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IL GIOCO DELLA PIRAMIDE TRONCA E DEL PALCOSCENICO (INDAGINE VARIAZIONALE)
Qui si mostra l'ascolto in chiave fenomenologica, si costruisce la polarità attivo-passivo con il
concetto di l'indagine variazionale.
Esempio : Si parte da un disegno e si chiede cosa vedono gli studenti, alcuni vedono una piramide
tronca, altri un palcoscenico. Per vedere la figura in modo diverso occorre cambiare la prospettiva
(Regola 2: “Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista.. Per riuscire a vedere il tuo punto di
vista, devi cambiare punto di vista.”)
La Sclavi, facendo ricorso ai 3 livelli del noema afferma che :
non
- Nel livello I si riflette sulla percezione, abbiamo una cornice e la diamo per scontata;
- Nel livello II dopo aver cambiato cornice ci rendiamo conto che la visione di prima era
ingenua perché implicava di essere l'unica possibile. Il passaggio da I a II ha una proprietà
non transitiva, una volta avvenuto la visione ingenua non è più recuperabile. Nel superare
la visione ingenua non si smette di essere ingenui ma lo si è ogni volta provvisoriamente
per passare da una all'altra, facendo questo, il soggetto passa da un atteggiamento passivo
a uno attivo, diventa cioè co-protagonista.
- Livello III L'indagine variazionale entra propriamente in funzione solo quando si passa
da II a III (entra uno e dice: avete disegnato un robot senza testa!). Qui lo spiazzamento ci
informa che davamo per scontato di avere esaurito il ventaglio di possibilità. Il III livello
comporta la consapevolezza che possiamo sempre trovare un campo più vasto di quello
che stavamo esplorando, quindi prima concepivamo il contesto noetico come chiuso,
mentre adesso è aperto, e le possibilità sono illimitate. Solo con l'indagine variazionale il
soggetto che osserva da passivo diventa pienamente attivo, consapevole delle proprie
possibilità.
Tornando alla piramide, parlare di “cosa rappresenta oggettivamente la figura” ci
infastidisce perché sappiamo che la prospettiva dell'osservatore non è eliminabile così
come non lo è il contesto culturale di origine. Una risposta adeguata non va formulata in
termini di “è questo” ma di varie possibilità di trasformazione.
TAVOLO O CAPANNA (ASCOLTO ATTIVO GENITORI-FIGLI: REALTÀ COME COSTRUZIONE
SOCIALE)
Marianella Sclavi, rifacendosi al concetto di Ascolto Attivo introduce il concetto di realtà come
costruzione sociale, nel caso tra Genitori e Figli , ponendo l’esempio del Tavolo: Immagina che dei
bimbi costruiscano una capanna con una coperta utilizzando il tavolo e standoci sotto, la madre si
arrabbia e dice di togliere tutto che è ora di pranzo e si mangia, i bimbi non vogliono, il padre dice
dai stavolta usiamo quello della cucina, lasciamoli giocare. Le visioni sono 3 :
- quella della madre il tavolo è un tavolo non può essere usato diversamente;
- quella dei bimbi il tavolo è una capanna, non può essere usata diversamente;
- quella dei padre il tavolo può essere visto e usato sia come tavolo che come capanna.
Guardare al processo di costruzione sociale della realtà significa guardare come le persone si
comunicano quali comportamenti sono normali e quali no, quali significati e quali no. Questo si
vede soprattutto nelle situazioni di dissenso in cui si rischia o c'è un cambiamento di cornice.
Quindi non di devono guardare le cose come funzionano normalmente ma come viene gestita la
possibilità di un cambiamento.
Nel nostro caso, allora: -madre e figli sono radicati nelle loro cornici e fanno ascolto passivo,
-il padre li aiuta ad accogliere-esplorare altri mondi possibili .
Quindi nella gestione creativa dei conflitti, osservare fenomenologicamente significa proprio
vedere se e come la gente è capace o meno di una gestione creativa dei conflitti. La descrizione
fenomenologica parte dalla domanda: “quando le cornici scontate vengono messe in discussione, i
soggetti come gestiscono la crisi? utilizzano un ascolto attivo o passivo?
un altro esempio di esplorazione di mondi possibili è quello dell insegnante che difronte a bimbo
che scrive “belo” invece di “bello” dice: grazie a questo errore hai imparato a scrivere 2 parole
invece che una sola (belo → belare).
CUMULEX: L'ASCOLTO WORK IN PROGRESS
Il gioco s’ispira all’esercizio chiamato “Cumulex”: Si scrive alla lavagna una poesia di 7 righe, in cui
si scrive il primo verso e poi ci si ferma, lo si copia e si scrive accanto la parafrasi e cosi anche per il
secondo verso e via. Con questo gioco, si vuol mostrare come cambia l'interpretazione precedente
man mano che si aggiungono altre informazioni. Il punto è che gli studenti verso cui è stata
condotta la ricerca, sono convinti che essa sia una poesia di autore, ma invece la Scavi ha preso il
primo verso di varie poesie, per vedere cosa si fa per collaborare alla costruzione di senso in
condizioni problematiche e oscure. Quindi vuole capire meglio cosa non facciamo quando il nostro
impegno collaborativo è scarso,e diamo per scontato “tanto non si capisce”. Quando ascoltiamo
un'enunciazione non aspettiamo di arrivare in fondo per poi tornare indietro e capire il significato
ma incominciamo immediatamente a produrre congetture di significato e mano a mano che va
avanti si modifica la nostra interpretazione delle singole parole. L'ascolto attivo dipende in buona
misura dalla capacità di mantenere la fiducia che il mondo è conoscibile e prevedibile senza essere
presi dall'angoscia quando non lo è.
