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LINGUISTICA SPAGNOLA
PRÓLOGO
Il libro si presenta come una raccolta di interventi e riflessioni sulla traduzione → ovvero sulle
sue possibilità e i suoi rischi → gli interventi sono dei partecipanti agli incontri di traduttori e scrittori
a Castrillo de los Polvazares avvenuti tra il 2006 e il 2008.
1° INTERVENTO – JORDI DOCE, Traducir: tres asedios
Scrivere poesie è anche tradurre.
La storia della poesia si presenta come una lunga storia di prestiti e furti → tutti i testi letterari
possono essere letti come la traduzione di qualcosa di antecedente, che già esisteva.
NON ESISTE LA TRADUZIONE IDEALE → importanza del concetto dell’impossibilità del
tradurre → non esiste la traduzione perfetta e il lettore ne deve essere cosciente
↓
LIMITI del lavoro del traduttore → carenza del nostro idioma.
Lo stile deve essere originale e deve essere coerente col testo di partenza.
La traduzione necessita anche di uno sforzo immaginario, bisogna entrare nell’atmosfera
dell’autore.
Non bisogna confondere lo scrittore con la sua opera.
Traduzione anche come ascolto → quando leggiamo una traduzione mediocre ci sembra che “non
ci suoni” → importanza della musica.
Le traduzioni possono subire modificazioni nel corso degli anni.
Jordi Doce traduce le poesie di Cuervo di Ted Hughes → piene di monosillabi, allitterazioni, parole
composte e oscure.
Ha lavorato principalmente sulla poesia inglese.
Prima regola per tradurre Eliot, I Quattro Quartetti → riprodurre la chiave musicale.
Jordi Doce divide la sua testimonianza in due parti: teoria e pratica. Per quanto riguarda la teoria,
lui sostiene che scrivere poemi e tradurli è la stessa cosa. Per quanto riguarda la pratica, lui
racconta appunto la sua esperienza nell’affrontare la poesia inglese di Hughes e Eliot.
2° INTERVENTO – AMELIA GAMONEDA, La lengua bífida de la traducción
Esistono 3 zone (o livelli) in cui la traduzione deve agire:
- Restituire il significato;
- Restituire parole equivalenti dalla lingua di origine alla lingua di arrivo;
- Restituire il contesto, la cultura e l’immaginario della lingua di origine.
↓
Il momento della creazione si situa nel terzo livello.
Un traduttore dovrebbe essere quindi: un conoscitore della lingua, un critico letterario e un poeta.
Walter Benjamin non è d’accordo con quest’affermazione → le sue teorie influenzeranno molto la
critica letteraria del ‘900 e porteranno in qualche modo a ritenere la traduzione inferiore alla
scrittore stessa.
Amelia Gamoneda è d’accordo con Jordi Doce quando dice che il traduttore non può essere un
poeta a priori, però lo diventa in conseguenza del suo lavoro di traduzione.
Il traduttore-poeta cerca di creare un mondo poetico proprio, a volte distinto da quello originale,
mentre l’idea di autorialità/paternità letteraria è legata al suo contenuto → che deve quindi
essere lo stesso per l’originale e per la sua traduzione.
Al traduttore sono richieste referenze/abilità che vanno aldilà della conoscenza della grammatica, e
ogni traduttore ha un suo personale criterio di traduzione → uno stesso traduttore si può porre in
maniera diversa a seconda dell’autore e dell’epoca.
L’unica cosa imprescindibile che non può essere cambiata è la RITMICA ORIGINALE → nel
mondo poetico questo non si fa.
Due lingue diverse implicano due ragionamenti diversi. Questo porta un senso di stranezza che a
sua volta conduce al cosiddetto straniamento → la traduzione poggia su questo concetto, poiché
bisogna già pensare in un’altra lingua.
3° INTERVENTO – MARIA DEL CARMEN AFRÍCA VIDAL CLARAMONTE, Traducir en el siglo
XXI
In un primo momento la traduzione cercava l’equivalenza assoluta, la sostituzione perfetta di un
termine con un altro. Si trattava quindi più che altro di una scienza.
Andando oltre, la definizione di traduzione comincia a diventare sempre più relativa.
Tra gli anni ’80 e ’90 si includono questioni più ampie, come il contesto e la storia. Ci furono due
grandi cambiamenti:
- L’importanza del testo originale si sposta sul testo d’arrivo;
- Cominciano ad essere presi in considerazione i fattori culturali;
↓
Le parole non possono più essere prese e tradotte in maniera ISOLATA.
È per questo che negli anni ’90 il problema della traduzione si impone come problema etico.
4° INTERVENTO – HELENA CORTÉS GABADAUN, La traducción de la forma literaria
Il traduttore come interprete.
Nel secolo attuale la traduzione sta vivendo un momento di considerazione molto importante →
viene considerata a tutti gli effetti un’arte (e non più una scienza).
Oggi risulta assurdo differenziare TRADUZIONE e FILOLOGIA in merito alla traduzione letteraria.
Sostiene però che il traduttore non deve arrivare a considerarsi un artista come chi ha scritto
l’originale → nel momento in cui si traduce si fanno delle cose:
- Si interpreta il contenuto;
- Si interpreta la forma estetica.
5° INTERVENTO – LUIS MARTINEZ DE MERLO, Revisando criterios en la traducción de
textos poemáticos
Quando parliamo di “textos poemáticos” non stiamo parlando di “textos poéticos” ma di tutti quei
testi che sono scritti in versi.
Un buon traduttore cerca di conservare il valore estetico dell’originale.
Bisogna essere realisti e cercare buoni risultati.
Non bisogna rischiare davanti alla possibilità di errore e bisogna abbandonare il progetto se questo
non sta avendo un buon corso.
6° INTERVENTO – VÍCTOR ANDRÉS FERRETTI, Traducción componible. Un alegado a favor
de la literariedad
Tradurre non significa solamente trasportare la semantica a un altro idioma, ma instaurare una
dinamica estetica, che Ferretti chiama “letterarietà”.
È preferibile che un traduttore non abbia captato l’intenzionalità di un testo, per conservare la
“letterarietà”.
Due testi sono dunque “componibili” se risultano concordabili, ovvero se hanno coerenza
semantica e conciliazione di operazione letteraria.
La maestria di un idioma rispetto a un altro idioma è questione di capacità di riflessione
sociolinguistica.
7° INTERVENTO – JAVIER GOMEZ MONTERO, Apuntes para un cuaderno de traducción:
sobre textos de F. Hölderlin
L’autore dell’articolo è lo stesso editore del libro e racconta la sua esperienza di traduzione e i
problemi incontrati rispetto ai testi di Hölderlin
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Principalmente i problemi incontrati furono due:
- Confrontare due traduzioni letterarie molto specifiche e divergenti come sono la poesia
spagnola e quella tedesca;
- Mantenere in castigliano l’effetto di straniamento che la poesia degli Inni di Hölderlin
produce oggi al lettore tedesco.