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Una Krisis non risolubile sul piano teoretico . Tuttavia bisogna riconoscere il lavoro: c’è la ricerca di una via
nuova, più ampia ed articolata rispetto al passato, tesa alla conciliazione dei conflitti. Il tema Montessori fu
spesso ricorrente. La situazione politico- sociale venne precipitando nel 22. Credaro torna alla redazione
sotto la messa in atto della riforma gentile. La reazione della rivista non fu mai di chiusura nelle posizioni ,
ma si fecero urgenti gli sforzi cooperativi per opporre un ideale all’ attualismo Gentiliano. Fu la piena
maturità della rivista, che dopo la seconda metà degli anni 20 si trasformò in senilità, cominciando
conversioni e cedimenti al regime. Questi intellettuali furono essenzialmente illusi di poter creare uno stato
liberale fascista e furono incapaci nell’ elaborare teorie non evasive. Notiamo così una passività dei
componenti nella rivista nei confronti dello stato. Non ci fu una pedagogia realistica, o comunque
antidealistico. D’ altro canto le argomentazioni critiche dell’ attualismo colsero in pieno le debolezze della
teoresi realista, che fu costretta a rivedere e correggere le sue teorie.
2. Calongero Angelo Sacheli: Sulla storia della pedagogia. L’ axiofenomenismo
Ci fu un graduale spostamento dell’ asso teoretico del gruppo.
Capitolo VIII: la rivista tra il 23 e il 30
1. 23-26: Il confronto pedagogico- politico con l’attualismo
Il programma della rivista resterà immutati, non ben definito ma sicuramente antidealista. In pratica, ci fu
una grossa opposizione alla pedagogia di Gentile, anche se non in toto dato che i rappresentanti della rivista
erano sempre moderati. Credaro anzi inizialmente mostra un atteggiamento difensivo e d’ accordo, visto che
gran parte delle cose che prevedeva la riforma erano già state istituite da lui stesso. Tuttavia si giunse allo
scontro con Gentile. Prima di giungere a questo, emergeranno solamente delle istanze di opposizione alla
politica di soppressione delle libertà. Il protagonista del confronto è senza dubbio Mariano Maresca, che
delineerà sui fascicoli la sua teoremi pedagogica, svolgendo nel contempo una funzione di stimolo e
raccordo nel dibattito interno della rivista. Esaminiamo il contenuto delle critiche volte a Gentile.
1.1. Credaro – Maresca : sulla riforma Gentile
Credaro iniziò a criticare Gentile per il suo carattere iconoclasta, che non accettava la collaborazione di
organi esterni. Applicava il metodo dialettico agli istituti scolastici, senza pensare che ognuno di questi
rappresentasse un frammento della vita sociale. Diede troppa importanza all’ educazione estetica, che
deteriorava la morale o l’ economica. C’era obesità intellettuale nell’ Istituto Magistrale, troppa filosofia e
meno pratica. Aveva minato l’ autonomia amministrativa. Era nota la natura autoritaria e repressiva di questi
provvedimenti. L’ unica nota positiva è che avevano dato all’ italia identità nazionale, sacrificando però altri
valori. La rivista quindi si battè con decisione, anche se non raggiungono notevoli obbiettivi è necessario
individuarne l’ impegno critico. Per quanto riguarda l’ introduzione della religione obbligatoria si esprime
Maresca che condusse la sua analisi proprio su questo punto. Lui non nega l’ importanza di questa, ma per
lui deve essere materia scolastica per quanto riguarda le connessioni con il mondo esterno, non con il voler
impartirla per forza. Il maestro di religione non preparava gli spiriti ad accogliere questa materia. Ci fu un’
idealistica sovrapposizione della traiettoria ideale dello sviluppo dello spirito, annientando così la tanto
declamata libertà.
2. Mariano Maresca tra neokantismo e idealismo
La materia per lui non esiste separamene, tuttavia il dualismo entra prima dell’ azione. Il suo pensiero non
può essere definito idealistico, perché per lui resta il kantiano dell’ impossibilità di dedurre il soggetto dall’
oggetto. Nella sua pedagogia infatti vediamo una serie di prese di distanze dall’ idealismo. Il pensiero per lui
è un mondo più alto di vita, una manifestazione dell’ essere nella quale si compie il processo evolutivo del
reale. La pedagogia è una filosofia applicata, grazie alla scienza che ci da le misure oggettive. La pedagogia
lo è in quanto attività che passa attraverso una riflessione filosofica che la completa,e poi messa in atto
grazie all’ azione. In lui rinveniamo un sapiente intreccio di tematiche kantiano- hebartiani, e di tesi di
provenienza idealistica, ponendo quindi la libertà spirituale come fine ultimo.
3. Gli intellettuali della rivista di fronte al cattolicesimo e al socialismo. Alfredo Poggi
Ci furono come più volte detto un ampiezza notevole di contenuti da prendere in indagine. Innanzitutto c’è
la pretesa di una scuola laica, che significava battersi per la scuola statale sottraendo le ingerenze cattoliche
e dei privati. Poggi, fa parte di quest’ atteggiamento di opposizione approfondimento e definizione all’
interno del gruppo della rivista. Fu ovviamente sostenitore del fronte antidealista. Alla rivista e cattolicesimo
si affianca anche un altro tema : rivista e socialismo. Le due problematiche però possono essere trattate
congiuntamente in quanto si tratta di definire la risposta di un’ intellettualità in sostanza legata alla
tradizione liberale. E’ il caso, ad esempio del socialismo di Poggi. L’ interesse dell’ educazione popolare era
al centro dei pedagogisti di matrice marxista. Poggi intraprese così una sorta di sintesi fra criticismo
kantiano e materialismo storico. Vidari e Resta furono interpreti del socialismo, ma la loro ideologia terminò
con l’abbracciare il fascismo. Credaro inseriva Poggi nel vasto movimento che era teso a rinnovare le teorie
fondamentali del socialismo per mostrare loro lo spirito etico anziché economico.
