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L’UOMO DIALOGICO
Dialogo resta un approdo.
Il dialogare va indagato con realismo fiducioso . strada da percorrere con ostacoli che sono nel soggetto
stesso. FISIONOMIA bella dell’uomo dialogico.
“Gorgia” platonico. Socrate si definisce uomo dialogico così: “sono quelli che si lasciano confutare volentieri
se dico cosa non vera, insomma di quelli che non si compiacciono più di confutare che di essere confutati”
“Diario” 1916 di Fernando Ebner
“in ogni esperire l’uomo crede di fuggire del suo io, ma rimane chiuso nelle sue mura. Nostalgico, l’io cerca
il suo tu”
MARTIN BUBER sogno del duplice richiamo primitività ambiente. Sogno ricco di sentimenti indecifrabile sia
domande che risposte.
SOCRATE Vuole essere confutato EBNER si cerca il dialogo cercando il tu, non fuggendo da io.
BUBER momento conoscitivo e decisionale. Il dialogo nei confronti del soggetto o è schiavizzante o è
liberante.
Gorgia “encomio di Elena” e Platone “Gorgia”
Oggettività pura
Per Platone inoggettivabilità dell’interlocutore (come del prorio io). Grandeggia intenzionalità di chi prende
iniziativa, avvia il rapporto e sa dove vuole condurlo.
Mutamento di ritmo e modalità.
Peitomai PERSUADERE e lasciarsi persuadere
PAROLA potente sovrano con un corpo piccolissimo porta a compimento opere profondamente divino.
Parola=farmaco che ammaliano e avvelenano l’anima.
Gorgia sa della fragilità umana, insita nel conoscere e nel volere umano.
Chi persuade è colpevole? La pagina di Platone è sobria, il dialogare non è assolutamente senza sforzo.
Si avvicenda PERSUADERE e essere persuasi nel Gorgia platonico della verità (aleteia).
TREMORE e TIMORE accostarsi all’altro ; il dire si avvale delle metafore e delle immagini.
Socrate sceglie il MITO che è bello calòs logos VERO mutos logos e poi aleteia (verità).
Il dialogare viene incastonato in un orizzonte che si apre all’infinito. Rischio, socraticamente inteso, è bello
perché la speranza è grande; essere fatti liberi dalla VERITA’ aver intravisto e apprezzato la decisione libera.
SOCRATE terreno comune tra sé e l’interlocutore -‐ uomo dialogico per antonomasia.
Peito: maestria di condurre l’uomo là dove si è opinato di condurlo.
Gorgia platonico – persuasore guida da persuasore a dialogico.
L’uomo si pone di fronte alla verità quando è dialogico.
SINTAGMA nel Gorgia verità è connessa ad un verbo d’azione.
La verità grandeggia nella realtà.
DIALOGO – VERITà CHE SI CONOSCE o la verità che si fa?
Uomo non dialogico quello del teatro di Sartre e di Camus).
Dialogisti: EBNER – i suoi scritti sono madidi dello sforzo di uscire dal solipsismo (annunciando di aver
trovato una strada).
Problema vero e primario: tono di una sfida del problema dalla alfa alla omega della sua vita spirituale.
L’UOMO E’NATURA DIALOGICA DEVE ARRIVARE AL CONCRETARSI SUA NATURA: RELAZIONE GIUSTA
1916 quando l’io ha trovato il suo tu allora per la prima volta avviene nel rapporto dell’uomo al mondo la
vera e giusta oggettivita’.
Base spirituale – discrepanza idea e realtà. Ebner dice che idealismo e malattia.
Realismo dello spirito.
Kirkegaard disattenzione / disprezzo dell’uomo malattia dell’uomo idealismo.
Essere uomo dell’uomo.
Uomo pneumologico
1916: filosofia può giungere al livello etico ma non può attingere un livello SPIRITUALE dell’uomo né il
significato spirituale della storia.
DIARIO 16-‐17 PAROLE NATE DALLO SPIRITO
Quindi parla del linguaggio – orecchio interno
Parola ha alla base (presupposto)
La personalità rapporto io tu la parola.
La personalità è impensabile senza rapporto alla parola.
IO SONO autocoscienza presuppone un io ma anche un tu, la persona a cui è rivolta la parola.
LINGUA direttamente nell’uomo , è innato come l’impulso.
Aut aut alla riflessione
Nessuno imparerebbe a parlare se non fosse posta la parola (spirituale).
Pneumatologia ebneriana – avere la parola.
3. Arte del dialogare
Andare da chi ha genio della dialogicità.
Diatribe di Epitteto
EPICUREI E PARIPATETICI
Efficacia del dialogo in una situazione di eccezione … Cosa si pretenda dal dialogo e cosa ne chiude il
potere? Caterina da Siena e Agostino d’Ippona.
Molti epistolari non sono dialoghi ma monologhi – occasione di parlare con se stessi.
“confessioni” e il Dialogo
DIALOGO – trascendenza – approfondimenti d’eccezione.
Epistolario di Caterina da Siena
Simbiosi con destinatari delle sue epistole – capacità di percepire è acutizzata dalla ferma volontà di
portare interlocutore stesso a percepire la domanda nella propria interiorità.
“scrivo a te”, TUTTI, potrebbe cambiare FINZIONE con-‐descenso.
Voglio desiderio per sé come per l’altro
(p. 124)
Arte, genialità carità di parlare con l’altro di cose grandi e gravi che lo riguardano.
TOLSTOJ – DOSTOJEVSKIJ
G.Deledda “tu mi avevi dato l’amore, non il tuo per me, ma l’amore mio