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CAP 4) INCENTIVI ED EMPOWERMENT
- Bisogna affrontare l'area delicata degli incentivi retributivi;
- I sistemi d'incentivazione che andavano bene nelle culture di comando e
controllo non sono adatti all'organizzazione che ha attuato l'empowerment;
- C'è spazio per un sistema retributivo basato sulle competenze;
- Bisogna stare molto attenti quando si definiscono i criteri che danno titolo a
incentivi di merito o a bonus;
- Passare da un sistema all'altro crea inevitabilmente dei vincitori e dei
vinti;
- Gli incentivi non monetari sono un fattore importantissimo per la motivazione
delle persone.
1. Cultura e incentivi
Bisogna affrontare la delicatissima area degli incentivi retributivi. L'dea che
ogni lavoratore venga ricompensato sulla base del suo contributo personale,
rilevato in modo "scientifico" dal management, è profondamente radicata, e da
molto tempo, nella mente di tantissimi manager. Il timore è che, laddove questi
sistemi esistono, la loro eliminazione porti inevitabilmente a una perdita di
produttività.
In un'organizzazione pienamente responsabilizzata i semplicistici incentivi
finanziari individuali legati all'output devono lasciare il posto a un nuovo
approccio. I manager devono acquisire nuove competenze, imparare a motivare
delle persone che non sono più "guidate" dalla logica delle mansioni
ultraparcellizzate e delle schede di controllo. E' indispensabile anche tenere
pienamento conto degli incentivi non monetari, ma estremamente concreti, che
vanno a chi lavora in un'organizzazione che ha attuato l'empowerment.
A parità di condizioni, il sistema retributivo deve consentire
all'organizzazione di:
- attrarre le persone di cui ha bisogno;
- motivarle a fare un lavoro di qualità, a un costo ragionevole (qualuno direbbe
al costo minimo).
E' fondamentale tenere distinti questi 2 fattori, perchè ciò che induce le
persone a lavorare per una determinata azienda e ad accettare una determinata
posizione non è necessariamente la stessa molla che le motiva a dare il massimo.
Se vi orientate a una cultura di empowerment, è essenziale che vi assicuriate la
piena coerenza del vostro sistema retributivo con queste norme culturali. Un
incentivo monetario che induce un lavoratore o un gruppo di lavoratori a
ottenere comunque i risultati, indipendendemente dai loro effetti sulle altre
componenti dell'organizzazione si rivelerà di norma controproducente.
Non conviene quasi mai creare competizione tra i diversi gruppi operativi. La
competizione sta fuori dall'azienda, non dentro. Occorre quindi una cultura in
cui i team lavorino insieme per ottenere i risultati migliori per l'azienda. E'
fondamentale fare in modo che il sistema di incentivazione monetario favorisca
questa cooperazione.
Una delle caratteristiche dell'organizzazione che ha attutato l'empowerment è
una significativa riduzione della contrapposizione interne tra "noi" e "loro".
Molte organizzazioni hanno scoperto che questa tendenza si può rafforzare
introducendo uno "status unificato" per tutti i lavoratori di tutti i livelli
(significa avere uno stesso sistema per l'erogazione delle retribuzioni, per le
ferie, per le pensioni e così via).
Le organizzazioni che devono gestire grosse fluttuazioni della domanda devono
trovare il modo e il mezzo per incentivare le persone, ma anche per indurle a
fornire delle prestazioni extra nei momenti di punta. Alcune organizzazioni
creano flessibilità assumendo un certo numero di part-timer. Altre perseguono lo
stesso obiettivo attraverso l'uso dell'orario flessibile.
In ogni caso è importante evitare dei sistemi rigidi e meccanistici
d'incentivazione delle performance, se gli obiettivi da perseguire sono la
flessiblità e il lavoro in team.
1.1. Incentivi basati sulle competenze
Nei sistemi retributivi basati sulle competenze s'incontra spesso una struttura
scalare, a livelli crescenti di compentenza, in cui la retribuzione-base è
riferita al punteggio attribuito alla posizione. I lavoratori passano da un
livello retributivo all'altro con l'acquisizione di maggiori competenze. QUesta
soluzione è particolarmente preziosa quando l'obiettivo primario è la
flessibilità. In un sistema di questo tipo, il management deve operare con la
massima attenzione per assicurare l'applicazione delle seguenti condizioni.
- La truttura dei livelli retributivi dev'essere considerata corretta da tutti
gli interessati e per tutti gli interessati.
- I livelli retributivi si possono determinare in base alla capacità dei singoli
lavoratori di eseguire una determinata serie di compiti. In alcune
organizzazioni, per raggiungere il livello retributivo massimo, il lavoratore
dovrà imparare anche una o più competenze-chiave di un altro reparto.
- In un sistema a scale retributive di questo tipo si possono includere altri
fattori, in sede di determinazione dei diversi livelli. SPesso queste
responsabilità si associano infatti a delle precise capacità tecnico-
professionali.
- Il sistema delle scale retributive dev'essere in linea con i requisiti
dell'attività operativa. Non c'è alcun benificio nel remunerare una flessibilità
che non verrà mai utilizzata.