In sostanza Poggi dopo aver sottoposto ad esame critico i neokantiani italiani e tedeschi per vedere entro
quali limiti potesse abbracciarsi il kantismo con il marxismo, affidava la soluzione alla geniale
interpretazione di Mondolfo, che vedeva Marx fortemente influenzato dall’ umanesimo di Foierbach, che
mostrava nel marxista una spece di matrice di indirizzo teologico. Pogi stabilisce un parallelo con Kant nella
cui visuale la necessità nel mondo fenomenico non esclude, ma presuppone la libertà del volere. Tutto ciò
conduceva al riformismo e alla social democrazia. Il problema dell’ educazione popolare, pur così centrale
nella rivista, va a definire in anguste questioni di orientamento didattico proprio perché collegato ad una
visione storica e sociale. I collabori della rivista, nonostante i socialisti che ci furono, finirono per
contrastare l’avanzata di questa matrice ideologica, perché contrario all’ ideale neutralizzazione –
integrazione delle masse. Sotto questo modello così si cercò di riavvicinare la borghesia ed il clero, anche se
ovviamente quando la Curia faceva qualcosa di sbagliato veniva contestata. Non ci fu un trattamento
benevolo : la chiesa appena potuto cercò di intraprendere una serie di iniziative tendenti a indebolire le
conquiste politiche e svuotare gli esiti culturali della rivista. Tentò inoltre di avvicinare a se molti
intellettuali : non a caso nella fine degli anni 20 ci fu lo slittamento allo spiritualismo cattolico da parte di
molti partecipanti della rivista.
4. Lo spiritualismo critico di Francesco De Sarlo e la pedagogia di Giovanni Calò.
Il filosofo lucano de sarlo fu definito con una concezione agnostica. Egli definì la sua la filosofia dell’
esperienza, La psicologia filosofica era il punto d’ incontro di tutte le discipline teoretiche. L’unico assioma
speculativo veniva assunto dal realismo gnoseologico, e l’ esperienza psichica costituiva il vero fondamento
per la constatazione di qualunque esistenza reale. Tuttavia non vi era dubbio che nella speculazione ci fosse
un minimo di verità. Non articolò un preciso pensiero pedagogico, compito poi seguito da un altro
importante partecipante alla rivista, Calò. Riprese la posizione hebartiani corretta con quella di De Sarlo.
Ammetteva perciò una filosofia dell’ educazione ma non che questa che sarebbe una dottrina fosse ridotta
solamente a filosofia. Essenziale la conoscenza della realtà psichica, che si configurava come un essenziale
apporto al sapere sperimentale. Cultura umanistica e scientifica a pari livello. Concludiamo rilevando come
nei due lo spiritualismo paia intento ad appropriarsi ed a ricomprendere nella propria visione della realtà la
dimensione storica che con l’ idealismo ed il marxismo si era affermata essenziale per una reale
comprensione della vita spirituale.
5. Patria e libertà in Giovanni Vidari
L’ altro grande pedagogista di fianco a Maresca fu Vidari. Allievo di Cantoni, ereditò da questo l’
orientamento sostanzialmente spiritualistico del suo pensiero, , non disgiunto però da un vivo bisogno di
apertura alla ricerca scientifica che voleva dire esigenza di una comprensione del reale che penetrasse nelle
dimensioni più concrete. Vidari non giunse all’ elaborazione di una vera e propria teoria, poiché oscillò
sempre tra piano empirico e spiritualistico. Fu sempre marcata dall’ esigenza d’ impegno concreto sul
terreno politico e sociale. Sarà poi quest’ ideale ad unirlo al fascismo. La sua ricerca si articolò su due ben
distinti piani: quello dell’ analisi strutturale, formale e quella contenutistica, nel quale si manifestò l’
ideologia nazionalistica. Correva in direzione squisitamente trascendentale. Nel biennio 23- 24 pubblicò sue
saggi che rappresentarono due punti d’ arrivo : “ Patria e libertà” e “ La posizione kantiana in pedagogia”.
Criticò così tutte le altre filosofie perché gli parsero impotenti, affermando che solamente il criticismo era in
grado di superare a pieni voti la prova rappresentata dell’ esplicazione dei processi educativi. Individuò
inoltre un fine squisitamente etico - morale, in grado di consentire all’ individuo empirico di far suo il
mondo soprasensibile dei valori, guidandolo verso la libertà. L’ ideale che pose al centro del suo programma
educativo fu quello della patria, connessa poi organicamente al concetto di Libertà. L’ idea di libertà è la
stessa idea di patria, che vuol dire capacità di governarsi da se, ovvero autonomia: Se Patria è liberta e
libertà è autonomia, questa a sua volta per mezzo dei concetti di dignità e persona ci riconduce a quello dell’
Umanità, che poi andava a coincidere con la virtù stes