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I risultati della ricerca come già detto sono stai i seguenti:

Oltre il fatto che vi è una larga diffusione di reti di scuole, si è visto però anche

- che la finalità di tali reti è per lo più quella di aggiornamento del personale

docente e Ata e quella della gestione delle emergenze di breve periodo. Inoltre

riguardo alla strutturazione e alla gestione di queste reti si è visto che vi è una

scarsa strutturazione nelle relazioni e nei processi decisionali.

Esistono reti di scuole di tipo diverso: quelle di “scopo” che sono quelle

- costituite con lo scopo di migliorare gli accessi ai finanziamenti, quelle “di

rappresentanza” che hanno lo scopo di migliorare i rapporti e la comunicazione

con i diversi attori territoriali e quelle “miste” che hanno entrambi gli scopi

indicati

La formazione permanente fornita dall’Università (Life wide learning):

- scopo di questa ricerca,che ha riguardato l’intero sistema universitario

italiano,è quello di raccogliere dati su due fenomeni : la formazione

permanente universitaria e i tipi di attività offerte per il riconoscimento e la

validazione degli apprendimenti (cioè delle competenze professionali ed

esperienziali degli adulti che rientrano all’università nella prospettiva

dell’apprendimento permanente) . Oggi infatti non si apprende più solo

nell’ambito dell’istituzione scolastica e nella prima fase della vita, ma per tutto

l’arco della vita e attingendo a numerose fonti diverse. Infatti è proprio il

mercato del lavoro che richiede che professionisti anche nel pieno della propria

carriera aggiornino continuamente le proprie competenze o anche il fatto che la

conoscenza può nascere in ogni tipo di contesto quindi es da una conversazione

con amici, la visita di un museo, l’uso di Internet,ecc. Tale ricerca nasce poi dal

fatto che in Italia la situazione lavorativa e i livelli di istruzione non sono dei

migliori: sono pochi coloro che hanno un titolo universitario, e sono moltissimi

i giovani che non lavorano e non studiano. Questo colloca l’Italia al primo

posto in questa classifica negativa rispetto al resto dei paesi europei. I risultati

della ricerca comunque ci dicono che:

Chi ricerca e domanda una formazione permanente all’Università e attività di

- validazione e riconoscimento degli apprendimenti sono per lo più lavoratori

interessati ad avanzamenti di carriera e persone motivate da ragioni di

autorealizzazione

Vi è un positivo orientamento verso politiche tese a una maggiore

- diffusione della formazione permanente

Sono molto diffuse attività di riconoscimento e validazione degli

- apprendimenti, anche se vi è poca innovazione negli strumenti usati

Da questa ricerca,in estrema sintesi si possono delineare tre diversi tipi di atenei:

Atenei “burocratici”: dove non ci sono progetti innovativi (e non c’è un centro

- di formazione permanente)

// “innovativi”: che cercano di introdurre nei loro sistemi l’innovazione (e

- hanno un centro di formazione permanente)

// “ virtuosi”: dove è stata eliminata la burocrazia ed è stata attivata

- realmente la formazione permanente (e hanno un centro di formazione

permanente)

Per finire un esempio di iniziativa riguardo la formazione permanente è rappresentata

dalla rete universitaria “Eucen” che raggruppa moltissime università di vari Paesi e il

cui scopo è creare le condizioni di analisi,confronto e estensione delle migliori

pratiche di formazione permanente.

E’ importante poi ricordare che l’apprendimento può essere di diverso tipo:

Formale: quello che avviene all’interno della scuola e che porta al

- raggiungimento di diplomi,lauree,ecc

Non formale: che avviene nel lavoro

- Informale: che proviene dalla vita quotidiana in numerosi contesti

-

La situazione scolastica in Italia

La situazione globale caratterizzata da una continua trasformazione e da mutamenti in

tutti i settori e in particolare nell’economia, porta un po’ tutti i Paesi a dover

affrontare la sfida di riuscire ad essere al passo con i tempi e saper dove impiegare in

modo utile le risorse. In particolare un settore che è determinante nella crescita del

paese è quello dell’ istruzione ed è perciò qui che si dovrebbe più investire . In

Italia però la situazione non è delle migliori, perché la sua spesa complessiva per

l’istruzione non è di molto inferiore a quella della media Ocse ma è impiegata male

o in maniera poco efficace ed efficiente. Questo va quindi a creare un’offerta

formativa che dal punto di vista qualitativo non è delle migliori e alcune situazioni

come il fatto che nonostante il numero di ore che gli alunni in Italia trascorrono a

scuola è eccessivo rispetto a quello degli altri paesi i risultati sono scarsi, il lavoro

degli insegnanti è poco remunerato e per nulla stimolato e un fatto ancora più grave è

il numero di abbandoni scolastici (dispersione scolastica) e l’investimento per

contrastare tale fenomeno è decisamente sotto la media Ocse. In particolare riguardo

la dispersione scolastica essa dipende si da svantaggi economici e socio-familiari ma

anche da esperienze negative vissute dai giovani all’interno del contesto scolastico

(es. contrasti con gli insegnanti, con i compagni,ecc) e anche dal sogno di guadagni

facili e immediati immettendosi subito nel mondo del lavoro (un lavoro che però è

dequalificato e che ha diffidenza verso il mandato formativo della scuola)e poter così

ambire molto presto a stili di consumo più ampi. Esso è quindi un fenomeno

abbastanza complesso che non ha un'unica formula di soluzione che va bene per

qualsiasi contesto,territorio,tipologia di scuola o famiglia di provenienza. Altro

fenomeno ancora è quello del bullismo, che potrebbe però essere risolto ad esempio

vedendo il gruppo classe come anche la famiglia quale luogo privilegiato dove

potersi confrontare, imparando a gestire i contrasti e le emozioni che ne derivano e

trovando la soluzione che risulta più efficace in quel particolare contesto.