TAVOLA SINOTTICA: ASCOLTO ATTIVO E PASSIVO
Secondo la Sclavi , nella nostra vita mettiamo in pratica esperienze di osservazione guidata
dall’ascolto attivo: Mentre l'ascolto passivo è un modo di connettersi e un'abitudine di pensiero
adeguata nelle situazioni e sistemi relativamente semplici (caratterizzati da comuni premesse
implicite), L'ascolto attivo è adatto a sistemi complessi (premesse implicite diverse e contrastanti).
Delle “Sette regole dell’arte di ascoltare” quella che più immediatamente rende l’idea di cosa si
intende per Ascolto Attivo è la 3° a : L’Ascolto Attivo implica il passaggio da un atteggiamento del
tipo “giusto-sbagliato”, “io ho ragione-tu hai torto”, “amico-nemico”, ad un altro in cui si assume
che l’interlocutore è intelligente e che dunque bisogna mettersi nelle condizioni di capire com’è
che comportamenti e azioni che ci sembrano irragionevoli, per lui sono totalmente ragionevoli e
razionali.
L’atteggiamento giusto da assumere quando si pratica l’Ascolto Attivo è diametralmente opposto
a ciò che caratterizza quello che tradizionalmente viene considerato un buon osservatore:
impassibile, “neutrale”, sicuro di sé, incurante delle proprie emozioni e teso a nascondere e
ignorare le proprie reazioni a quanto ascolta. Al contrario, se vogliamo entrare nella giusta ottica,
dobbiamo imparare qualcosa di nuovo e sorprendente, che ci “spiazza” dalle nostre certezze e
dunque che ci consente di dialogare.
Questo significa che dobbiamo essere disponibili a sentirci “goffi”, a riconoscere che facciamo
fatica a comprendere ciò che l’altro ci sta dicendo: in questo modo stabiliamo rapporti di
riconoscimento, rispetto e apprendimento reciproco che sono la condizione per affrontare
congiuntamente e creativamente il problema. È la rinuncia alla arroganza dell’uomo-che-sa e
l’accettazione della vulnerabilità, ma anche l’allegria, della persona-che-impara, che cresce, che
cambia con gli altri invece che contro gli altri. L’ascolto attivo tuttavia non rimanda solo il
contenuto verbale del messaggio, ma serve per entrare nel merito degli stati d’animo e sentimenti
espressi dal comunicante e percepiti dall’ascoltatore.(empatia)
LA CITTA’ DI ESOTICA ( L’ARTE DI NON ASCOLTARE)
L’ attitudine all’ascolto è abitualmente menzionata tra le componenti della capacità di comunicare
e di stabilire relazioni positive con i propri interlocutori. Esercitare la capacità di ascolto e
l’empatia costituisce una delle raccomandazioni base che ci provengono dai manuali sulla
comunicazione assertiva ed è un tema trattato con grande frequenza nei progetti formativi che
ricadono nella così detta "area comportamentale. “
La mancanza di capacità di ascolto si rileva ad esempio nel corso di una riunione, quando le
persone tendono ad interrompersi con frequenza l’una con l’altra, senza lasciare a chi parla il
tempo di esprimere il proprio pensiero, o quando le persone attribuiscono ad altri affermazioni
che non hanno mai proferito, o quando punti di vista diversi da quelli attesi vengono lasciati
cadere o precocemente censurati, ed altro ancora. Spesso si osserva come e persone impegnate in
una riunione perseguano le proprie strategie di affermazione non affatto essendo interessate a
valutare le argomentazioni degli altri. Sembra allora che – come dice un detto popolare –
l’ascoltare sia una penalità da pagare per poi acquisire il proprio turno di parlare! Si cade così in
quelli che sono definiti disturbi relazionali che si connotano per il fatto che il contenuto delle
interazioni verbali perde di significato (la discussione diventa un dialogo tra sordi), perchè gli
interlocutori sono in disaccordo, prima ancora che sui contenuti, sulla relazione reciproca.
il racconto (La città di Esotica):
Il racconto di Esotica ci fa identificare con i cittadini e allo stesso tempo ci fa vedere le cose
dall'esterno, ci mette in uno stato di esploratori dei mondi possibili. La gente di Esotica sembra
sempre insicura e si da da fare per rassicurarsi reciprocamente, sono bramosi di esperienze degne
da essere riferite, ma paradossalmente questo processo crea insicurezza perché se la realtà
dipende dai punti di vista, dipendo dai giudizi degli altri.
Bisogna distinguere fra:
- opinioni, punti di vista diversi dentro un comune modo di inquadrare gli eventi che ci permette di
capire le opinioni anche se non le condividiamo;
- premesse implicite, sono il comune modo condiviso di inquadrare gli eventi che di solito diamo
per scontato → per renderci parzialmente autonomi da queste occorre allenarci a esplorare modi
possibili.
ERNESTO VA ALLA GUERRA: UNA BUONA INSEGNANTE È SEMPRE UN PO' ANTROPOLOGA
Allport traccia un modello del pregiudizio in cui l'atteggiamento non è di avversione ma “benevolo
e generoso”e con lo scopo dichiarato di annullare o ridurre le differenze in questione; le differenze
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