- Il sistema deve prevedere l'uso potenziale di tutte le cpacità.
- L'esistenza di un sistema di scale retributive non impedisce l'introduzione
d'incrementi di merito o di bonus di gruppo.
- Se l'organizzazione nomina dei team leaders che sono anche membri operativi
della squadra, questo ruolo e le capacità che comporta costituiscono in genere
un altro fattore di cui bisognerebbe tener conto nella struttura retributiva.
1.2 Incrementi di merito
Normalmente gli incrementi di merito vanno a sommarsi alla paga-base. Tra i
"meriti" apprezzati nell'organizzazione responsabilizzata possiamo includere la
presenza, l'impegno, la cooperazione (al lavoro in team, all'innovazione) e il
contributo alla performance complessiva.
Nelle organizzazioni che praticano l'empowerment, l'approccio è positivo, e
consiste nel gestire la presenza. Si tratta d'indurre le persone a venire con
piacere ed entusiasmo al lavoro, aiutandole se hanno dei problemi: di trasporto,
di handicap o di familiari a carico (fondamentale).
In un'organizzazione responsabilizzata, si può prendere seriamente in
considerazione la "valutazione a 360 gradi". Si tratta in pratica di valutare il
merito tenendo conto delle opinioni del valutato, del suo capo, dei suoi
collaboratori e dei suoi colleghi. Un giudizio di questo genere enfatizza la
necessità di chiarezza nelle definizioni e nei livelli, ed è anche un modo
intelligente per misurare il contributo al business.
1.3 Schemi di retribuzione variabile e azionariato dei dipendenti
Se l'organizzazione decide di introdurre degli schemi di retribuzione variabile,
occorre un'attenzione particolare. L'unità organizzativa ideale da prendere a
riferimento per l'attribuzione del bonus è l'unità di business operativa; è
questa unità che deve conseguire il successo. Tutti dovrebbero partecipare al
suo successo e ai benefici economici che ne derivano.
Alcune aziende hanno invitato i dipendenti ad acquistare e a conservare quote o
azioni della società. Non c'è dubbio che, se il management ci tiene a
coinvolgere i lavoratori nella performance azionaria, questo può essere uno
stimolo positivo. Ma per quella che è la nostra esperienza, l'azionariato dei
dipendenti non si è dimostrato quasi mai un fattore decisivo per lo sviluppo o
la conservazione di una cultura di empowerment.
1.4 Scelta dell'incentivo
In molte organizzazioni la possibilità di scegliere un incentivo piuttosto che
l'altro è limitata, per non dire inesistente. Ai massimi livelli c'è la
possibilità di avere una retribuzione in gran parte flessibile, ma difficilmente
questi schemi si possono replicare ad altri livelli della struttura.
2. Vincitori e vinti
Qualunque incentivo finanziario legato in misura significativa ai risultati
implica la problematica conciliazione d'interessi concomitanti ma non
coincidenti. L'incentivo finanziario non motiva il lavoratore a dare il massimo
per l'azienda. Casomai lo motiva a operare in modo da massimizzare il proprio
tornaconto economico.
Troppe volte in passato i manager hanno creato dei sistemi di questo tipo, per
poi scoprire che:
- l'output va a detrimento della qualità;
- nel tempo le priorità si modificano e il sistema non risponde più alla nuova
situazione.
3. Incentivi non monetari
Non si dirà mai abbastanza che in un'organizzazione che pratica l'empowerment la
motivazione non deriva dall'incentivazione monetaria. Peraltro un sistema
retributivo iadeguato può mettere a repentaglio il successo, in quanto
rappresenta un ostacolo rilevante all'impegno organizzativo. Quando le persone
si sentono retribuite correttamente, in genere sono disposte a dare il massimo
sul lavoro, ammesso che vi siano altri fattori a collaborare questa perezione.
In genere le persone sono motivate a dare il meglio di sè quando percepiscono un
senso di:
- sicurezza;
- appartenenza;
- considerazione;
- realizzazione.
Il senso di sicurezza si può sviluppare tenendo informati i collaboratori dei
cambiamenti che intervengono nel business e nell'organizzazione. Le persone si
sentono più sicure se pensano che il management non se ne uscirà con dei "blitz"
improvvisi che rivoluzionino da un giorno all'altro la loro vita. Un altro
fattore di maggior sicurezza per i lavoratori è la fiducia nelle proprie
capacità.
Il senso di appartenenza nasce quando le persone hanno "informazioni di prima
mano". Se "tagliamo fuori" dal circuito informativo una persona, in pratica la
ripudiamo. Coinvolgere i dipendenti in discussioni sul loro lavoro e sulle
prospettive di sviluppo personale; sul reparto, su iniziative che prevedono
l'impiego di nuove macchine e di nuove procedure, d'indumenti protettivi e di
abiti da lavoro: sono tutti modi per suscitare in loro un senso di appartenenza.
Il senso di considerazione si crea quando le persone vengono chiamate per nome,
quando le loro opinioni vengono richieste e apprezzate, e quando le loro domande
e i loro commenti vengono presi sul serio. Questo approccio alla gestione delle
persone si puà rafforzare con dei supporti di elevato valore simbolico: elementi
distintivi personalizzati, armad