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Il pensiero di Georg Simmel
Georg Simmel, nel suo libro "La Filosofia del denaro", dimostra come è presente una connessione tra l'economia monetaria e lo sviluppo della libertà personale. Con il termine economia monetaria, si intende l'utilizzo del denaro come forma di scambio, facile da produrre, misurare, trasferire e conservare al posto del "baratto" pratica utilizzata anticamente negli scambi commerciali. La libertà individuale è, invece, la libertà che il singolo uomo deve possedere con i diritti a lui conferitogli: libertà d'espressione, di parola, di culto e di opinione. Tale diritto è presente nell'articolo quattro della Costituzione italiana. Secondo Simmel: "La dipendenza personale del servo della gleba, a cui toccava seguire il suo signore terriero lavoro prestabilito ovvero 'non misurato', oppure consegnarli una determinata quota del prodotto del suolo, si fece meno pressante man a".mano che quegli obblighi vennero convertiti in azioni monetarie. A questo punto, in effetti, il contadino si trovava libero quanto meno nella scelta di come occuparsi, purché ne derivassero le somme richieste .» L’autore fa un confronto, rapportandolo al lavoro moderno: come il servo della gleba è legato alla gleba, anche il lavoratore è legato al proprio lavoro. Ma in quest’ultimo caso, la libertà personale del lavoratore è maggiore. Se un tempo il servo si metteva in gioco personalmente, il lavoro moderno, conferisce più libertà: «[…] l’economia monetaria ha reso possibili innumerevoli associazioni […] Il denaro ha permesso a organizzazioni orientate a fini specifici di raggiungere la loro forma più pura – un tipo di organizzazione che per così dire raggruppa in un agire comune ciò che vi è di impersonale negli individui, e che ci insegna come sia possibile allepersone di unificarsi pur tenendo per sé quanto vi è in esse di personale e specifico.»1 Gianfranco Poggi, Denaro e modernità. La «Filosofia del denaro» di Georg Simmel, Il Mulino, Bologna 1998, pp. 74-75.
2 Ibidem, p. 76.
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Da quando il denaro esiste si vende di più e si compra di meno. Con il «nascere» di aziende e negozi, il commercio prende una nuova forma: si produce per consumare e si consuma per produrre. Siamo, dunque, nell’epoca del consumismo. Quest’ultimo è un’arma a doppio taglio: le tecniche pubblicitarie vogliono mandare il messaggio che quel «oggetto» è indispensabile nelle nostre vite, può essere che lo sia, ma può essere che a fine acquisto, ci si pone la domanda: «Perché l’ho comprato? Mi serviva davvero?».
È indispensabile analizzare, da che cosa è dominato l’uomo e secondo Georg Simmel, «[…] come
Tutte le altre forme di vita, deve mantenere la propria esistenza rapportandosi attivamente all'ambiente; l'azione è la forma di attività specifica dell'uomo. [...] L'azione può aver luogo soltanto in un universo che venga attraversato e strutturato da relazioni tra soggetto e oggetto e per quanto ci risulta relazioni del genere sono un'esclusiva degli esseri umani.
L'essere umano, per mantenersi "vivo" deve costantemente rapportarsi con l'ambiente: essere attivo, dispendere delle energie ed utilizzare dei "mezzi" per raggiungere il proprio obiettivo.
La nozione di mezzo caratterizza la posizione dell'uomo nel mondo. A differenza dell'animale l'uomo non è legato al meccanismo della vita istintiva e non è legato esclusivamente a un desiderio e a un godimento immediato, ma d'altra parte egli non possiede nemmeno quel potere immediato che attribuiamo a Dio.
grazie al quale la sua volontà si identifica con la propria realizzazione. Simmel parla di "catene di fini", con questo concetto, vuole intendere come l'allungamento delle catene, pone una condizione fondamentale: l'evoluzione del processo di civilizzazione, sia per il singolo individuo che per la collettività. Quest'ultimi, ponendosi un obiettivo riescono a dare contributo allo sviluppo di sé stessi e della società. Un altro termine per comprendere il pensiero dello studioso è quello della mediazione. L'uomo deve mediare, è in grado di farlo, rispetto le altre specie animali, può trovare un equilibrio, rendersi inventivo, risolutivo, obiettivo e capace, senza la mediazione, l'uomo risponde direttamente alla necessità del puro bisogno fisiologico, come farebbe un animale. La mediazione genera "seità", ossia la consapevolezza di sé, che porta autocontrollo e crea le.Basi per poter vivere in armonia all'interno della società. L'azione che l'individuo attua può generare una possibilità positiva o negativa: "da una parte possibilità come espressione di effettiva potenzialità, quella che si può cogliere nella radice latina possum, che vuol dire 'sono capace di' [...]. Dall'altra possibilità suggerisce contingenza e incertezza: qualcosa che potrebbe succedere non è detto che debba succedere. Che questo effettivamente succeda è il compito dell'azione."
