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L’adolescente e i suoi genitori 5
Quando raggiunge la pubertà, il bambino avverte la necessità di abbandonare gli oggetti
d’amore parentale. Vengono a crearsi degli inevitabili conflitti perché l’adolescente è portato
a stravolgere il rapporto con i genitori: l’amore diventa odio e il rispetto, disprezzo.
La relazione genitori/figli si colora di angoscia e sensi di colpa.
L’adolescente ha l’esigenza di distanziarsi dai propri genitori, per poter crescere e sviluppare
la propria personalità.
Se da un lato l’adolescente non può fare a meno dei legami, dall’altro quelli con i genitori
sono spesso avvertiti come troppo esclusivi.
L’adolescente ha bisogno di separarsi psichicamente dai genitori, di uscire dalla loro testa
per evitare che essi controllino la sua.
La relazione genitori/adolescenti non è simmetrica: il giovane ha bisogno di sapere dove
sono i propri genitori, perché deve essere sicuro di poter comunque contare su di loro,
contemporaneamente deve poter fuggire dalle loro teste.
I compagni anzitutto
Il gruppo dei pari ha notevole importanza nel processo di socializzazione degli adolescenti.
A partire dai 10 anni si cominciano a formare gruppi di preadolescenti prelopiù di sesso
uguale, legati dall’appartenenza allo stesso quartiere o alla frequenza della stessa classe.
Si tratta di gruppi nei quali sperimentare una nuova relazionalità extrafamiliare, basata su
legami democratici e non più gerarchici.
Gli amici contribuiscono alla creazione di un nuovo universo di valori e all’attribuzione di un
nuovo senso alla vita.
L’appartenenza a un gruppo di pari configura un fenomeno transazionale: l’adolescente
investe risorse nel gruppo allo scopo di colmare il vuoto lasciato dal disinvestimento degli
oggetti parentali.
L’adesione a un gruppo contribuisce alla formazione di un io collettivo, di un “noi” che aiuta il
singolo a proteggersi dall’angoscia esistenziale.
Durante la pubertà, il giovane si trova a sperimentare un conflitto dovuto a due opposte
esigenze: da un lato, quella di raggiungere una propria autonomia, di differenziarsi dagli altri;
dall’altro quella legata al bisogno di dipendenza, che permane praticamente tutta la vita.
Il soggetto si trova dibattuto tra la paura dell’abbandono e l’angoscia dell’intrusione,
soprattutto nei confronti dei genitori. nell’adolescenza sono legate al
Le difficoltà che il soggetto incontra tipo di relazione che
ha caratterizzato il suo rapporto con la madre fin dalla prima infanzia. Distinguiamo due
situazioni: 6
1) relazione caratterizzata da disfunzioni. Gli adolescenti, rivivendo le angosce vissute nel
rapporto con i genitori, si trovano a dover impiegare notevoli risorse per guadagnarsi
l’indipendenza.
2) relazione caratterizzata da assenza di limiti. I genitori hanno mantenuto una grande
Giunti all’adolescenza,
benevolenza verso i figli e non hanno negato loro praticamente nulla.
questi giovani non sono allenati ad affrontare la frustrazione e aumentano la loro tensione
interiore che spesso scaricano attraverso l’abuso di alcool, il consumo di droghe, ecc.
Capitolo primo - Persi di vista
Episodi di fuga e di erranza, che possono portare alla trasformazione dei giovani in “ragazzi
di strada”, non sono infrequenti tra gli adolescenti.
I giovani che vivono queste situazioni sono ragazzi vulnerabili, che considerano le diverse
come una specie di “rito di passaggio” che li aiuti a formare la propria
forme di erranza
identità non più definita da norme loro imposte.
Le forme di erranza sono numerose, ma i giovani che le praticano sono accomunati da
alcune caratteristiche: provengono da famiglie modeste, spesso segnate da varie crisi, e
hanno abbandonato la scuola.
Sono condotte che manifestano la volontà di scappare da una tensione interna; tanto
maggiore è tale tensione, spesso derivante dal bisogno di staccarsi dalle relazioni familiari,
tanto più brutali sono le forme di erranza praticate.
La fuga
La fuga rappresenta spesso un comportamento solitario, improvviso, di breve durata.
Si tratta di una condotta di rottura compiuta da soggetti che, a causa di un conflitto
relazionale, mirano a liberarsi da vincoli divenuti inaccettabili.
La fuga può avere diversi significati: può esprimere la reazione verso una famiglia poco
affettuosa o un sistema che opprime eccessivamente il giovane oppure può essere
espressione di particolari problemi psicopatologici, come la depressione giovanile.
In tutti i casi, il momento del ritorno a casa è quasi più importante della fuga stessa:
l’adolescente valuta attentamente gli effetti della sua assenza improvvisa, nutrendo la
speranza che i suoi genitori finalmente lo riconoscano e gli manifestino il loro amore.
La fuga diventa un gesto paradossale: se da un lato mira a rompere i legami di dipendenza
divenuti inacettabili, dall’altro mira a ritrovarli finalmente cambiati.
Dal punto di vista psicoanalitico, la fuga è anche un mezzo per combattere la depressione
derivante dal lutto legato al rifiuto degli oggetti parentali su cui il ragazzo aveva investito la
propria libido durante l’infanzia. 7 dall’ambiente familiare, che
La dimensione primaria della fuga è la auto-sottrazione
l’adolescente giudica minaccioso e invadente, e rappresenta quindi una protesta contro un
regime educativo.
