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Riassunto esame sociologia della comunicazione, docente Rossi, libro consigliato La socievolezza di Simmel Pag. 1
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Sunto sociologia della comunicazione, docente Luigi Rossi, libro consigliato

La socievolezza. Di Georg Simmel.

Simmel si sofferma molte volte sulla socievolezza nel corso del suo lavoro,

tanto da farne una categoria centrale del suo pensiero. Essa rappresenta la

forma più pura dell’ interindividualità e della superindividualità e ha a suo

fondamento tre condizioni necessarie:

l’ esclusione di tutto ciò che per la personalità ha un’ importanza

1- oggettiva ( status, successo, fama, ricchezza ) ma che non è però in

comune con gli altri partecipanti;

l’ avere se stessa come unico scopo;

2- l’ elaborazione e la trasformazione in forma ludica e leggera della

3- realtà della vita.

Ciò comporta che può darsi socievolezza solo nella

neutrallizzazione, sia pur momentanea, delle differenze e dei

contrasti individuali, nell’ assoluta gratuità del suo farsi, nella

sublimazione della realtà. La

socievolezza è per Simmel il tempo e il luogo in cui le qualità estetiche,

ciò che accomuna gli individui, prevalgono sugli scopo utilitaristici. La

socievolezza si presenta così come l’ unico momento in cui individuo

e società sublimano la loro contraddittorietà. La socievolezza è

innanzitutto un’ arte, ma è anche un prodotto della cultura. È un

prodotto della cultura perché permette l’ elaborazione individuale e

sociale del comportamento. Presuppone un rapporto con il proprio sé

non immediato, ma studiato e manipolato, e in quanto tale è un

prodotto elaborato culturalmente e socialmente. Nella socievolezza si

vede quel passaggio peculiare dalla determinatezza delle forme

viventi alla determinazione della materia tramite forme più elevate, così

come accade per l’ arte e per il gioco, che se pur si sviluppano dalla

vita acquistano rispetto ad essa una loro autonomia ed una loro

ricchezza.

Il reciproco concedersi spazio per la socievolezza, fa si che si realizzi

un continuo scambio fra eguali, così in essa si realizza una sorta di

democrazia. L’ attore della socievolezza è l’ interprete consapevole di

un gioco in cui rispetta regole e confini. Ciò presuppone quindi individui

acculturati capaci di cogliere e vivere l’ attimo, consapevoli della propria

molteplicità e quindi in grado di vivere l’ intermittenza. L’ attore della

socievolezza è un attore per cui il piacere del proprio agire sta proprio

nell’ intermittenza, in un tempo discontinuo. La sociologia pura è

definita da due concetti: che si possa distinguere fra il contenuto e la

forma di ogni società umana e che questa società stessa in generale

applichi l’ interazione fra gli individui. Questa interazione nasce in vista

di determinati obiettivi ( interessi materiali, impulsi religiosi, finalità di

difesa o di attacco ) che fanno si che l’ uomo si trovi insieme con gli

altri. Queste azioni reciproche portano ad una società.

Pulsione, interesse, finalità, inclinazione sono il contenuto della

sociazione: essa si realizza in innumerevoli e differenti modi in cui gli

individui crescono insieme in un’ unità in cui questi interessi ( finalità,

pulsioni, inclinazioni ) si realizzano. I rapporti pratici e le necessità

spingono gli uomini ad elaborare il materiale vitale acquisito dal mondo

con le forze dell’ intelligenza, della volontà, dell’ impulso creativo, del

moto dei sentimenti e li inducono a dare forme determinate ai suoi

elementi in vita delle finalità della vita. In origine ogni conoscenza

sembra essere un mezzo nella lotta per l’ esistenza; conoscere il vero

comportamento delle cose è infatti di immensa utilità per la

conservazione e le esigenze della vita.

Con la scienza però il conoscere diventa un valore in se stesso, sceglie

da se i propri oggetti, da loro forma secondo i suoi intimi bisogni. Il fatto

che gli uomini si riuniscano in gruppi economici o in confraternite o in

bande, è sicuramente il risultato di necessità e interessi specifici della

socievolezza. L’ impulso alla socievolezza estrae dalle realtà della vita

sociale il puro processo di sociazione come un valore e un bene,

costituendo in tal modo ciò che noi chiamiamo socievolezza. Ogni

socievolezza assegna un valore alla forma, che è l’ interazione degli

elementi grazie a cui essi costituiscono un’ unità. La società statale,

economica, unita da orientamenti di pensiero è senz’ altro una società.

Solo quella socievole è però una società a tutti gli effetti, poiché

rappresenta la forma pura di tutte le società.

Simmel definisce quindi la socievolezza come la forma ludica della

sociazione e come qualcosa che si rapporta alla sua concretezza,

determinata dal contenuto, come l’ opera d’ arte alla realtà. Ricchezza e

posizione sociale, fama, capacità eccezionali dell’ individuo non hanno

nessun ruolo nella socievolezza. Sono solo una lieve sfumatura di quell’

immaterialità con cui alla realtà soltanto è permesso insinuarsi in quell’

opera d’ arte sociale che è la socievolezza. Dimostra assenza di

tatto chi porta con sé nella socievolezza armonie e dissonanze

emotive, eccitazioni e depressioni, luci e ombre della vita più

intima. Questa esclusione dell’ elemento personale vale anche per

quanto vi è di più esteriore. Kant aveva stabilito che ciascuno

doveva possedere quella misura di libertà che può esistere insieme

alla libertà di ogni altro. L’ impulso alla socievolezza allo stesso

modo per ognuno deve appagare tale impulso nella misura in cui

ciò è conciliabile con l’ appagamento del medesimo impulso da

parte di tutti gli altri.

Questo principio indica la struttura democratica di ogni socievolezza

che ciascuno strato sociale può però realizzare soltanto al proprio

interno; esso mostra infatti come la realizzazione di un’

unica socievolezza fra membri di classi sociali completamente

differenti risulti molto spesso qualcosa di contraddittorio e penoso. Un’

uguaglianza di tal sorta ha infatti origine dall’

eliminazione da un lato di ciò che è assolutamente personale, dall’

altro di quell’ elemento interamente oggettivo che la sociazione si

ritrova come suo materiale e da cui essa viene

spogliata nel suo configurarsi come socievolezza. La socievolezza

crea un mondo sociologico ideale: in esso infatti la gioia

del singolo è assolutamente legata al fatto che anche gli altri

siano felici.

Questo mondo della socievolezza è tuttavia un mondo artificioso. Se

vero che la sociazione è in generale interazione, allora la sua forma più

pura si ottiene quando essa ha luogo tra eguali. La socievolezza è il

gioco in cui “ si fa “ come se tutti fossero uguali e, al contempo, come

se si avesse stima di ognuno in modo particolare. L’ espressione “ gioco

di società “ possiede un significato più profondo. Possiede il profondo

doppio senso per cui esso non solo viene giocato in una società, ma

che con esso di fatto si mette in scena la società. Nella sociologia dei

sessi l’ erotismo si è costituito una sua forma ludica, la civetteria, che

trova nella socievolezza la sua realizzazione più facile. Se la questione

erotica fra i sessi ruota intorno al concedere e al negare, la natura della

civetteria femminile consiste allora nel creare una tensione tra un

concedere e un negare allusivi, nell’ attrarre l’ uomo senza che si

approdi a una conclusione, nel respingerlo senza togliergli ogni

speranza. Tuttavia, affinché la civetteria possa crescere sul terreno

della socievolezza, essa deve incontrare un ben preciso

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Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher venera19 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Rossi Luigi.