L'agire dell'uomo è dettato da una componente egoistica e altruistica. Ma secondo Simmel, è presente un terzo elemento: l'attenzione della persona rivolta totalmente ad una "materia" affinché trovi le potenzialità sia dell'oggetto interessato sia per appagare sé stesso.
Non bisogna fare l'errore di credere che l'azione che si svolga sia solo per il proprio bene o per il bene collettivo, ma che l'interesse dell'individuo sia ancora più forte dell'egoismo o altruismo stesso. Il soggetto, per giungere all'interessamento, attua un processo di conoscenza e valutazione, entrambe sono soggettive e si esprimono attraverso giudizi e opinioni. Ma, rappresentano una differenza sostanziale: "[...] Si pensi all'analogia dell'amore. La persona che amiamo non è affatto la stessa realtà che rappresentiamo a noi stessi sul piano cognitivo [...]. Il marmo con cui è fatta la Venere di Milo vuol dire qualcosa di molto diverso per il cristallografo e il critico d'arte." Ciò che dal nostro punto di vista possiamo valutare in una maniera, per lo più soggettiva, non comprende in sé la parte conoscitiva del processo di realizzazione o di significato che.può avere per il creatore dell'opera. Il valore dell'oggetto è dato dall'accendere un desiderio in chi lo osserva: "Preso in sé stesso l'oggetto non ha alcun valore, fino a quando esso rimane totalmente fuso col processo soggettivo in quanto stimolo immediato di sentimenti e viene a costruire per così dire una componente a sé stante del nostro patrimonio di sentimenti. Deve separarsi da questo al fine di acquisire il significato specifico che noi chiamiamo valore." Simmel, dà rilievo al concetto di valutazione dell'"estetico", se in precedenza, si è affermato come l'oggetto venga utilizzato a fini pratici, in questo caso la stessa forma visibile causa godimento, anche se ci rapportiamo ad essa in maniera diversa, dando la giusta distanza e riservatezza. Se la valutazione estetica oggettivizza tramite la valutazione; la valutazione economica oggettivizza tramite il confronto: "Per"Fare un esempio, rimaniamo nell'ambito della valutazione estetica, quando ci accontentiamo semplicemente di guardare i dipinti di una galleria d'arte, o quelli che possediamo a casa; passiamo invece alla sfera economica ci domandiamo quanti dei nostri Pizzarro, Sisley o Bonnard siamo disposti a barattare per ottenere il Monet in possesso da un commerciante d'arte. Questo conferisce una particolare astrattezza e una particolare oggettività all'azione economica, in quanto gli oggetti [...] non contano più ciascuno per proprio conto, ma soltanto in rapporto gli uni con gli altri."
Questo ragionamento presuppone, in ambito economico, un "baratto", anche in termini di forza lavoro: il lavoro può essere concepito come un modo di rinunciare al tempo libero per poter offrire la propria disponibilità, incrementando il guadagno e aumentando
L'acquisizione di beni. Dunque, soddisfacendo i propri bisogni materialistici. Possiamo affermare che Georg Simmel, concepisce la società come un processo continuo e fluido, che va avanti tramite degli "effetti reciproci". Un'interazione tra individui, dove ad ogni azione, corrisponde un'azione, ma non bisogna credere che sia sempre e solo un rapporto a due, anzi, i soggetti che vengono coinvolti in tali processi, possono essere tre o più. Ed è in questo caso che può determinarsi l'allontanamento di una delle parti, perché uno dei soggetti coinvolti deciderà di costruire un'alleanza con una di queste, escludendone automaticamente l'altra. Lo "spirito oggettivo", analizzato dallo scrittore, ha le sue radici proprie nell'interazione tra individui: "[...] Gli inizi effettivi dell'esistenza storica sono materia del tutto oscura, ma in qualunque modo l'esistenza storica
sia cominciata, un trattamento genetico e sistematico di questa deve prendere le mosse da questo rapporto semplice e immediato, che troviamo tuttora alla base di innumerevoli formazioni sociali. […] Simmel chiarisce, semplicemente, ci proibisce di considerare le istituzioni sociali più importanti, – per esempio il "linguaggio, la moralità, la legge, la religione" – come invenzione dei singoli individui. I prodotti culturali, come i libri, l'arte, o concetti ideali come quello della patria, hanno la caratteristica di vincere il tempo. Anche dopo la cessata attività, essi vivranno comunque, l'uomo se ne serve per determinare il proprio "io", per definirsi, conoscersi, capirsi, come essere umano. Le istituzioni definiscono in maniera determinata lo spirito oggettivo. Esse sono le regole, le risorse, tutte quelle attività che andranno a determinare la vita del singolo uomo. Possiamo dire che le istituzioniLe relazioni sociali sono un aspetto fondamentale della vita di ogni individuo. Sono il modo in cui le persone interagiscono e si connettono tra loro, formando legami e creando una rete di relazioni.