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L'adolescenza può essere definita come un sistema enattivo perché il focus viene posto sull’analisi dei

processi trasformativi a cui è continuamente esposto come sistema. Nell'approccio enattivo, la realtà non è

un dato: essa dipende da chi la percepisce, perché ciò che conta è inseparabile da ciò che è la struttura del

percipiente.

Il modello della transizione catastrofica. Per spiegare la metamorfosi adolescenziale può essere utilizzata

Il “punto di catastrofe”, cioè quello che Thom descrive come il

anche la teoria delle catastrofi di Renè-Thom.

momento in cui si determina un salto nell’equilibrio del sistema e accade la trasformazione, definisce

l’inevitabilità e l’irreversibilità della mutazione a cui il sistema è sottoposto. Quindi possiamo pensare che

stabile, e quando l’equilibrio è

qualsiasi forma o struttura può trovarsi in uno stato di equilibrio più o meno

minore, esso tende verso un punto di catastrofe a cui seguirà una mutazione di forma. Allo stesso modo, nel

modello sistemico enattivo elaborato da Varela, rintracciamo una discontinuità (che nel modello di Thom

riguarda l’equilibrio), espressa attraverso il termine breakdown. Quest'ultimo, in quanto punto di rottura

dell’equilibrio, porta ad una riorganizzazione percettiva dei micro-mondi in cui il soggetto è immerso.

Il modello catastrofico e quello enattivo consentono di evidenziare le proprietà emergenti delle situazioni

esperienziali e gli aspetti di discontinuità che contribuiscono a cambiare l’equilibrio precedente, determinano

un’instabilità che muove verso il punto di catastrofe.

4: Vecchi scenari e nuove mutazioni

Se si vogliono riconoscere i tratti peculiari dell'adolescente dell’epoca attuale, è fondamentale analizzare le

dimensioni che sorreggono, in senso strutturale, le condizioni di possibilità dell’esistenza umana in rapporto

ai contesti. Porre attenzione al tempo, allo spazio, ai corpi, permette di interpretare i fenomeni educativi

dell’epoca contemporanea. Quanto più spazio e tempo delineano esperienze nuove, quanto più vengono

celebrate la prestanza e la capacità performativa dei corpi, tanto più queste dimensioni svolgono una

funzione di modellamento della soggettività adolescenziale. I vari contesti in cui avviene l’esperienza

educativa dei ragazzi sono la famiglia, la scuola e territorio, ma anche il web, i social media...

Adolescenze nella famiglia. Nel corso del 19 e 20esimo secolo si sono verificate radicali trasformazioni

all’interno della famiglia e nelle funzioni che essa svolge. Il mutamento più evidente riguarda la funzione del

sistema familiare nel processo evolutivo adolescenziale. Se prima la funzione della famiglia si esplicava nella

dialettica esistente tra bisogno di appartenenza e necessità di separazione, ora questa funzione risulta

essere stravolta: il venir meno della spinta alla separazione e la permanenza prolungata nel nucleo familiare

di origine sono dati incontestabili. Questo è dovuto a mutamenti nei ruoli, nelle dinamiche affettive ed emotive

e nelle gerarchie del sistema familiare. Il quadro educativo, psicologico e sociale che viene delinearsi è

inedito. A rendere meno urgente la necessità di separazione e di autonomia sono anche le condizioni che

caratterizzano l’epoca contemporanea, come la difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e i conseguenti

problemi economici e sociali. La separazione quindi non si può più realizzare nelle forme, negli spazi e nei

tempi prima conosciuti. Importante è anche appunto la ridefinizione dei ruoli, determinata dall’emancipazione

femminile e quindi dalla scomparsa di una funzione autoritaria, tipica del modello patriarcale. È cambiato

anche il rapporto genitori-figli: non sono più soltanto i figli ad aver bisogno della legittimazione dei genitori,

ma sono anche i genitori che hanno bisogno delle conferme dei figli.

Questo rovesciamento ha effetti significativi nelle forme di espressione del disagio adolescenziale all’interno

della famiglia. La moltiplicazione di interventi psicosociali e educativi finalizzati al sostegno della genitorialità

di nuove dimensioni problematiche nelle relazioni tra i genitori e i figli

permette di sottolineare l’esistenza

adolescenti.

La difficoltà nell’elaborazione del processo di separazione può anche essere espressione della fragilità

adolescenziale di auto comprendersi come soggetti autonomi e indipendenti.

I mutamenti che sono avvenuti e che avvengono all’interno della famiglia si riflettono inevitabilmente su un

contesto che fa da sfondo all’esperienza adolescenziale, la scuola.

È tra le istituzioni più antiche e rilevanti per l’esperienza infantile, adolescenziale

Adolescenze nella scuola.

e giovanile. Esercita una straordinaria tendenza a resistere al cambiamento: nonostante i tentativi di

ripensamento che sono stati fatti in questi decenni e le riforme per mettere mano alla cultura organizzativa,

la “forma-scuola” ha mantenuto invariate le sue strutture portanti. I cambiamenti organizzativi che oggi

spingono le scuole europee nella direzione di un paradigma “aziendale” nella formazione non hanno effetti

sul “dispositivo scolastico”, un dispositivo che riproduce le condizioni di un’esperienza di formazione e di

apprendimento di tipo “normalizzante”. La scuola, fin da quando è nata, si è sempre concentrata sulla

dimensione cognitiva, sulla trasmissione di contenuti e nozioni e sulla sua azione normalizzante,

standardizzante. La grande rimozione, se si intende la scuola come contesto di formazione degli adolescenti,

è la dimensione affettiva, quando invece l’adolescenza è il periodo emblematico dei cambiamenti a livello

corporeo, affettivo, relazionale...

