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VERSO UNA SCIENZA DELL’EDUCAZIONE
Pasquale Rossi, dalla psicologia della folla alla demopedia
1 La crisi del positivismo : Giovanni Marchesini e la “Rivista di filosofia e scienze affini”
La tensione irrisolta tra “necessità” e “libertà” che caratterizzò la vivace ricerca di Pasquale Rossi rifletteva
una criticità teorica del positivismo fin de siecle, stretto tra esiti materialistici e deterministici del suo
programma di filosofia scientifica e l’incalzante renaissance de l’idealisme, con le rivendicazioni di
autonomia spirituale. Pericolo di scivolamento sul piano critico – proposta metodologica tesa al
rinnovamento sulla base delle scienze naturali-‐ a quello “naturalistico”-‐ come sistema ontologico fondato
sulla ipostatizzazione dei risultati della ricerca empirica.
La “reazione” spiritualistico idealistica faceva leva sulla “bancarotta della scienza” enfatizzando e cercando
di volgerla a propri fini la innegabile situazione di crisi in cui erano i saperi empirico-‐sperimentali (tramonto
ottocentesco paradigma meccanicistico).
A livello epistemologico si doveva ovviare quel processo di ridefinizione della natura e dei canoni della
“scientificità” che attraversò tutto il XX secolo e che non può dirsi concluso.
La Renaissance aveva buon gioco nell’attribuire alla filosofia positiva una decisiva responsabilità nella CRISI
DEI VALORI che attanagliavano le più avanzate società del tempo , per aver fatto rientrare nel giogo della
causalità naturale il senso della vita morale e la libertà dello spirito.
In quel periodo a un incalzante progresso tecnologico e della ricchezza facevano da contrasto l’incertezza e
lo smarrimento generati dalla repentina transizione a nuove forme di organizzazione della vita economica
e sociale (società di massa) e politica (democrazie parlamentari).
In questo quadro Giovanni Marchesini (1868 – 1931), allievo di Roberto Ardigò, si misurò, nel nostro Paese,
con “La crisi del positivismo” (1898) individuandone le cause in una idolatria del fatto , delle cose minute,
ignorando arte, religioni e metafisica e pretendeva di sopprimere il senso della idealità razionale
(riducendo a nulla la vita spirituale). Carattere fittizio delle idealità rispetto ad un reale che rimaneva
esterno alla coscienze e ne affermava l’
Marchesini cercava di conciliare il senso con l’indistinto psico fisico ardigoiano.
Quindi credeva nella libertà dello spirito all’interno di una concezione dei rapporti fra pensiero e realtà che
rimaneva al fondo oggettivistica e necessitante, e dunque allineata alla lezione del maestro al quale restò
sempre fedele..
Il volume del 1898 fu comunque un coraggioso tentativo di capire e approfondire le ragioni di una IMPASSE
che imponeva una profonda revisione del patrimonio teorico e delle idealità che avevano contraddistinto la
filosofia positiva nei decenni precedenti e il programma di un positivismo idelaistico o umanistico,
enunciato in questa occasione da Marchesini, che caratterizzò anche l’esperienza della Rivista di filosofia, di
cui, dopo una collaborazione con Enea Zamorani, si assunse la piena responsabilità. Essa era orientata verso
la filosofia positiva con chiara prevalenza ardigoiana.
La sua direzine non ebbe mai atteggiamenti esclusivistici e intolleranti tipici dell’”organo di una scuola” –
attribuitigli da Croce e Gentile dopo essere stati suoi ospiti.
POSITIVISMO ARDIGOIANO fu un punto di partenza non di arrivo, oggetto di un autentico e vivo dibattito
teorico, in cui la rivista tentò di essere il laboratorio della rifondazione di una tradizione di pensiero
costretta a fare i conti con se stessa dalle emergenze del coevo clima culturale ma tesa a salvaguardare
quei principi da cui dipendeva la propria identità speculativa.
Il livello della rivista di Marchesini era molto meno provinciale di quanto non si possa pensare (fu molto
importante a livello culturale per vivacità – la rivista fu teatro di una discussione in grado di
“problematizzare fino alle radici” il sistema concettuale che pure ne costituiva le basi di partenza. Quindi fu
uno strumento non di conservazione ma di rinnovamento – linea teorica flessibile in fieri, non già data.
Itinerario speculativo ed emblematico di un positivista in crisi (direttore Marchesini).
Istanze idealistiche e pragmatistiche per fare una revisione della rivista (mantenersi fedele alla visione
ardigoiana, ma fino ad un certo punto).
TEMATICA NATURALISTICA: specificità dello spirito e del pensiero per trasferire dalla natura all’uomo il
baricentro del monismo matafisico di Ardigò. Realtà condizione del pensiero – intuizione razionale e prova
ontologica per riscattare dalla ipoteticità (indistinto di Ardigò).
Dualismo essere/pensiero tornava il problema delle modalità del relazionarsi tra i due termini e del senso
e rapporto di questo rapporto. Marchesini rispose con Le finzioni dell’anima e la dottrina positiva delle
idealità (1913) teoria delle finzioni.
Alto valore del metodo positivo ma