegare il paradosso del comportamento elettorale degli italiani, che
hanno in passato associato un basso grado di fiducia nella politica con un alto tasso di partecipazione
elettorale.
La presenza di organizzazioni forti e consolidate delle classi lavoratrici in Europa spiegherebbe la loro
elevata partecipazione di contro ad una bassa partecipazione delle classi lavoratrici statunitensi, dove il
tessuto organizzativo dei sindacati rimane piuttosto esile e mancano partiti basati sull'appartenenza di classe.
L'art. 48 della Costituzione italiana recita:"l'esercizio del voto è un dovere civico".
Inizialmente, il legislatore aveva previsto delle sanzioni per coloro che non si recavano a votare alle elezioni
politiche. Questo ha notevolmente contribuito all'interiorizzazione del senso di dovere civico. La progressiva
disapplicazione della norma si è conclusa nel 1993, in concomitanza con l'approvazione della nuova legge
elettorale con la sostituzione della precedente espressione "obbligo al quale nessun cittadino può sottrarsi"
con la dizione "il voto è un diritto per tutti i cittadini". Già nel 1979 l'astensionismo comincia ad aumentare.
Il voto si percepisce più come un diritto, che si può esercitare o meno, che come un dovere.
1.9 TIPOLOGIA DELL'ASTENSIONISMO
Merrian e Gosnell suddivisero le ragioni del non voto in 4 classi:
Difficoltà fisiche
1. Ostacoli normativi e amministrativi
2. Scetticismo nei riguardi del voto
3. Indifferenza politica
4.
Nel nostro paese, la definizione di elettore si riferisce a colui che è iscritto nelle liste elettorali. Infatti non in
tutti i paesi è prevista l'iscrizione automatica nelle liste elettorali, né la consegna a domicilio del certificato
elettorale.
Non votante è sia chi, avendo ricevuto il certificato elettorale, non si reca per sua scelta a votare, sia colui
che risulta iscritto nelle liste elettorali ma non ha ricevuto il certificato elettorale e non ne ha fatto richiesta.
Votante è l'elettore che esprime il suo voto, sia che questo sia considerato valido o meno.
L'astensionismo riguarda il cittadino che, essendo formalmente abilitato a votare, non si reca alle urne per
impossibilità o per scelta. L'impossibilità dipende da impedimenti di carattere fisico, soggettivi o esterni.
Nell'astensionismo tecnico si può ricomprendere quello imputabile a difficoltà di compilazione della lista
elettorale.
Il mancato ricevimento del certificato elettorale, là ove è prevista la consegna a domicilio, configura una
forma particolare d'astensionismo, in quanto richiede da parte del cittadino un impegno aggiuntivo
consistente nel recarsi preventivamente a ritirare il certificato elettorale.
Anche l'astensionismo necessario o di forza maggiore (deceduti, elettori privi di diritto di voto, malati, cambi
di residenza) prescinde dalla volontà dell'elettore ed è quindi privo di significato politico.
L'astensionismo specificamente politico è il meno controllabile ed il più mobile. Varia in relazione al tipo di
consultazione, alla competitività elettorale, alle sollecitazioni dei partiti ecc. In ogni caso questa categoria di
non votanti comprende coloro che, in qualche modo, operano una scelta.
Goguel distingue tra:
- astensionismo di congiuntura: riveste maggiore rilevanza politica in quanto espressione di un contrasto
con le istituzioni di rappresentanza. Sarebbe quello più facilmente recuperabile in quanto non consolidato
come tratto culturale. È tempora