Per migliorare la situazione si dovrebbe:

Progettare politiche dell’educazione avendo una visione globale di medio-

- lungo tempo (osservare quindi cosa accade a livello globale)

Investire di più in questo settore

- Puntare sulla qualità, la valutazione e il riconoscimento del merito,

- accrescendo così il capitale umano a livello di competenze e conoscenze

Rendere interessante ciò che viene insegnato

- Cercare di coinvolgere di più le famiglie , in quanto luogo in cui può essere

- istaurata una comunicazione efficace con i giovani, e anche cercare di creare

un dialogo positivo con il mondo del lavoro e con tutti gli stakeholders presenti

sul territorio

Collaborare e cooperare con le altre scuole, quindi creare reti di scuole

-

Riguardo poi cosa la scuola dovrebbe essere in grado di trasmettere e far acquisire ai

giovani (la missione della scuola)(come individuato dal Rapporto Unesco-

del 1995) possiamo

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura

individuare quattro elementi base:

Imparare a conoscere (a sviluppare quindi una cultura di base)

- Imparare a fare (cioè ad usare le conoscenze acquisite per poter sviluppare

- adeguate competenze professionali)

Imparare a vivere con gli altri (a relazionarsi cioè agli altri e ad acquisire un

- adeguato livello di alfabetizzazione emotiva

Imparare ad essere (cioè imparare ad impiegare ciò che si è appreso in

- situazioni reali e nei rapporti con gli altri, diventando persone capaci e

responsabili)

Il nuovo ruolo del dirigente scolastico e le organizzazioni sindacali

Il dirigente scolastico

Per raggiungere l’autonomia la scuola non può solo pensare di definire un nuovo

quadro normativo, questo non basta, è necessario anche svolgere azioni concrete,

come fornire nuovi compiti (aggiuntivi) alla figura del dirigente scolastico. Esso

dovrà tendere ad essere un “leader educativo” capace di avere una visione generale

dei vari processi all’interno della struttura scolastica e di svolgere un ruolo che si

basa sulla professionalità e meno sulla gerarchia. Come indicano numerosi autori

l’efficacia di un leader dipende dalla sua capacità di saper comunicare all’interno e

all’esterno dell’istituto scolastico,gestire in modo efficace le risorse finanziarie e

strumentali e di saper motivare i collaboratori, istaurando rapporti non conflittuali

ma collaborativi, di sostegno e di guida emotiva e materiale per raggiungere obiettivi

condivisi e rendere sempre migliore il servizio offerto. Tali obiettivi però non devono

essere improvvisati ma prestabiliti ( attraverso un analisi del contesto,dei punti di

forza e dei punti di debolezza, delle risorse a disposizione,delle modalità operative e

dei tempi per raggiungere i vari obiettivi, ecc)in modo che ciascun soggetto

all’interno della scuola sappia cosa deve fare e come deve farlo. In particolare un

elemento che viene prodotto attraverso il lavoro collaborativo di tutti è il Pof (piano

dell’offerta formativa) che risulta molto utile anche al dirigente stesso per creare un

dialogo e un’interazione con il territorio. Questo rapporto fra scuola e territorio (il

mondo economico, produttivo,gli Enti locali) è molto importante perché come

dimostrano molte ricerche i due fattori si influenzano a vicenda (es. si è visto che la

qualità o meno dei servizi scolastici ha un effetto positivo o negativo sullo sviluppo

del territorio in cui sono inseriti). Nello svolgimento delle proprie funzioni il

dirigente può poi avvalersi dell’aiuto di docenti da lui individuati ai quali delegare

alcuni compiti.E’ importante poi dire che le ultime leggi in materia di autonomia

spesso hanno creato delle sovrapposizioni di ruoli e di conseguenza talvolta conflitti,

in quanto spesso non hanno distinto bene quali responsabilità e compiti competono al

dirigente e quali agli organi collegiali.

Le organizzazioni sindacali

Oltre al ruolo del dirigente scolastico per raggiungere l’autonomia è importante che la

scuola coinvolga tutto il personale scolastico e anche le organizzazioni sindacali in

questo processo. Un passo in questo senso è stato fatto con gli ultimi Contratti

collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) con i quali è stato stabilito che la scuola (in

particolare il dirigente scolastico) deve fare una proposta contrattuale con cadenza

annuale (contrattazione integrativa) le cui materie pres

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A.A. 2014-2015
16 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maxedeb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Cocozza Antonio.