La scuola fatica a cambiare soprattutto per quanto riguarda le condizioni strutturali: il tempo e lo spazio, ad

esempio, sono ancora concepiti nella forma disciplinare, il tempo è amministrato e ripartito secondo uno

schema seriale, lo spazio è organizzato secondo un principio di omogeneità e serialità. Ancora oggi vige la

forma didattica della lezione frontale, nonostante negli ultimi due decenni si siano sviluppati progetti volti a

riformare la struttura dell’esperienza scolastica, proprio a partire dalle dimensioni temporali e spaziali.

La scuola, pensando al setting, ha sempre seguito:

- un’istanza normalizzatrice, che produce effetti di assoggettamento finalizzate al conformismo e

all’omologazione all’idea dominante;

- Il principio della prestazione intellettuale, utilizzato per selezionare nell’apparato valutativo e

giudicante del sistema scolastico.

Questo modo di funzionare va a discapito delle dimensioni affettive e dell’espressività corporea. Però,

l’esperienza scolastica, in quanto esperienza educativa, pone sempre la sua duplicità: se da una parte,

attraverso l’istanza normalizzatrice, produce effetti di conformazione, d’altra parte ha anche effetti di

emancipazione, perché promuove l’autonomia individuale, la responsabilità e la consapevolezza critica, in

quanto il soggetto attinge alla sua capacità espressiva per oltrepassare i vincoli culturali in cui è immerso.

Nell'ultimo decennio è cresciuto in modo significativo il numero di coloro che non riescono ad adeguarsi a

questo modo di funzionare del dispositivo scolastico, presentando difficoltà di comportamento, scarse

capacità attentive e di concentrazione. Le nuove generazioni sono sempre meno capaci di adattarsi alla

rigidità del dispositivo scolastico, quello che conserva i tratti di una scuola disciplinare. Motivo di questo

cambiamento è anche l’impatto delle nuove tecnologie, che stanno modificando le capacità di esercizio di

facoltà come l’attenzione e la concentrazione. Anche tempo e spazio sono coinvolti in una riconfigurazione

dell’esperienza mediata dalle tecnologie.

Considerando la scuola come luogo di normalizzazione e assoggettamento, emergono allora i cosiddetti

“disturbi scolastici”. Il contesto, l’organizzazione dello spazio, la scansione dei tempi, la mobilità dei corpi...:

su questo è necessario agire, riscoprendo e riconoscendo in che modo la materialità agisce sui processi di

apprendimento e di crescita. Concretamente significa mettere mano al setting pedagogico, base della forma

scuola.

Adolescenze nel territorio. Anche il territorio, oltre alla famiglia e alla scuola, è da considerare come

scenario della quotidianità adolescenziale. Già la collocazione geografica ed economica determina

esperienze adolescenziali diverse, ma se restringiamo il campo al contesto socio-economico e geografico

occidentale, è possibile vedere l’estensione dell’urbanizzazione in quasi tutte le aree metropolitane europee

e nordamericane, e nella maggior parte degli agglomerati urbani del Sudamerica e dell’Australia. I territori

urbani si assomigliano sempre di più tra di loro (effetto della globalizzazione), questo è causa di un

allontanamento del vissuto di appartenenza ad un contesto urbano, che produce il dissolvimento dell’idea di

identità legata a questa appartenenza.

Per comprendere l’importanza dei mutamenti che oggi delineano la vita urbana, vano considerate le

differenze strutturali e funzionali delle metropoli nel passaggio alla post-modernità. Il segno più evidente è il

declino del modello di “città-fabbrica”, caratteristico degli edifici e del sistema viario, tra la seconda metà del

19esimo secolo e la fine del 20esimo. La città-fabbrica ha subito una riconfigurazione spazio-temporale, a

causa delle nuove esigenze produttive e commerciali, che hanno dato vita ad una città contemporanea,

caratterizzata da circolazione, trasporto, mobilità e passaggio, e in cui coesistono forme e modelli eterogenei

sotto il profilo etnico, culturale e sociale. Questo tipo di città, viene chiamata da alcuni città-vetrina, perché il

ruolo si gioca sull’asse del consumo-piacere, e perché al centro dell’esperienza urbana c’è la possibilità

suo

o meno di accedere ai luoghi e di ottenere gli oggetti che garantiscono uno status sociale. L'esigenza delle

politiche aziendali attuali è quella di comunicare con il pubblico nel modo più efficace, e questo avviene

attraversi elementi dotati di forti capacità di vocazione. In questo si riconosce un dispositivo di tipo semio -

tecnico, caratterizzato dalla capacità di agire direttamente, attraverso la manipolazione delle

rappresentazioni menta

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Irismosca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Barone Pierangelo.