In alcune situazioni, la fuga può rivelarsi positiva, momento di rottura rispetto a una dinamica
patologica che si è innestata tra l’adolescente e i suoi genitori.
Il vero pericolo è che la fuga si trasformi in un’erranza prolungata nel tempo, che finisce per
emarginare ed escludere il giovane dalla società.
La fuga che acquisisce la caratteristica di condizione permanente porta il giovane a dover
arrangiarsi per poter vivere, spesso attraverso il compimento di atti illeciti legati alla droga, al
racket e alla prostituzione. Alcuni adolescenti finiscono nelle reti delle sette.
La ricerca di un lavoro onesto è spesso ostacolata dall’abbandono scolastico e
dall’emarginazione sociale.
Sinteticamente, i giovani che finiscono per strada possono mettere in atto:
quali l’accattonaggio o comportamenti illeciti che li possono portare
1) pratiche escludenti,
al carcere;
2) pratiche includenti, quali la frequentazione di centri di aiuto per i senza dimora e,
attraverso di essi, l’iscrizione a corsi di formazione professionale. Oppure seguire cure per
disintossicarsi dall’abuso di droga o alcool.
In generale, i senza dimora adottano strategie idonee per sopravvivere almeno
psicologicamente alla situazione: si pensano come eroi avventurieri, partiti alla conquista di
un nuovo status che, una volta raggiunto, permetta loro di tornare all’ambiente d’origine
cavata senza l’aiuto di nessuno.
vittoriosi, in grado di dimostrare di essersela
Sono strategie di difesa contro un’angoscia pervasiva, che mirano a far provare al soggetto
un senso di onnipotenza e dominio su ciò che lo circonda.
Alcuni autori distinguono tra:
● durante l’adolescenza;
erranza psichica, elemento indispensabile
● erranza agita, che presenta comunque una caratteristica psicopatologica.
Il pensiero degli erranti è normalmente dominato dalla malinconia. Errare significa smettere
di pensare, creare un abisso dentro la propria mente. La sopravvivenza nella strada diventa
proiezione della propria sopravvivenza psichica.
Rispetto alle tipologie di adolescenti che praticano la fuga distinguiamo:
● fuggitivi non maltrattati - Sono spesso giovani cresciuti in cittadine di provincia, che
hanno faticato negli studi, cresciuti in famiglie numerose in cui il padre presenta dei
problemi (disoccupazione, carcere, ecc.). Spesso non godono di un buono stato di
salute e abusano di alcol, droghe e tabacco.
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● erranti - Provengono da famiglie in condizioni precarie, numerose e con genitori
separati. Spesso sono descolarizzati. Si caratterizzano per l’abuso di droghe e alcol
e per aver avuto precedenti contatti con la giustizia.
I giovani che rientrano in questi due gruppi fuggono volontariamente dalla loro famiglia.
L’abuso di sostanze è sintomatico del loro bisogno di sperimentare e ricercare limiti. Sono
adolescenti ad altissimo rischio di cronicizzare la fuga.
Distinguiamo inoltre:
● fuggitivi maltrattati - Essi provengono da famiglie in cui il padre occupa una
posizione di indiscutibile dominio. Le condizioni abitative sono soddisfacenti. Sono
giovani in buona salute e il consumo di droghe e alcol è limitato.
● giovani cacciati dal domicilio della loro famiglia - Sono giovani che provengono
da famiglie con i genitori separati ed è spesso il padre che li ha cacciati di casa.
Sono perlopiù descolarizzati e lavorano per mantenersi. La dipendenza da droga e
alcol è spesso bassa. “giovani in
I soggetti rientranti in queste due categorie sono meglio definibili come
difficoltà”, che cercano un alloggio o chiedono di essere ospitati in case-famiglia. Il rischio
che si trasformino in giovani di strada è basso.
Dall’erranza al carcere
Il carcere può essere descritto come un universo grigio, privo di scopo, in cui finiscono
spesso i giovani delle periferie delle grandi città.
Le principali problematiche sociali che contribuiscono a portare i giovani in carcere sono:
all’assenza di norme e di valori e alla
1) la disorganizzazione sociale, che corrisponde
crescente difficoltà di comunicazione interpersonale e che si caratterizza per:
● difficili condizioni di vita in alcuni quartieri, soprattutto periferici, nei quali si
vivono tensioni relazionali tra generazioni diverse e mancanza di solidarietà. Spesso
gli adolescenti che vi abitano sono privi di riferimenti, di norme, di valori e vivono
situazioni di frustrazione.
● soprattutto legate all’assenza del padre come figura di
difficili situazioni familiari,
custode dei valori e soggetto deputato a curare il rispetto delle regole e dei divieti.
Una relazione disfunzionale o assente col padre, rischia di orientare l’adolescente
vero l’asocialità.
● difficile rapporto con l’istituzione scolastica. L’istruzione universalmente offerta a
tutti i giovani, rischia di non tenere conto delle situazioni personali di coloro che
entrano nella scuola privi di risorse adeguate e che rischiano pertanto il fallimento..
Spesso i giovani metabolizzano a livello interiore il loro fallimento scolastico, dovuto
all’incapacità di integrare nel proprio sistema di vita il modello proposto dalla scuola,
9
che appare come troppo rigido e normato. La scuola spesso non è in grado di
comprendere e dare risposte adegu